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Il Consiglio dell’Unione e il Parlamento europeo hanno raggiunto il 14 luglio un accordo provvisorio sul programma strategico per il 2030 “Percorso per il decennio digitale”, volto a garantire che l’UE realizzi i suoi obiettivi per una trasformazione digitale conforme ai suoi valori.

La decisione mira a rafforzare la leadership digitale dell’UE promuovendo politiche digitali inclusive e sostenibili al servizio dei cittadini e delle imprese. A tale scopo, definisce una serie di obiettivi digitali concreti nei settori delle competenze, delle infrastrutture digitali sicure e sostenibili, della trasformazione digitale delle imprese e della digitalizzazione dei servizi pubblici, che l’Unione intende conseguire entro la fine del decennio. Il programma strategico introduce una nuova forma di governance basata sulla cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione europea affinché l’Unione realizzi collettivamente la propria ambizione.

L’accordo provvisorio chiarisce varie definizioni degli obiettivi generali del programma, ponendo l’accento sul rafforzamento dei diritti fondamentali, della trasparenza e della sicurezza nonché sulla promozione delle competenze digitali. La Commissione europea elaborerà traiettorie a livello di UE per ciascuno degli obiettivi digitali dell’UE con la collaborazione degli Stati membri. Questi elaboreranno traiettorie nazionali e tabelle di marcia strategiche per conseguire tali obiettivi fino alla loro revisione, prevista nel 2026. I progressi saranno monitorati sulla base dell’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) e saranno valutati nella relazione annuale della Commissione sullo “stato del decennio digitale”.

Inoltre, il testo chiarisce meglio il concetto di progetti multinazionali, vale a dire progetti su vasta scala che mettono in comune risorse dell’UE, nazionali e private per realizzare progressi che nessuno Stato membro potrebbe compiere da solo.

Il programma strategico agevolerà gli investimenti in settori quali il calcolo ad alte prestazioni, le infrastrutture e i servizi comuni di dati, la blockchain, i processori a basso consumo, lo sviluppo paneuropeo di corridoi 5G, il partenariato ad alta tecnologia per le competenze digitali, l’infrastruttura di comunicazione quantistica sicura e la rete dei centri per la cibersicurezza, la pubblica amministrazione digitale, gli impianti di prova e i poli dell’innovazione digitale. L’accordo provvisorio prevede inoltre un meccanismo di cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione.

L’accordo provvisorio concluso deve ora essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Per quanto riguarda il Consiglio, la presidenza ceca intende presentare al più presto l’accordo al Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) del Consiglio per approvazione.

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma strategico per il 2030 “Percorso per il decennio digitale”
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C270 pubblica il Parere del Comitato europeo delle regioni (CdR) — Parità di genere e cambiamenti climatici: verso l’integrazione della prospettiva di genere nel Green Deal europeo.

Il parere sottolinea che l’integrazione della dimensione di genere — intesa come l’integrazione di una prospettiva di genere nelle fasi di preparazione, concezione, attuazione, monitoraggio e valutazione di politiche, misure normative e programmi di spesa — è uno strumento prezioso per realizzare la parità di genere, e deplora il mancato ricorso a questo strumento.

Il CdR osserva che, sebbene la strategia per la parità di genere 2020-2025 riconosca che le politiche e i programmi nell’ambito del Green Deal europeo «possono incidere in misura diversa sulle donne e sugli uomini», l’annunciata integrazione della prospettiva di genere in tutte le principali iniziative della Commissione non è esplicita e si richiama alla risoluzione del Parlamento europeo sul Green Deal europeo, in cui si «pone in evidenza la necessità di una prospettiva di genere riguardo alle azioni e agli obiettivi del Green Deal, tra cui l’integrazione della dimensione di genere e azioni attente alle questioni di genere» .

