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A Kiev sono stati firmati nei giorni scorsi due accordi di cooperazione tra Commissione europea ed Ucraina nell’ambito del sostegno dell’UE all’Ucraina.

Dopo aver incontrato il ministro dell’Istruzione e della scienza dell’Ucraina, Oksen Lisovyi, il vicepresidente della Commissione Schinas e il ministro Lisovyi hanno firmato congiuntamente un accordo per la cooperazione in materia di istruzione tra la Commissione europea e il ministero dell’Istruzione e della scienza dell’Ucraina. Entrambe le parti hanno convenuto di rafforzare e sviluppare ulteriormente la cooperazione e il dialogo in questo campo.

Attraverso questo accordo, la Commissione europea ha ribadito l’invito permanente alle autorità ucraine a partecipare ai gruppi di lavoro e alle attività di apprendimento tra pari nell’ambito del quadro strategico per lo spazio europeo dell’istruzione. Ciò consentirà all’Ucraina di allinearsi ulteriormente all’acquis dell’UE nel settore dell’istruzione e, tra l’altro, di facilitare il riconoscimento reciproco dei titoli accademici. La Commissione ha inoltre aperto la partecipazione alla rete Eurydice al ministero dell’Istruzione e della scienza dell’Ucraina per ottenere una comprensione più approfondita dei rispettivi sistemi educativi e della loro cooperazione nel settore dell’istruzione.

Il vicepresidente Schinas ha incoraggiato gli ucraini a sfruttare appieno le opportunità offerte loro attraverso il programma Erasmus+, dalla cooperazione rafforzata tra le scuole al potenziale delle piattaforme online della Commissione sull’istruzione, in particolare eTwinning , la comunità online di insegnanti ed educatori europei. La Commissione ha inoltre accolto con favore gli ulteriori sforzi dell’Ucraina per incoraggiare la scolarizzazione negli Stati membri dell’UE.

Inoltre, il vicepresidente ha anche annunciato l’estensione della partecipazione dell’Ucraina al programma faro Erasmus+ dell’UE. La Commissione offre alle organizzazioni ucraine la possibilità di partecipare, a partire dal 2024, a progetti di cooperazione internazionale nel quadro delle azioni di sviluppo delle capacità Erasmus+ nel settore della gioventù e dello sport.

Il vicepresidente Schinas e il ministro della Salute ucraino, Viktor Liashko, hanno firmato congiuntamente un accordo per la cooperazione in materia sanitaria tra la Commissione europea e il ministero della Salute dell’Ucraina. Entrambe le parti hanno convenuto di rafforzare e sviluppare ulteriormente la cooperazione e il dialogo in questo campo.

L’aggressione russa contro l’Ucraina ha avuto conseguenze devastanti per la salute di migliaia di persone, distruggendo strutture sanitarie e sistemi sanitari vitali. Attraverso questo accordo, la Commissione ribadisce il costante sostegno al sistema sanitario ucraino, nonché a coloro che devono lasciare il paese. Nell’ambito del sistema MEDEVAC dell’UE, più di 2.250 pazienti sono già stati evacuati dall’Ucraina per cure mediche nei paesi dell’UE e del SEE.

Le sei aree di cooperazione dell’accordo odierno sono: la salute mentale, l’accesso all’assistenza sanitaria e la soddisfazione delle esigenze sanitarie dei rifugiati, il ritorno dei pazienti in Ucraina e il rafforzamento del suo sistema di riabilitazione, il potenziamento del lavoro dell’Ucraina sulle malattie rare e il proseguimento dei finanziamenti attraverso il programma EU4Health.
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Il Parlamento europeo ha chiesto agli alleati della NATO di onorare il loro impegno nei confronti dell’Ucraina e di spianare la strada all’invito di adesione all’Alleanza Atlantica.

Nella risoluzione non legislativa adottata nei giorni scorsi, il Parlamento europeo (PE) ha sottolineato di aspettarsi che “il processo di adesione dell’Ucraina sia avviato dopo la fine della guerra e ultimato quanto prima.”

