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La Commissione eeuropea in un comunicato stampa rende noto di aver varato il 13 febbraio due grandi nuovi progetti a sostegno delle priorità dell’Unione europea della salute.

La prima azione si concentra sulla resistenza antimicrobica e sulle infezioni associate all’assistenza sanitaria, una delle principali minacce per la salute al giorno d’oggi. Il progetto mira a ridurre il rischio di esposizione dei cittadini a batteri resistenti agli antibiotici ed è sostenuto con 50 milioni di € nell’ambito del programma EU4Health, il che lo rende la più grande azione finanziata dall’UE in materia di resistenza antimicrobica. L’azione JAMRAI 2 riunisce tutti gli Stati membri dell’UE, oltre a Islanda, Norvegia e Ucraina, per lavorare in settori quali la prevenzione e il controllo delle infezioni, la sorveglianza e il monitoraggio, l’uso prudente degli antimicrobici, la sensibilizzazione e l’innovazione. In linea con l’approccio “One Health” necessario per affrontare la resistenza antimicrobica, l’iniziativa comprende attività relative alla salute animale e all’ambiente.

La seconda azione congiunta si concentra sulla prevenzione del cancro e di altre malattie non trasmissibili, quali le malattie cardiovascolari, il diabete e la salute mentale. Sarà finanziata con 76 milioni di € dal programma EU4Health e riunirà le autorità nazionali di 22 Stati membri dell’UE, oltre a Norvegia, Islanda e Ucraina, al fine di ottimizzare gli sforzi. L’azione congiunta “PreventNCD” costruirà inoltre un’infrastruttura europea globale per monitorare i fattori legati al cancro e ad altre malattie non trasmissibili, e si concentrerà sulla riduzione delle disuguaglianze sociali.
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Il Parlamento europeo (PE) ha sostenuto il 14 dicembre il riconoscimento della genitorialità in tutta l’UE, indipendentemente da come un bambino è stato concepito, è nato o dal tipo di famiglia che ha.

Il PE ha dato parere positivo alla proposta di legge sul riconoscimento delle decisioni e sull’accettazione degli atti pubblici in materia di filiazione. L’obiettivo è di garantire che la genitorialità, cosi come è stabilita in un Paese dell’UE, sia riconosciuta automaticamente anche negli altri Stati membri, per offrire a tutti i minori gli stessi diritti previsti dalle leggi nazionali in materia di istruzione, assistenza sanitaria, custodia e successione.

Secondo quanto previsto nel testo approvato dai deputati europei, quando si tratta di stabilire una genitorialità a livello nazionale, i Paesi UE potranno continuare a decidere se accettare situazioni specifiche, come ad esempio la maternità surrogata, ma saranno tenuti comunque a riconoscere la genitorialità così come stabilita da un altro Paese dell’UE, indipendentemente da come il bambino è stato concepito, è nato o dal tipo di famiglia che ha.

Gli Stati membri avrebbero la possibilità di non riconoscere la genitorialità se manifestamente incompatibile con l’ordine pubblico e solo in casi ben definiti. Ogni situazione dovrà essere considerata individualmente per garantire che non vi siano discriminazioni, ad esempio nei confronti dei figli di genitori dello stesso sesso.

Il PE ha approvato l’introduzione del certificato europeo di filiazione, volto a ridurre la burocrazia e a facilitare il riconoscimento della genitorialità nell’UE. Pur non sostituendo i documenti nazionali, potrà essere utilizzato al loro posto e sarà accessibile in tutte le lingue dell’UE e in formato elettronico.

Dopo aver consultato il Parlamento, i governi dell’UE dovranno trovare un accordo, all’unanimità, sulla versione finale della normativa.

Due milioni di minori potrebbero attualmente trovarsi in una situazione in cui i loro genitori non sono riconosciuti come tali in un altro Paese UE. Mentre il diritto comunitario già prevede il riconoscimento della filiazione nell’ambito dei diritti del bambino nell’UE, ciò non vale per i diritti del minore nell’ambito del diritto nazionale. Il Parlamento ha anche chiesto il riconoscimento transfrontaliero delle adozioni nel 2017. La proposta di regolamento della Commissione che è stata votata mira a colmare le lacune esistenti e a garantire che tutti i bambini possano godere degli stessi diritti in ogni Stato membro.
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La Commissione europea ha annunciato attraverso un comunicato stampa di aver aperto il 9 marzo le candidature per il premio Lorenzo Natali, il principale riconoscimento giornalistico dell’UE. È possibile partecipare presentando storie corrispondenti ai criteri ammissibili fino al 28 aprile.

