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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 177 del 17 maggio pubblica la Risoluzione del Parlamento europeo sul tema «Verso la parità di diritti per le persone con disabilità».

Nel documento si denuncia il fatto che alcune persone con disabilità sono maggiormente esposte al rischio di essere vittime di alcuni tipi di discriminazione e violenza, come le donne e le ragazze, i bambini, gli anziani, le persone senza fissa dimora, i detenuti, i migranti e i rifugiati, le persone vittime di razzismo e le persone appartenenti a un contesto etnico, ad esempio i Rom, nonché le persone LGBTIQ+; invita la Commissione e gli Stati membri ad affrontare le sfide, i diritti e le esigenze specifiche di tali persone attraverso misure mirate volte a garantire l’accesso alla giustizia, ai servizi di assistenza alle vittime, ai servizi di sostegno e alla protezione e a eliminare gli ostacoli alla denuncia di discriminazioni e violenze.

La Risoluzione sottolinea che le persone con disabilità, e in particolare le donne con disabilità, continuano a subire discriminazioni multiple e intersezionali sulla base della loro disabilità e del loro genere, razza, etnia, età, religione o credo, orientamento sessuale, condizione di migrante o contesto socioeconomico; sottolinea che le donne e le ragazze con disabilità sono particolarmente soggette alla violenza di genere e che la gamma delle violenze di genere subite dalle donne e ragazze con disabilità può includere forme di violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica; è preoccupato per il fatto che le donne con disabilità sono spesso soggette a violenze di genere da parte dei partner o dei familiari; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la predisposizione e l’accessibilità di meccanismi per denunciare le violenze contro le persone con disabilità e di servizi di sostegno alle vittime.

Il Parlamento europeo osserva che nel quadro della strategia dell’UE sui diritti delle persone con disabilità 2021-2030 la Commissione si è impegnata a dedicare particolare attenzione alle donne con disabilità, per le quali la probabilità di subire violenze è da due a cinque volte maggiore rispetto alle altre donne; invita la Commissione a integrare e a tenere conto della situazione delle donne con disabilità nelle politiche e misure dell’UE.

esprime profonda preoccupazione per il fatto che alle donne e alle ragazze con disabilità è troppo spesso negato l’accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva, in particolare ai servizi ginecologici, che è loro negato anche il consenso informato per quanto riguarda l’uso di contraccettivi e che corrono persino il rischio di essere sottoposte alla sterilizzazione forzata (52); invita gli Stati membri ad attuare misure legislative a tutela dell’integrità fisica, della libertà di scelta e dell’autodeterminazione per quanto riguarda la vita sessuale e riproduttiva delle persone con disabilità.

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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 161 del 5 maggio pubblica la Risoluzione del Parlamento europeo sulla giustizia razziale, la non discriminazione e la lotta al razzismo nell’UE.

Nel documento, il Parlamento europeo: deplora che, a 14 anni dall’adozione della decisione quadro sul razzismo e la xenofobia, diversi Stati membri non abbiano ancora recepito pienamente e correttamente le sue disposizioni nel diritto nazionale;

invita gli Stati membri a configurare come reato i reati generati dall’odio e l’incitamento all’odio di natura razzista, nonché ad adottare le misure necessarie affinché la motivazione razzista o xenofoba sia considerata una circostanza aggravante o, in alternativa, affinché tale motivazione possa essere presa in considerazione dal giudice all’atto della determinazione della pena;

invita inoltre gli Stati membri a mettere in atto norme e misure pertinenti relative alla protezione dei testimoni e delle vittime prima, durante e dopo le indagini e i procedimenti penali, in linea con la direttiva dell’UE sui diritti delle vittime di reato, e a scambiare migliori prassi o misure che si sono dimostrate efficaci per incoraggiare a sporgere denuncia, come le linee telefoniche dirette e gli spazi sicuri;

deplora che attualmente nell’UE vi siano ancora casi di membri delle forze dell’ordine che non prendono in seria considerazione le segnalazioni di reati a sfondo razziale e chiede che tutti i casi siano oggetto di indagini adeguate;

sottolinea l’importanza di formazioni specializzate in materia di lotta al razzismo, non discriminazione e reati generati dall’odio destinate alle forze dell’ordine e alle autorità giudiziarie, in particolare per individuare e registrare correttamente gli incidenti.

Inoltre, il Parlamento europeo manifesta profonda preoccupazione per i casi di violenza della polizia contro persone razzializzate in vari Stati membri ed invita gli Stati membri a garantire che i cittadini abbiano accesso a meccanismi di denuncia della polizia indipendenti ed efficaci, che consentano di indagare sui casi di violenza, cattiva condotta e abuso da parte della polizia, e a salvaguardare il diritto degli individui di documentare tali casi.

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La GUCE C47 del 7 febbraio pubblica la Risoluzione del Parlamento europeo sul piano d’azione dell’Unione europea per l’economia sociale .

Il Parlamento europeo (PE) sottolinea la necessità che la Commissione europea continui a collaborare strettamente con gli Stati membri per individuare strumenti e soluzioni per rimuovere gli ostacoli e accelerare le procedure giuridiche per trasferire la proprietà di un’impresa ai dipendenti attraverso cooperative di lavoratori o altre forme di soggetti dell’economia sociale di proprietà dei lavoratori; chiede alla Commissione di istituire una piattaforma dell’UE per lo scambio delle migliori pratiche tra gli Stati membri, le autorità locali e regionali e le reti dell’economia sociale.