Il Comitato afferma che la partecipazione delle donne al processo decisionale in materia di cambiamenti climatici è un altro fattore importante per politiche climatiche più attente alle problematiche di genere ed efficienti; chiede che la partecipazione delle donne sia rafforzata nelle azioni di tutte le istituzioni dell’UE, degli organismi governativi e in generale delle autorità pubbliche a tutti i livelli di governance; e invita il Consiglio a sbloccare la direttiva «Più donne alla guida delle imprese europee».

sottolinea che la ripresa dalla pandemia rappresenta un’opportunità per dare vita a una nuova normalità e riorientare le risorse verso una società climaticamente neutra ed equilibrata dal punto di vista del genere; e incoraggia l’impiego di strumenti per l’integrazione della dimensione di genere nell’attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza, dal momento che tali piani dovrebbero gettare le basi non solo della ripresa, ma anche di una società sostenibile, equa ed egalitaria.

14. Il CdR chiede di potenziare la ricerca al fine di individuare gli ostacoli alla partecipazione al processo decisionale e di esaminare in che modo gli stereotipi di genere incidano sulle tendenze di consumo e gli stili di vita delle persone; e incoraggia l’impiego di modelli quali GAMMA (metodo di valutazione basato sul genere a fini di mitigazione e adattamento) allo scopo di ottenere dati migliori.

Inoltre, il parere ritiene che un approccio attento ad una prospettiva di genere possa rispondere meglio alle esigenze e alle capacità di tutti i cittadini; ricorda che gli enti locali e regionali sono nella posizione migliore per integrare considerazioni sociali nell’azione per il clima, in quanto sono il livello di governo più vicino ai cittadini e svolgono un ruolo cruciale nell’attuazione della legislazione; e sottolinea la necessità che la partecipazione delle donne sia promossa a tutti i livelli istituzionali, a partire da quello europeo.

Il Comitato delle Regioni chiede che il patto europeo per il clima tenga conto di tale approccio basato sul genere per modellare le azioni e le politiche in materia di clima includendovi attività di divulgazione specifiche incentrate sulla sensibilizzazione, l’educazione e la condivisione del sapere in merito alle prospettive di genere.

Il parere sottolinea l’importanza di perseguire una cooperazione trasversale tra le ONG e le altre organizzazioni della società civile impegnate a favore della parità di genere e quelle attive nella difesa dell’ambiente, nonché di realizzare campagne di sensibilizzazione e programmi di formazione comuni.

LA RELAZIONE COMPLETA IN ITALIANO (PDF)
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La Commissione europea rende noto in un comunicato stampa di aver pubblicato il 13 luglio la terza relazione annuale sullo stato di diritto. “Il rapporto si inserisce nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina, che ha ulteriormente messo in evidenza l’importanza di difendere i valori democratici, i diritti umani e lo stato di diritto”.

Il rapporto include una panoramica delle tendenze nell’UE nel suo insieme e 27 capitoli per paese che esaminano gli sviluppi in ciascuno Stato membro dal luglio 2021. La relazione di quest’anno contiene per la prima volta raccomandazioni specifiche rivolte a ciascuno Stato membro e che mirano a incoraggiare gli Stati membri a portare avanti le riforme in corso o pianificate e ad aiutarli a identificare dove sono necessari miglioramenti.

Come nelle precedenti edizioni, precisa Bruxelles, questo rapporto esamina gli sviluppi in quattro aree chiave per lo Stato di diritto: sistemi giudiziari, quadro anticorruzione, pluralismo e libertà dei media e altre questioni istituzionali legate a pesi e contrappesi. La relazione mostra che le riforme dello Stato di diritto hanno continuato a essere attuate in molti Stati membri per affrontare le sfide individuate nelle due edizioni precedenti. Allo stesso tempo, permangono preoccupazioni sistemiche in alcuni Stati membri.

La relazione “fa seguito alle sfide individuate nelle relazioni precedenti, approfondisce la valutazione della Commissione e include osservazioni anche su questioni quali i media di servizio pubblico, l’uso di spyware o l’attuazione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo”.

