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Se si è un’autorità urbana di piccole e medie città interessata ad esplorare i principi fondamentali dell’approccio integrato e basato sul luogo allo sviluppo urbano; se si ha bisogno di supporto per costruire progetti di sviluppo urbano sostenibile innovativi e integrati utilizzando i fondi della politica di coesione, la DG sviluppo regionale e urbano dell’UE invita a partecipare all’evento European Urban Initiative a Lubiana il 4 e 5 luglio 2023.

Durante i due giorni dell’evento, tra sessioni plenarie, workshop e visite di studio, si potrà:

Esplorare i quattro principi fondamentali dell’approccio integrato e basato sul luogo allo sviluppo urbano: governance basata sul luogo, partecipativa, multilivello, sviluppo intersettoriale.

Discutere pratiche e approcci innovativi nello sviluppo urbano sostenibile attraverso casi di studio.

Costruire una pipeline di progetti SUD innovativi e integrati utilizzando i fondi della politica di coesione: con particolare attenzione al partenariato locale, coordinando la sequenza temporale dei cicli di vita del progetto, collegando i progetti con obiettivi politici più ampi nella città e ottenendo i risultati attesi.

L’evento è aperto alle autorità urbane, alle autorità di gestione e agli operatori urbani delle organizzazioni locali delle parti interessate, delle città piccole e medie all’interno delle regioni meno sviluppate e in transizione.

Ordine del giorno indicativo

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. Questo evento è organizzato in concomitanza con il seminario sui candidati per azioni innovative a Lubiana il 6 luglio.
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In una risoluzione non legislativa, approvata il 14 giugno, il Parlamento europeo (PE) ha affermato che l’UE deve diventare meno dipendente dai Paesi terzi e diversificare l’approvvigionamento delle importazioni di prodotti critici come fertilizzanti, mangimi e materie prime. I deputati europei hanno chiesto un piano di sicurezza alimentare a livello UE basato sulla previsione di scorte alimentari, su una strategia per le proteine e i mangimi, e sul sostegno finanziario ai produttori europei.

Il PE ha proposto una campagna di informazione UE per contrastare lo spreco alimentare, programmi nazionali per la prevenzione alimentare, la collaborazione dei supermercati con le banche alimentari e investimenti in infrastrutture per rendere il trasporto e lo stoccaggio dei prodotti agricoli più sostenibili. Un capitolo specifico sui prodotti alimentari e agricoli dovrebbe far parte di tutti i prossimi accordi commerciali per combattere la concorrenza sleale dei produttori dei Paesi terzi soggetti a una legislazione meno severa.



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La Commissione ha presentato nei giorni scorsi un nuovo pacchetto di misure per costruire e rafforzare le basi del quadro dell’UE per la finanza sostenibile.

La transizione verso un’economia climaticamente neutra e sostenibile entro il 2050 offre nuove opportunità per le imprese e i cittadini in tutta l’UE. Molte aziende e investitori hanno già intrapreso il loro percorso di sostenibilità, come testimonia la dimensione crescente degli investimenti sostenibili. Tuttavia, anche le aziende e gli investitori devono affrontare sfide in questa transizione, soprattutto quando si tratta di rispettare i nuovi obblighi di informativa e rendicontazione.

L’obiettivo del pacchetto, scrive Bruxelles, è pertanto garantire che il quadro finanziario sostenibile dell’UE continui a sostenere le imprese e il settore finanziario, incoraggiando nel contempo il finanziamento privato di progetti e tecnologie di transizione. Nello specifico, oggi la Commissione aggiunge ulteriori attività alla tassonomia dell’UE e propone nuove regole per i fornitori di rating ambientali, sociali e di governance (ESG), che aumenteranno la trasparenza nel mercato degli investimenti sostenibili. Il pacchetto mira a garantire che il quadro per la finanza sostenibile funzioni per le aziende che vogliono investire nella loro transizione verso la sostenibilità. Mira inoltre a rendere più facile l’utilizzo del quadro per la finanza sostenibile, continuando così a contribuire efficacemente agli obiettivi del Green Deal europeo.

Per maggiori informazioni dall’UE

Domande e risposte

Scheda informativa

Testi giuridici
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Il Gruppo di esperti sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) del Consiglio d’Europa ha pubblicato il suo rapporto annuale 2022 che fornisce una panoramica delle sue attività, tra cui incontri, visite di valutazione, rapporti sui paesi e tavole rotonde, nonché della sua cooperazione con gli organismi del Consiglio d’Europa, altre organizzazioni internazionali e la società civile, al fine di prevenire e combattere la tratta di esseri umani.

