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Divario retributivo di genere: oggi importante accordo PE-Consiglio


Secondo l’accordo raggiunto il 15 dicembre dai negoziatori del Parlamento europeo (PE) e dei paesi dell’UE, le aziende dell’UE con almeno 100 dipendenti (anziché 250 come inizialmente proposto) saranno tenute a divulgare informazioni che rendano più facile confrontare i salari per coloro che lavorano per lo stesso datore di lavoro ed esporre il divario retributivo di genere esistente.

Le strutture retributive per confrontare i livelli retributivi dovrebbero basarsi su criteri neutri rispetto al genere e includere sistemi di classificazione e valutazione del lavoro neutri rispetto al genere.

Gli avvisi di posto vacante e i titoli di lavoro dovranno essere neutri rispetto al genere e i processi di assunzione condotti in modo non discriminatorio.

Se la rendicontazione salariale mostra un divario retributivo di genere di almeno il 5%, i datori di lavoro dovranno condurre una valutazione salariale congiunta in collaborazione con i loro rappresentanti dei lavoratori.

Gli Stati membri dovranno istituire sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive, come ammende, per i datori di lavoro che violano le norme. Il lavoratore che abbia subito un danno a seguito di una violazione avrà diritto al risarcimento. Per la prima volta, la discriminazione intersezionale e i diritti delle persone non binarie sono stati inclusi nel campo di applicazione delle nuove regole.

L’accordo provvisorio prevede che i lavoratori e i rappresentanti dei lavoratori abbiano il diritto di ricevere informazioni chiare e complete sui livelli retributivi individuali e medi, suddivisi per genere. Il segreto salariale sarà vietato: non dovrebbero esistere clausole contrattuali che impediscano ai lavoratori di rivelare la propria retribuzione o di cercare informazioni sulla stessa o su altre categorie di retribuzione dei lavoratori.

Sulle questioni relative alla retribuzione, l’onere della prova passerà dal lavoratore al datore di lavoro. Nei casi in cui un lavoratore ritenga che il principio della parità di retribuzione non sia stato applicato e porti il ​​caso in tribunale, la legislazione nazionale dovrebbe obbligare il datore di lavoro a dimostrare che non vi è stata discriminazione.

Parlamento e Consiglio dovranno approvare formalmente l’accordo. Le nuove regole entreranno in vigore venti giorni dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE.

Il principio della parità retributiva è sancito dall’articolo 157 del TFUE . Tuttavia, in tutta l’Unione europea, il divario retributivo di genere persiste e si attesta intorno al 13%, con variazioni significative tra gli Stati membri

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