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La Commissione europea informa in un comunicato del 20 giugno che’lultima indagine Eurobarometro sulla cooperazione allo sviluppo mostra un ampio sostegno alla collaborazione con paesi di tutto il mondo.

“La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina non ha sminuito il sostegno dei cittadini al lavoro dell’UE nello sviluppo internazionale”. I risultati confermano una solida tendenza degli ultimi anni, il che significa che la cooperazione con i paesi partner rimane una delle politiche dell’UE più percepite positivamente.

La politica dell’UE sui partenariati internazionali e gli impegni finanziari per sostenerla rimane forte, informa la Commissione: l’UE e i suoi Stati membri rimangono collettivamente il principale donatore mondiale di aiuti pubblici allo sviluppo (APS). L’APS del Team Europe nel 2021 è aumentato del 4,3% rispetto al 2020, da 67,3 miliardi di euro a 70,2 miliardi di euro (sulla base dei dati preliminari 2021 dell’OCSE). In qualità di principale donatore mondiale con il 43% dell’APS globale, Team Europe è saldamente al fianco dei paesi partner, in linea con il sostegno dei cittadini alla cooperazione internazionale.

Con la guerra di aggressione in corso della Russia contro l’Ucraina, la pace e la sicurezza sono chiaramente presenti nel pensiero dei cittadini. Uno dei risultati chiave è la crescente preoccupazione per la pace e la sicurezza, con quattro intervistati su dieci (40%) che pensano che sia la sfida più urgente per il futuro dei paesi partner. Ciò rappresenta un aumento di otto punti percentuali da novembre-dicembre 2020, quando è stata la terza sfida urgente più menzionata.

La seconda sfida più urgente menzionata è la salute (39%), seguita dall’istruzione (37%) e dall’acqua e servizi igienici (30%). Un quarto (25%) ritiene che la crescita economica e l’occupazione siano più urgenti per il futuro dei paesi partner, mentre il 24% menziona la democrazia e i diritti umani e il 23% la sicurezza alimentare e l’agricoltura.

I cittadini continuano a sostenere il lavoro dell’UE con i partner internazionali. L’80% degli intervistati afferma che la lotta alla povertà nei paesi partner dovrebbe essere una delle principali priorità dell’UE, con un aumento di 3 punti rispetto al 2020. C’è anche un ampio sostegno all’UE per affrontare il cambiamento climatico nei paesi partner, con l’89% degli intervistati dicendo che è importante. Ciò dimostra un chiaro sostegno al Green Deal dell’UE, che è alla base del suo lavoro all’interno dell’UE e con i paesi partner.

Il sondaggio di quest’anno ha chiesto specificamente ai cittadini l’importanza di promuovere l’istruzione e la digitalizzazione nei paesi partner.

Oltre nove intervistati su dieci (91%) concordano sul fatto che la promozione dell’istruzione per tutti dovrebbe essere una delle principali priorità dell’azione dell’UE nei paesi partner. Quasi otto su dieci (79%) ritengono importante che l’UE aiuti i paesi partner a passare al digitale.

Le schede informative specifiche per paese nelle lingue nazionali per tutti gli Stati membri dell’UE, le schede informative sui risultati generali dell’UE e i giovani come focus group.
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Un comunicato stampa della Commissione europea informa che nella riunione del 16 giugno, i ministri dell’Occupazione e degli affari sociali dell’UE hanno presentato i loro obiettivi nazionali per realizzare il piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali entro il 2030. La Commissione europea, scrive il comunicato stampa, “accoglie con favore il forte impegno degli Stati membri a rendere l’Europa equa, inclusiva e ricca di opportunità. Con i loro impegni nazionali, gli Stati membri sostengono gli sforzi congiunti per raggiungere i tre obiettivi principali dell’UE in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà”.

Il piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali definisce l’ambizione dell’UE per un’Europa sociale forte che si concentri su posti di lavoro, competenze e inclusione sociale e comprende tre obiettivi sociali a livello dell’UE da raggiungere entro il 2030:

Almeno il 78% delle persone tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un’occupazione.

Almeno il 60% di tutti gli adulti dovrebbe partecipare alla formazione ogni anno.

Il numero delle persone a rischio di povertà o esclusione sociale dovrebbe essere ridotto di almeno 15 milioni, compresi almeno 5 milioni di bambini, rispetto al 2019.

Tutti gli Stati membri si impegnano a raggiungere obiettivi nazionali

Nel piano d’azione, la Commissione ha invitato il Consiglio europeo ad approvare i tre obiettivi principali dell’UE e ha invitato gli Stati membri a definire i propri obiettivi nazionali, come contributo a questo sforzo comune. Tutti gli Stati membri hanno ora presentato proposte per i loro obiettivi nazionali che hanno presentato al Consiglio EPSCO del 16 giugno.

Gli obiettivi nazionali contribuiranno all’ambizione condivisa di raggiungere gli obiettivi principali dell’UE entro il 2030 nei settori dell’occupazione, delle competenze e della riduzione della povertà.

