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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L114 del 12 aprile pubblica la Decisione del Consiglio dell’Unione europea e del Parlamento europeo relativa a un programma generale di azione dell’Unione per l’ambiente fino al 2030.

La Decisione entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

Nell’introduzione, si specifica che il Green Deal europeo è alla base del piano per la ripresa Next Generation EU, che promuove gli investimenti in settori fondamentali per la transizione verde e digitale, al fine di rafforzare la resilienza e creare crescita e occupazione in una società equa e inclusiva. Anche il dispositivo per la ripresa e la resilienza che, insieme al bilancio dell’Unione per il periodo 2021-2027, sarà il motore della ripresa economica dell’Unione dalla crisi della COVID-19, si basa sugli obiettivi prioritari stabiliti nel Green Deal europeo. Inoltre, tutte le iniziative che si iscrivono nel piano per la ripresa Next Generation EU dovrebbero rispettare, se del caso, il principio «non arrecare un danno significativo» enunciato nell’articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio (il «regolamento sulla tassonomia»).

Il piano per la ripresa Next Generation EU, si legge nella decisone, costituisce un’opportunità importante per accelerare il ritmo della presente decisione che definisce un programma generale di azione per l’ambiente per il periodo fino al 31 dicembre 2030 («l’Ottavo programma di azione per l’ambiente» o «l’8o PAA»). Stabilisce gli obiettivi prioritari dell’8o PAA e individua le condizioni favorevoli necessarie per il conseguimento di tali obiettivi prioritari. Istituisce un quadro di monitoraggio per misurare i progressi realizzati dall’Unione e dai suoi Stati membri nel conseguimento degli obiettivi prioritari dell’8o PAA e un meccanismo di governance al fine di garantire il pieno conseguimento di tali obiettivi prioritari.

L’8o PAA mira ad accelerare, in modo equo e inclusivo, la transizione verde a un’economia climaticamente neutra, sostenibile, priva di sostanze tossiche, efficiente sotto il profilo delle risorse, basata sull’energia rinnovabile, resiliente, competitiva e circolare, e a proteggere, ripristinare e migliorare lo stato dell’ambiente, mediante, tra l’altro, l’interruzione e l’inversione del processo di perdita della biodiversità. Esso sostiene e rafforza un approccio integrato all’attuazione delle politiche, basandosi sul Green Deal europeo.

L’8o PAA costituisce la base per il conseguimento degli obiettivi in materia di ambiente e clima definiti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e nei relativi OSS, nonché degli obiettivi perseguiti dagli accordi multilaterali in materia di ambiente e di clima.

Obiettivi prioritari.

L’8o PAA si articola in sei obiettivi tematici prioritari interconnessi per il periodo fino al 31 dicembre 2030:

1- ridurre in modo rapido e prevedibile le emissioni di gas a effetto serra e nel contempo aumentare l’assorbimento da pozzi naturali nell’Unione al fine di realizzare l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030, come stabilito nel regolamento (UE) 2021/1119, in linea con gli obiettivi climatici e ambientali, garantendo al contempo una transizione giusta che non lasci indietro nessuno;

2- fare costanti progressi nel rafforzamento e nell’integrazione della capacità di adattamento, anche sulla base degli approcci ecosistemici, nel consolidamento della resilienza nonché nell’adattamento e nella riduzione della vulnerabilità dell’ambiente, della società e di tutti i settori dell’economia ai cambiamenti climatici, migliorando al contempo la prevenzione delle catastrofi meteorologiche e climatiche;

3- progredire verso un’economia del benessere che restituisca al pianeta più di quanto prenda, e accelerare la transizione a un’economia circolare priva di sostanze tossiche, in cui la crescita è rigenerativa, le risorse sono utilizzate in modo efficiente e sostenibile e in cui è applicata la gerarchia dei rifiuti;

4- perseguire l’«inquinamento zero», anche in relazione alle sostanze chimiche nocive, al fine di conseguire un ambiente privo di sostanze tossiche (segnatamente per quanto riguarda l’aria, l’acqua e il suolo, nonché in relazione all’inquinamento luminoso e acustico) e proteggere la salute e il benessere delle persone, degli animali e degli ecosistemi dai rischi ambientali e dagli effetti negativi;