“L’anno 2022 è stato segnato dall’aggressione militare da parte della Russia contro l’Ucraina, che ha causato il più grande sfollamento di persone in Europa dalla Seconda guerra mondiale”, ha dichiarato la Presidente del GRETA Helga Gayer, sottolineando che “il GRETA ha risposto rilasciando una dichiarazione in cui mette in guardia rispetto al pericolo che le persone in fuga dal conflitto armato in Ucraina cadano vittime della tratta di esseri umani e dello sfruttamento, seguita dall’elaborazione di una nota di orientamento correlata”. Il rapporto del GRETA include un capitolo tematico dedicato alla gestione dei rischi di tratta di esseri umani legati alla guerra in Ucraina, con le misure pratiche che possono essere implementate per ridurli al minimo.

Un altro importante sviluppo nel corso del 2022 è stato l’adozione da parte del Comitato dei Ministri di una nuova raccomandazione per gli Stati membri volta a prevenire e combattere la tratta di esseri umani per scopi di sfruttamento lavorativo. Il rapporto annuale del GRETA esamina la raccomandazione, che si basa sul lavoro di monitoraggio del GRETA ed è integrata con una relazione esplicativa che contiene un insieme completo di misure riguardanti la prevenzione, la protezione, l’azione penale e i partenariati.

I rapporti del GRETA pubblicati nel 2022 indicano una serie di miglioramenti compiuti dagli Stati per rispondere alla tratta di esseri umani. Tuttavia, persistono delle lacune e stanno emergendo nuove sfide, in particolare per quanto riguarda il crescente utilizzo di tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Alcuni problemi nell’attuazione delle raccomandazioni del GRETA sono dovuti alla mancanza di volontà politica, risorse e formazione. Il GRETA indica in particolare il ridotto numero di condanne per tratta di esseri umani, legato a un eccessivo ricorso alle testimonianze delle vittime e al rapido ritorno delle stesse nei paesi d’origine. Inoltre, la mancanza di accesso effettivo al risarcimento per le vittime della tratta è un altro problema evidenziato nel rapporto.

Il GRETA incoraggia gli Stati aderenti alla convenzione di portare avanti la lotta contro la tratta di esseri umani rafforzando le strategie nazionali, le risorse e i partenariati.
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Nel 2022, 95,3 milioni di persone nell’UE (il 22 % della popolazione) erano a rischio di povertà o di esclusione sociale ossia vivevano in famiglie che subivano almeno uno dei tre rischi di povertà e di esclusione sociale: rischio di povertà, grave rischio materiale e sociale privazione e/o vivere in una famiglia con un’intensità di lavoro molto bassa. Il dato è rimasto relativamente stabile rispetto al 2021 (95,4 milioni, il 22% della popolazione).

Lorende noto il sito di Eurostat, l’ufficio statistiche dell’Unione europea.
Le quote di persone a rischio di povertà o esclusione sociale variavano nei paesi dell’UE nel 2022. I valori più elevati sono stati segnalati in Romania (34%), Bulgaria (32%), Grecia e Spagna (entrambi 26%). D’altra parte, le quote più basse sono state registrate nella Repubblica Ceca (12%), Slovenia (13%) e Polonia (16%).

Articolo Eurostat sulle condizioni di vita in Europa – povertà ed esclusione sociale

Articolo Eurostat sulla metodologia delle statistiche dell’UE sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC) – persone a rischio di povertà o di esclusione sociale

Sezione tematica Eurostat su reddito, inclusione sociale e condizioni di vita

Banca dati Eurostat sul reddito e sulle condizioni di vita
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La Commissione europea comunica di aver accolto con favore il 14 giugno l’accordo politico raggiunto ieri tra il Parlamento europeo e il Consiglio che consente la digitalizzazione della procedura di rilascio dei vistiSchengen.Questa digitalizzazione costituisce un elemento chiave della strategia Schengen, presentata dalla Commissione a giugno 2021.



Grazie alla digitalizzazione, le norme concordate renderanno più moderne, semplici e armoniche le procedure di rilascio dei visti non solo per i cittadini di paesi terzi che richiedono il visto, ma anche per gli Stati membri che devono rilasciarlo.