Principali risultati e raccomandazioni

Riforme della giustizia

Le riforme della giustizia sono rimaste in cima all’agenda politica nell’ultimo anno. Molti Stati membri hanno avviato importanti riforme per rafforzare l’indipendenza della magistratura, come le riforme relative alla composizione e ai poteri dei consigli della magistratura, il miglioramento delle procedure di nomina giudiziaria o il rafforzamento dell’autonomia delle procure. Gli Stati membri hanno inoltre introdotto misure volte a migliorare l’efficienza e la qualità della giustizia, come l’ulteriore digitalizzazione dei sistemi giudiziari e l’agevolazione dell’accesso alla giustizia. Allo stesso tempo, in alcuni Stati membri persistono preoccupazioni strutturali per quanto riguarda l’indipendenza della magistratura. In alcuni Stati membri esistono sfide per quanto riguarda le nomine nei tribunali superiori e per le posizioni di presidente dei tribunali. In altri, esistono preoccupazioni in merito all’indipendenza/autonomia dei servizi di accusa e i procedimenti disciplinari vengono utilizzati per ridurre l’indipendenza della magistratura. Per affrontare questi problemi, le raccomandazioni della Commissione incoraggiano, ad esempio, un maggiore coinvolgimento della magistratura nelle procedure di nomina, una maggiore autonomia delle procure e che gli Stati membri forniscano risorse adeguate ai sistemi giudiziari.

Quadri anticorruzione

L’UE rimane una delle regioni meno corrotte del mondo. Da luglio 2021 molti Stati membri hanno adottato nuove o rivedute strategie anticorruzione esistenti, o sono in procinto di rivederle. Diversi Stati membri hanno allineato i quadri esistenti alle norme internazionali anticorruzione e al diritto dell’UE. La maggior parte degli Stati membri dispone di un’ampia legislazione che fornisce al sistema di giustizia penale gli strumenti necessari per combattere la corruzione. Molti Stati membri hanno adottato misure per aumentare la capacità delle autorità giudiziarie responsabili della lotta alla corruzione attraverso misure quali risorse aggiuntive o formazione supplementare. Tuttavia, la corruzione resta una seria preoccupazione per i cittadini dell’UE. L’Eurobarometro 2022 sulla corruzione mostra, ad esempio, che il 68% di loro ritiene che la corruzione sia diffusa nel proprio Paese. In alcuni Stati membri, le indagini e le azioni penali sui casi di corruzione sono lunghe e mancano ancora sentenze, soprattutto nei casi di alto livello. I funzionari pubblici sono soggetti agli obblighi di divulgazione di beni e interessi in tutti gli Stati membri, ma questi variano per portata, trasparenza e accessibilità delle informazioni divulgate, nonché per livello ed efficacia della verifica e dell’applicazione.

Per quanto riguarda i quadri anticorruzione, la Commissione ha formulato raccomandazioni relative al rafforzamento dei quadri preventivi, ad esempio sulle norme in materia di lobbying e conflitti di interesse, e sulla garanzia di indagini e azioni penali efficaci nei casi di corruzione.

Libertà e pluralismo dei media

Sia la pandemia di COVID-19 che la guerra della Russia contro l’Ucraina hanno dimostrato il ruolo cruciale dei giornalisti nel verificare i fatti e informare i cittadini. Diversi Stati membri hanno adottato, intensificato o stanno valutando misure per migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro dei giornalisti, basandosi sulle recenti iniziative della Commissione. Dall’ultima relazione, diversi Stati membri si sono adoperati per migliorare la trasparenza della proprietà dei media. Permangono preoccupazioni per quanto riguarda la mancanza di trasparenza nella distribuzione della pubblicità statale, il conflitto di interessi e gli ostacoli relativi all’accesso ai documenti pubblici: questi sono alcuni degli aspetti importanti evidenziati nel rapporto che richiedono attenzione. Per la prima volta, il rapporto esamina anche i media del servizio pubblico, riconoscendo il loro ruolo speciale per la società e la democrazia. Sono necessarie misure di salvaguardia per garantire che l’indipendenza dei media di servizio pubblico sia tutelata, che i finanziamenti pubblici siano adeguati e non utilizzati per esercitare pressioni politiche su tali media, come indicato nelle norme europee. I risultati del rapporto si basano su una serie di fonti, tra cui il Media Pluralism Monitor (MPM 2022) , la Piattaforma del Consiglio d’Europa per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti , nonché la Mapping Media Freedom Platform . La Commissione ha formulato una serie di raccomandazioni che riguardano, tra l’altro, l’assegnazione trasparente ed equa della pubblicità statale, la governance indipendente dei media di servizio pubblico e le misure per migliorare la sicurezza dei giornalisti. Il prossimo Media Freedom Act mirerà ad affrontare molte delle questioni individuate nei rapporti sullo stato di diritto.