Per maggiori informazioni

Panoramica: obiettivi nazionali che contribuiscono al piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali

Scheda informativa: Piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali

Comunicazione: Piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali

Sito web del piano d’azione
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C184 del 5 maggio pubblica la Risoluzione del Parlamento europeo sulle politiche occupazionali e sociali della zona euro nel 2021.

Il Parlamento europeo sottolinea che, nel contesto dei piani di ripresa e resilienza, a fronte di livelli del debito pubblico che aumentano vertiginosamente e dell’imminente riforma del patto di stabilità e crescita e del processo del semestre, la proposta del Parlamento per l’adozione di un patto per il benessere sostenibile e il progresso sociale che renda obbligatori obiettivi sociali e sostenibili al fine di conseguire gli OSS delle Nazioni Unite sia diventata più pertinente che mai; osserva, a tale proposito, che l’OSS n. 8 sulla crescita sostenibile, l’occupazione e il lavoro dignitoso si è dimostrato un fattore trainante per l’intera Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

L’Assemblea di Strasburgo ritiene che una crescita sostenibile, intelligente e inclusiva debba garantire una politica fiscale sostenibile nel medio termine, e che le politiche sociali ed economiche dell’UE siano improntate al conseguimento di una ripresa duratura che renda “le nostre economie e società più sostenibili, inclusive, resilienti e meglio preparate per le transizioni verde e digitale“; il PE sottolinea, a tale riguardo, che l’attuazione del piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali contribuirà a rafforzare la dimensione sociale di tutte le politiche dell’Unione, garantendo una ripresa inclusiva.

La Risoluzione sottolinea inoltre che una maggiore governance economica e sociale tra gli Stati membri, in particolare in direzione di una maggiore convergenza delle norme fiscali, rappresenterebbe una forza trainante per la ripresa.

Strasburgo sottolinea che un orientamento politico e un approccio di governance che mirino a porre le persone e il loro benessere al centro della politica e del processo decisionale sono fondamentali per il futuro dell’Unione europea; il documento chiede alla Commissione europea di presentare, a tal fine, una proposta completa che specifichi una serie di obiettivi sociali, ecologici ed economici specifici, i quali dovrebbero rispecchiare i pertinenti impegni dell’UE sul piano sia internazionale che interno, compresi quelli derivanti dalla risoluzione del Parlamento europeo del 17 dicembre 2020 su un’Europa sociale forte per transizioni giuste, gli OSS delle Nazioni Unite, l’accordo di Parigi, l’obiettivo della legge europea sul clima di conseguire la neutralità dai gas a effetto serra entro il 2050 e i relativi traguardi intermedi, la Carta europea dei diritti fondamentali e il pilastro europeo dei diritti sociali, nonché l’impegno di eliminare la povertà in Europa entro il 2050 mediante una legge europea contro la povertà.

Il Parlamento concorda con i leader europei sul fatto che, con l’aumento della disoccupazione e delle disuguaglianze a causa della pandemia, è importante incanalare le risorse dove sono maggiormente necessarie in modo da rafforzare le nostre economie e concentrare i nostri sforzi politici sulla parità di accesso a servizi di qualità per migliorare le pari opportunità, sul miglioramento e la creazione di posti di lavoro di qualità, sull’imprenditorialità, sul miglioramento delle competenze e la riqualificazione professionale, nonché sulla riduzione della povertà e dell’esclusione; sottolinea che le risorse straordinarie messe a disposizione per sostenere la ripresa dell’Europa sono un’opportunità che non deve essere sprecata.

Il Parlamento sottolinea l’impatto negativo della crisi COVID-19 sul mercato del lavoro europeo e le conseguenti perdite di posti di lavoro senza precedenti, soprattutto nei settori strategici, così come il conseguente aumento della povertà e le divergenze nel tenore di vita, che colpiscono in particolare i giovani, le donne e i lavoratori in posizioni poco qualificate nonché i lavoratori precari.

Il PE accoglie con favore la proposta della Commissione sul rafforzamento dell’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore mediante la trasparenza delle retribuzioni e meccanismi esecutivi; si compiace per il fatto che la proposta in questione introduca misure vincolanti in materia di trasparenza retributiva; sollecita l’adozione rapida di tali misure al fine di prevenire ulteriori disuguaglianze di genere; invita gli Stati membri e la Commissione a sostenere l’imprenditorialità femminile e ad agevolare l’accesso delle donne ai finanziamenti; invita gli Stati membri a sbloccare con urgenza i negoziati in seno al Consiglio sulla direttiva relativa alla presenza delle donne nei consigli di amministrazione delle società.

Nella Risoluzione si sottolinea tra l’altro l’importanza di garantire che i lavoratori nell’UE siano tutelati mediante salari minimi adeguati definiti per legge o dai contratti collettivi, in linea con le consuetudini e le pratiche nazionali, che assicurino loro un tenore di vita dignitoso a prescindere dal luogo di lavoro; si compiace, a tal proposito, della proposta di direttiva della Commissione europea relativa a salari minimi adeguati nell’Unione europea, che mira ad aumentare la copertura della contrattazione collettiva, a combattere la povertà lavorativa e ad accrescere la convergenza sociale verso l’alto.

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