Il PE sottolinea l’importanza di promuovere il modello cooperativo e i suoi principi di partecipazione dei lavoratori e democrazia; incoraggia gli Stati membri a creare un ambiente giuridico favorevole per la costituzione e il funzionamento delle cooperative, comprese le cooperative di lavoratori.

L’Assemblea di Strasburgo sottolinea il lavoro che l’UE sta svolgendo per estendere la tassonomia della finanza sostenibile agli obiettivi sociali; ritiene che la tassonomia dell’UE debba essere pertinente dal punto di vista sociale, tenendo conto al contempo della situazione delle microimprese e delle PMI, poiché può essere un fattore trainante per gli investimenti nell’economia sociale se tali investimenti sono adeguatamente allineati ai principi e alle caratteristiche dell’economia sociale.

Il PE sottolinea l’importanza di rafforzare la pianificazione aziendale e le capacità di attuazione e valutazione dei soggetti dell’economia sociale, nonché l’importanza dell’alfabetizzazione mediatica pertinente, delle capacità di gestione, della leadership partecipativa, dell’apprendimento permanente, della resilienza e delle competenze necessarie per le transizioni in corso, comprese le transizioni verde e digitale, sostenendo l’alleanza delle competenze nell’ambito dell’economia sociale e della prossimità; auspica la creazione del futuro «patto per le competenze per l’economia sociale» per investire in tali competenze; invita inoltre le parti interessate dell’economia sociale ad allinearsi pienamente agli obiettivi del pilastro europeo dei diritti sociali assicurando che entro il 2030 almeno il 60 % dei loro dipendenti riceva formazione ogni anno.

Strasburgo invita la Commissione europea a incoraggiare gli investimenti a impatto sociale e a valutare le misure esistenti per aumentare la partecipazione dei cittadini alle iniziative di finanziamento a impatto sociale, al fine di aumentare il finanziamento dei soggetti dell’economia sociale e la relativa visibilità.

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l palese disprezzo del regime iraniano per la dignità umana e le aspirazioni democratiche dei suoi cittadini, nonché il suo sostegno alla Russia, “richiedano ulteriori adeguamenti della posizione dell’UE nei confronti dell’Iran”, si legge nella risoluzione adottata il 19 gennaio dal Parlamento europeo (PE).

L’Assemblea di Strasburgo esortan l’UE ad ampliare l’elenco delle sanzioni per includere tutti gli individui e le entità responsabili di violazioni dei diritti umani e i loro familiari, tra cui la Guida Suprema Ali Khamenei, il Presidente Ebrahim Raisi, il Procuratore Generale Mohammad Jafar Montazeri e tutte le fondazioni (“bonyad”) legate al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRCG).

Il PE chiede al Consiglio e agli Stati membri di aggiungere l’IRGC e le sue forze sussidiarie, tra cui la milizia paramilitare Basij e la Forza Quds, alla lista dei terroristi dell’UE. Tutti i Paesi in cui l’IRGC svolge operazioni militari, economiche o informative dovrebbero interrompere e vietare i legami con questa agenzia.

Il PE condanna con la massima fermezza le condanne a morte e le esecuzioni di manifestanti pacifici in Iran e invita le autorità iraniane a porre fine alla repressione dei propri cittadini.

Il Parlamento esorta le autorità della Repubblica islamica a garantire il rilascio immediato e incondizionato di tutti i manifestanti condannati a morte e condannano il fatto che i procedimenti penali e la pena di morte siano stati utilizzati dal regime per eliminare il dissenso e punire le persone che esercitano i loro diritti fondamentali. I responsabili dell’uccisione di centinaia di manifestanti devono essere assicurati alla giustizia.

La risoluzione parlamentare chiede “l’estensione delle misure restrittive” contro l’Iran, che continua a fornire alla Russia velivoli senza equipaggio e prevede la fornitura di missili terra-aria.

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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C434 del 15 novembre pubblica la Risoluzione del Parlamento europeo sull’avvio dell’attuazione della politica di coesione 2021-2027.

Il Parlamento di Strasburgo, tra l’altro, esorta la Commissione europea e gli Stati membri a fare tutto il possibile per accelerare l’adozione di accordi di partenariato e programmi nel più breve tempo possibile, senza compromettere gli obiettivi relativi al contributo all’azione per il clima, il principio di partenariato e il processo di consultazione degli enti locali e regionali e delle organizzazioni della società civile, incoraggiando al contempo lo sviluppo locale di tipo partecipativo e altri;
chiede in particolare che la Commissione, pur continuando ad accordare grande priorità alla qualità, ai principi orizzontali e alla necessità di proseguire la lotta contro la frode, analizzi tutti i modi possibili per razionalizzare le sue procedure interne a sostegno di tale processo.

Il Parlamento europeo invita gli Stati membri a considerare la politica di coesione e il dispositivo per la ripresa e la resilienza come un insieme finanziario e operativo, anziché dare priorità all’attuazione dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza rispetto alla programmazione e all’attuazione dei programmi di coesione; ritiene che sia fondamentale stabilire una complementarità all’interno dei programmi di coesione e tra di essi e il dispositivo per la ripresa e la resilienza ed evitare sovrapposizioni nella loro attuazione;
invita la Commissione a garantire che gli Stati membri rispettino il principio di addizionalità delle risorse per quanto riguarda i programmi di coesione.

LA RISOLUZIONE COMPLETA IN ITALIANO (PDF)
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