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La Festa del Cinema di Roma quest’anno vede la presenza dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e della Rappresentanza in Italia della Commissione europea in qualità di partner istituzionali. L’obiettivo è mettere in luce il sostegno dell’Unione europea (Ue) alle industrie culturali e creative. Lo sottolinea un comunicato stampa apparso sul sito della Rappresentanza italiana della Commissione europea.

Il programma Europa Creativa è il principale strumento messo in campo dalla Commissione con una dotazione complessiva di 2,44 miliardi di euro per il periodo 2021-2027.

La sezione MEDIA del programma Europa Creativa supporta le industrie cinematografiche e audiovisive a sviluppare, distribuire e promuovere le opere europee, al fine di rafforzare la competitività europea a livello mondiale tenendo conto dell’attuale contesto digitale.

Parlamento e Commissione europea saranno presenti durante tutta la durata del festival con uno stand all’interno del Villaggio per informare sulle principali tematiche di attualità europea e sensibilizzare i cittadini sull’importanza del voto in vista delle elezioni europee del 9 giugno 2024.

Inoltre, nell’ambito dell’Anno europeo delle competenze, il 26 ottobre, alle ore 14:30, presso la Casa del Cinema si terrà un convegno sulle competenze legate al campo cinematografico e audiovisivo. Parteciperanno rappresentanti istituzionali, giornalisti, funzionari della Commissione europea ed esperti del settore.

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Un’indagine pubblicata il 1 settembre dall’UE conferma che la manodopera qualificata è fondamentale per il successo delle piccole e medie imprese in Europa.

I risultati giungono lo stesso giorno in cui la Commissione europea ha presentato una serie di iniziative per il sostegno alle piccole e medie impresevolte a far crescere la forza lavoro qualificata grazie alle azioni di formazione previste dai partenariati su vasta scala nell’ambito del patto europeo per le competenzee ad altre iniziative tese a soddisfare il fabbisogno di competenze delle piccole e medie imprese. Il 95% delle piccole e medie imprese che hanno preso parte all’indagine afferma che è molto (82%) o moderatamente (13%) importante per il proprio modello aziendale disporre di lavoratori con le giuste competenze.

La situazione frena le attività di quasi due terzi (63%) delle imprese. Quasi la metà (45%) dichiara inoltre di trovarsi ostacolata nell’adottare o utilizzare le tecnologie digitali, e quattro su dieci (39%) riscontrano difficoltà nel rendere più ecologiche le proprie attività.

Le piccole e medie imprese applicano già un ampio ventaglio di misure per trovare e trattenere i lavoratori, tra cui sforzi per sfruttare meglio i talenti all’interno dell’impresa (ad esempio, mobilità del personale o rotazione dei compiti), maggiori investimenti nella formazione o il miglioramento dell’attrattiva dei posti di lavoro in termini di benefici (non) finanziari.

Per facilitare l’assunzione di personale con le competenze richieste, le piccole e medie imprese affermano di aver bisogno di una migliore collaborazione con i servizi pubblici per l’impiego (58%), di migliori strumenti per valutare le competenze dei candidati (49%), di migliori strumenti per valutare il fabbisogno di competenze dell’impresa (46%) e di procedure più semplici per il riconoscimento delle qualifiche estere (38%).

L’Anno europeo delle competenze pone al centro della scena lo sviluppo delle competenze e gli Stati membri hanno stabilito come obiettivo che almeno il 60% degli adulti partecipi ogni anno ad attività di formazione entro il 2030. Circa 65 miliardi di € di fondi dell’UE sono disponibili per sostenere l’istruzione, la formazione e le competenze. L’agenda per le competenze per l’Europa e il patto per le competenze hanno aiutato imprese e lavoratori di tutta Europa (attualmente 2 milioni di persone) a progredire nella formazione.
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La Commissione europea ha pubblicato nei giorni scorsila relazione sulle attività del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro (FEG) per il 2021-2022.

Nel periodo in esame, l’UE ha stanziato 51,8 milioni di € del FEG per aiutare oltre 13 000 lavoratori espulsi dal lavoro e lavoratori indipendenti a riqualificarsi e trovare un nuovo lavoro. La Commissione ha ricevuto richieste da 9 Stati membri (Belgio, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi e Finlandia) e ha mobilitato i finanziamenti del FEG in tutti e 14 i casi in cui era stato richiesto il sostegno.Il maggior numero di lavoratori interessati era attivo nel settore del trasporto aereo e automobilistico, seguito da quello del magazzinaggio e delle attività di supporto ai trasporti. La quasi totalità dei lavoratori che ha ricevuto sostegno ha perso il lavoro a causa delle conseguenze economiche della pandemia di COVID-19.