Il premio vuole essere un riconoscimento e un omaggio per giornalisti provenienti da tutto il mondo che, con il loro lavoro, puntano i riflettori sulle sfide globali più impellenti.

La Commissione europea invita a candidarsi online i giornalisti che si occupano di disuguaglianze, eliminazione della povertà, sviluppo sostenibile, ambiente, biodiversità, azione per il clima, digitale, occupazione, istruzione e sviluppo delle competenze, migrazione, assistenza sanitaria, pace, democrazia e diritti umani.

È possibile presentare opere scritte, audiovisivi o multimediali in una delle seguenti categorie:

premio internazionale: per articoli pubblicati in un organo di stampa con sede in uno dei paesi partner dell’Unione europea

premio Europa: per articoli pubblicati in un organo di stampa con sede nell’Unione europea

premio per il miglior giornalista emergente: per articoli di giornalisti giovani (sotto i 30 anni al momento della pubblicazione) pubblicati in un organo di stampa con sede in uno qualsiasi dei paesi ammissibili ai premi internazionali ed europei.

Le opere possono essere presentate in qualsiasi lingua ma devono essere accompagnate da una traduzione in una delle lingue del concorso: inglese, francese, spagnolo, tedesco o portoghese.

Informazioni dettagliate sui termini e le condizioni </strong>
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Entrano in vigore oggi, 26 ottobre, gli emendamenti FAST (Flexible Assistance for Territories)-CARE che modificano il regolamento sui Fondi di coesione. Lo annuncia il sito della DG Politica Regionale dell’Unione europea. Il FAST-CARE offre la massima flessibilità per l’attuazione degli investimenti della politica di coesione per alleviare le conseguenze per gli Stati membri e le regioni della guerra russa in Ucraina. Le modifiche contribuiranno a mitigare il ritardo nell’attuazione dei progetti finanziati dall’UE a causa dell’effetto combinato di COVID e degli elevati costi energetici, della carenza di materie prime e della forza lavoro causata dalla guerra.

Ciò fa seguito all’Azione di coesione per i rifugiati in Europa (CARE) volta a mobilitare investimenti per alloggi, assistenza sanitaria, traduzione o formazione per gli sfollati, nonché per i paesi che li accolgono.

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Le commissioni Affari economici e monetari e Bilancio del Parlamento europeo hanno chiesto il 30 maggio che i fondi per il recupero siano vincolati al rispetto dello stato di diritto e per garantire il massimo ritorno sull’investimento. Lo rende noto il sito del Parlamento europeo.

La relazione del Parlamento europeo “intende influenzare il prossimo riesame della Commissione sull’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) previsto entro il 31 luglio 2022″.

I parlamentari europei auspicano che la Commissione europea garantisca un solido meccanismo di controllo e monitoraggio per la spesa, l’attuazione e la gestione dei dati della RRF. Ciò, affermano i deputati, eviterebbe abusi, doppi finanziamenti o la sovrapposizione di obiettivi con altri programmi di finanziamento dell’UE.

La relazione parlamentare adottata sottolinea l’importanza del rispetto dello Stato di diritto e dell’articolo 2 TFUE come prerequisiti per l’accesso ai finanziamenti dell’RRF e che il meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto dell’UE è pienamente applicabile all’RRF.

Strasburgo si aspetta che la Commissione si astenga dall’approvare i progetti di piani nazionali di Polonia e Ungheria fintanto che persistono preoccupazioni circa il rispetto dello Stato di diritto, l’indipendenza della magistratura e le misure antifrode, i conflitti di interesse e la corruzione

I deputati europei inoltre ribadiscono l’importanza del quadro di valutazione della ripresa e della resilienza nel fornire informazioni di base ai cittadini sui progressi complessivi nell’attuazione dei piani nazionali. Si aspettano un monitoraggio continuo dell’attuazione dei sei pilastri della RRF , nonché l’obiettivo del 37% per la spesa verde e del 20% per le questioni digitali. Ricordano che gli Stati membri dovrebbero raccogliere e garantire l’accesso ai dati sui beneficiari effettivi del destinatario dei fondi e sui beneficiari del programma.

