Una nuova valutazione congiunta pubblicata il 23 nmarzo dal governo ucraino, dal gruppo della Banca mondiale, dalla Commissione europea e dalle Nazioni Unite stima che il costo della ricostruzione e del recupero in Ucraina sia cresciuto fino a 411 miliardi di dollari (equivalenti a 383 miliardi di euro). La stima copre il periodo di un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022, al primo anniversario della guerra, il 24 febbraio 2023. Il costo della ricostruzione e del recupero dovrebbe estendersi su 10 anni e combina entrambe le esigenze per fondi pubblici e privati.
Lo rende noto la Commissione europea in un comunicato.
Questo secondo Rapid Damage and Needs Assessment (RDNA2) fornisce una valutazione completa degli impatti della guerra in venti diversi settori. Quantifica i danni fisici diretti alle infrastrutture e agli edifici e descrive l’impatto sulla vita e sui mezzi di sussistenza delle persone. L’RDNA2 include anche gli importi necessari per il recupero e la ricostruzione. L’RDNA2 stima che l’Ucraina avrà bisogno di 14 miliardi di dollari per investimenti critici e prioritari per la ricostruzione e il recupero nel 2023. Soddisfare queste esigenze richiederà finanziamenti per 11 miliardi di dollari oltre a quanto il governo ha già previsto nel suo bilancio 2023, inclusi 6 miliardi di dollari in esigenze di bilancio non finanziate e altri 5 dollari miliardi di finanziamenti per sostenere le imprese statali (SOE) e catalizzare il settore privato.
La valutazione RDNA2 rileva che il totale stimato per la ricostruzione e il recupero deve essere di 411 miliardi di dollari, 2,6 volte il PIL stimato del paese nel 2022. Le esigenze, stimate per il prossimo decennio, considerano l’inflazione, le condizioni di mercato, l’impennata dei prezzi nelle aree di costruzione di massa, i premi assicurativi più elevati e uno spostamento in futuro verso una minore intensità energetica e un design più resiliente, inclusivo e moderno. I bisogni stimati più elevati riguardano i trasporti (22%), l’edilizia abitativa (17%), l’energia (11%), la protezione sociale e i mezzi di sussistenza (10%), la gestione del rischio di esplosivi (9%) e l’agricoltura (7%). Il maggior aumento proporzionale dei danni è stato nell’energia, dove i danni sono stati più di cinque volte maggiori rispetto a giugno 2022.
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