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Con il progetto IncluCities, al quale partecipano AICCRE ed il Comune di Capaci, otto città europee e associazioni dei governi locali stanno unendo le loro forze per migliorare l’integrazione dei migranti. L’iniziativa, gestita dal CCRE/CEMR, mette in coppia una città esperta con un’altra meno esperta per imparare a trovare e diffondere soluzioni locali sostenibili.

IncluCities sta iniziando il 3° e contestualmente l’ultimo ciclo di Visite di Studio.

“Un’occasione molto preziosa per conoscere meglio la situazione attuale relativa all’integrazione e all’inclusione dei migranti sul campo, rafforzare il rapporto tra le due città e associazioni tutor, verificare dove si trovano nel processo di cambiamento e aiutarle a consolidare l’azione della città Piano”, informa il sito di IncluCities.

Queste Visite di Studio sono organizzate dalle città partecipanti e dalle associazioni dei governi locali e regionali.

CEMR & @TAG, la città di Mechelen e VVSG stanno visitando la Sicilia. La visita, ospitata da AICCRE e Pietro Puccio Sindaco di Capaci, si è svolta dal 13 al 15 giugno e si è concentrata sul consolidamento del piano d’azione “Tutti Capaci”.

INCLUCITIES SUL SITO AICCRE

Inlucities: “Tutti Capaci” – Ce la possiamo fare. Insieme! Workshop del Progetto

Progetto IncluCities, se integrare i migranti è una volontà in comune

IncluCities: Mechelen al Forum internazionale migrazione

Aiccre, Inclucities, Puccio: “niente paure, il mio sogno è Europa inclusiva”

L’Approfondimento: Inclucities, Mechelen, lì dove tanti popoli diventano uno

Aiccre, Migranti: ‘IncluCities’ per integrazione a lungo termine. Il servizio di VideoSicilia su Capaci


Progetto IncluCities: on-line il sito web!

La nota sul sito IncluCities

VVSG su Facebook

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#IncluCities
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In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, il 20 giugno, il Consiglio d’Europa e l’UNHCR sottolineano che ogni persona in fuga da guerre, conflitti o persecuzioni, o a rischio di essere vittima di violenza, abusi o sfruttamento, ha il diritto di cercare sicurezza e protezione.

Dopo quasi quattro mesi dall’inizio della guerra in Ucraina, scrive in una nota il Consiglio d’Europa, milioni di rifugiati hanno attraversato le frontiere per fuggire dal paese e molti altri sono sfollati interni. Il numero di persone sfollate nel mondo ha raggiunto un livello senza precedenti, con oltre 100 milioni di sfollati con la forza, come lo indicano le Tendenze mondiali 2021 dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

“I diritti umani sono essenziali per la sicurezza e la protezione. Le norme del Consiglio d’Europa si applicano a tutte le persone in difficoltà, con un’attenzione particolare ai diritti dei più vulnerabili, quali donne e ragazze rifugiate e richiedenti asilo, minori non accompagnati e separati dalla famiglia e anziani”, ha dichiarato la Rappresentante speciale della Segretaria generale sulle migrazioni e i rifugiati, Leyla Kayacik.

Il Piano d’azione del Consiglio d’Europa sulla protezione delle persone vulnerabili nel contesto della migrazione e dell’asilo in Europa (2021-2025) propone in particolare misure e interventi mirati per rafforzare la capacità degli Stati membri di individuare e trattare le situazioni vulnerabili nel corso delle procedure di asilo e di migrazione.

“Ogni persona ha il diritto di cercare la propria sicurezza e di avere accesso ai diritti umani, chiunque sia, da qualunque luogo provenga e ogni qualvolta si trovi costretta a fuggire. Insieme al Consiglio d’Europa e ai suoi Stati membri, l’UNHCR continua ad adoperarsi per tutelare i diritti delle persone sfollate con la forza”, ha dichiarato Andreas Wissner, Rappresentante dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati presso le istituzioni europee a Strasburgo.

