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La Commissione Europea ha approvato, ai sensi della normativa UE sugli aiuti di Stato, un regime italiano da 1,2 miliardi di euro messo a disposizione attraverso il Recovery and Resilience Facility (“RRF”) per sostenere gli investimenti in pannelli fotovoltaici nel settore agricolo. Il regime contribuirà inoltre agli obiettivi strategici dell’UE relativi al Green Deal dell’UE.

La misura notificata dall’Italia, con una dotazione di 1,2 miliardi di euro, sarà interamente finanziata tramite il RRF, a seguito della valutazione positiva da parte della Commissione del Piano per la ripresa e la resilienza dell’Italia e la sua adozione da parte del Consiglio.

Il regime, che durerà fino al 30 giugno 2026, è volto a sostenere le aziende agricole, allevatorie e agroindustriali a investire nell’uso delle energie rinnovabili. Ciò migliorerà la competitività del settore e avrà effetti positivi sul clima.

Nell’ambito del regime, il sostegno assumerà la forma di sovvenzioni dirette che coprono fino al 90 % dei costi di investimento ammissibili. Tali costi sono soggetti a massimali a seconda della capacità dell’impianto fotovoltaico. I beneficiari possono investire solo in capacità fotovoltaiche non eccedenti il ​​loro fabbisogno energetico.

La Commissione ha valutato il regime in base alle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, e in particolare agli orientamenti per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali e all’articolo 107, paragrafo 3, lettera c) , del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che consente agli Stati membri di sostenere lo sviluppo di determinate attività economiche a determinate condizioni.

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L’invasione russa dell’Ucraina ha notevolmente disturbato i mercati agricoli globali, in particolare perché Russia e Ucraina sono stati i principali esportatori di cereali, grano, mais, semi oleosi (in particolare girasoli) e fertilizzanti. Ciò ha aggiunto ulteriore instabilità ai mercati, con conseguente forte aumento dei prezzi per i principali prodotti e fattori di produzione agricoli. Lo rende noto il sito di Eurostat, l’ufficio statistiche dell’Unione europea.

Nel primo trimestre del 2022 (1° trimestre 2022), il prezzo medio di beni e servizi attualmente consumati in agricoltura (ossia fattori di produzione non correlati agli investimenti) è aumentato del 9,5% rispetto al quarto trimestre del 2021 (4° trimestre 2021), sostenuto da forti aumenti per fertilizzanti e ammendanti (+21,2%), energia e lubrificanti (+17,4%) e mangimi (+9,2%). Nel frattempo, il prezzo medio dei beni agricoli nel suo complesso (produzione) è aumentato del 6,0%.

Queste informazioni provengono dai dati sugli indici dei prezzi agricoli pubblicati oggi 1 luglio da Eurostat.

Gli ultimi aumenti trimestrali dei prezzi si basano sugli aumenti dall’inizio del 1° trimestre 2021. Su base annua, il prezzo medio dei fattori di produzione agricoli non correlati agli investimenti è aumentato del 27,4% per l’UE tra il 1° trimestre 2021 e il 1° trimestre 2022. In particolare, il prezzo di fertilizzanti e ammendanti è quasi raddoppiato in media nell’UE (+96,2%) e il prezzo medio di energia e lubrificanti è aumentato di poco più della metà (+55,6%). Il maggior costo dei cereali e dell’energia è passato anche all’alimentazione animale (+22,9%).



Il prezzo medio della produzione agricola è aumentato del 19,9% per l’UE tra il 1° trimestre 2021 e il 1° trimestre 2022. Si sono verificati aumenti di prezzo particolarmente forti per i cereali (in media +41,5%) e semi oleosi (+51,7%), nonché per i bovini ( +24,2%), pollame (+22,2%) e latte (+21,4%), tra gli altri.

Tra gli Stati membri dell’UE, il maggior tasso di aumento del prezzo medio della produzione agricola è stato registrato in Lituania (+18,1% nel primo trimestre 2022 rispetto al quarto trimestre 2021), seguita da Romania (+14,4%) e i Paesi Bassi (+13,9%). Croazia (-5,8%, trainata dal calo del prezzo delle piante foraggere), Slovacchia (-0,8%) e Grecia (-0,4%) sono stati gli unici paesi con un indice dei prezzi in calo in questo periodo.

Il tasso di aumento più marcato del prezzo medio degli input non legati agli investimenti è stato registrato anche in Lituania (+24,5%), seguita da Lettonia (+18,9%) e Slovacchia (+14,6%). Tutti gli Stati membri hanno registrato aumenti, ma i tassi di aumento più bassi si sono registrati a Malta (+4,7%), Slovenia e Portogallo (entrambi +6,2%).

Per maggiori informazioni:

Sezione Eurostat dedicata all’agricoltura

Banca dati Eurostat sull’agricoltura
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Nella Risoluzione del Parlamento europeo su una strategia “Dal produttore al consumatore» per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente” pubblicata il 5 maggio dalla Gazzetta ufficiale C184, si sottolinea l’importanza dei finanziamenti dell’UE per la ricerca e l’innovazione, in particolare per le PMI e i piccoli agricoltori, in quanto “elementi essenziali per accelerare la transizione verso un sistema alimentare europeo più sostenibile, produttivo, diversificato, locale, sano e inclusivo. Il PE incoraggia il settore agroalimentare a utilizzare attivamente i finanziamenti ad esso destinati nell’ambito di Orizzonte Europa a tale scopo. Sottolinea altresì la necessità di agevolare gli investimenti necessari per incoraggiare le pratiche sostenibili, l’economia circolare e la bioeconomia.

