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Nelle Conclusioni del Consiglio dell’Unione europea e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio sul tema «Lo sport e l’attività fisica: strumenti promettenti per trasformare i comportamenti a favore di uno sviluppo sostenibile» pubblicate dalla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C170 del 2 aprile si sottolinea come “Lo sport offre importanti occasioni di apprendimento informale e non formale ed è quindi un potente strumento per mettere in rilievo comportamenti esemplari e, di conseguenza, diffondere la responsabilità sociale, consentendo il coinvolgimento di tutti, in particolare dei giovani quali attori del cambiamento. Svolge inoltre una funzione di comunicazione nell’ottica di sensibilizzare i cittadini circa l’importanza di preservare gli ecosistemi, fare un uso armonioso e sostenibile delle risorse naturali e mitigare i cambiamenti climatici”.

Per il Consiglio “l’integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nello sport potrebbe indurre le persone ad aderire allo sport e continuare a praticarlo, in particolare i giovani, in quanto molti di loro mostrano un interesse e un coinvolgimento particolari per tali questioni”.

E’importante ridurre al minimo l’impatto negativo di tutti i tipi di attività sportive sulla biodiversità, sull’ambiente e sulle dinamiche dell’attuale processo di cambiamento climatico. È importante che tutti i portatori di interesse, dagli enti pubblici e privati ai cittadini, siano consapevoli della loro responsabilità individuale e collettiva, nonché delle conseguenze delle loro azioni nella pratica o nell’organizzazione delle attività sportive.

Per il Consiglio dell’Unione è “opportuno assicurare che il settore dello sport contribuisca agli obiettivi climatici e ambientali dell’Unione europea fissati nel Green Deal europeo. A tal fine, sono necessari vari tipi di sostegno per consentire al settore dello sport di effettuare la transizione verso pratiche più responsabili”.

Per costruire una società inclusiva e sana, continua il Consiglio, è essenziale consentire a ogni individuo di praticare regolarmente lo sport e l’attività fisica in un ambiente sano e sicuro, indipendentemente dall’età, dal genere, dalle condizioni mentali e fisiche, dal contesto socioeconomico o dall’origine geografica.

Per questo, il Consiglio invita gli Stati membri dell’Unione ad allineare e coordinare le politiche e le strategie pubbliche riguardanti lo sport con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e con i traguardi ad essi associati.

Inoltre per il Consiglio occorre “fornire ai cittadini l’accesso a pratiche ed eventi sportivi sicuri, inclusivi e sostenibili secondo le loro esigenze, ad esempio attraverso strutture sportive locali rispettose dell’ambiente, accessibili mediante infrastrutture per la mobilità attiva”.

Si invitano gli Stati membri dell’Unione ad esaminare modalità per dotare le autorità nazionali competenti di strumenti per osservare gli effetti dei cambiamenti climatici sullo sport al fine di elaborare strategie per anticipare, adattare e sostenere gli ecosistemi sportivi che saranno maggiormente influenzati dai cambiamenti climatici nel lungo termine, ad esempio perseguendo la transizione verso pratiche più resilienti e responsabili e avviando un dialogo con il movimento sportivo per sviluppare calendari più adeguati.

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Il Team Europe Partnerships Portal (TEPP) è una nuova piattaforma ufficiale dell’Unione europea che sosterrà i paesi partner nella ricerca di strumenti innovativi ed efficaci per raggiungere i loro obiettivi di sviluppo sostenibile e costruire società inclusive e sostenibili tra tutti gli attori del Team Europe.

Il TEPP è già attivo e pronto per l’uso. Clicca qui per andare al sito.

La piattaforma crea un ponte tra i membri di Team Europe e i paesi partner, supportando l’emergere di partenariati e fornisce informazioni chiave sui fornitori di servizi e competenze di Team Europe disponibili nell’UE. Fornisce inoltre informazioni sull’assistenza disponibile nei settori prioritari dell’UE e include uno strumento di “matchmaking” per riunire domanda e offerta di competenze e assistenza.
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La cronaca dei lavori del 24 mattina di VeniceCitySolutions2030, presentazione delle buone pratiche

“Considero il mondo per quello che è: un palcoscenico dove ciascuno deve recitare la sua parte.”, scriveva Shakespeare nel “Mercante di Venezia”. Così è stato, proprio a Venezia, dove ospiti da tutto il mondo hanno portato il loro contributo specifico su Agenda 2030. Ed ognuno ha contribuito, portando la sua parte. Location prestigiosa dei lavori, la centenaria Università Ca’ Foscari. In contemporanea ai dibattiti e alla presentazione delle buone pratiche, nel cortile dell’università sono esplosi i colori degli SDGs grazie al lavoro dei ragazzi delle scuole e dell’università che hanno attirato l’attenzione di cittadini, turisti ed amministratori locali con grandi palloni a forma di tubi gonfiati d’aria, ognuno con un simbolo di un SDG, che volteggiavano nell’aria con traiettorie imprevedibili e divertenti. Il tutto anche per celebrare la Giornata delle Nazioni Unite, che si celebra ogni anno il 24 ottobre e che ricorda l’entrata in vigore dello Statuto delle Nazioni Unite (24 ottobre 1945).