Gli investimenti della RRF nella transizione verde e nella trasformazione digitale, continua il sito del PE, dovrebbero contribuire ad aumentare l’autonomia e l’indipendenza strategica dell’UE, in particolare a ridurne la dipendenza dai combustibili fossili importati
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Tuttavia, i deputati europei chiedono “più progetti transfrontalieri, come il miglioramento dell’interconnessione delle reti europee del gas e dell’energia elettrica e la piena sincronizzazione delle reti elettriche”. Strasburgo sottolinea il ruolo della RRF nel lancio di REPowerEU e affermano che i prestiti disponibili nell’ambito della RRF potrebbero essere utilizzati per integrare questi progetti e far avanzare gli investimenti nella transizione energetica dell’UE, contribuendo in modo significativo alla sovranità energetica dell’UE.

Il PE, ancora, incoraggia inoltre “gli Stati membri a utilizzare tutto il potenziale della RRF, compresi i prestiti, per contrastare gli effetti delle sfide attuali e future, in settori come le PMI, l’assistenza sanitaria, le misure a sostegno dei rifugiati ucraini e l’aiuto all’amministrazione locale e regionale nell’utilizzo dei finanziamenti effettivamente“.

Infine, i deputati di Strasburgo ritengono che, sulla base dell’esempio della RRF, nell’ambito di NextGenerationEU, “il forte valore aggiunto di una risposta comune dell’UE che può essere mobilitata rapidamente per far fronte a crisi e nuove sfide potrebbe ispirare iniziative e meccanismi futuri nell’UE”.
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La Commissione europea ha comunicato il 3 maggio di aver lanciato lo Spazio europeo dei dati sanitari (EHDS), uno degli elementi fondamentali di una forte Unione sanitaria europea.

L’EHDS, si legge nel comunicato, “aiuterà l’UE a compiere un salto di qualità nel modo in cui l’assistenza sanitaria viene fornita alle persone in tutta Europa. Consentirà alle persone di controllare e utilizzare i propri dati sanitari nel proprio paese di origine o in altri Stati membri. Promuove un vero mercato unico per i servizi e i prodotti sanitari digitali. E offre un quadro coerente, affidabile ed efficiente per utilizzare i dati sanitari per la ricerca, l’innovazione, l’elaborazione delle politiche e le attività normative, garantendo nel contempo il pieno rispetto degli elevati standard di protezione dei dati dell’UE“.

Grazie all’EHDS le persone avranno un accesso immediato e facile ai dati in forma elettronica, gratuitamente. Possono facilmente condividere questi dati con altri professionisti sanitari negli Stati membri e tra tutti gli Stati membri per migliorare l’erogazione dell’assistenza sanitaria. I cittadini avranno il pieno controllo dei propri dati e potranno aggiungere informazioni, correggere dati errati, limitare l’accesso ad altri e ottenere informazioni su come vengono utilizzati i propri dati e per quale scopo.

Gli Stati membri garantiranno che i riepiloghi dei pazienti, le prescrizioni elettroniche, le immagini ei referti delle immagini, i risultati di laboratorio, i referti delle dimissioni siano pubblicati e accettati in un formato europeo comune.

Interoperabilità e sicurezza diventeranno requisiti obbligatori. I produttori di sistemi di cartelle cliniche elettroniche dovranno certificare la conformità a questi standard. Per garantire che i diritti dei cittadini siano salvaguardati, tutti gli Stati membri devono nominare le autorità sanitarie digitali. Queste autorità parteciperanno all’infrastruttura digitale transfrontaliera ( MyHealth@EU ) che aiuterà i pazienti a condividere i propri dati oltre confine.

APPROFONDIMENTI.

Comunicazione Uno spazio europeo dei dati sanitari: sfruttare il potere dei dati sanitari per le persone, i pazienti e l’innovazione

Proposta di regolamento sullo spazio europeo dei dati sanitari

Scheda informativa

Strategia sui dati del 19 febbraio 2020

Pagina web Spazio europeo dei dati sanitari
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