Le misure cofinanziate del FEG sono state fondamentali per aiutare questi lavoratori a riqualificarsi, ad esempio nel settore delle competenze digitali, a prepararsi per nuove opportunità di lavoro grazie al tutoraggio, all’orientamento professionale e all’assistenza nella ricerca del lavoro, oppure ad avviare un’attività in proprio. In determinati casi, i lavoratori hanno anche ricevuto indennità per partecipare alle formazioni. Dal 2014, il FEG ha mantenuto un tasso medio di reimpiego del 60% in tutti i casi di attivazione, evidenziando così la sua importanza nel sostenere i lavoratori espulsi dal lavoro.

Grazie ai finanziamenti per la formazione mirata e per le altre misure di supporto ai fini del reinserimento dei lavoratori licenziati, il FEG contribuisce agli sforzi dell’UE volti a incoraggiare lo sviluppo delle competenze, in particolare nel contesto dell’anno europeo delle competenze. Dal 2007, il FEG ha messo a disposizione 688 milioni di € in 177 casi di licenziamenti collettivi, aiutando quasi 168 000 lavoratori espulsi dal lavoro in 20 Stati membri. Per ulteriori informazioni consultare la relazione sulle attività del FEG 2021-2022 e la scheda informativa sul FEG, con alcuni esempi di progetti.

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Si svolge oggi 9 maggio il festival dell’Anno europeo delle competenze, al quale parteciperà, tra gli altri, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Il festival celebrerà l’Anno europeo delle competenze ponendo le competenze e la formazione al centro della scena. In tutta Europa si terranno discussioni sulle competenze necessarie per le transizioni verde e digitale, nonché su come favorire l’incontro tra le aspirazioni dei cittadini e le occasioni offerte dal mercato del lavoro, attirando talenti e lavorando insieme per acquisire competenze. Si tratta di un elemento centrale delle numerose attività organizzate in tutta Europa per celebrare la Giornata dell’Europa e consentire ai cittadini di scoprire l’UE e farne esperienza.

Il festival sarà collegato ad altri eventi legati alle competenze in molti paesi dell’UE. Presenterà progetti finanziati dall’UE, ad esempio mediante il Fondo sociale europeo Plus, volto alla formazione e allo sviluppo delle competenze. Sono in programma anche interviste con persone provenienti da tutta Europa che hanno migliorato la loro carriera grazie a nuove competenze, e con imprese che hanno investito in corsi di formazione sulle competenze verdi e digitali per i loro dipendenti.

Durante il festival verrà presentato un nuovo partenariato su vasta scala nei settori ad alta intensità energetica nell’ambito del patto per le competenze

Il festival sarà trasmesso in diretta sul canale YouTube della Commissione il 9 maggio, dalle ore 14.00 alle ore 15.30.
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I finanziamenti della politica di coesione nel periodo 2021-2027 dovrebbero sostenere la creazione di 1,3 milioni di posti di lavoro e aumentare il PIL dell’UE in media dello 0,5% entro la fine del decennio e fino al 4% in alcuni Stati membri. Contribuirà inoltre a fornire molti beni pubblici comuni, fornendo vantaggi tangibili e concreti ai cittadini, alle regioni e alle città europee. Sono alcune delle conclusioni di un rapporto sugli esiti della programmazione della Politica di coesione 2021-2027ù pubblicato il 2 maggio.Lo rende noto un comunicato stampa della Commissione europea.

Per far sì che ciò accada, scrive Bruxelles, la politica di coesione sbloccherà un volume totale di investimenti di 545 miliardi di euro durante questo periodo, di cui 378 miliardi di euro saranno finanziati dall’UE . Questi investimenti promuoveranno una convergenza socioeconomica duratura, la coesione territoriale, un’Europa sociale e inclusiva e una transizione verde e digitale agevole ed equa.

La politica di coesione sostiene fortemente la ricerca e l’innovazione e affronta il divario digitale. Ad esempio, 83.000 ricercatori avranno accesso a strutture di ricerca migliorate, mentre 725.000 aziende saranno sostenute per l’innovazione e la crescita intelligente.