“Lo scopo di VeniceCitySolutions2030 è quello di portare anche in Italia la discussione su Agenda 2030, e di dare la possibilità agli enti locali italiani di scambiare le loro esperienze a livello internazionale”. Così Carla Rey, il 24 ottobre, nella sessione di apertura, ha sintetizzato l’obiettivo dell’evento. Come città e regioni stiano implementando i 17 SDGs nei loro piani strategici locali? Come riguadagnare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni locali grazie agli SDGs? Le domande che hanno acceso i lavori della mattina del 24 ottobre. Le aspettative di riposte concrete non sono andate deluse: abbiamo infatti ascoltato esperienze italiane ed esperienze internazionali, dal Benin al Camerun, dal Madagascar al Brasile, da Capo Verde al Messico, dal Belgio a Cipro, dalla Spagna alle nostre Regioni, ed esperienze inoltre presentate da comuni italiani e medio-piccoli. “L’obiettivo è di continuare a formare l’allineamento degli SDGs nella pianificazione degli enti locali e regionali, e questa è una delle missioni dell’AICCRE. Inoltre, vogliamo incentivare gli enti locali ad utilizzare gli indicatori ed i target degli SDGs, in modo tale che l’Agenda 2030 non resti un esercizio di retorica ma si concretizzi”, ha sottolineato Carla Rey. Ma c’è anche un fine di consapevolezza politica: far comprendere agli enti locali e regionali il ruolo chiave che essi hanno sia nella definizione della strategia nazionale per l’Agenda 2030, sia nella costruzione del partenariato che l’Agenda 2030 richiede. Per raggiungere però gli obiettivi di sviluppo sostenibile c’è bisogno di una armonia che nasca dai territori, una sinfonia composta da un’orchestra dove vi siano, oltre agli enti locali, il settore privato, il mondo dell’associazionismo, le ONG, il mondo della ricerca e dell’università, le scuole e non in ultimo i cittadini; quest’ultimi devono essere necessariamente coinvolti nella pianificazione strategica locale se vogliamo raggiungere gli obiettivi. Possiamo farlo “creando e riconquistando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, facendoli partecipare a questo processo strategico. Questo consentirà alle istituzioni pubbliche di diventare i garanti per i cittadini di quelli che sono i miglioramenti della qualità della vita della cittadinanza, di uno sviluppo socio-economico sostenibile e della salvaguardia del bene più prezioso che abbiamo, che è il nostro Pianeta. Con questo coinvolgimento noi riusciremo ad avere l’alleanza per Agenda2030”, ha detto ancora la Rey.

I saluti istituzionali all’evento sono stati portati oltre che da Carla Rey, da Diana Lopez Camarazana di UN-Habitat, da Sergio Mercuri, Ministero degli Affari Esteri, ministro plenipotenziario, e da Giovanni Bottalico dell’ASviS. Saluti che hanno messo da parte formalismi, anzi hanno fatto entrare subito nel vivo le questioni, quasi a lanciare sin da subito alla platea un segno di concretezza e delle vie da percorrere: è stata sottolineata nei saluti la necessità di creare alleanza multilivello e l’ importanza della dimensione della governance in Agenda 2030; ribadita più volte la necessità di condivisione totale dei percorsi e che Agenda 2030, per essere realizzata, deve entrare a livello culturale nell’immaginario popolare. Da Venezia governi locali e città lanciano un messaggio politico di unità e condivisione, ha rilanciato Stefano Marta dell’OCSE, moderatore di questa prima giornata: “è dimostrato che 65% di tutti gli obiettivi si raggiunge soltanto coinvolgendo tutti”, Occorre andare oltre l’aspetto nazionale per dare un quadro locale che offra una strategia a livello globale.

