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L’Unione europea ha ratificato il 28 giugno la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (STCE n. 210), nota come “Convenzione di Istanbul”. In una cerimonia tenutasi al Palais de l’Europe, in presenza della Segretaria generale Marija Pejčinović Burić, l’Ambasciatore Mårten Ehnberg, Rappresentante permanente della Svezia presso il Consiglio d’Europa (Presidenza in carica del Consiglio dell’Unione europea), e Helena Dalli, Commissaria europea per l’uguaglianza, hanno depositato lo strumento di approvazione.

A oggi, il trattato è stato ratificato da 38 parti (37 Stati e l’Unione europea). È stato firmato da tutti gli Stati membri dell’UE e ratificato da 21 (Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Svezia).

Questo trattato storico apre la via all’istituzione di un quadro giuridico a livello paneuropeo al fine di proteggere le donne contro ogni forma di violenza ma anche di prevenire, perseguire ed eliminare la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. La Convenzione stabilisce inoltre uno specifico meccanismo di monitoraggio, il GREVIO, per garantire l’effettiva attuazione delle sue disposizioni.

“La Dichiarazione adottata in occasione del Vertice dei capi di Stato e di governo del Consiglio d’Europa a Reykjavik ha confermato il ruolo pionieristico del Consiglio d’Europa nella lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Con la ratifica da parte dell’Ucraina, del Regno Unito e della Repubblica di Moldova lo scorso anno e ora dell’Unione europea, non ho dubbi che questa tendenza positiva e questo circolo virtuoso continuino. Auspico che gli Stati membri dell’UE che non hanno ancora aderito alla Convenzione siano ora ispirati a farlo”, ha dichiarato la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić.

La Convenzione entrerà in vigore per l’Unione europea il 1° ottobre 2023.
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I ricercatori della DG REGIO, del Centro comune di ricerca e dell’Università Juan Carlos di Madrid hanno affrontato la questione delle condizioni delle foreste in un articolo pubblicato di recente e per farlo hanno utilizzato il sistema di contabilità nazionale delle Nazioni Unite.

I conti nazionali misurano l’attività economica dei paesi, compreso il prodotto interno lordo (PIL). Queste statistiche economiche possono essere integrate con resoconti degli ecosistemi che organizzano e tengono traccia delle informazioni biologiche sugli ecosistemi e mostrano come la natura sostiene l’attività economica. Queste regole di contabilità degli ecosistemi, dal 2021 riconosciute dalle Nazioni Unite come standard statistico internazionale, sono state utilizzate per mappare e valutare la salute delle foreste europee.

Le foreste possono essere analizzate nello stesso modo in cui un medico esamina la salute generale di un paziente. I medici misurano quasi invariabilmente il battito cardiaco e la pressione sanguigna, confrontano le osservazioni con i valori attesi per una persona sana e utilizzano queste informazioni per prendere una decisione sulla salute del paziente. I medici forestali fanno lo stesso, ma evidentemente misurano altre variabili: acqua disponibile, carbonio organico nel suolo, uccelli, copertura arborea, produttività forestale, connettività con altre foreste e naturalità. Presi insieme, questi indicatori forniscono una lista completa di controllo sulla salute delle foreste. Alla condizione delle foreste viene quindi assegnato un valore compreso tra 0 e 1, dove 0 indica una foresta degradata e 1 indica una foresta naturale, primaria o protetta.

Le valutazioni sulla salute delle foreste mostrano che le foreste europee sono produttive e ben collegate ad altre foreste o aree naturali. Ma mantengono livelli troppo bassi di carbonio organico nei loro suoli e troppo poche specie di uccelli minacciate sui loro alberi. Le foreste nella regione mediterranea e nella pianura atlantica che si estende dalla Francia alla Danimarca stanno peggio di altre foreste in Europa. Le foreste che ricoprono le montagne sono spesso nelle migliori condizioni.

Lo sviluppo di mappe e resoconti che descrivono la condizione delle foreste è utile per sostenere gli obiettivi della politica di coesione, in particolare l’obiettivo di un’Europa più verde e a basse emissioni di carbonio. La protezione e il ripristino delle foreste sono ancora trascurate come soluzione per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Nell’ambito dei programmi della politica di coesione per il periodo 2021-2027, sono previsti investimenti per oltre 22 miliardi di EUR in azioni a favore della biodiversità, di cui circa 16,8 miliardi di EUR sono finanziamenti dell’UE. I conti forestali possono aiutare gli Stati membri a decidere dove investire nel ripristino degli ecosistemi forestali degradati.
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La Commissione europea rende noto di aver accolto con favore l’accordo politico provvisorio del Parlamento europeo e del Consiglio dell’UE sugli elementi chiave della proposta di quadro giuridico per un’identità digitale europea . L’elemento innovativo centrale di questo framework è un portafoglio digitale personale sotto forma di un’app mobile sicura e conveniente. Ciò consentirà a tutti i cittadini, i residenti e le imprese dell’UE di avere un accesso affidabile ai servizi online pubblici e privati ​​in tutta Europa.