Fino alla piena adesione dell’Ucraina, l’UE, gli Stati membri, gli alleati della NATO e i partner che condividono gli stessi principi dovrebbero collaborare strettamente con l’Ucraina per sviluppare un quadro temporaneo per garantire la sicurezza del Paese, da attuare immediatamente dopo la guerra. L’integrazione dell’Ucraina nella NATO e nell’UE rafforzerebbe la sicurezza regionale e globale e consoliderebbe i legami di cooperazione e i valori condivisi tra l’Ucraina e la comunità euro-atlantica.

Il PE ha condannato con la massima fermezza la distruzione, da parte della Russia, della diga di Kakhovka, avvenuta il 6 giugno, che costituisce un crimine di guerra e ha causato vaste inondazioni, provocando un disastro ambientale e un ecocidio in Ucraina. Tutti i responsabili di crimini di guerra, compresa la distruzione della diga, saranno chiamati a rispondere delle loro azioni conformemente al diritto internazionale.

Il Parlamento europeo ha chiesto un pacchetto UE di misure per la ripresa dell’Ucraina, che sia incentrato sul soccorso, la ricostruzione e la ripresa del Paese nell’immediato e a medio e lungo termine. I deputati europei hanno auspicato che il pacchetto di ripresa sia sostenuto da finanziamenti UE credibili e adeguati. Attendono, quindi, con interesse le proposte della Commissione sulla revisione intermedia dell’attuale Quadro finanziario pluriennale e lo Strumento per la ricostruzione dell’Ucraina, che coprirà il finanziamento degli sforzi di ricostruzione ucraini nei prossimi anni.

Il PE ha sottolineato l’importanza di collegare la ricostruzione dell’Ucraina ai preparativi per l’adesione all’UE e alle riforme interne in corso, ribadendo che le infrastrutture e delle capacità industriali danneggiate dovrebbero essere ricostruite conformemente al principio “ricostruire meglio” e agli obiettivi del Green Deal europeo. Ciò contribuirebbe a promuovere un’economia digitale e senza emissioni di carbonio e a trasformare l’Ucraina in uno Stato sociale e in un’economia di mercato moderni ed europei.

Il Parlamento ribadisce infine il proprio sostegno alla decisione del Consiglio europeo, adottata lo scorso anno, di concedere all’Ucraina lo status di candidato all’adesione all’UE. I deputati confidano in una raccomandazione positiva della Commissione, una volta realizzate le sette tappe indicate nel parere della Commissione. Invitano a definire un percorso chiaro per l’avvio dei negoziati di adesione, che con un sostegno sufficiente potrebbero iniziare già quest’anno.

Per maggiori dettagli, la risoluzione completa sarà disponibile qui
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Il Parlamento europeo (PE) ha adottato la proposta sulla sua composizione che mira ad aumentare il numero di seggi di 11 unità, per un totale di 716, in vista delle elezioni europee del giugno 2024.

Nella relazione approvata nei giorni scorsi il PE chiede che, per riflettere i cambiamenti demografici nell’UE avvenuti dopo le elezioni del 2019, 11 seggi aggiuntivi siano assegnati come segue:

– Spagna +2 [61]

– Paesi Bassi +2 [31]

– Austria +1 [20]

– Danimarca +1 [15]

– Finlandia +1 [15]

– Slovacchia +1 [15]

– Irlanda +1 [14]

– Slovenia +1 [9]

– Lettonia +1 [9]

La composizione del Parlamento viene valutata prima di ogni elezione, in linea con i principi stabiliti dai Trattati (che stabiliscono un massimo di 750 eurodeputati più il Presidente, non meno di 6 e non più di 96 seggi per ogni Paese dell’UE e il principio della “proporzionalità decrescente”), e sulla base dei dati demografici più recenti.

I deputati europei vogliono mantenere una riserva di 28 seggi per i membri che potrebbero essere eletti in una futura circoscrizione elettorale transnazionale, in linea con la proposta del Parlamento sulla legge elettorale dell’UE, che si trova sul tavolo del Consiglio. I deputati avvertono che qualsiasi ulteriore ritardo nei lavori del Consiglio su questa riforma sarebbe contrario al principio di cooperazione leale, poiché la decisione del Consiglio avrebbe un impatto sulle elezioni del Parlamento europeo e appunto sulla sua composizione.

