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La cittadinanza europea è una delle conquiste più significative dell’UE. Lo sottolinea un comunicato stampa della Commissione europea. Per celebrare il 30° anniversario della cittadinanza europea, la Commissione europea ha presentato il 6 dicembre un pacchetto di misure volte a rafforzare i diritti di cittadinanza europea in tutta l’Unione. Gli individui che hanno la nazionalità di un paese dell’UE godono di una serie di diritti e benefici distinti dall’essere cittadini di uno specifico Stato membro, compreso il diritto alla libera circolazione, alla protezione consolare e alla partecipazione attiva ai processi democratici.

Il Rapporto 2023 sulla cittadinanza dell’UE pubblicato il 6 dicembre evidenzia i progressi compiuti nel rafforzamento e nella promozione dei diritti di cittadinanza, dei valori comuni e della partecipazione democratica nell’UE dalla pubblicazione dell’ultimo Rapporto sulla cittadinanza nel 2020.

La Commissione propone di modificare le norme stabilite dalla direttiva sulla protezione consolare per proteggere e sostenere i cittadini dell’UE all’estero in tempi di crisi. La presente proposta è stata elaborata in stretta collaborazione con l’Alto Rappresentante, sotto la cui autorità operano il SEAE e le delegazioni dell’UE nei paesi terzi. Nell’ambito del pacchetto la Commissione presenta anche nuovi orientamenti sul diritto alla libera circolazione, una guida di buone pratiche elettorali per i cittadini con disabilità , un compendio delle pratiche di voto elettronico, nonché una guida alla cittadinanza dell’UE .

La Commissione ha adottato anche la sua prima relazione sull’attuazione del regolamento sull’iniziativa cittadina europea e pubblica l’ultimo sondaggio Eurobarometro sulla cittadinanza e la democrazia, incentrato sulla consapevolezza dei cittadini dell’UE riguardo ai propri diritti di cittadinanza.

Relazione sull’attuazione dell’iniziativa dei cittadini europei – Scheda informativa

Rapporto 2023 sulla cittadinanza dell’UE

Nuova proposta di direttiva sulla tutela consolare

Guida al diritto alla libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea e delle loro famiglie

Guida alle buone pratiche elettorali per le persone con disabilità

Guida alla cittadinanza europea
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In occasione della Giornata dei diritti umani, che quest’anno segna il 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, il Presidente del Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa Marc Cools ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Il rispetto dei diritti umani è più che mai necessario per affrontare le complesse sfide delle nostre società. Le autorità locali hanno un ruolo essenziale nella difesa dei diritti umani e nella costruzione di società democratiche, pacifiche e sostenibili.br>
In questa Giornata dei diritti umani, mentre ci avviciniamo al 75° anniversario del Consiglio d’Europa, accolgo con favore il sostegno dato dal Vertice di Reykjavik al ruolo essenziale del Congresso dei poteri locali e regionali nella promozione e protezione dei diritti umani. Quest’anno i leader europei si sono riuniti in occasione dello storico Vertice del Consiglio d’Europa a Reykjavik e hanno adottato la Dichiarazione di Reykjavik per rinnovare la loro determinazione a rimanere uniti attorno ai valori dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto.br>
Questa unità è essenziale, sia al di là che all’interno dei confini statali e a tutti i livelli di governance, se vogliamo riuscire a contrastare le complesse sfide comuni ai diritti umani e allo Stato di diritto in Europa. I diritti umani e lo Stato di diritto non possono prevalere se non sono garantiti a livello locale”.
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Tra le proposte approvate recentemente dal Parlamento europeo (PE)figurano quelle per rafforzare la dimensione democratica delle elezioni del 2024 e quelle relative al sistema dei candidati capilista.

Nel testo della risoluzione parlamentare si chiede l’introduzione di misure per aumentare l’affluenza alle urne delle elezioni del 6-9 giugno 2024 e superare così il record registrato alle elezioni del 2019. L’attenzione del Parlamento è ora rivolta a massimizzare l’impatto delle campagne elettorali, alla procedura post-elettorale per la formazione della futura Commissione europea e l’elezione del suo presidente, e a garantire l’effettivo esercizio del diritto al voto da parte di tutti i cittadini.

