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Lo speciale Eurobarometro pubblicato l’11 luglio esamina in dettaglio le abitudini dei media, la fiducia nelle diverse fonti mediatiche e gli atteggiamenti rispetto alla minaccia della disinformazione.

Lo annuncia il sito del Parlamento europeo.

È la politica nazionale a interessare maggiormente i cittadini (50% degli intervistati), seguita da affari europei e internazionali (46%), alla pari con le notizie locali (47%).

Il 72% degli intervistati ricorda di aver recentemente letto, visto o sentito parlare dell’Unione europea, sui giornali, su Internet, in tv o alla radio. Il 57% ha recentemente letto, visto o sentito parlare del Parlamento europeo.

Questa “memoria mediatica” sulle notizie UE varia tra il 57% in Francia e il 90% in Romania. Per quanto riguarda il PE, la memoria mediatica va dal 39% in Francia all’85% a Malta.

Con il 75%, la televisione si impone come principale fonte di notizie, in particolare tra i cittadini con più di 55 anni. A seguire, con distacco, sono le piattaforme di notizie online (43%), la radio (39%) e i blog e le piattaforme dei social media (26%). La stampa scritta si trova al quinto posto. Giornali e riviste sono la principale fonte di informazione di un intervistato su cinque (21%).

Gli intervistati più giovani, invece, tendono ad accedere alle notizie da blog e piattaforme dei social media (il 46% dei ragazzi tra 15 e 24 anni rispetto al 15% degli over 55).

Sebbene le fonti di informazione tradizionali – in particolare la televisione – siano importanti, l’88% degli intervistati consulta almeno qualche notizia online da smartphone, computer o laptop. Il 43% degli intervistati utilizza il sito web della fonte di notizie (ad esempio il sito web di un giornale) per accedere alle notizie online e il 31% legge articoli o post che appaiono sui social network. L’accesso a post di notizie dai social network è maggiore tra i giovani (il 43% degli intervistati tra i 15 e i 24 anni contro il 24% degli over 55).

Pagare per le notizie online è ancora raro, poiché il 70% di coloro che accedono a notizie online consulta contenuti o servizi di notizie gratuiti.

I cittadini si fidano maggiormente dei media tradizionali come stampa, tv e radio, e della loro presenza online, rispetto alle piattaforme di notizie online e ai social media. Che sia attraverso il loro “canale tradizionale” o online, il 49% degli intervistati ritiene che le stazioni televisive e radiofoniche pubbliche forniscano notizie veritiere, seguite dalla stampa scritta (39%). Le emittenti televisive e radiofoniche private, invece, sono una fonte mediatica di fiducia per il 27% degli intervistati. La Polonia è l’unico paese in cui le emittenti tv e radio private sono considerate la fonte di notizie più affidabile. Allontanandosi ancor più dalle fonti di notizie tradizionali in generale, i cittadini ungheresi mettono al primo posto tra le fonti di notizie più attendibili “persone, gruppi o amici seguiti sui social media”.

Anche la domanda “cosa la farebbe aprire un articolo online?” riporta all’importanza della fiducia. Se per il 54% il fattore decisivo è l’affinità del titolo ai propri interessi, il 37% deve prima fidarsi della fonte che pubblica l’articolo.

Oltre un quarto degli intervistati (28%) ritiene di essere stato molto spesso o spesso esposto alla disinformazione e a notizie false negli ultimi sette giorni. Gli intervistati in Bulgaria sono complessivamente i più propensi a rispondere di essere stati spesso o molto spesso esposti alla disinformazione e alle notizie false negli ultimi sette giorni (55%), mentre nei Paesi Bassi solo il 3% ha ammesso di esserlo “molto spesso” e il 9% “spesso”.

La maggior parte degli intervistati è sicura di saper riconoscere la disinformazione e le notizie false: il 12% si sente “molto sicuro” e il 52% “abbastanza sicuro”. Il livello di fiducia nel distinguere notizie vere e false diminuisce con l’età e aumenta con il livello di istruzione.

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DATI E RELAZIONE ITALIA
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C245 del 8 giugno pubblica le Conclusioni del Consiglio dell’Unione europeavsulla protezione e la sicurezza dei giornalisti e degli altri professionisti dei media.

Nel documento si incoraggia nel quadro dell’attuale forum europeo dei mezzi di informazione, l’organizzazione periodica di discussioni e scambi di migliori pratiche in materia di protezione e sicurezza dei giornalisti e degli altri professionisti dei media, facilitando il dialogo sugli sviluppi pertinenti con i portatori di interessi.

Il Consiglio invita a continuare a valutare i progetti pilota e le azioni preparatorie esistenti a sostegno della libertà e del pluralismo dei media, al fine di ampliarli e renderli a più lungo termine.

Per il Consiglio occorre rafforzare i finanziamenti a favore del giornalismo indipendente e d’inchiesta, che apporta un contributo fondamentale alla vita pubblica e democratica, anche sulla base dell’iniziativa NEWS e ispirandosi, ad esempio, all’esperienza di InvestEU.

Il Consiglio invita a tenere conto della sicurezza online e della libertà di parola dei giornalisti e degli altri professionisti dei media in tutte le iniziative pertinenti derivanti dalla strategia digitale dell’UE.

Per il Consiglio, tra l’altro, è necessario promuovere la sicurezza online e l’empowerment digitale dei giornalisti e degli altri professionisti dei media, in particolare per quanto riguarda le giornaliste, i giornalisti appartenenti a minoranze o a gruppi socialmente emarginati, ad esempio promuovendo la creazione di gruppi di esperti dedicati che raccolgano informazioni e condividano buone pratiche su come affrontare attacchi e minacce online, che potrebbero riunire rappresentanti dei media e autorità di regolamentazione a livello dell’UE o degli Stati membri, funzionari delle autorità di contrasto e funzionari responsabili della cibersicurezza.

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