I risultati dell’appello nominale saranno disponibili qui.

Spetta ora al Consiglio europeo adottare una decisione all’unanimità, che richiederà poi l’approvazione del Parlamento. I deputati sottolineano la necessità di procedere rapidamente, per dare agli Stati membri il tempo di apportare le modifiche necessarie in vista delle votazioni del prossimo anno, per cui chiedono di essere immediatamente informati se il Consiglio europeo intende discostarsi dalla proposta presentata.
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Il sistema economico dell’UE necessita di cambiamenti strutturali e deve essere adeguato per diventare più resistente a futuri shock esterni. Principali priorità: migliorare la sua resilienza, efficienza e autonomia strategica.

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) raccomanda di stabilire un criterio della “tripla T verde” per valutare i futuri interventi nel sistema economico dell’UE, in modo che le misure adottate siano indiscutibilmente su misura, mirate e a prova di transizione.

Basandosi sulle raccomandazioni della Banca centrale europea (BCE), il CESE sottolinea che misure sui prezzi non mirate prolungherebbero solo il periodo di inflazione elevata nel lungo periodo. Ritardare la loro graduale eliminazione potrebbe compromettere la capacità della BCE di raggiungere i suoi obiettivi a medio termine, determinando un inasprimento monetario più lungo di quanto sarebbe altrimenti auspicabile.

Secondo il parere del CESE L’impatto della crisi energetica sull’economia europea, l’Unione europea deve andare oltre le risposte fiscali di emergenza e concentrarsi sui cambiamenti strutturali per consentirle di dissociarsi dai combustibili fossili più rapidamente.

Per garantire il suo sviluppo economico regolare e competitivo, l’UE ha bisogno di forniture affidabili e sicure di energia a prezzi accessibili sulla base di un mercato energetico integrato con un’ampia quota di energia pulita, che sia resiliente e in grado di affrontare perturbazioni e shock.

Più in generale, l’UE non dispone di un quadro a lungo termine per finanziamenti solidi per l’attuazione del Green Deal e il CESE chiede un quadro adeguato per sostenere le misure che finanziano la transizione verso un’economia climaticamente neutra in modo semplice ed efficiente.

La crisi energetica ha rivelato e identificato alcune delle sostanziali debolezze e perturbazioni del sistema economico dell’UE. Il suo impatto sulla vita delle persone e sulla prosperità delle imprese è ancora in corso e ciò rende difficile misurare il suo impatto complessivo finale sull’economia.

L’elevata inflazione è stato il fenomeno più visibile della performance economica del 2022, con un effetto a catena su altri elementi del paniere dei consumatori e un forte impatto sui consumi e sui comportamenti.

Anche l’elevatissimo numero di dichiarazioni di fallimento nell’UE dimostra la gravità della situazione. Per molti la situazione è finanziariamente insostenibile e si aggiunge alla situazione già indebolita creata dalla pandemia di COVID-19.
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La Commissione europea ha proposto nei giorni scorsi nuove norme per aiutare i consumatori a fare scelte informate e sostenibili al momento dell’acquisto di telefoni cellulari e cordless e tablet, ai sensi dell’attuale regolamento dell’UE sull’etichettatura energetica. Questa nuova proposta arriva lo stesso giorno dell’approvazione delle misure per rendere questi dispositivi più efficienti dal punto di vista energetico, durevoli e più facili da riparare da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, a seguito di una proposta della Commissione nel novembre 2022, ai sensi del regolamento UE sulla progettazione ecocompatibile.

Queste misure contribuiscono a rendere l’economia dell’UE più circolare, risparmiare energia, ridurre la nostra impronta di carbonio, sostenere modelli di business circolari e offrire ai consumatori i vantaggi del Green Deal europeo.

I telefoni cellulari e i tablet prodotti secondo queste regole risparmieranno ogni anno quasi 14 terawattora di energia primaria entro il 2030. Si tratta di un terzo del consumo di energia primaria di questi prodotti oggi. Le nuove regole contribuiranno anche a ottimizzare l’uso di materie prime critiche ea facilitarne il riciclaggio.

