La Commissione europea informa in un omunicato stampa di aver accolto con favore l’accordo politico raggiunto nei giorni scorsi tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE sulla modifica della direttiva 2005/35/CE sull’inquinamento provocato dalle navi e sull’introduzione di sanzioni per i reati di inquinamento. I colegislatori hanno deciso di allineare la direttiva alla Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento provocato dalle navi (Marpol) e di estendere il campo di applicazione della direttiva per coprire più tipi di sostanze inquinanti scaricate in mare, come liquami e rifiuti.
Le nuove norme, scrive Bruxelles, miglioreranno la trasparenza rendendo disponibili online le informazioni relative ai reati di inquinamento nei mari europei e alle sanzioni imposte. Inoltre, saranno disponibili online informazioni su come le autorità costiere hanno verificato una potenziale fuoriuscita dopo un allarme tramite sorveglianza satellitare.
L’emendamento chiarisce l’applicazione delle sanzioni amministrative per renderle più efficaci: ad esempio, l’entità dello scarico illegale, il suo impatto sull’ambiente o la capacità finanziaria dell’entità responsabile saranno presi in considerazione quando gli Stati membri imporranno le sanzioni. Ci saranno strumenti e piattaforme più forti per lo scambio di informazioni ed esperienze per le autorità degli Stati membri. Ad esempio, la sorveglianza satellitare dell’inquinamento provocato dalle navi (CleanSeaNet), la banca dati di sorveglianza e condivisione delle informazioni dell’EMSA) sarà migliorata e avrà una migliore risoluzione.
Tutte le nuove misure, assicura Bruxelles, rafforzano l’effetto deterrente e contribuiscono alla prevenzione dell’inquinamento nei mari europei.
L’accordo politico raggiunto deve ora essere adottato formalmente. Una volta completato questo processo da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, le nuove norme saranno pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed entreranno in vigore 20 giorni dopo. Gli Stati membri avranno 30 mesi per recepire la direttiva nel diritto nazionale.