5- proteggere, preservare e ripristinare la biodiversità marina e terrestre e la biodiversità delle acque interne sia all’interno che all’esterno delle aree protette, segnatamente arrestandone e invertendone la perdita e migliorando la salute degli ecosistemi, delle loro funzioni e dei servizi che forniscono, e dello stato dell’ambiente, in particolare l’aria, l’acqua e il suolo, nonché lottando contro la desertificazione e il degrado del suolo;

6- promuovere gli aspetti ambientali della sostenibilità e ridurre in misura significativa le principali pressioni ambientali e climatiche connesse alla produzione e al consumo dell’Unione, in particolare nei settori dell’energia, dell’industria, dell’edilizia e delle infrastrutture, della mobilità, del turismo, del commercio internazionale e del sistema alimentare.

La Decisione comprende i seguenti capitoli: Il quadro generale, gli Obiettivi prioritari, le Condizioni favorevoli al conseguimento degli obiettivi prioritari, il Quadro di monitoraggio e governance.

SCARICA LA DECISIONE COMPLETA IN ITALIANO (PDF)
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E-News, diritti umani ed uguaglianza, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
L’AICCRE è stata sempre in prima fila per la difesa dei diritti umani, soprattutto nelle sedi sovranazionali, come nel CCRE/CEMR e nel Consiglio d’Europa.



Crediamo infatti che essere europeisti significhi innanzitutto credere nei valori dell’uguaglianza su cui è basata l’Unione europea, che si è assunta l’impegno di promuovere e tutelare i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto non solo all’interno del Continente ma in tutto il mondo. I diritti dell’uomo rivestono un’importanza decisiva nelle relazioni dell’UE con altri paesi e regioni del mondo. La Carta dei diritti fondamentali dell’UE garantisce i diritti dei cittadini europei. Sancisce i diritti fondamentali vincolanti per le istituzioni e gli organi dell’Unione e si applica anche ai governi nazionali quando mettono in atto il diritto dell’Unione.



Per questo, noi dell’AICCRE non possiamo restare in silenzio di fronte ai ripetuti fenomeni di omofobia che stanno avvenendo in Polonia dove, purtroppo, molti enti locali hanno assunto decisioni discriminatorie nei confronti delle comunità LGBT.

Sia con dichiarazioni di Carla Rey, Segretario generale, che del Presidente Stefano Bonaccini che con inchieste sull’argomento pubblicate sul nostro sito, abbiamo fermamente condannato questi gravi ed anti-storici episodi, che rischiano di portare indietro in modo drammatico le lancette dell’orologio della storia.



Il CCRE/CEMR si è mobilitato attraverso una lettera aperta firmata dal Segretario generale Vallier e da Broberg, uno dei due portavoce sulla gender equality, (l’altro è la nostra Silvia Baraldi, delegata AICCRE), nella quale, tra l’altro, si esprime il sostegno per i governi locali e regionali polacchi che resistono e continuano a rispettare e promuovere i valori europei fondamentali comuni di libertà e diritti umani.

La lettera fino ad oggi è stata sottoscritta da un centinaio di sindaci europei. Vi invitiamo a sottoscriverla. Occorre mantenere alta la guardia sui diritti umani. In tutta Europa, nel periodo del Covid-19, sono aumentati gli episodi di violenza nei confronti non solo delle comunità LGBT ma anche nei confronti delle donne.

Questo è inaccettabile.

Sottoscrivi la lettera cliccando qui e riempiendo il form a fondo pagina
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E’ stato recentemente pubblicato il rapporto “Finanziare lo sviluppo sostenibile 2020” (FSDR 2020), realizzato con il contributo di 60 agenzie del sistema delle Nazioni unite, che cerca di definire le possibili prospettive per indirizzare gli sforzi degli Stati all’attuazione dell’Agenda 2030 nella drammatica situazione economico-finanziaria generata dall’emergenza sanitaria da COVID-19. Il rapporto definisce punti fissi di riferimento e suggerimenti per mettere in pratica alcune soluzioni.




