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Bonaccini: “Europa bandiera di condivisione e speranza”

In una recente lettera inviata alla redazione bolognese de “La Repubblica”, Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, nonché del CCRE/CEMR e dell’AICCRE, ha raccolto e rilanciato l’appello di Romano Prodi “affinché il prossimo 21 marzo, primo giorno di primavera e di San Benedetto, patrono d’Europa, tanti cittadini espongano al proprio balcone la bandiera europea”. Serve una reazione civile, popolare e corale, sottolinea Bonaccini. “Un gesto, anche simbolico di quanti chiedono più luce e aria buona in un tempo di chiusura e ripiegamento”. La bandiera simboleggia la riaffermazione di una comune identità ed un comune progetto “che vengono prima di istituzioni o trattati che spesso non sono stati all’altezza dei nostri sogni”, tiene a precisare il Presidente. “Viviamo un tempo in cui trovano voce e rappresentanza solo minacce e paure; la cifra di ogni messaggio che arriva nelle nostre case è sempre di chiusura; il presente è solo divisione, io qui tu là, io ho ragione tu no, io parlo tu taci, e la parola futuro è bandita, come se i nostri figli fossero per destino condannati a un mondo di egoismi e conflitti, di nuovi muri e fili spinati”. Io invece, continua Bonaccini “credo che no, non c’è un destino obbligato cui rassegnarsi e a cui relegare le generazioni più giovani. Non mi rassegno all’idea che il meglio sia alle nostre spalle e che rinchiudersi in casa o in patria preserverà qualcosa del tanto di buono che esiste”. L’uccisione del sindaco di Danzica “mi ha scosso, ma la folla oceanica per le strade della città ha mostrato che esiste sempre un popolo pronto a riprendersi il proprio destino, che vuole reagire. Così come l’egoismo e l’impotenza politica che tiene 49 persone in mare su un barcone per settimane, Natale compreso, non può cancellare il lavoro straordinario di migliaia di volontari che riaffermano il proprio diritto all’umanità”. Esiste, sono convinto, “un popolo europeo che non si rassegna all’alternativa tra dividersi (brexit)o essere punito (Grecia). Ci sono tantissime persone che chiedono giustizia ma non per questo spaccano vetrine o aggrediscono poliziotti e giornalisti, come purtroppo sta avvenendo in tante città della Francia”. Questo popolo, precisa il Presidente, “chiede più luce, aria buona, una politica ed un progetto all’altezza dei propri valori e delle proprie speranze. I simboli sono importanti e le bandiere sono un simbolo. Quella europea è il simbolo della pace dopo guerre mondiali; è la bandiera della cooperazione e degli scambi dopo i muri e i dazi che avevano diviso le nazioni; è il passaporto dei giovani che non hanno conosciuto le vecchie monete e le frontiere, ma l’Erasmus e il diritto di muoversi e a inseguire i propri sogni, anche lontano da casa”. Se non restituiamo ai cittadini “una bandiera attorno a cui riprendere voce per costruire un progetto ed una speranza per il futuro, li consegneremo unicamente alla proprie paure individuali ed alla rabbia distruttiva”, continua Bonaccini. Se all’impotenza dei governi “che mostrano muscoli di cartone non si affianca la forza della partecipazione popolare per riaffermare la civiltà di questo continente e il diritto delle persone a conquistarsi il futuro, non rimarranno che macerie”. Serve un progetto comune e migliore dell’Europa che abbiamo conosciuto. Si cambi tutto quel che c’è da cambiare, conclude il Presidente del CCCRE/CEMR ma cominciamo a rimettere insieme le persone per amore e non per rabbia, per costruire e non per distruggere, per vivere e non solo difendersi”.

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