Il valore di un’idea sta nel metterla in pratica e di pratiche ne abbiamo ascoltate molte in un contesto, come quello della sessione della presentazione delle buone pratiche del 24 ottobre, dove si percepiva con evidenza un’atmosfera di attenzione e di condivisione: la “volontà comune” che prendeva corpo. Hanno iniziato due regioni italiane, il Veneto e l’Emilia-Romagna, con Ilaria Bramezza, segretario generale, e Paola Gazzolo, assessore all’ambiente. La prima ha messo in evidenza come la Regione stia, per quanto concerne Agenda 2030, “nel pieno del coinvolgimento del territorio, di tutte le istituzioni, di tutte le associazioni, delle imprese, dei giovani”, attraverso anche incontri pubblici. La situazione è migliore rispetto ad altre realtà, ma anche ci sono anche criticità, per esempio rispetto agli SDGs 2 e 15. Turismo sociale ed inclusivo. Economia circolare e Vertical farming “per creare valore aggiunto socio economico e ambientale” in linea con gli SDGs, tra le esperienze che sta portando avanti il Veneto. “Agenda 2030 è il faro delle politiche dell’Emilia Romagna”, ha messo in evidenza Paola Gazzolo. L’Emila è cresciuta significativamente sugli SDGs 4 e 9, soprattutto sull’innovazione. Per quanto concerne le buone prassi: le 2 leggi, del novembre 2015 sull’economia circolare e sul consumo di suolo. In Emilia si sta avviando una stagione di pianificazione “green” per le strategie regionali, per implementare tutti i 17 gol”. Interessante quello che è emerso dalle testimonianza delle rappresentanti delle due Regioni e cioè che è cambiato il modo di fare programmazione, non più settoriale ma in modo integrato. Il che presuppone e lancia una nuova cultura politica. Entrambe inoltre stanno promuovendo un processo di osmosi con tutto il territorio, coinvolgendo tutte le componenti della società civile, delle imprese, delle scuole, etc.

Dall’Italia spostiamoci in Africa: Il sindaco di Nguemelendouka (Camerun) Jean Marie Nguele, ha detto di aver beneficiato di Africities per conoscere Agenda2030. La politica che porta avanti la giovane sindaca camerunense si sta concentrando sulla malnutrizione per migliorare le condizioni di vita dei giovani del proprio comune. Un programma sensibilizza la popolazione, soprattutto i più giovani, sulla malnutrizione, la deforestazione e le energie rinnovabili. Restiamo in Africa ma andiamo 4mila chilometri più a sud, con l’intervento di Hanitra Rasamison, Direttrice del fondo di sviluppo comunale del Madagascar, Paese che “sta usando Agenda2030 per aumentare il governo aperto e combattere la corruzione”. Si sta cercando di integrare le politiche, identificare le priorità e collegare i risultati con gli obiettivi, cercando nel contempo di coinvolgere i cittadini attraverso strutture locali di concertazione.

Tra le priorità della municipalità di Nicosia gli SDGs 1, 8, 11. “La nostra strategia è la localizzazione, connettere SDGs a programmi già esistenti, ha detto Michael Theodoulou, responsabile amministrativo della città cipriota. “Facciamo sempre più sforzi per far capire ai cittadini l’importanza di Agenda 2030” con diverse attività di comunicazione ed incontri pubblici”. A proposito di disaffezione dei cittadini alle istituzioni locali, Joana Balsemao, consigliere comunale di Cascais (Portogallo) ci informa del tasso di astensione alle ultime elezioni comunali che è stato superiore al 50%. Per quanto concerne Agenda 2030 ed il coinvolgimento della popolazione, il Comune portoghese vuole prendere a modello per il futuro una loro recente iniziativa di successo che ha coinvolto tutta la cittadinanza, la società civile e gli artisti. Infatti, occorre utilizzare nuovi strumenti comunicativi ed implementare il budget per Agenda2030, che deve diventare la catalizzatrice delle politiche del territorio. E’ necessario, per la rappresentante portoghese, trovare un equilibrio tra la necessità di soddisfare gli indicatori degli SDGs e la qualità delle iniziative sul territorio.

Nel mio comune cerchiamo di portare gli SDGs nelle strade, all’attenzione di tutti, facendo opere di sensibilizzazione nelle scuole e negli ospedali, ha reso noto Patricia Menezes, dell’ufficio del Sindaco della città di Barcarena (Brasile). La ricetta brasiliana per realizzare gli SDGs e composta da piani a medio e lungo termine, Agenda 2030 nelle politiche delle istituzioni, visione olistica e piani multi-livello. “Non focalizziamoci su specifici obiettivi ma concentriamoci su quelli comuni, cercando così di dare una visione unica e condivisa.