Giornata mondiale dei rifugiati 2022: video del Consiglio d’Europa e dell’UNHCR
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L’ufficio stampa della Commissione europea annuncia attraverso un comunicato stampa di aver adottato il 17 giugno una comunicazione che illustra come dare seguito ai risultati della conferenza sul futuro dell’Europa.

Dopo un anno di deliberazioni, la Conferenza si è conclusa il 9 maggio 2022. Nella cerimonia di chiusura a Strasburgo, i Presidenti del Parlamento europeo, della Commissione e del Consiglio hanno ricevuto dai partecipanti alla Conferenza una relazione finale contenente 49 persone di ampio respiro, ambiziose e proposte lungimiranti e 326 misure individuali.

Queste proposte, scrive la Commissione, coprono nove grandi temi e si basavano sulle raccomandazioni formulate dai cittadini durante i Panel dei cittadini europei e i Panel dei cittadini nazionali e che hanno contribuito con le loro idee attraverso la piattaforma digitale multilingue.

“Sebbene la Conferenza abbia prodotto sia la quantità che la qualità delle proposte, il suo successo dipenderà in definitiva dal cambiamento che può apportare”, continua Bruxelles. In questo spirito, la Commissione europea, insieme al Parlamento europeo e al Consiglio, si sono tutti impegnati nella Dichiarazione congiunta del marzo 2021 a dare seguito a quanto proposto, ciascuno nel quadro delle proprie competenze e in conformità con i Trattati. Il presidente von der Leyen ha ribadito questo impegno alla cerimonia di chiusura della Conferenza.

La comunicazione del 17 giugno è il primo passo nel follow-up della Commissione. Offre una valutazione di ciò che è necessario per dare seguito alle proposte della conferenza, fornisce una panoramica delle prossime fasi e illustra il modo migliore per trarre insegnamento dalla conferenza e integrare la democrazia partecipativa nella politica e nel processo legislativo dell’UE. Ad esempio, basandosi sul successo dei comitati di cittadini europei alla conferenza, la Commissione consentirà a questi comitati di deliberare e formulare raccomandazioni prima di alcune proposte chiave, come parte della sua più ampia elaborazione politica e in linea con i principi per legiferare meglio.

La Commissione europea ritiene che “affinché la valutazione delle proposte sia credibile, sia essenziale attenersi allo spirito e alla lettera di quanto proposto, senza alcuna reinterpretazione o selezione”. Questo è quanto riportato nell’allegato alla comunicazione. Le 49 proposte sono suddivise nelle stesse aree tematiche scelte dalla Conferenza, con la valutazione della Commissione definita per ciascuna area.

L’allegato definisce quattro categorie di risposte: iniziative esistenti che affrontano le proposte (ad esempio la legge europea sul clima); quelle già proposte dalla Commissione dove il Parlamento Europeo e il Consiglio sono chiamati ad adottare (es. Nuovo Patto sulla Migrazione); azioni pianificate che tradurranno le idee, costruendo nuove riflessioni dalla Conferenza (es. Media Freedom Act); e nuove iniziative o ambiti di lavoro ispirati alle proposte, rientranti nelle competenze della Commissione (ad es. questioni relative alla salute mentale).

La prima serie di nuove proposte sarà annunciata nel discorso sullo stato dell’Unione della presidente von der Leyen nel settembre 2022, nonché nella lettera di intenti di accompagnamento. Queste proposte saranno tra quelle da includere nel programma di lavoro della Commissione per il 2023 e oltre. Nel dare seguito, informa il comunicato, “la Commissione assicurerà che le nuove riforme e politiche non si escludano a vicenda per le discussioni sulla necessità di una modifica del trattato, concentrandosi sul trarre il massimo da ciò che è attualmente possibile, pur restando aperta alla modifica del trattato ove necessario”.