L’Assemblea di Strasburgo sottolinea che l’introduzione di nuove tecnologie e tecniche di agricoltura intelligente, inclusa la digitalizzazione e sistemi protetti di coltivazione, possono rivelarsi vantaggiosi per migliorare l’efficienza, l’uso delle risorse e la sostenibilità ambientale, e possono portare vantaggi economici positivi dalla produzione agricola; riconosce che l’innovazione deve restare compatibile con il ripristino e la promozione delle pratiche e delle conoscenze tradizionali, in particolare di quelle adattate alle caratteristiche agroclimatiche di ciascuna area.

Nella Risoluzione viene rimarcata l’importanza degli istituti d’istruzione superiore “nel favorire la promozione della ricerca e dell’innovazione e nel fornire consulenza sulle migliori pratiche sostenibili”; riconosce il ruolo delle università nello sviluppo e nella transizione dei settori agroalimentari in regioni con caratteristiche specifiche, tra cui le regioni ultraperiferiche; accoglie con favore l’intento della strategia di aiutare le PMI di trasformazione, i piccoli dettaglianti e gli operatori del settore alimentare al fine di consentire loro di sviluppare nuove competenze, facendo attenzione nel contempo a non sottoporle a ulteriori oneri amministrativi; sottolinea l’importanza strategica degli approcci collettivi attraverso le organizzazioni di produttori e le cooperative per riunire gli agricoltori nel conseguimento dei loro obiettivi.

SCARICA LA RISOLUZIONE COMPLETA IN ITALIANO (PDF)
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Il sito del Parlamento europeo inform che dopo aver raccolto informazioni sull’intelligenza artificiale (IA) per 18 mesi, la relazione della Commissione speciale sull’intelligenza artificiale in un’era digitale (AIDA) del Parlamento europeo ha proposto una tabella di marcia dell’UE per l’IA. “Un approccio olistico per il consolidamento di una posizione comune a lungo termine, che metta in luce i valori chiave dell’UE, gli obiettivi e i valori sull’IA, che consentano di proseguire gli attuali sforzi legislativi dell’UE in questo settore“.

Secondo la relazione, “l’UE è rimasta indietro nello sviluppo, nella ricerca e negli investimenti in campo di intelligenza artificiale e l’intensificazione di un’azione dell’UE è fondamentale per la trasformazione digitale dell’UE, poiché il suo impatto continuerà ad essere crescente sia sull’economia che nella vita quotidiana.

I rischi e i vantaggi dell’intelligenza artificiale secondo il PE.

Secondo l’Assemblea di Strasburgo, Le norme, le salvaguardie e i regolamenti dell’UE “dovrebbero garantire che l’IA apporti consistenti benefici in ogni settore dell’UE, dalla transizione verde alla salute e dall’industria, alla governance pubblica, all’agricoltura e alla produttività del lavoro”.

La relazione parlamentare mette in guardia sull’importanza di un’azione tempestiva dell’UE per “fissare standard chiari basati sui valori UE, e per evitare che questi vengano definiti altrove”.

Dal momento che l’attuale legislazione europea e nazionale è frammentata, lenta e non fornisce la certezza del diritto, la relazione propone la creazione di un contesto normativo favorevole che comprenda un processo legislativo dinamico e una governance moderna. Inoltre, per supportare l’innovazione ed evitare oneri normativi, “dovrebbero essere rigorosamente regolamentate solo le applicazioni di IA ad alto rischio”.

Poiché le tecnologie di IA dipendono dai dati disponibili, la condivisione dei dati nell’UE deve essere rivista ed estesa. La piena integrazione e armonizzazione del mercato unico digitale dell’UE favorirà gli scambi transfrontalieri e l’innovazione.

L’importanza della nuova legge UE sulla condivisione dei dati secondo il PE.

Gli europarlamentari sostengono che le infrastrutture digitali dovrebbero essere rafforzate per garantire a tutti i cittadini l’accesso ai servizi.

Inoltre, secondo il Parlamento, “L’UE dovrebbe favorire lo sviluppo di competenze nell’ambiento dell’intelligenza artificiale in modo da consentire che le persone abbiano le conoscenze necessarie per la propria vita e il proprio lavoro”. Sempre secondo la relazione, questo contribuirà inoltre a creare fiducia nella tecnologia, a promuovere l’innovazione e, attraverso il supporto ai centri d’eccellenza e agli esperti dell’UE, a prevenire la perdita dei talenti (la c.d. “fuga dei cervelli”).

Infine, è necessario affrontare gli aspetti militari e di sicurezza dell’intelligenza artificiale. Stando a quanto emerge dalla relazione, l’UE dovrebbe cooperare a livello internazionale con partner che la pensano allo stesso modo, per promuovere la propria visione umanistica, basata sui valori europei.

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