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Applicare gli strumenti giuridici alla prevenzione della violenza sulle donne nel mondo digitale, alla protezione delle vittime e alla persecuzione degli autori di reato è il tema centrale della conferenza che si è svolta il 6 dicembre a Strasburgo nel quadro della Presidenza islandese del Consiglio d’Europa.

Marija Pejčinović Burić, Segretaria generale del Consiglio d’Europa, ha sottolineato che gli abusi online nei confronti delle donne “non mostrano segni di arresto”. Le donne e le ragazze colpite da tale violenza potrebbero sentirsi fisicamente insicure, potrebbero perdere la stima e la fiducia in se stesse e potrebbero soffrire di stress mentale ed emotivo.

“I principali bersagli sono le donne che operano nella politica, nel giornalismo e nella difesa dei diritti umani, donne dedicate a difendere e migliorare la vita di altre persone all’interno delle nostre società”, ha sottolineato la Segretaria generale. Questo abuso online potrebbe costringere le donne a interrompere il loro contributo ai dibattiti e all’attivismo online e questo “è esattamente il risultato che auspicano molte delle persone che commettono tali abusi”.

Per porre fine a tutto ciò, il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO) ha elaborato nel 2021 una raccomandazione per gli Stati parte della Convenzione di Istanbul sulla dimensione digitale della violenza contro le donne, per fornire orientamenti all’applicazione delle disposizioni della Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa alla violenza contro le donne commessa in ambito digitale.

La Convenzione di Budapest e il suo Secondo protocollo addizionale sulla cooperazione rafforzata e la divulgazione delle prove elettroniche offrono strumenti per indagare sui reati, ottenere prove a livello transfrontaliero e assicurare la necessaria cooperazione internazionale, non solo sui reati commessi online, ma nell’affrontare tutti i reati per i quali esistono prove elettroniche.

“È essenziale utilizzare entrambi questi strumenti, per combattere la criminalità informatica e la violenza contro le donne, al fine di garantire alle donne un ambiente online che sia il più sicuro possibile”, ha osservato la Segretaria generale.

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Il Comitato europeo delle regioni (CdR) informa sul proprio sito di essersi unito a Orange The World per mostrare l’impegno delle città e delle regioni europee a fermare questa violazione dei diritti delle donne. Progettando spazi pubblici più sicuri per le donne, aprendo centri di accoglienza per le donne o integrando l’uguaglianza di genere in tutte le politiche, compiamo sforzi concreti per porre fine alla violenza che colpisce ancora così tante donne e ragazze nell’UE.

“Chiediamo alle istituzioni dell’UE, scrive il CdR, di adottare rapidamente misure legislative per porre fine alla violenza contro le donne e a tutti gli Stati membri di aderire alla Convenzione di Istanbul“.

Come mostrato dalla relazione annuale del Comitato europeo delle regioni sullo stato delle città e delle regioni, sono necessarie misure specifiche per affrontare la violenza contro le donne in politica.

Nella giornata della violenza internazionale contro le donne, il presidente del Comitato europeo delle regioni, Vasco Alves Cordeiro, ha condiviso una dichiarazione sulla necessità che le autorità locali e regionali, i governi nazionali e le istituzioni dell’UE ne facciano una priorità e adottino misure legislative per prevenire e combattere ogni forma di violenza contro le donne e le ragazze.​​
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“A nove mesi dall’inizio della guerra in Ucraina, leggiamo sempre più segnalazioni di presunti crimini di guerra, compresa la violenza sessuale contro donne e ragazze. Lo stupro e altre forme di violenza sessuale commessi dai soldati durante i conflitti sono antichi come la guerra stessa”, così esordisce una dichiarazione di Marija Pejčinović Burić, Segretaria generale del Consiglio d’Europa.

“Pertanto, ha continuato la Segretaria generale, quest’anno celebriamo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre) con una nota triste. Tuttavia, la straordinaria assistenza offerta da molti dei nostri Stati membri a milioni di persone forzatamente sfollate ci dà speranza. L’espressione di sostegno da parte delle autorità nazionali e locali e delle persone è rincuorante. Degli oltre sette milioni di rifugiati finora, il 90% è composto da donne, ragazze e minori, che sono particolarmente vulnerabili alla violenza sessuale e alla tratta di esseri umani. Per le persone che sono già state vittime di tali reati, dobbiamo raddoppiare gli sforzi al fine di migliorare l’assistenza che viene loro offerta. E dobbiamo essere preparati per l’assistenza futura”.

“Le vittime affrontano una terribile umiliazione e un’ampia serie di rischi, dalle gravidanze indesiderate e le infezioni sessualmente trasmissibili ai traumi psicologici e fisici, ha continuato Marija Pejčinović Burić. Gli ospedali e i medici devono avere gli strumenti necessari per affrontare lo stupro nell’ambito di una risposta multi-agenzia coordinata e devono essere garantiti esami medici e forensi, come anche un’assistenza per i traumi immediata e a lungo termine. I rifugiati vittime di violenza di genere hanno bisogno di accedere a questo tipo di sostegno e consulenza in una lingua che padroneggiano e che capiscono”.

Come constatato in conflitti precedenti, “una consulenza specializzata sarà necessaria per affrontare i traumi persistenti al fine di ridurre la stigmatizzazione e una vittimizzazione secondaria che si possono sviluppare nel tempo. Infatti, la violenza sessuale nelle aree di conflitto ha delle conseguenze sia immediate sia a lungo termine, come evidenziato ad esempio nei rapporti pubblicati questo mese dal GREVIO, l’organismo di esperti indipendenti del Consiglio d’Europa responsabile del monitoraggio dell’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, nota anche come Convenzione di Istanbul)”, ha concluso la segretaria generale.
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“In considerazione della particolare situazione di vulnerabilità delle donne e delle ragazze durante il conflitto, accolgo con viva soddisfazione la notizia dell’approvazione, da parte del Parlamento ucraino, della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul). Costituisce un enorme passo avanti per la protezione delle donne e delle ragazze da ogni forma di violenza, sia in Ucraina che al di fuori dei suoi confini”. Lo ha detto la Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić.

L’Ucraina sarà il 36° Stato membro ad avere ratificato la Convenzione di Istanbul.
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