La Commissione europea ha pubblicato il 27 marzo il suo nono rapporto sulla coesione, dimostrando che la politica di coesione sta adempiendo alla sua missione di ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali nell’UE.
Lo rende noto un comunicato della Commissione.
Sono stati fatti grandi passi avanti per ridurre il divario esistente tra gli Stati membri e le regioni, scrive Bruxelles, rafforzando il mercato unico dell’UE e assicurando che l’UE continui a investire nel capitale umano e nello sviluppo sostenibile. Sfruttare appieno il potenziale di ogni regione rafforza la competitività e la resilienza dell’Unione nel suo complesso.
La politica di coesione è un importante motore dello sviluppo sostenibile e della crescita economica, sottolinea la Commissione. “Nel lungo termine, si prevede che ogni euro investito attraverso la politica di coesione sarà triplicato, entro il 2043, il che equivale a un tasso di rendimento annuo di circa il 4%. Grazie alla politica, si stima che entro il 2027 verranno creati nell’UE 1,3 milioni di posti di lavoro aggiuntivi, con un’ampia quota nei settori legati alle transizioni verde e digitale”. La politica di coesione garantisce inoltre che lo sviluppo economico nelle regioni abbia ricadute positive sul mercato unico dell’UE, grazie ai collegamenti commerciali e di investimento.
Alla fine del 2022, i finanziamenti della politica di coesione tra il 2014 e il 2020 avevano sostenuto oltre 4,4 milioni di imprese, creato 370.000 posti di lavoro in queste imprese e costituivano circa il 13% degli investimenti pubblici totali nell’UE, raggiungendo il 51% per gli Stati membri meno sviluppati.