Il FSDR 2020 è il quinto rapporto sull’attuazione dei risultati del finanziamento per lo sviluppo e sui mezzi di attuazione degli SDG dall’adozione dell’Agenda 2030 e dell’Agenda d’azione di Addis Abeba. La valutazione si basa sulle competenze, le analisi e i dati di oltre 60 agenzie e istituzioni internazionali che compongono la Task Force, guidata dall’UN DESA (Department of Economic and Social Affairs) e che include il Gruppo della Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione Mondiale del Commercio, l’UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development)  l’UNDP (United Nations Development Programme) ruoli di primo piano.

La recessione economica globale e le turbolenze finanziarie dovute alla diffusione della pandemia del COVID-19 stanno facendo deragliare l’attuazione dell’Agenda d’azione di Addis Abeba e il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG).
Già prima della pandemia, il Rapporto 2020 sul finanziamento dello sviluppo sostenibile (FSDR) della Task Force inter-agenzie ha rilevato che in molti settori si è verificato un regresso. A causa della crisi di COVID-19, i mercati finanziari globali hanno registrato pesanti perdite e un’intensa volatilità. Particolarmente preoccupante è la prospettiva di una nuova crisi del debito. La FSDR evidenzia sia le azioni immediate che quelle a più lungo termine, tra cui l’arresto del backslide, per rispondere alla crisi COVID-19.

La FSDR chiede tra l’altro:

Priorità negli investimenti pubblici in “infrastrutture sostenibili e resilienti, nel rafforzamento delle politiche redistributive, e nei sistemi di assistenza sociale”. I governi devono accettare di avere un ruolo più attivo nell’economia. Devono vedere nei servizi pubblici un investimento piuttosto che una spesa, e trovare il modo per rendere il mercato del lavoro più sicuro. La redistribuzione della ricchezza deve tornare a far parte dell’agenda.”

  Gli investimenti nel quadro dell’accordo di Parigi restano confermati come assolutamente prioritari considerato che gli shock climatici infliggono danni significativi e permanenti all’economia.

Lo sblocco di investimenti privati è indicato quale condizione necessaria per raggiungere lo sviluppo sostenibile, ma la disponibilità di risorse finanziarie per queste finalità non è una problematica d’immediata soluzione, e deve essere affrontata a livello di sistema: viene evidenziata la necessità di definizione di standard minimi globali per prodotti finanziari sostenibili, che potrebbero essere elaborati a livello di Nazioni unite.

  Tra le soluzioni possibili è riportata anche la proposta dell’Eu High-level expert group on sustainable finance di incorporare la sostenibilità direttamente nei requisiti di capitale degli istituti finanziari regolamentati con determinati criteri ambientali, o nei requisiti richiesti dagli accordi di Basilea.

Sarebbero necessarie modifiche sistemiche alla finanza globale: “per soddisfare le esigenze dell’Agenda 2030, questo sistema deve sia stabilire regole che consentano prevedibilità e promozione del pensiero a lungo termine, ma allo stesso tempo flessibilità adeguata per rispondere alle opportunità e alle sfide emergenti”.

  I singoli Paesi possono poi esplorare la possibilità di definire “quadri di finanziamento nazionali integrati” (Inffs) considerando “moneta e tassi di cambio, misure macroprudenziali, gestione del flusso di capitale e altre politiche per la gestione degli eccessi di volatilità nei finanziamenti nazionali e transfrontalieri.

  LEGGI IL RAPPORTO COMPLETO
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La cronaca dei lavori del 24 mattina di VeniceCitySolutions2030, presentazione delle buone pratiche

“Considero il mondo per quello che è: un palcoscenico dove ciascuno deve recitare la sua parte.”, scriveva Shakespeare nel “Mercante di Venezia”. Così è stato, proprio a Venezia, dove ospiti da tutto il mondo hanno portato il loro contributo specifico su Agenda 2030. Ed ognuno ha contribuito, portando la sua parte. Location prestigiosa dei lavori, la centenaria Università Ca’ Foscari. In contemporanea ai dibattiti e alla presentazione delle buone pratiche, nel cortile dell’università sono esplosi i colori degli SDGs grazie al lavoro dei ragazzi delle scuole e dell’università che hanno attirato l’attenzione di cittadini, turisti ed amministratori locali con grandi palloni a forma di tubi gonfiati d’aria, ognuno con un simbolo di un SDG, che volteggiavano nell’aria con traiettorie imprevedibili e divertenti. Il tutto anche per celebrare la Giornata delle Nazioni Unite, che si celebra ogni anno il 24 ottobre e che ricorda l’entrata in vigore dello Statuto delle Nazioni Unite (24 ottobre 1945).