Per tenere informati i cittadini che hanno partecipato alla conferenza e mantenere lo slancio, nell’autunno 2022 sarà organizzato un evento di feedback della conferenza. Questo evento sarebbe il momento per comunicare e spiegare come le tre istituzioni dell’UE stanno seguendo e prendendo stock di progresso in quella fase del processo.

APPROFONDIMENTI

Comunicazione sulla Conferenza sul futuro dell’Europa

Allegato alla Comunicazione sulla Conferenza sul Futuro dell’Europa

Rapporto finale

Discorso della Presidente von der Leyen alla cerimonia di chiusura della Conferenza [9 maggio 2022]
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Il programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI), uno strumento finanziario inteso a promuovere un’occupazione di alta qualità, ha rafforzato il coordinamento delle azioni nei settori dell’occupazione e dell’inclusione, ma la sua corretta attuazione ha incontrato una serie di ostacoli, una relazione di valutazione elaborata dal Comitato economico e sociale europeo (CESE). Lo rende noto un comunicato del CESE.

La relazione afferma che l’attuazione di EaSI era stata in qualche modo ostacolata da procedure amministrative complesse per l’accesso ai finanziamenti o dalla mancanza di informazioni strutturate sul programma che ha portato i beneficiari finali a essere scarsamente informati sulle possibilità offerte dal programma.

La relazione, che presenta l’esito delle consultazioni con la società civile e le autorità pubbliche in cinque paesi dell’UE, ha inoltre rilevato che le parti sociali e le organizzazioni della società civile non ritengono di essere state adeguatamente consultate in merito alla sua attuazione.

La valutazione ex post si riferisce al periodo compreso tra il 2014 e il 2020 e si concentra sulla sua attuazione in Austria, Francia, Ungheria, Italia e Lituania. Agli intervistati è stato chiesto di valutare la coerenza, l’efficacia e l’inclusività di EaSI delle organizzazioni della società civile, soprattutto rispetto ad altre iniziative o programmi nazionali e dell’UE. Lo European Progress Microfinance Facility (EPMF) è stato incluso nella valutazione.

Un’altra raccomandazione emersa riguarda la necessità di migliorare la promozione e la comunicazione sull’accesso ai fondi disponibili, poiché molti potenziali beneficiari non erano a conoscenza delle opportunità di finanziamento o non avevano sufficienti conoscenze su come accedervi. È il caso delle PMI, e in particolare delle PMI sociali.

Anche se gli intervistati ritengono che i progetti EaSI siano di alta qualità e pertinenza, hanno considerato la mancanza di consapevolezza e conoscenza sui diversi assi del programma EaSI come una delle principali lacune, afferma il rapporto, aggiungendo che il programma era principalmente noto solo a tecnici o intermediari e le informazioni non sono pervenute ai beneficiari finali e al pubblico.

Le raccomandazioni richiedevano anche la consultazione strutturata delle organizzazioni della società civile a livello europeo, nazionale e locale in ogni fase dell’attuazione del programma EaSI, compresi gli scambi di buone pratiche ed esperienze transnazionali.

Il 61% degli intervistati ha ritenuto che il programma EaSI avesse raggiunto i suoi obiettivi, i più ottimisti dei quali erano le organizzazioni dei datori di lavoro, con l’83% di loro che credeva che EaSI avesse raggiunto il suo scopo. Il 67% dei rappresentanti della società civile condivide questo punto di vista, mentre il programma ha ottenuto il minimo favore dalle organizzazioni dei lavoratori, di cui solo il 42% ha espresso un parere positivo.

Il programma EaSI (2014-2020) è stato uno strumento di finanziamento concepito per promuovere un elevato livello di occupazione sostenibile e di qualità, garantire una protezione sociale adeguata e dignitosa, combattere l’esclusione sociale e la povertà e migliorare le condizioni di lavoro negli Stati membri e negli altri paesi partecipanti paesi, ovvero l’Associazione europea di libero scambio/Spazio economico europeo (EFTA/SEE), i paesi candidati all’Unione europea e quelli pre-candidati.