Il PE auspica che ci sia un legame evidente e credibile tra le preferenze espresse dai cittadini alle urne e l’elezione del presidente della Commissione europea. Secondo le loro proposte, il processo dovrebbe dipendere dal raggiungimento di una maggioranza in Parlamento, in linea con il trattato di Lisbona, mentre si dovrebbe porre fine alla pratica degli accordi a porte chiuse raggiunti in seno al Consiglio europeo. I deputati europeo chiedono pertanto un accordo vincolante tra Parlamento e Consiglio europeo in modo da garantire che i negoziati tra partiti politici e gruppi parlamentari europei per la scelta di un candidato comune prendano avvio subito dopo le elezioni e prima che il Consiglio europeo presenti la sua proposta.

Durante il primo ciclo di negoziati, alla guida del processo dovrebbe esserci il candidato capolista del partito europeo che si è aggiudicato il maggior numero di seggi, se necessario con la partecipazione del presidente del Parlamento europeo. Tra le richieste dei deputati figura inoltre un “accordo legislativo” tra i gruppi e i partiti politici allo scopo di raggiungere una maggioranza in Parlamento, gettare le basi del programma di lavoro della Commissione e garantire che venga dato un seguito adeguato al voto degli elettori.

Il Parlamento di Strasburgo ha anche esortato il Consiglio ad adottare rapidamente la riforma della legge elettorale europea e le nuove norme che disciplinano i partiti politici europei e le fondazioni politiche europee, in modo tale che almeno queste ultime entrino in vigore in tempo per la corsa alle elezioni 2024. Nelle loro campagne elettorali, i partiti politici europei e nazionali dovrebbero attenersi ai valori dell’UE e accordare una maggiore visibilità alla dimensione europea delle elezioni.

Per garantire che tutti i cittadini dell’UE possano esercitare il loro diritto di voto, i Paesi UE dovrebbero introdurre misure che facilitino l’accesso alle informazioni e ai seggi per le persone con disabilità. Il desiderio dei deputati europei è poi quello di incoraggiare la partecipazione di cittadini europei appartenenti a categorie specifiche, ad esempio le persone senza fissa dimora e quelle che risiedono in un altro Stato membro dell’UE o in un paese terzo. Altre raccomandazioni mirano a difendere le elezioni da qualsiasi ingerenza straniera e interna introducendo misure e garanzie più solide contro la disinformazione.

Infine, il Pe ha accolto con favore l’accordo raggiunto dai colegislatori sulle norme relative alla trasparenza e all’orientamento della pubblicità politica e riconoscono l’importante ruolo della campagna di informazione istituzionale del Parlamento nel contribuire al dibattito sulle questioni politiche europee e nell’integrare le campagne dei partiti.

Il testo approvato sarà disponibile qui (cliccare su 23/11/2023)
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In una cerimonia svoltasi il 12 dicembre, il Parlamento europeo ha conferito il Premio Sacharov per la libertà di pensiero 2023 a Jina Mahsa Amini e al movimento “Donna, vita e libertà” in Iran.

A ritirare il Premio, Saleh Nikbakht, accademico e avvocato che rappresenta la famiglia di Jina Mahsa Amini, Afsoon Najafi e Mersedeh Shahinkar, militanti del movimento in difesa dei diritti delle donne iraniane che hanno lasciato l’Iran nel 2023.