“Lo scopo di VeniceCitySolutions2030 è quello di portare anche in Italia la discussione su Agenda 2030, e di dare la possibilità agli enti locali italiani di scambiare le loro esperienze a livello internazionale”. Così Carla Rey, il 24 ottobre, nella sessione di apertura, ha sintetizzato l’obiettivo dell’evento. Come città e regioni stiano implementando i 17 SDGs nei loro piani strategici locali? Come riguadagnare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni locali grazie agli SDGs? Le domande che hanno acceso i lavori della mattina del 24 ottobre. Le aspettative di riposte concrete non sono andate deluse: abbiamo infatti ascoltato esperienze italiane ed esperienze internazionali, dal Benin al Camerun, dal Madagascar al Brasile, da Capo Verde al Messico, dal Belgio a Cipro, dalla Spagna alle nostre Regioni, ed esperienze inoltre presentate da comuni italiani e medio-piccoli. “L’obiettivo è di continuare a formare l’allineamento degli SDGs nella pianificazione degli enti locali e regionali, e questa è una delle missioni dell’AICCRE. Inoltre, vogliamo incentivare gli enti locali ad utilizzare gli indicatori ed i target degli SDGs, in modo tale che l’Agenda 2030 non resti un esercizio di retorica ma si concretizzi”, ha sottolineato Carla Rey. Ma c’è anche un fine di consapevolezza politica: far comprendere agli enti locali e regionali il ruolo chiave che essi hanno sia nella definizione della strategia nazionale per l’Agenda 2030, sia nella costruzione del partenariato che l’Agenda 2030 richiede. Per raggiungere però gli obiettivi di sviluppo sostenibile c’è bisogno di una armonia che nasca dai territori, una sinfonia composta da un’orchestra dove vi siano, oltre agli enti locali, il settore privato, il mondo dell’associazionismo, le ONG, il mondo della ricerca e dell’università, le scuole e non in ultimo i cittadini; quest’ultimi devono essere necessariamente coinvolti nella pianificazione strategica locale se vogliamo raggiungere gli obiettivi. Possiamo farlo “creando e riconquistando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, facendoli partecipare a questo processo strategico. Questo consentirà alle istituzioni pubbliche di diventare i garanti per i cittadini di quelli che sono i miglioramenti della qualità della vita della cittadinanza, di uno sviluppo socio-economico sostenibile e della salvaguardia del bene più prezioso che abbiamo, che è il nostro Pianeta. Con questo coinvolgimento noi riusciremo ad avere l’alleanza per Agenda2030”, ha detto ancora la Rey.

I saluti istituzionali all’evento sono stati portati oltre che da Carla Rey, da Diana Lopez Camarazana di UN-Habitat, da Sergio Mercuri, Ministero degli Affari Esteri, ministro plenipotenziario, e da Giovanni Bottalico dell’ASviS. Saluti che hanno messo da parte formalismi, anzi hanno fatto entrare subito nel vivo le questioni, quasi a lanciare sin da subito alla platea un segno di concretezza e delle vie da percorrere: è stata sottolineata nei saluti la necessità di creare alleanza multilivello e l’ importanza della dimensione della governance in Agenda 2030; ribadita più volte la necessità di condivisione totale dei percorsi e che Agenda 2030, per essere realizzata, deve entrare a livello culturale nell’immaginario popolare. Da Venezia governi locali e città lanciano un messaggio politico di unità e condivisione, ha rilanciato Stefano Marta dell’OCSE, moderatore di questa prima giornata: “è dimostrato che 65% di tutti gli obiettivi si raggiunge soltanto coinvolgendo tutti”, Occorre andare oltre l’aspetto nazionale per dare un quadro locale che offra una strategia a livello globale.

