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Una versione aggiornata del corso online HELP (Programma europeo per la formazione dei professionisti del diritto sui diritti umani) del Consiglio d’Europa sul divieto di maltrattamento è ora disponibile sulla piattaforma di e-learning HELP. Lo rende noto il sito del Coniglio d’Europa.

Oltre 10.000 ricorsi pendenti dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo riguardano conflitti tra Stati membri. Questi casi, spesso complessi, riguardano l’Articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che proibisce la tortura e i trattamenti inumani e degradanti.

stato aggiunto un nuovo modulo dedicato al divieto di maltrattamento in tempi di conflitti, che include l’impatto di genere ed è particolarmente rilevante nelle zone di guerra. Questo corso online HELP gratuito ha lo scopo di assistere i professionisti del diritto negli Stati membri del Consiglio d’Europa nell’applicazione efficace delle norme sul divieto di maltrattamento.
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La Commissione europea comunica che ha deciso di registrare il 12 gennaio un’iniziativa dei cittadini europei (ICE) dal titolo “Articolo 4: Stop alla tortura e ai trattamenti inumani alle frontiere dell’Europa”.

L’iniziativa chiede un quadro che garantisca il rispetto del divieto di violenza e trattamenti inumani e degradanti sancito dall’articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali in relazione alle politiche dell’UE in materia di controllo delle frontiere, asilo e immigrazione.

Bruxelles precisa che la decisione di registrazione è di natura giuridica e non pregiudica le conclusioni giuridiche e politiche finali della Commissione europea su questa iniziativa e l’eventuale azione che intende intraprendere, qualora l’iniziativa ottenga il necessario sostegno.

Poiché questa iniziativa dei cittadini europei soddisfa le condizioni formali, la Commissione la ritiene giuridicamente ammissibile. La Commissione non ha ancora analizzato la sostanza della proposta in questa fase.

L’iscrizione non implica in alcun modo che la Commissione confermi la correttezza fattuale del contenuto dell’iniziativa, che è di esclusiva responsabilità del gruppo di organizzatori. Il contenuto dell’iniziativa esprime esclusivamente il punto di vista del gruppo di organizzatori e non può in alcun modo riflettere il punto di vista della Commissione.

Dopo la registrazione, gli organizzatori hanno sei mesi di tempo per aprire la raccolta firme. Se un’iniziativa dei cittadini europei riceve un milione di dichiarazioni di sostegno entro un anno, da almeno sette diversi Stati membri, la Commissione dovrà reagire. La Commissione europea potrebbe decidere di portare avanti o meno la richiesta e sarà tenuta a spiegarne le ragioni.

L’iniziativa dei cittadini europei è stata introdotta con il trattato di Lisbona come strumento di definizione dell’agenda nelle mani dei cittadini. È stata lanciata ufficialmente nell’aprile 2012. Una volta formalmente registrata, un’iniziativa dei cittadini europei consente a un milione di cittadini di almeno sette Stati membri dell’UE di invitare la Commissione europea a proporre atti giuridici nei settori in cui ha il potere di agire. Le condizioni di ricevibilità sono: (1) il ricorso proposto non esula manifestamente dall’ambito dei poteri della Commissione di presentare una proposta di atto giuridico, (2) non è manifestamente abusivo, frivolo o vessatorio e (3) è non manifestamente contraria ai valori dell’Unione.

Dall’inizio dell’iniziativa dei cittadini europei, la Commissione ha ricevuto 120 richieste di lancio di un’iniziativa dei cittadini europei, 97 delle quali erano ammissibili e quindi idonee alla registrazione. La decisione odierna è la prima iniziativa registrata quest’anno.
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