Il regolamento modernizza due aspetti principali della procedura: la digitalizzazione del visto adesivo e delle domande di visto, tramite l’istituzione di una piattaforma europea per le domande di visto online.

Il nuovo regolamento prevede un’unica piattaforma dell’UE per le domande online, in cui i richiedenti possono fare domanda per un visto Schengen online e pagare gli stessi diritti a prescindere dal paese dello spazio Schengen in cui desiderano recarsi.

Le nuove norme includono anche la sostituzione del visto adesivo Schengen con un vistoSchengen digitale (un codice a barre bidimensionale criptato) che si applica anche ai visti per soggiorni di lunga durata.

Il visto sarà rilasciato anche da paesi dell’UE che non applicano ancora pienamente le norme Schengen (Bulgaria, Romania, Cipro).

Gli Stati membri dispongono di un periodo di transizione di 7 anni per aderire alla piattaforma. Il regolamento deve ora essere adottato formalmente dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

Maggiori informazioni sono disponibili nel comunicato stampa online della Commissione europea
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Il 14 giugno, rende noto la Commissione europea, “Fur Free Europe” è diventata la decima iniziativa dei cittadini europei ad avere raccolto oltre un milione di firme, come confermato dagli organizzatori.



Gli organizzatori dell’iniziativa invitano la Commissione a vietare, a livello dell’Unione, la detenzione e l’uccisione di animali per la produzione di pellicce, come anche l’immissione sul mercato dell’Unione di pellicce di allevamento e di prodotti che le contengono.

Nelle prossime settimane la Commissione incontrerà gli organizzatori per discutere in dettaglio dell’iniziativa. Un’audizione pubblica sarà organizzata dal Parlamento europeo. Entro il 14 dicembre 2023 la Commissione dovrà presentare la propria risposta ufficiale illustrando le azioni che intende intraprendere: proporre atti legislativi, adottare altre misure non legislative o non intervenire.

Si tratta della decima iniziativa dei cittadini europei che supera con successo la soglia del milione di firme provenienti da almeno 7 Stati membri, a dimostrazione del fatto che i cittadini europei possono contribuire allo sviluppo di politiche europee.

Ulteriori informazioni sulle altre iniziative dei cittadini europei
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Secondo una nuova indagine Eurobarometro pubblicata il 14 giugno, quattro europei su cinque ritengono che le tecnologie digitali siano sempre più importanti nella vita quotidiana e che l’Europa debba intervenire maggiormente per garantire la riuscita della trasformazione digitale. Ciò conferma la visione e la politica del decennio digitale europeo.

Lo rende noto un comunicato stampa della commissione europea.
Il programma strategico per il decennio digitale stabilisce traguardi e obiettivi comuni per il 2030 sulla base di valori europei comuni. Si concentra su quattro punti cardinali: competenze digitali, infrastrutture digitali, digitalizzazione delle imprese e servizi pubblici digitali. Il programma è accompagnato dalla dichiarazione sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale.

Secondo l’indagine Eurobarometro, il 76% degli europei ritiene che una connettività avanzata e una cibersicurezza più forte miglioreranno notevolmente l’uso quotidiano delle tecnologie digitali. Due terzi degli europei chiedono più istruzione e formazione per sviluppare le competenze digitali. Analogamente, due terzi ritengono che le tecnologie digitali svolgeranno un ruolo importante nella lotta ai cambiamenti climatici. Infine, oltre l’80% ritiene che gli Stati membri debbano collaborare maggiormente per far progredire l’accesso alle tecnologie digitali, stimolare l’innovazione e sviluppare un mercato competitivo.

Per quanto riguarda la trasformazione digitale basata sui valori, solo la metà degli europei ritiene che i diritti e i principi digitali siano adeguatamente tutelati in Europa. Il 36% ritiene che sia necessario fare di più e, per quanto riguarda gli ambienti digitali sicuri e il controllo dei propri dati, meno della metà ritiene che l’attuazione dei diritti e dei principi digitali nel proprio paese sia soddisfacente. In particolare, gli europei sono preoccupati per la protezione di bambini e giovani.

Nel quadro del decennio digitale, i progressi compiuti per conseguire i traguardi e gli obiettivi dell’UE e per attuare i diritti e i principi digitali saranno misurati annualmente. L’analisi prevede anche la presentazione di relazioni sui progetti multinazionali che consentono agli Stati membri di progredire insieme nel settore digitale.

Il testo integrale della relazione Eurobarometro
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