Il valore di un’idea sta nel metterla in pratica e di pratiche ne abbiamo ascoltate molte in un contesto, come quello della sessione della presentazione delle buone pratiche del 24 ottobre, dove si percepiva con evidenza un’atmosfera di attenzione e di condivisione: la “volontà comune” che prendeva corpo. Hanno iniziato due regioni italiane, il Veneto e l’Emilia-Romagna, con Ilaria Bramezza, segretario generale, e Paola Gazzolo, assessore all’ambiente. La prima ha messo in evidenza come la Regione stia, per quanto concerne Agenda 2030, “nel pieno del coinvolgimento del territorio, di tutte le istituzioni, di tutte le associazioni, delle imprese, dei giovani”, attraverso anche incontri pubblici. La situazione è migliore rispetto ad altre realtà, ma anche ci sono anche criticità, per esempio rispetto agli SDGs 2 e 15. Turismo sociale ed inclusivo. Economia circolare e Vertical farming “per creare valore aggiunto socio economico e ambientale” in linea con gli SDGs, tra le esperienze che sta portando avanti il Veneto. “Agenda 2030 è il faro delle politiche dell’Emilia Romagna”, ha messo in evidenza Paola Gazzolo. L’Emila è cresciuta significativamente sugli SDGs 4 e 9, soprattutto sull’innovazione. Per quanto concerne le buone prassi: le 2 leggi, del novembre 2015 sull’economia circolare e sul consumo di suolo. In Emilia si sta avviando una stagione di pianificazione “green” per le strategie regionali, per implementare tutti i 17 gol”. Interessante quello che è emerso dalle testimonianza delle rappresentanti delle due Regioni e cioè che è cambiato il modo di fare programmazione, non più settoriale ma in modo integrato. Il che presuppone e lancia una nuova cultura politica. Entrambe inoltre stanno promuovendo un processo di osmosi con tutto il territorio, coinvolgendo tutte le componenti della società civile, delle imprese, delle scuole, etc.

Dall’Italia spostiamoci in Africa: Il sindaco di Nguemelendouka (Camerun) Jean Marie Nguele, ha detto di aver beneficiato di Africities per conoscere Agenda2030. La politica che porta avanti la giovane sindaca camerunense si sta concentrando sulla malnutrizione per migliorare le condizioni di vita dei giovani del proprio comune. Un programma sensibilizza la popolazione, soprattutto i più giovani, sulla malnutrizione, la deforestazione e le energie rinnovabili. Restiamo in Africa ma andiamo 4mila chilometri più a sud, con l’intervento di Hanitra Rasamison, Direttrice del fondo di sviluppo comunale del Madagascar, Paese che “sta usando Agenda2030 per aumentare il governo aperto e combattere la corruzione”. Si sta cercando di integrare le politiche, identificare le priorità e collegare i risultati con gli obiettivi, cercando nel contempo di coinvolgere i cittadini attraverso strutture locali di concertazione.

Tra le priorità della municipalità di Nicosia gli SDGs 1, 8, 11. “La nostra strategia è la localizzazione, connettere SDGs a programmi già esistenti, ha detto Michael Theodoulou, responsabile amministrativo della città cipriota. “Facciamo sempre più sforzi per far capire ai cittadini l’importanza di Agenda 2030” con diverse attività di comunicazione ed incontri pubblici”. A proposito di disaffezione dei cittadini alle istituzioni locali, Joana Balsemao, consigliere comunale di Cascais (Portogallo) ci informa del tasso di astensione alle ultime elezioni comunali che è stato superiore al 50%. Per quanto concerne Agenda 2030 ed il coinvolgimento della popolazione, il Comune portoghese vuole prendere a modello per il futuro una loro recente iniziativa di successo che ha coinvolto tutta la cittadinanza, la società civile e gli artisti. Infatti, occorre utilizzare nuovi strumenti comunicativi ed implementare il budget per Agenda2030, che deve diventare la catalizzatrice delle politiche del territorio. E’ necessario, per la rappresentante portoghese, trovare un equilibrio tra la necessità di soddisfare gli indicatori degli SDGs e la qualità delle iniziative sul territorio.

