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Un’indagine pubblicata il 1 settembre dall’UE conferma che la manodopera qualificata è fondamentale per il successo delle piccole e medie imprese in Europa.

I risultati giungono lo stesso giorno in cui la Commissione europea ha presentato una serie di iniziative per il sostegno alle piccole e medie impresevolte a far crescere la forza lavoro qualificata grazie alle azioni di formazione previste dai partenariati su vasta scala nell’ambito del patto europeo per le competenzee ad altre iniziative tese a soddisfare il fabbisogno di competenze delle piccole e medie imprese. Il 95% delle piccole e medie imprese che hanno preso parte all’indagine afferma che è molto (82%) o moderatamente (13%) importante per il proprio modello aziendale disporre di lavoratori con le giuste competenze.

La situazione frena le attività di quasi due terzi (63%) delle imprese. Quasi la metà (45%) dichiara inoltre di trovarsi ostacolata nell’adottare o utilizzare le tecnologie digitali, e quattro su dieci (39%) riscontrano difficoltà nel rendere più ecologiche le proprie attività.

Le piccole e medie imprese applicano già un ampio ventaglio di misure per trovare e trattenere i lavoratori, tra cui sforzi per sfruttare meglio i talenti all’interno dell’impresa (ad esempio, mobilità del personale o rotazione dei compiti), maggiori investimenti nella formazione o il miglioramento dell’attrattiva dei posti di lavoro in termini di benefici (non) finanziari.

Per facilitare l’assunzione di personale con le competenze richieste, le piccole e medie imprese affermano di aver bisogno di una migliore collaborazione con i servizi pubblici per l’impiego (58%), di migliori strumenti per valutare le competenze dei candidati (49%), di migliori strumenti per valutare il fabbisogno di competenze dell’impresa (46%) e di procedure più semplici per il riconoscimento delle qualifiche estere (38%).

L’Anno europeo delle competenze pone al centro della scena lo sviluppo delle competenze e gli Stati membri hanno stabilito come obiettivo che almeno il 60% degli adulti partecipi ogni anno ad attività di formazione entro il 2030. Circa 65 miliardi di € di fondi dell’UE sono disponibili per sostenere l’istruzione, la formazione e le competenze. L’agenda per le competenze per l’Europa e il patto per le competenze hanno aiutato imprese e lavoratori di tutta Europa (attualmente 2 milioni di persone) a progredire nella formazione.
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Il Parlamento europeo ha adottato il 13 settembre la sua posizione su nuove misure legislative per migliorare la qualità dell’aria e creare un ambiente pulito e sano per i cittadini europei.

I deputati europei hanno fissato valori limite e obiettivi più rigorosi (da raggiungere entro il 2035), rispetto alla proposta della Commissione europea, per diversi inquinanti, tra cui particolato (PM2.5, PM10), NO2 (anidride carbonica), SO2 (anidride solforosa) e O3 (ozono). Le nuove regole mirano a garantire che la qualità dell’aria nell’UE non sia dannosa per la salute umana, gli ecosistemi e la biodiversità e ad allineare le regole UE con le più recenti linee guida per la qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Nel testo approvato, che rappresenta la posizione negoziale del Parlamento, si afferma inoltre che valori proposti dalla Commissione dovrebbero costituire un obiettivo intermedio, da raggiungere quanto prima e al più tardi entro il 2030.

Nel testo si sottolinea la necessità di aumentare il numero di punti di campionamento della qualità dell’aria. Nelle aree urbane dovrebbe esserci almeno un super-sito di monitoraggio ogni due milioni di abitanti, per poter rappresentare l’esposizione della popolazione urbana generale (la Commissione ne ha proposto uno per 10 milioni). In luoghi in cui è probabile che si verifichino alte concentrazioni di particelle ultrafine (UFP), di carbone nero, di mercurio e di ammoniaca (NH3), dovrebbe esserci un punto di campionamento ogni milione di abitanti, un numero superiore a quello proposto dalla Commissione (ogni cinque milioni e solo per l’UFP).

I deputati europei vogliono armonizzare gli indici di qualità dell’aria in tutta l’UE, attualmente frammentati e poco comprensibili. Gli indici dovranno diventare essere comparabili, chiari e disponibili al pubblico, con aggiornamenti orari in modo che i cittadini possano proteggersi durante gli alti livelli di inquinamento atmosferico prima che vengano raggiunte soglie di allarme obbligatorie. Inoltre, dovranno essere rese disponibili informazioni sui sintomi associati ai picchi di inquinamento atmosferico e sui rischi per la salute associati a ciascun inquinante, comprese informazioni specifiche per i gruppi vulnerabili.