Il portafoglio di identità digitale dell’UE, scrive la Commissione, rivoluzionerà l’identificazione digitale dando agli europei il controllo sui propri dati personali con la piena comodità delle app mobili. Potranno utilizzare i servizi online e fornire le credenziali di identità nel pieno controllo dei propri dati personali.

La Commissione comunica chevsta già investendo 46 milioni di euro del programma Europa digitale in quattro progetti pilota su larga scala per testare il portafoglio di identità digitale dell’UE in una serie di casi d’uso quotidiani, tra cui la patente di guida mobile, la sanità elettronica, i pagamenti e l’istruzione e la professione titoli di studio. I progetti pilota sono iniziati il ​​1° aprile 2023 e contribuiranno a migliorare le specifiche tecniche del portafoglio.

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La Commissione europea e l’alto rappresentante hanno adottato il 28 giugno una comunicazione congiunta che illustra come l’UE affronterà il crescente impatto del cambiamento climatico e del degrado ambientale nei settori della pace, della sicurezza e della difesa .

Gli estremi climatici ricorrenti, l’innalzamento delle temperature e del livello del mare, la desertificazione, la scarsità d’acqua, le minacce alla biodiversità, l’inquinamento e la contaminazione ambientale stanno minacciando la salute e il benessere dell’umanità e possono creare maggiori sfollamenti, movimenti migratori, pandemie, disordini sociali, instabilità e persino conflitti . Le forze armate europee devono inoltre far fronte alle mutevoli e difficili condizioni operative dovute ai cambiamenti climatici. Queste nuove minacce hanno già spinto alleati e partner ad aggiornare anche le loro politiche.

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Le parti sociali del settore del governo locale e regionale si sono riunite di recente a Cagliari per la conferenza inaugurale del progetto finanziato dall’UE “Local, Social, Digital”. L’iniziativa è guidata congiuntamente dal Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa (CEMR) e dalla Federazione europea dei sindacati dei servizi pubblici (EPSU). Mira a migliorare la capacità delle parti sociali nazionali facilitando lo scambio di informazioni e conoscenze, compresi esempi di buone pratiche, competenze tecniche e pianificazione delle politiche, nel contesto della trasformazione digitale del settore pubblico dell’UE. Lo rende noto il sito del CEMR.

La digitalizzazione dei servizi pubblici e dell’amministrazione locale avrà un impatto significativo sulle condizioni di lavoro e sul modo in cui i servizi pubblici vengono erogati nelle amministrazioni locali e regionali. Le parti sociali che rappresentano questi settori hanno un ruolo fondamentale da svolgere nell’accelerare gli sforzi di digitalizzazione e garantire una transizione agevole che migliori le condizioni di lavoro.

Alla conferenza hanno partecipato rappresentanti della direzione generale Occupazione, affari sociali e inclusione della Commissione europea, Eurofound, SGI Europe, la Confederazione europea dei sindacati e parti sociali del settore dell’istruzione.

Fabrizio Rossi, segretario generale del CEMR, ha inaugurato la conferenza e ha delineato la visione dell’organizzazione per la trasformazione digitale del settore pubblico dell’UE. Ha sottolineato l’urgente necessità che i governi locali e regionali guidino iniziative di trasformazione digitale al servizio di tutte le comunità, senza lasciare indietro alcun territorio.

Durante la conferenza, le parti sociali di Italia, Danimarca, Norvegia ed Estonia hanno avuto l’opportunità di mostrare le loro migliori pratiche di contrattazione collettiva relative alla digitalizzazione. Una parte significativa del convegno è stata dedicata all’Italia, dove è stato presentato un recente accordo collettivo sulla digitalizzazione.

I rappresentanti Tatiana Cazzaniga (FP-CGIL) e Jacopo Massaro (Associazione Nazionale Città Italiane) hanno evidenziato i tratti salienti dell’accordo a nome delle parti sociali italiane del settore degli enti locali e regionali. Hanno inoltre sottolineato l’importanza di un maggiore coinvolgimento di entrambe le parti all’interno del Comitato per il dialogo sociale settoriale europeo sui governi locali e regionali.

Nell’ambito del progetto, gli affiliati del CEMR e della FSESP continueranno i loro sforzi di collaborazione nei prossimi due anni per sviluppare linee guida settoriali che supportino la transizione digitale all’interno della pubblica amministrazione locale e regionale.
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 227 del 29 giugno pubblica l’avviso della pubblicazione della Relazione speciale della Corte dei conti europea : «Obiettivi dell’UE in materia di energia e di clima – Gli obiettivi per il 2020 sono stati raggiunti, ma scarsi segnali indicano che le azioni intraprese per conseguire gli obiettivi per il 2030 saranno sufficienti»

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