Nel mio comune cerchiamo di portare gli SDGs nelle strade, all’attenzione di tutti, facendo opere di sensibilizzazione nelle scuole e negli ospedali, ha reso noto Patricia Menezes, dell’ufficio del Sindaco della città di Barcarena (Brasile). La ricetta brasiliana per realizzare gli SDGs e composta da piani a medio e lungo termine, Agenda 2030 nelle politiche delle istituzioni, visione olistica e piani multi-livello. “Non focalizziamoci su specifici obiettivi ma concentriamoci su quelli comuni, cercando così di dare una visione unica e condivisa.

Utilizziamo gli SDGs per la pianificazione territoriale ma puntando sulla qualità”, è stato il pensiero espresso di Javier Sanchez Cano, direttore generale Cooperazione e sviluppo, Generalitat della Catalunya. Mentre Annick Vandamme, Coordinatrice del dipartimento nord/sud/diversità del Comune di Bruges, punta sulla solidarietà internazionale, sullo sviluppo sostenibile e sulla comunicazione emozionale ai cittadini, visto che questi non erano informati sugli SDGs. Per questo è stato utilizzato anche il calcio, coinvolgendo personaggi delle due squadre di football di Bruges. Ottimi esempi di coinvolgimento dei cittadini sono stati quelli italiani di due comuni italiani, uno medio ed uno piccolo: Verona e Capaci, in provincia di Palermo. Nella città veneta è stato realizzato uno strumento, un regolamento del 2015, per l’attuazione della sussidiarietà, nato dalla collaborazione con i cittadini, ha informato il vicesegretario generale Giuseppe Baratta. E’ stato chiesto ai cittadini quali fossero i beni comuni sui quali poteva essere più efficace la collaborazione tra cittadini ed amministrazione comunale. Ne sono scaturiti 25 patti di sussidiarietà su diverse tematiche, dalla tutela dei beni comuni, sia materiali (come la cura di un parco o di una strada), che immateriali (lo sviluppo delle relazioni o cultura della legalità). Interessante anche il coinvolgimento attivo dei giovani (14-19 anni) che si sono messi all’opera in città, insieme alle associazioni, per individuare gli spazi pubblici da rigenerare. Il Sindaco di Capaci Pietro Puccio aveva messo al centro della sua campagna elettorale (circa un anno fa) i temi degli obiettivi sostenibili, coinvolgendo soprattutto i giovani ed è stata una scommessa vincente. La comunicazione del suo comune verso i cittadini ha messo in rilievo l’importanza della realizzazione degli SDGs per la qualità della vita quotidiana dei cittadini. Il Comune siciliano è particolarmente attivo, con iniziative e delibere, su alcuni obiettivi, tra i quali il 3 (rendere Capace una città cardioprotetta e il divieto di fumo nelle spiagge di Capaci), il 5 (pieno coinvolgimento delle donne in politica e non solo), e obiettivo 7 (riconvertire in LED tutta l’illuminazione pubblica).

Finisce così la prima parte della giornata del 24 ottobre di VeniceCitySolutions2030. Abbiamo iniziato la cronaca di questa parte di evento citando una frase di Shakespeare e la chiudiamo parafrasandone un’altra, sempre tratta da “Il mercante di Venezia”: come arrivano lontano i raggi di una piccola candela: così splende una buona azione in un mondo pieno di problemi.

