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Lampedusa: il piano UE in 10 punti

Alla luce dell’evolversi della situazione a Lampedusa, e pur riconoscendo la crescente pressione lungo le diverse rotte migratorie, la Presidente della Commissione europea von der Leyen ha presentato il 17 settembre la seguente serie di azioni immediate da attuare nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e degli obblighi internazionali. Lo annuncia un comunicato ufficiale della Commissione europea:

Rafforzare il sostegno all’Italia da parte dell’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA) e della guardia costiera e di frontiera europea (Frontex) per gestire l’elevato numero di migranti e garantire la registrazione degli arrivi, il rilevamento delle impronte digitali, il debriefing e il deferimento alle autorità competenti.

Sostenere il trasferimento di persone fuori Lampedusa , anche verso altri Stati membri, utilizzando il meccanismo volontario di solidarietà e con particolare attenzione ai minori non accompagnati e alle donne.

Intensificare i rimpatri intraprendendo una rinnovata e concertata azione di sensibilizzazione verso i principali paesi di origine dei nuovi arrivati, vale a dire Guinea, Costa d’Avorio, Senegal e Burkina Faso, in modo da migliorare la cooperazione e facilitare la riammissione; e aumentare il sostegno di Frontex , anche per quanto riguarda la formazione e lo sviluppo di capacità, per garantire la rapida attuazione dei rimpatri.

Sostenere la prevenzione delle partenze istituendo partenariati operativi in ​​materia di lotta al traffico di esseri umani con i paesi di origine e di transito. Ciò include la possibilità di un accordo di lavoro tra la Tunisia e Frontex e una task force di coordinamento in seno a Europol per concentrarsi sulla lotta al traffico di esseri umani lungo la rotta verso la Tunisia e poi verso Lampedusa.

Intensificare la sorveglianza delle frontiere in mare e quella aerea, anche attraverso Frontex, ed esplorare opzioni per espandere le missioni navali nel Mediterraneo.

Inoltre, saranno accelerate la fornitura di attrezzature e aumentata la formazione delle guardie costiere tunisine e delle altre autorità di contrasto.

Adottare misure per limitare l’uso di navi non idonee alla navigazione e agire contro le catene di approvvigionamento e la logistica dei trafficanti; e garantire la messa fuori servizio delle imbarcazioni e dei gommoni recuperati.

Aumentare il sostegno da parte dell’EUAA per applicare procedure di frontiera rapide e accelerate, compreso l’uso del concetto di paese d’origine sicuro, respingendo le domande in quanto manifestamente infondate, emettendo divieti d’ingresso e registrandoli nel Sistema d’informazione Schengen (SIS).

Aumentare le campagne di sensibilizzazione e comunicazione per disincentivare le traversate del Mediterraneo, continuando a lavorare per offrire alternative come l’ammissione umanitaria e percorsi legali.

Intensificare la cooperazione con l’UNHCR e l’OIM per adottare un approccio globale basato sul percorso per garantire la protezione lungo il percorso e aumentare il ritorno volontario assistito dai paesi di transito.

Attuare il Memorandum d’Intesa UE-TU (MoU) e dare priorità alle azioni con impatto immediato per affrontare la situazione attuale e accelerare l’aggiudicazione di nuovi progetti nell’ambito del MoU.

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