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Diritti persone LGBTIQ, PE esprime “profonda preoccupazione”

Nella Gazzetta ufficiale C 117 dell’11 marzo è pubblicata una Risoluzione del Parlamento europeo sul tema sui diritti delle persone LGBTIQ nell’UE.

La Risoluzione esprime “profonda preoccupazione per la discriminazione subita dalle famiglie arcobaleno e dai loro figli nell’UE e per il fatto che essi sono privati dei loro diritti in ragione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere o delle caratteristiche sessuali dei genitori o dei partner; invita la Commissione e gli Stati membri a superare tale discriminazione e a rimuovere gli ostacoli che dette persone incontrano nell’esercizio del diritto fondamentale alla libera circolazione all’interno dell’UE”.

Inoltre, si sottolinea la necessità di adoperarsi per garantire il pieno godimento, da parte delle persone LGBTIQ, dei diritti fondamentali in tutti gli Stati membri dell’UE e ricorda che le istituzioni dell’UE e gli Stati membri hanno pertanto il dovere di rispettare e proteggere tali diritti conformemente ai trattati e alla Carta, nonché al diritto internazionale.

La risoluzione parlamentare insiste sulla necessità che l’UE adotti un approccio comune al riconoscimento dei matrimoni e delle unioni tra persone dello stesso sesso; invita in particolare gli Stati membri a introdurre la legislazione pertinente per garantire il pieno rispetto del diritto alla vita privata e familiare senza discriminazioni e la libera circolazione di tutte le famiglie, comprese misure volte a facilitare il riconoscimento del genere legale dei genitori transgender.

Il Parlamento europeo inoltre sostiene l’impegno della Commissione a proporre un’iniziativa legislativa con l’obiettivo di estendere l’elenco dei «reati dell’UE» ai reati generati dall’odio e all’incitamento all’odio, anche quando riguardano le persone LGBTIQ, e supporta la proposta sul riconoscimento reciproco della genitorialità e le eventuali misure a sostegno del riconoscimento reciproco delle unioni tra persone dello stesso fra gli Stati membri; invita le prossime presidenze del Consiglio a inserire tali questioni nelle loro agende.

LA RISOLUZIONE COMPLETA IN ITALIANO

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