(pagina in aggiornamento continuo )
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L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione che riguarda le persone, il pianeta, la prosperità, il partenariato e la pace sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – O.S.S. – (Sustainable Development Goals, o ‘SDGs’) – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o “traguardi”.
Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile guideranno quindi il mondo sulla strada da percorrere per i prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030, tenendo conto delle diverse realtà nazionali, delle capacità e dei livelli di sviluppo e nel rispetto delle politiche e delle priorità di ogni Stato.
Gli Obiettivi di sviluppo Sostenibile non possono essere raggiunti senza il contributo degli enti locali che ne sono gli attori chiave.
L’Italia sta già adottando una strategia nazionale relativa all’Agenda 2030 per la quale gli enti locali sono chiamati a contribuire.
In questo scenario sia nazionale che internazionale, l’AICCRE sta collaborando alla raccolta delle buone pratiche sul nostro territorio, lavoro importante in quanto viene realizzato per la prima volta in Italia. L’Agenda 2030 tocca tutte le tematiche di cui gli enti locali già si occupano: dall’ambiente, all’immigrazione, all’inclusione sociale, il clima, fino ad arrivare a tutti e 17 gli obiettivi. Non sempre gli amministratori sono a conoscenza che il lavoro che già stanno implementando rientra in alcuni di essi. L’AICCRE quindi chiede la collaborazione dei Sindaci italiani nel descrive la buona pratica realizzata nell’ottica di Obiettivo Sostenibile utilizzando la scheda che può scaricare qui.
L’AICCRE produrrà una pubblicazione dei casi raccolti per promuovere a livello internazionale gli enti locali italiani che si stanno impegnando nel raggiungimento degli obiettivi.
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VVSG, la sezione belga del CCRE, è stata presente a Bologna con Hanne Albers come relatrice alla giornata di studio organizzata dall’AICCRE e dedicata all’inclusione dell’Agenda ONU 2030 nella pianificazione strategica locale. Ed ecco che VVSG si è fatta promotrice Dal 18 al 25 settembre 2019, della “Settimana del comune sostenibile”, nella quale oltre 90 comuni fiamminghi (quasi 1 su 3) isseranno la bandiera degli SDGs nei loro municipi e metteranno in luce i loro “eroi sostenibili”, e cioè cittadini, scuole, aziende e organizzazioni che contribuiscono nel quotidiano agli obiettivi di sviluppo sostenibile. Agli “eroi” è stato dato materiale gratuito per la campagna per rendersi visibili nelle loro comunità e insieme hanno diffuso più di 48.000 opuscoli – stampati su carta crescente – sull’importante ruolo che le autorità locali devono svolgere l’Agenda 2030. Attraverso questa diffusa campagna pubblica, le autorità locali non hanno solo la possibilità di dimostrare la loro volontà di assumere un ruolo esemplare e di primo piano nell’Agenda 2030 ma anche lavorare insieme con cittadini, aziende, scuole e organizzazioni impegnate nell’area municipale. In questa edizione l’iniziativa vuole inoltre stimolare i comuni partecipanti a integrare gli SDGs nei loro nuovi piani strategici pluriennali che verranno elaborati quest’anno.
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Su Buone Notizie, il supplemento del Corriere della Sera del 3 settembre, sono state pubblicate due pagine sul primo Report dell’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile di ASviS e Urban@it, nel quale l’AICCRE ha uno spazio importante nel capitolo relativo alle buone pratiche, grazie a due iniziative che hanno sensibilizzato e coinvolto: giovani delle scuole attraverso la mobilitazione degli amministratori locali (il concorso video Fai goal sugli obiettivi); ONG, Associazionismo e società civile con gli European Days of Local Solidarity (Giorni europei della solidarietà locale).
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Il 5 e 6 settembre si è svolto a Kirkenes, in Norvegia, il NoBa meeting 2019, che ha riunito le sezioni del CCRE del nord baltico. Molti gli argomenti in discussione che hanno riguardatoo temi importanti per gli enti locali e regionali, tra i quali, gli SDGs ed Agenda 2030. Per il quinto anno consecutivo è stata invitata ai lavori anche la sezione italiana, l’AICCRE: ha partecipato Carla Rey, Segretario generale. I lavori si sono concentrati sulle strategie locali di città e regioni riguardo soprattutto Agenda 2030 e gli SDGs. “Le Associazioni di enti locali svolgono un ruolo importante per i loro associati, soprattutto ora che i governi locali sono chiamati a contribuire attivamente alle strategie di sviluppo”, ha commentato Carla Rey. Fondamentale quindi “lo scambio di conoscenze e di esperienze tra le varie associazioni, non solo perché uno degli SDGs (il 17) definisce il partenariato”, ma anche perché, “non essendoci ricetti per il successo di Agenda 2030, solo lo scambio di buone pratiche può aiutare gli enti locali ad essere protagonisti dei grandi cambiamenti”.
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