In base al regolamento sull’etichettatura energetica proposto, smartphone e tablet immessi sul mercato dell’UE dovranno visualizzare informazioni sulla loro efficienza energetica, longevità della batteria, protezione da polvere e acqua e resistenza a cadute accidentali . Questa è anche la prima volta che un prodotto immesso sul mercato dell’UE dovrà mostrare un punteggio di riparabilità . Ciò aiuterà i consumatori dell’UE a fare scelte di acquisto più informate e sostenibili e a incoraggiare il consumo sostenibile.

I nuovi prodotti utilizzeranno le già note etichette energetiche dell’UE in scala AG e la banca dati europea del registro europeo dei prodotti per le etichette energetiche (EPREL) fornirà ulteriori informazioni sul prodotto.

Queste norme sull’etichettatura energetica saranno ora sottoposte al Parlamento europeo e al Consiglio per un periodo di esame di due mesi, dopodiché saranno formalmente adottate se non vi saranno obiezioni al testo da parte dei colegislatori.

Per allineare l’entrata in vigore di questi due atti legislativi riguardanti la stessa categoria di prodotti, la loro pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale avverrà lo stesso giorno, dopo l’adozione delle norme sull’etichettatura energetica.

Dopo la loro entrata in vigore, entrambe le proposte prevedono un periodo di transizione di 21 mesi prima che i requisiti diventino applicabili.
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Nell’UE, il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni si è attestato al 75,3% nel primo trimestre del 2023, con un aumento di 0,5 punti percentuali (pp) rispetto al quarto trimestre del 2022. Lo rende noto il sito di Eurostat, l’ufficio statistiche dell’unione europea.

La debolezza del mercato del lavoro – che comprende coloro con esigenze occupazionali insoddisfatte, gran parte delle quali comprende persone disoccupate – ammontava all’11,3% della forza lavoro allargata di età compresa tra 20 e 64 anni nel primo trimestre del 2023 (-0,1 punti percentuali rispetto al quarto trimestre del 2022).

Le variazioni del tasso di occupazione tra il quarto trimestre del 2022 e il primo trimestre del 2023 variavano tra i paesi dell’UE per i quali erano disponibili i dati. Gli aumenti più elevati sono stati registrati in Bulgaria (+2,8 pp), Croazia (+2,0 pp) e Cipro (+1,1 pp).

Mentre l’occupazione è aumentata in 19 paesi dell’UE, è rimasta stabile in Lettonia e Finlandia ed è diminuita in 5 paesi dell’UE, con le diminuzioni maggiori registrate in Slovenia (-1,6 punti percentuali), Lituania (-1,0 punti percentuali) e Malta (-0,3 punti percentuali).

Maggiori informazioni

Articolo Eurostat sul mercato del lavoro dell’UE – statistiche trimestrali

Sezione tematica Eurostat sull’indagine sulla forza lavoro dell’UE

Banca dati Eurostat sull’indagine sulla forza lavoro dell’UE
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La Commissione europea in un comunicato stampa avverte di aver avviato nei giorni scorsi una consultazione pubblica per raccogliere il parere dei cittadini e delle parti interessate riguardo alla direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (direttiva RAEE). La Commissione si servirà delle opinioni raccolte per valutare la pertinenza della direttiva RAEE, adottata per la prima volta nel 2002 e riveduta nel 2012, rispetto alle nuove sfide, quali l’accesso alle materie prime essenziali, l’aumento dei consumi e la digitalizzazione.

La Commissione chiede pareri sull’individuazione delle apparecchiature contenenti materie prime critiche e sulle pratiche di riciclaggio esistenti per queste materie. La valutazione permetterà inoltre di individuare le carenze nell’attuazione e nel rispetto della direttiva. In base ai risultati, la Commissione potrebbe valutare di rivedere la direttiva.

I flussi di rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche sono tra quelli a crescita più rapida nell’UE e nel mondo. Se non adeguatamente trattati, sono pericolosi e possono avere gravi conseguenze per la salute umana e l’ambiente. D’altra parte, questo tipo di rifiuti contiene materie prime preziose e indispensabili, il cui recupero è fondamentale per favorire un’economia più circolare e rafforzare l’autonomia strategica dell’UE.

La consultazione resterà aperta fino al 22 settembre 2023
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