In apertura della cerimonia di premiazione, la presidente del PE Roberta Metsola ha dichiarato: “Il premio Sacharov per la libertà di pensiero di quest’anno, assegnato a Jina Masha Amini e al movimento Donna, Vita, Libertà, è un omaggio a tutte le donne, gli uomini e i giovani iraniani, coraggiosi e provocatori, che nonostante le crescenti pressioni, continuano a lottare per i loro diritti e a spingere per il cambiamento. Il Parlamento europeo vi ascolta e vi sostiene. Non siete soli

Jina Mahsa Amini era una donna curda iraniana di 22 anni. È stata arrestata dalla polizia a Teheran il 13 settembre 2022 per aver ignorato le rigide leggi iraniane sull’uso del velo, ed è morta in ospedale tre giorni dopo a seguito di abusi fisici subiti durante la detenzione. La sua morte ha scatenato massicce proteste guidate da donne in Iran. Con lo slogan “Donna, vita e libertà”, hanno protestato contro la legge dell’hijab e altre leggi discriminatorie.

L’8 dicembre 2023, mentre stavano per imbarcarsi per la Francia per partecipare alla cerimonia, i genitori e il fratello di Jina Mahsa Amini sono stati fermati all’aeroporto di Teheran dalle autorità iraniane e i loro passaporti sono stati confiscati. Sono ora soggetti a un divieto di viaggio. Sabato, Roberta Metsola ha invitato “il regime iraniano a revocare la sua decisione”.

La famiglia era rappresentata a Strasburgo dall’avvocato Saleh Nikbakht, che durante la cerimonia ha letto un messaggio della madre di Jina Mahsa Amini, Mozhgan Eftekhari: “Il dolore di Jina è eterno per me, ed è imperituro per le persone di tutto il mondo. Credo fermamente che il suo nome, accanto a quello di Giovanna d’Arco, rimarrà un simbolo di libertà. Dal luogo di nascita dell’eterna Jina, vi trasmetto l’infinita gratitudine mia e della mia famiglia e mi auguro che la vostra scelta sia ferma e orgogliosa. Speriamo che nessuna voce abbia paura di pronunciare la libertà”.

E’ possibile rivedere la cerimonia qui.
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Le azioni Jean Monnet consentono agli insegnanti e agli istituti di formazione degli insegnanti di richiedere finanziamenti per sviluppare materiali didattici sull’UE.

Il nuovo bando Jean Monnet è stato lanciato nell’ambito della  Guida al programma Erasmus+ 2024, dove si possono trovare trovare tutti i dettagli, nonché il modulo di domanda e i criteri di ammissibilità.

Le azioni Jean Monnet sono accessibili agli insegnanti delle scuole primarie e secondarie nei paesi del programma Erasmus+ e mirano ad aiutare gli educatori a sensibilizzare l’opinione pubblica sui valori comuni dell’UE.

Si può trarre ispirazione dalle attività di altre scuole già finanziate dalle azioni Jean Monnet.

Le proposte devono essere inviate entro il 1 febbraio 2024.
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Mentre la Convenzione di Berna sulla conservazione della vita selvatica e degli habitat naturali in Europa si appresta a celebrare il suo 45° anniversario nel 2024, il suo Comitato permanente ha adottato un nuovo piano strategico per guidare i progressi verso gli obiettivi di conservazione della natura da raggiungere entro il 2030. Il piano è uno strumento pratico volto a mobilitare sostegno, favorire progressi e valutare i risultati, che ruota attorno a quattro obiettivi e 11 traguardi. Stabilisce le principali linee d’azione e definisce gli indicatori per misurare i progressi compiuti.

Il piano strategico fa seguito all’adozione nel 2021 da parte del Comitato della Visione per la Convenzione di Berna fino al 2030 e dei suoi obiettivi:

L’estensione, la connettività, l’integrità e la resilienza degli ecosistemi naturali e seminaturali sono aumentate, in particolare grazie ad aree protette e altre efficaci misure di conservazione basate su aree che coprono almeno il 30% delle aree terrestri e marine. Lo stato di conservazione delle specie minacciate è migliorato, l’abbondanza di specie native è aumentata e le estinzioni provocate dalle attività umane sono state arrestate.

I contributi della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali a un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile sono valorizzati, mantenuti e migliorati. Risorse sufficienti sono messe a disposizione e utilizzate per raggiungere tutti gli obiettivi e i traguardi del piano.