I tre assi del programma erano:

– sostenere la modernizzazione delle politiche occupazionali e sociali attraverso l’asse PROGRESS (EPMF). L’EPMF ha consentito agli intermediari finanziari di richiedere prestiti e strumenti di capitale o garanzie per rafforzare il proprio portafoglio di microfinanza;

– mobilità del lavoro attraverso l’asse EURES;

– accesso alla microfinanza e all’imprenditoria sociale con l’asse Microfinanza/Imprenditoria sociale.

Obiettivi trasversali, come l’uguaglianza di genere, la non discriminazione e la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, sono stati promossi su tutti e tre gli assi.
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La Commissione europea in un comunicato stampa informa di aver accolto con favore la pubblicazione del Codice di condotta rafforzato sulla disinformazione.

I 34 firmatari, come piattaforme, società tecnologiche e società civile, hanno seguito gli orientamenti della Commissione del 2021 e hanno tenuto conto delle lezioni apprese dalla crisi del COVID19 e dalla guerra di aggressione della Russia in Ucraina.

Il codice rafforzato si basa sul primo codice di condotta del 2018, che è stato ampiamente riconosciuto come un quadro pionieristico a livello globale. Il nuovo Codice stabilisce impegni ampi e precisi da parte delle piattaforme e dell’industria per combattere la disinformazione e segna un altro passo importante per un ambiente online più trasparente, sicuro e affidabile.
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Nella causa De Giorgi c. Italia la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha ritenuto che vi fosse stata violazione del divieto di trattamento inumano e degradante.

lo riferisce un comunicato stampa della Corte. L’Italia è stata condannata dalla Corte per il ‘trattamento inumano e degradante’ della donna perché le autorità non hanno agito per proteggerla dall’ex marito violento.

La ricorrente in questo caso si è lamentata del fatto che, nonostante la presentazione di diverse denunce penali, le autorità italiane non le avevano offerto protezione e assistenza dopo che aveva subito violenze domestiche per mano del marito, dal quale era stata separata dal 2013.

La Corte ha ritenuto che le autorità italiane non avessero condotto una valutazione del rischio di maltrattamento incentrata specificamente sul contesto della violenza domestica e in particolare sulla situazione della ricorrente e dei suoi figli, valutazione che avrebbe giustificato misure preventive concrete a tutela loro da tale rischio.

Le autorità avevano quindi violato il loro dovere di proteggere la ricorrente e i suoi figli dagli atti di violenza domestica del marito. La Corte ha ritenuto che le autorità italiane non avessero intrapreso alcuna azione in risposta al grave rischio di maltrattamento cui sono esposti la ricorrente e i suoi figli e che, con la loro omissione, avevano creato una situazione di impunità, con il marito ancora da processare per le lesioni inflitte al ricorrente e l’indagine sulle altre denunce del ricorrente rimaste pendenti dal 2016.
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La conferenza sul patto rurale svoltasi il 15 e 16 giugno ha riunito politici dell’UE, nazionali e regionali, autorità locali, attori sociali ed economici in un evento partecipativo che rifletteva l’ambizione e il carattere ascendente della visione rurale.

Ha cercato di coinvolgere i partecipanti nella progettazione della governance del Patto rurale e raccogliere impegni per il raggiungimento della visione a lungo termine per le zone rurali dell’UE. La conferenza ha:

Coinvolto tutti i livelli di governance e le parti interessate rurali nell’approvazione degli obiettivi della visione e nel dibattito su come raggiungerli. I riflettori sono stati puntati sul ruolo chiave che le aree rurali possono svolgere nel futuro dell’Europa. Rappresentanti politici e di base di alto livello a tutti i livelli di governo si sono impegnati a tenere conto degli interessi delle zone rurali. I primi hanno presentato esempi ispiratori che mostrano come stanno già lavorando per raggiungere gli obiettivi della visione.