Utilizziamo gli SDGs per la pianificazione territoriale ma puntando sulla qualità”, è stato il pensiero espresso di Javier Sanchez Cano, direttore generale Cooperazione e sviluppo, Generalitat della Catalunya. Mentre Annick Vandamme, Coordinatrice del dipartimento nord/sud/diversità del Comune di Bruges, punta sulla solidarietà internazionale, sullo sviluppo sostenibile e sulla comunicazione emozionale ai cittadini, visto che questi non erano informati sugli SDGs. Per questo è stato utilizzato anche il calcio, coinvolgendo personaggi delle due squadre di football di Bruges. Ottimi esempi di coinvolgimento dei cittadini sono stati quelli italiani di due comuni italiani, uno medio ed uno piccolo: Verona e Capaci, in provincia di Palermo. Nella città veneta è stato realizzato uno strumento, un regolamento del 2015, per l’attuazione della sussidiarietà, nato dalla collaborazione con i cittadini, ha informato il vicesegretario generale Giuseppe Baratta. E’ stato chiesto ai cittadini quali fossero i beni comuni sui quali poteva essere più efficace la collaborazione tra cittadini ed amministrazione comunale. Ne sono scaturiti 25 patti di sussidiarietà su diverse tematiche, dalla tutela dei beni comuni, sia materiali (come la cura di un parco o di una strada), che immateriali (lo sviluppo delle relazioni o cultura della legalità). Interessante anche il coinvolgimento attivo dei giovani (14-19 anni) che si sono messi all’opera in città, insieme alle associazioni, per individuare gli spazi pubblici da rigenerare. Il Sindaco di Capaci Pietro Puccio aveva messo al centro della sua campagna elettorale (circa un anno fa) i temi degli obiettivi sostenibili, coinvolgendo soprattutto i giovani ed è stata una scommessa vincente. La comunicazione del suo comune verso i cittadini ha messo in rilievo l’importanza della realizzazione degli SDGs per la qualità della vita quotidiana dei cittadini. Il Comune siciliano è particolarmente attivo, con iniziative e delibere, su alcuni obiettivi, tra i quali il 3 (rendere Capace una città cardioprotetta e il divieto di fumo nelle spiagge di Capaci), il 5 (pieno coinvolgimento delle donne in politica e non solo), e obiettivo 7 (riconvertire in LED tutta l’illuminazione pubblica).

Finisce così la prima parte della giornata del 24 ottobre di VeniceCitySolutions2030. Abbiamo iniziato la cronaca di questa parte di evento citando una frase di Shakespeare e la chiudiamo parafrasandone un’altra, sempre tratta da “Il mercante di Venezia”: come arrivano lontano i raggi di una piccola candela: così splende una buona azione in un mondo pieno di problemi.

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L’AICCRE è presente con uno stand al “Festival delle città: le autonomie locali per l’Italia” organizzato da “Legautonomie”, che si sta svolgendo in questi giorni a Roma (fino al 4 ottobre). L’obiettivo della nostra Associazione è quello di sensibilizzare i numerosi amministratori locali che stanno partecipando al Festival su alcuni temi sui quali l’AICCRE è impegnata da anni sul territorio italiano: si sta chiedendo agli amministratori locali di sottoscrivere la Carta dei Giorni Europei della Solidarietà Locale, divulgando nel contempo gli European Days of Local Solidarity (EDLS), che quest’anno si svolgeranno dal 15 al 30 novembre, ed inoltre si inviteranno gli amministratori locali a promuovere le loro buone pratiche riguarda gli obiettivi di sviluppo sostenibile di Agenda 2030.
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Quattro anni dopo la sottoscrizione di Agenda 2030 da parte di 193 Paesi dell’ONU, è più chiaro che mai che un cambiamento globale richieda un’azione locale. Un nuovo studio del CCRE/CEMR e di PLATFORMA (al quale ha contribuito anche l’AICCRE) “In che modo le associazioni governative locali e regionali danno vita agli Obiettivi di sviluppo sostenibile evidenzia come le città e le regioni stiano portando un respiro internazionale nelle realtà territoriali. Lo studio è il seguito di quello del 2018 intitolato “Obiettivi di sviluppo sostenibile – In che modo le città e le regioni d’Europa stanno assumendo la guida”. Le associazioni degli enti locali e regionali svolgono un ruolo sempre più importante nella localizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs): la loro vicinanza sia con i cittadini che con i diversi livelli di governo è strategica.

Le associazioni inoltre operano a livello internazionale e possono lavorare in modo costruttivo con i comuni e le regioni partner di tutto il mondo su questioni fondamentali come i piani d’azione per il clima, lo sviluppo economico, le politiche di parità di genere, le infrastrutture, l’accesso ai servizi, l’economia circolare, ecc.