Il piano strategico ha lo scopo di facilitare la cooperazione tra le 51 Parti contraenti della Convenzione di Berna (tra cui quattro Stati africani e l’Unione europea) e contribuire a migliorare la biodiversità in Europa e altrove entro il 2030. Insieme al piano strategico, è stata inoltre adottata una raccomandazione per guidarne l’attuazione, anche attraverso esami a metà e fine percorso. Nel 2024 verrà inoltre istituito un gruppo di lavoro composto dalle Parti contraenti e da organizzazioni osservatrici per supervisionare la realizzazione del piano.

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Cinque film che hanno ricevuto il sostegno dell’UE si sono aggiudicati sette premi agli European Film Awards di quest’anno.

Lo rende noto la Commissione europea in un comunicato.

I vincitori della 36a edizione degli European Film Awards, svoltasi a Berlino, sono stati annunciati durante la cerimonia di premiazione tenutasi il 9 dicembre 2023. I vincitori che hanno ricevuto finanziamenti dall’UE sono: Bastarden (The Promised Land) di Nikolaj Arcel per migliore cinematografia, migliori costumi e miglior attore a Mads Mikkelsen; Savvusanna sõsarad (Smoke Sauna Sisterhood) di Anna Hints per il miglior documentario; Robot Dreams di Pablo Berger per il miglior lungometraggio; Club Zero di Jessica Hausner per la migliore colonna sonora originale; e La Chimera di Alice Rohrwacher per la migliore scenografia.

L’UE, informa Bruelles, ha sostenuto lo sviluppo e la distribuzione di tali opere mediante il programma MEDIA di Europa creativa.
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L’Associazione delle città ucraine (AUC) ha riunito più di 350 sindaci ucraini al XVII Forum municipale organizzato nei giorni scorsi a Kiev. Il Forum funge da piattaforma di scambio tra sindaci, membri dell’AUC e rappresentanti del Governo.

“Come leader del cambiamento, siete un pilastro della resilienza dell’Ucraina”, ha sottolineato il Segretario generale del Congresso Mathieu Mori durante la sessione di apertura. Ha elogiato l’impegno delle autorità locali verso la trasparenza, la responsabilità e la partecipazione dei cittadini, anche in tempi di guerra.

Il presidente dell’Associazione delle città ucraine, il sindaco Vitali Klitschko, ha sottolineato il ruolo chiave svolto da coloro “che continuano a sviluppare un governo aperto, che lavorano insieme ai cittadini e forniscono servizi nelle comunità sotto la legge marziale. La guerra non è un motivo per smettere di sviluppare e attuare i cambiamenti necessari”.

Il portavoce tematico del Congresso su Etica e prevenzione della corruzione Vladimir Prebilič, Slovenia (SOC/G/PD), ha sottolineato come i principi di governo aperto aiutano ad approfondire la fiducia nelle istituzioni pubbliche locali. Lui ha riaffermato la disponibilità del Congresso a sostenere l’AUC e le autorità locali ucraine nella localizzazione degli impegni di governo aperto.

Dieci comuni ucraini hanno ricevuto un premio per la loro resilienza, a seguito del primo concorso nazionale dell’AUC sul governo aperto. La seconda edizione è stata lanciata congiuntamente dall’UAC e dal Congresso, come incentivo a diffondere e promuovere ulteriormente processi di co-creazione per un processo decisionale locale inclusivo.

Il Forum è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione delle città ucraine nell’ambito del progetto “ Rafforzare la governance multilivello, la democrazia e i diritti umani a livello locale in Ucraina ” attuato dal Congresso dei poteri locali e regionali nell’ambito del Piano d’azione del Consiglio d’Europa per Ucraina “Resilienza, ripresa e ricostruzione” per il periodo 2023-2026 . Il progetto mira a rafforzare il dialogo, il partenariato e la consultazione tra i diversi livelli di governo; rafforzare la governance collaborativa e la partecipazione dei cittadini in linea con i principi della democrazia locale e del governo aperto; e promuovere e garantire il diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione a livello locale, per la ripresa e la ricostruzione dell’Ucraina.

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