Il Parlamento europeo vuole anche che i cittadini la cui salute è danneggiata abbiano un diritto rafforzato al risarcimento in caso di violazione delle nuove norme.

I deputati propongono che, oltre alle misure di emergenza per migliorare la qualità dell’aria, necessarie quando i paesi dell’UE superano i limiti, tutti gli Stati membri predispongano tabelle di marcia per la qualità dell’aria con azioni a breve e lungo termine per conformarsi ai nuovi valori limite.

Il Parlamento è ora pronto ad avviare negoziati con il Consiglio sulla forma definitiva della legge.
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La Commissione europea comunica di aver pubblicato nei giorni scorsi l’ indagine annuale sugli oneri 2022, che presenta l’azione della Commissione per semplificare e modernizzare le norme dell’UE. Illustra i progressi e gli esempi concreti di ciò che la Commissione ha realizzato nel primo anno di piena applicazione dell’approccio “uno dentro, uno fuori”, nonché con il suo programma REFIT (adeguatezza ed efficacia della regolamentazione) e il suo follow-up le raccomandazioni del gruppo di esperti ad alto livello della piattaforma Fit for Future. Questo lavoro è rafforzato da ulteriori sforzi, come delineato nel pacchetto di aiuti per le PMI.
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La Commissione europea informa in un comunicato che offrirà assistenza tecnica a 11 regioni dell’UE per aiutarle a sfruttare il loro potenziale per attrarre, trattenere e sviluppare talenti. Per selezionare le regioni, la Commissione ha pubblicato un invito a manifestare interesse rivolto a tutte le regioni dell’UE che registrano un rapido calo della popolazione in età lavorativa e bassi livelli di istruzione superiore.

Nell’attuale contesto di aumento delle disparità territoriali e di crescente divario tra zone urbane e rurali, scrive Bruxelles, diverse regioni dell’UE sono gravemente colpite dalla diminuzione della popolazione in età lavorativa, con una perdita di 3,5 milioni di persone tra il 2015 e il 2020 nell’UE, e un ulteriore calo di 35 milioni di persone previsto entro il 2050. Alcune di queste regioni registrano inoltre una bassa percentuale di laureati e diplomati dell’istruzione superiore e una mobilità negativa della popolazione di età compresa tra i 15 e i 39 anni, trovandosi così nella cosiddetta “trappola per lo sviluppo dei talenti”.

46 regioni in 11 Stati membri (Bulgaria, Cechia, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Portogallo, Romania e Ungheria) possono rispondere all’invito a manifestare interesse. Il termine per la presentazione delle candidature è il 20 ottobre 2023.

L’invito fa seguito alla comunicazione sull’utilizzo dei talenti nelle regioni d’Europa, in cui la Commissione ha presentato le cause e gli effetti delle disparità regionali derivanti dalle sfide demografiche e con cui ha introdotto il meccanismo di incentivazione dei talenti. Il meccanismo aiuta le regioni dell’UE colpite dal rapido calo della popolazione in età lavorativa a formare, trattenere e attrarre le persone, sviluppandone le abilità e competenze necessarie per affrontare la transizione demografica. Si tratta di un’iniziativa importante nel contesto dell’Anno europeo delle competenze.

È possibile candidarsi sulla piattaforma per l’utilizzo dei talenti, dove sono reperibili maggiori informazioni.
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La Commissione europea informa in un comunicato stampa che sta istituendo un nuovo gruppo di esperti per fornire consulenza in caso di gravi minacce per la salute pubblica a carattere transfrontaliero. Il gruppo colma la grave lacuna individuata durante la pandemia di COVID-19.

Il comitato consultivo per le emergenze di sanità pubblica assisterà la Commissione e gli Stati membri nel determinare formalmente quando si verifica un’emergenza di sanità pubblica. Fornirà inoltre consulenza sulle misure da adottare in risposta al focolaio e sui tempi per revocarle. Si tratta, scrive Bruxellea, di una tappa importante nel lavoro volto a rafforzare la capacità di risposta alle minacce per la salute a carattere transfrontaliero, nel quadro di una Unione europea della salute forte.
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