La Politica mira a sostenere la modernizzazione e la digitalizzazione dei servizi pubblici (che coinvolgono 22.500 pubbliche amministrazioni) e la trasformazione digitale delle imprese. Sostiene inoltre lo sviluppo delle competenze e delle infrastrutture digitali, anche attraverso la connessione di 3,1 milioni di famiglie a reti mobili ad alta velocità e infrastrutture digitali fisse.

Gli investimenti verdi nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici si stanno concentrando sugli obiettivi del Green Deal europeo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell’UE di almeno il 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

A tal fine, la politica di coesione sostiene progetti nei settori dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili che sono particolarmente importanti per attuare azioni chiave nell’ambito del piano REPowerEU. Ad esempio, si prevede che 32 milioni di m 2 di edifici pubblici e 723.000 famiglie beneficeranno di miglioramenti delle prestazioni energetiche, mentre verranno installati 9.555 MW di capacità aggiuntiva di energia rinnovabile.

Per sostenere l’adattamento ai cambiamenti climatici e la gestione del rischio di catastrofi, la politica sosterrà la costruzione di 229.000 ettari di nuove infrastrutture verdi.

La mobilità urbana sostenibile sarà inoltre supportata includendo 1.230 km di linee tramviarie e metropolitane nuove e modernizzate e 12.200 km di infrastrutture ciclabili.

L’acqua pulita e il miglioramento delle infrastrutture per le acque reflue raggiungeranno 16,4 milioni di persone grazie agli investimenti per la coesione.

La politica di coesione aiuta le persone e i territori più colpiti dalla transizione verso la neutralità climatica a garantire che nessuno sia lasciato indietro.

Sosterrà quindi quasi 39.000 imprese ad abbracciare questa transizione. In particolare, più di 5.000 piccole e medie imprese (PMI) beneficeranno degli investimenti in nuove competenze per la specializzazione intelligente, la transizione industriale e l’imprenditorialità. Fino a 120.000 disoccupati beneficeranno di misure di sostegno del mercato del lavoro e quasi 200.000 persone otterranno nuove qualifiche.

Per garantire una crescita sociale e inclusiva, e in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali , i fondi di coesione sostengono le persone, anche nella loro vita professionale. Ciò include lo sviluppo delle competenze e l’apprendimento permanente – priorità cruciali in questo Anno europeo delle competenze – di almeno 6,5 milioni di disoccupati. Ciò contribuirà a raggiungere l’ obiettivo dell’UE per il 2030 di almeno il 60% di tutti gli adulti che partecipano alla formazione ogni anno.

Un’attenzione particolare è data al miglioramento dell’integrazione e dell’inclusione di oltre 3 milioni di persone, comprese 600.000 persone appartenenti a gruppi emarginati come i Rom. I fondi sosterranno anche 1,7 milioni di alunni dell’istruzione primaria e secondaria, mentre si prevede che quasi 3,5 milioni di persone studieranno in strutture educative nuove o modernizzate.

La sanità e l’assistenza a lungo termine, comprese le infrastrutture e le attrezzature, beneficeranno di importanti miglioramenti, mentre si prevede che 60 milioni di pazienti riceveranno consulenza medica o cure in strutture sanitarie nuove o modernizzate.

La politica di coesione sosterrà sistemi di trasporto efficienti a tutti i livelli territoriali, come la ferrovia, uno dei modi di trasporto più sicuri e puliti: saranno costruiti o modernizzati 3.900 km di linee ferroviarie della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T).

Infine, sottolinea la Commissione, grazie ai programmi in tutta l’UE e nei suoi vicini nell’ambito della cooperazione territoriale europea, i fondi saranno investiti in progetti congiunti che coinvolgono più di 2 milioni di persone, 40.299 organizzazioni e 25.456 PMI.

Relazione e allegati, comprese le schede per paese con le principali priorità ei risultati per Stato membro

Piattaforma Open Data dei fondi SIEUna guida ai progressi degli investimenti

Piattaforma di dati aperti sulla coesione
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La Commissione europea attraverso un comunicato stampa informa di aver adottato il 18 aprile due proposte di raccomandazione del Consiglio dell’Unione nel contesto dell’Anno europeo delle competenze, con l’obiettivo di sostenere gli Stati membri e il settore dell’istruzione e della formazione nel fornire un’istruzione e una formazione digitale di alta qualità, inclusiva e accessibile per sviluppare la competenze digitali dei cittadini europei.

Le proposte affrontano le due principali sfide comuni identificate congiuntamente dalla Commissione e dagli Stati membri dell’UE: 1) la mancanza di un approccio a tutto il governo all’istruzione e alla formazione digitali e 2) le difficoltà nel dotare le persone delle necessarie competenze digitali.