Questo studio dimostra tra l’altro la necessità di una partnership multi-stakeholder (che seppur faticosamente sta iniziando a decollare) poiché diventa sempre più evidente che il raggiungimento dell’Agenda 2030 dipenda soprattutto dal coinvolgimento attivo e dal coordinamento di tutti gli attori(settore pubblico, privato e società civile).

Attraverso la cooperazione decentrata, i governi locali e regionali stanno colmando le carenze nazionali, lavorando insieme in tutto il mondo, fornendo reciprocamente capacità, risorse e know-how per far fare costanti progressi al raggiungimento di Agenda 2030.

Gli enti locali e regionali stanno inoltre utilizzando il quadro degli SDGs per migliorare e rafforzare i loro partenariati esistenti e le azioni di cooperazione allo sviluppo, assicurandosi che rimangano coerenti nelle loro parole e azioni. Lo studio contiene anche 10 raccomandazioni che hanno lo scopo di far avanzare una migliore localizzazione degli SDGs. . Per esempio si evidenzia la necessità che i governi locali e regionali, per implementare gli sforzi per il raggiungimento degli SDGs, debbano essere responsabilizzati e disporre di mezzi adeguati.
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L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione che riguarda le persone, il pianeta, la prosperità, il partenariato e la pace sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – O.S.S. – (Sustainable Development Goals, o ‘SDGs’) – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o “traguardi”.
Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile guideranno quindi il mondo sulla strada da percorrere per i prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030, tenendo conto delle diverse realtà nazionali, delle capacità e dei livelli di sviluppo e nel rispetto delle politiche e delle priorità di ogni Stato.
Gli Obiettivi di sviluppo Sostenibile non possono essere raggiunti senza il contributo degli enti locali che ne sono gli attori chiave.
L’Italia sta già adottando una strategia nazionale relativa all’Agenda 2030 per la quale gli enti locali sono chiamati a contribuire.
In questo scenario sia nazionale che internazionale, l’AICCRE sta collaborando alla raccolta delle buone pratiche sul nostro territorio, lavoro importante in quanto viene realizzato per la prima volta in Italia. L’Agenda 2030 tocca tutte le tematiche di cui gli enti locali già si occupano: dall’ambiente, all’immigrazione, all’inclusione sociale, il clima, fino ad arrivare a tutti e 17 gli obiettivi. Non sempre gli amministratori sono a conoscenza che il lavoro che già stanno implementando rientra in alcuni di essi. L’AICCRE quindi chiede la collaborazione dei Sindaci italiani nel descrive la buona pratica realizzata nell’ottica di Obiettivo Sostenibile utilizzando la scheda che può scaricare qui.
L’AICCRE produrrà una pubblicazione dei casi raccolti per promuovere a livello internazionale gli enti locali italiani che si stanno impegnando nel raggiungimento degli obiettivi.
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Su Buone Notizie, il supplemento del Corriere della Sera del 3 settembre, sono state pubblicate due pagine sul primo Report dell’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile di ASviS e Urban@it, nel quale l’AICCRE ha uno spazio importante nel capitolo relativo alle buone pratiche, grazie a due iniziative che hanno sensibilizzato e coinvolto: giovani delle scuole attraverso la mobilitazione degli amministratori locali (il concorso video Fai goal sugli obiettivi); ONG, Associazionismo e società civile con gli European Days of Local Solidarity (Giorni europei della solidarietà locale).
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Il 5 e 6 settembre si è svolto a Kirkenes, in Norvegia, il NoBa meeting 2019, che ha riunito le sezioni del CCRE del nord baltico. Molti gli argomenti in discussione che hanno riguardatoo temi importanti per gli enti locali e regionali, tra i quali, gli SDGs ed Agenda 2030. Per il quinto anno consecutivo è stata invitata ai lavori anche la sezione italiana, l’AICCRE: ha partecipato Carla Rey, Segretario generale. I lavori si sono concentrati sulle strategie locali di città e regioni riguardo soprattutto Agenda 2030 e gli SDGs. “Le Associazioni di enti locali svolgono un ruolo importante per i loro associati, soprattutto ora che i governi locali sono chiamati a contribuire attivamente alle strategie di sviluppo”, ha commentato Carla Rey. Fondamentale quindi “lo scambio di conoscenze e di esperienze tra le varie associazioni, non solo perché uno degli SDGs (il 17) definisce il partenariato”, ma anche perché, “non essendoci ricetti per il successo di Agenda 2030, solo lo scambio di buone pratiche può aiutare gli enti locali ad essere protagonisti dei grandi cambiamenti”.
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