Partecipanti coinvolti nell’attuazione della visione attraverso sessioni di approfondimento in cui i partecipanti hanno indicato come possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi della visione. Queste sessioni hanno identificato interessi e aree comuni su cui il livello locale, regionale e nazionale potrebbe agire individualmente e in cooperazione con altri. Poiché la Commissione Europea ha già presentato e impegnato in un Piano d’Azione, le azioni proposte dai partecipanti sono state raccolte e presentate durante la sessione di chiusura della conferenza e costituiranno la base per il programma di lavoro del Patto Rurale.

Aumento della visibilità delle zone rurali coinvolgendo ospiti politici di alto livello delle istituzioni europee e degli Stati membri per discutere l’attuazione della prima strategia rurale globale a livello dell’UE. Questo sarà fondamentale per rafforzare il potenziale positivo delle aree rurali e il ruolo strategico per il futuro dell’Europa, per generare il consenso di tutti i livelli di governance e per aumentare l’impatto delle politiche nelle aree rurali.

La conferenza è stata organizzata dalla Commissione europea in collaborazione con il Comitato europeo delle regioni, il Comitato economico e sociale europeo, il Parlamento europeo, la Presidenza del Consiglio europeo e il Parlamento rurale europeo.

Il 30 giugno 2021 la Commissione ha adottato una comunicazione sulla visione a lungo termine per le zone rurali dell’UE . Nell’ambito di questa visione volta a creare zone rurali più forti, più connesse, più prospere e più resilienti, la Commissione si è impegnata a creare un patto rurale. Riunendo i livelli di governance nazionale, regionale e locale, nonché le parti interessate, le istituzioni dell’UE e le parti interessate, questo patto costituirà un quadro per la loro cooperazione, sosterrà un migliore accesso ai finanziamenti e contribuirà a garantire le esigenze specifiche delle diverse si tiene conto delle zone rurali.

Programma – Conferenza sul patto rurale

15 giugno 2022 inglese (491.2 KB – PDF) La proposta di patto rurale

14 giugno 2022 inglese (260.2 KB – PDF) Reporter grafico: Conferenza sul Patto rurale – giorno 1
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C236 del 0 giugno informa della Relazione speciale 15/2022 della Corte dei conti europea: Le misure volte ad ampliare la partecipazione a Orizzonte 2020 sono state ben concepite, ma un cambiamento sostenibile dipenderà per lo più dalle autorità nazionali.

Per colmare il divario in termini di innovazione, Orizzonte 2020 ha introdotto specifiche “misure di ampliamento” volte a sostenere gli Stati membri che registrano ritardi nel settore della ricerca e dell’innovazione (R&I). La Corte ha verificato se tali misure fossero adatte allo scopo.

La conclusione a cui è giunta la Corte dei Conti è che le misure di ampliamento sono state ben concepite per ovviare alla limitata partecipazione ai programmi quadro in materia di R&I da parte dei paesi “getto dell’ampliamento”; tuttavia, per conseguire cambiamenti sostenibili occorre un impegno a livello nazionale. La capacità del Meccanismo di sostegno delle politiche di indurre tali cambiamenti è stata limitata.

La partecipazione alle misure di ampliamento non è stata uniforme ed i progetti finanziati, pur iniziando a mostrare risultati promettenti, incontrano problemi per quanto riguarda i finanziamenti complementari e la sostenibilità.

La Corte raccomanda alla Commissione europea di accrescere l’utilizzo del Meccanismo di sostegno delle politiche, mirare ad una partecipazione maggiormente bilanciata alle misure di ampliamento, facilitare la disponibilità di finanziamenti complementari per progetti, rafforzare la capacità dei beneficiari di sfruttare i risultati dei progetti e potenziare il monitoraggio.
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