Nonostante i progressi e alcuni eccellenti esempi di innovazione, scrive la Commissione, finora gli sforzi congiunti non hanno portato a una trasformazione digitale sistemica nell’istruzione e nella formazione. Gli Stati membri faticano ancora a raggiungere livelli sufficienti di investimento nelle infrastrutture per l’istruzione e la formazione digitale, le attrezzature e i contenuti dell’istruzione digitale, la formazione digitale (riqualificazione) di insegnanti e personale e il monitoraggio e la valutazione delle politiche di istruzione e formazione digitale.

La proposta di “raccomandazione del Consiglio sui principali fattori abilitanti per il successo dell’istruzione e della formazione digitale” invita tutti gli Stati membri a garantire l’accesso universale a un’istruzione e una formazione digitale inclusiva e di alta qualità, per affrontare il divario digitale, che è diventato ancora più evidente alla luce della crisi del COVID-19.

Ciò potrebbe essere ottenuto creando un quadro coerente di investimenti, governance e formazione degli insegnanti per un’istruzione digitale efficace e inclusiva. Propone orientamenti e azioni che gli Stati membri possono perseguire per attuare un approccio intergovernativo e multilaterale nonché una cultura dell’innovazione e della digitalizzazione dal basso guidata dal personale dell’istruzione e della formazione.

La piattaforma europea per l’istruzione scolastica

Scheda informativa sul miglioramento dell’offerta di competenze digitali nell’istruzione e nella formazione

Scheda informativa sui principali fattori abilitanti per un’istruzione e una formazione digitale di successo
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“L’Europa ha talento. Ma il talento deve essere coltivato, soprattutto perché l’UE sta attraversando un’importante transizione demografica. Ciò è ancora più necessario nelle regioni che soffrono di una forza lavoro in calo e di una bassa percentuale di persone con un’istruzione terziaria, e nelle regioni colpite dalla partenza dei giovani”.

Così recita un comunicato stampa della Commissione europea.
Se non affrontata, questa transizione scatenerà nuove e crescenti disparità territoriali man mano che le regioni invecchiano e restano indietro per numero e competenze della loro forza lavoro. Può modificare i paesaggi demografici dell’Europa, ostacolando la resilienza e la competitività dell’UE.

Garantire che le regioni che affrontano una trappola per lo sviluppo dei talenti diventino più resilienti e attraenti è fondamentale nell’impegno dell’UE a non lasciare nessuno e nessun posto indietro, scrive Bruxelles.

Questo è il motivo per cui la Commissione sta lanciando il “Meccanismo di potenziamento dei talenti”. Questo meccanismo sosterrà le regioni dell’UE colpite dal declino accelerato della loro popolazione in età lavorativa a formare, trattenere e attrarre le persone, le capacità e le competenze necessarie per affrontare l’impatto della transizione demografica.

Il meccanismo è presentato nella comunicazione del 17 gennaio sulla valorizzazione dei talenti nelle regioni d’Europa ed è la prima iniziativa chiave nel 2023 che contribuisce all’Anno europeo delle competenze proposto dalla Commissione, che mira a dare un nuovo slancio alla riqualificazione e al miglioramento delle competenze. La comunicazione offre soluzioni su misura, basate sul territorio e multidimensionali, compreso l’uso dei fondi e delle iniziative dell’UE esistenti per sostenere le regioni più colpite dalla transizione demografica in corso e dai suoi effetti collaterali e prevenire l’emergere di nuove e maggiori disparità territoriali in l’Unione Europea.

La Commissione ha pubblicato il 17 gennaio anche la sua relazione 2023 sull’impatto del cambiamento demografico, che aggiorna la relazione demografica del 2020 . Rivisita le tendenze demografiche e gli impatti che erano stati individuati alla luce dei recenti sviluppi, come Brexit, Covid o l’aggressione militare russa contro l’Ucraina. La relazione sottolinea che, per garantire prosperità e benessere futuri nell’UE, è fondamentale affrontare le sfide poste dalla transizione demografica.

Queste sfide includono l’invecchiamento e il declino della popolazione e una diminuzione della popolazione in età lavorativa, ma anche l’aumento delle disparità territoriali, compreso un crescente divario urbano-rurale. Il Rapporto esamina come e se i modelli demografici stabiliti vengono accelerati o interrotti, e quando si verificano, se le interruzioni sono transitorie o hanno un impatto duraturo sul cambiamento demografico.
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