Controlli e contrappesi istituzionali

Gli Stati membri hanno continuato a migliorare la qualità dei loro processi legislativi, una tendenza rilevata nelle relazioni 2020 e 2021 sullo stato di diritto. Le corti costituzionali continuano a svolgere un ruolo chiave nel sistema di controlli ed equilibri, compreso il controllo delle misure di emergenza, nonché in altri settori come le elezioni. Le istituzioni per i diritti umani, i difensori civici e altre autorità indipendenti hanno visto il loro status ulteriormente rafforzato in alcuni Stati membri. Nella maggior parte degli Stati membri esiste un ambiente favorevole e favorevole alla società civile. Tuttavia, in alcuni Stati membri non esiste ancora un quadro formale per consultare le parti interessate, il che è fonte di preoccupazione, e le organizzazioni della società civile continuano a dover affrontare sfide quali problemi di finanziamento, narrazioni negative e restrizioni al loro spazio operativo. Per la prima volta, la relazione esamina anche l’attuazione da parte degli Stati membri delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. La relazione esamina anche le reazioni dei controlli e dei contrappesi degli Stati membri all’uso dello spyware. Sebbene connesso alla sicurezza nazionale, l’uso di tali strumenti dovrebbe essere soggetto a controlli ed equilibri nazionali. Per affrontare alcune di queste sfide, la Commissione ha formulato raccomandazioni relative, ad esempio, al coinvolgimento delle parti interessate nel processo legislativo, all’istituzione e al funzionamento di istituzioni nazionali accreditate per i diritti umani ea garantire un quadro operativo aperto per la società civile.
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Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha adottato una Raccomandazione rivolta ai suoi 46 Stati membri mirante ad aiutarli a combattere la frode nel settore dell’istruzione.

La raccomandazione è frutto di quattro anni di attività condotte nell’ambito della piattaforma ETINED del Consiglio d’Europa su etica, integrità e trasparenza in materia di istruzione e risponde al bisogno di disporre di un approccio comune europeo in questo campo.

Questo nuovo strumento internazionale si articola intorno a quattro aspetti: prevenzione, perseguimento e repressione dei reati, cooperazione internazionale e monitoraggio. Il testo contiene sei raccomandazioni principali rivolte agli Stati membri del Consiglio d’Europa:

promuovere un’istruzione di qualità, eliminando la frode educativa;

proteggere gli allievi, gli studenti, i ricercatori e il personale di ogni livello del sistema educativo contro le organizzazioni e gli individui che vendono (e pubblicizzano) servizi fraudolenti);

sostenere l’attuazione di misure di prevenzione e di protezione e una cultura delle pari opportunità a tutti i livelli e in ogni settore dell’ istruzione e della formazione e nei percorsi di transizione educativa;

monitorare le evoluzioni tecnologiche che potrebbero favorire nuove forme di frode;

facilitare la cooperazione internazionale in questo settore;

diffondere ampiamente la raccomandazione.

Il testo comprende le definizioni comunemente accettate a livello europeo di frode educativa, plagio e di vari tipi di fornitori di documenti fraudolenti, quali le “fabbriche” di diplomi e lauree, di certificati di accreditamento e di visti e le banche di tesi e dissertazioni.

L’istruzione è intesa in senso lato e tutte le misure contenute nel testo si applicano all’accesso all’istruzione e ai sistemi educativi di ogni livello e forma, online e offline, dall’educazione prescolare all’istruzione superiore, compreso l’insegnamento professionale e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita.

Una delle principali raccomandazioni formulate è quella di ridurre al minimo i messaggi pubblicitari fraudolenti, accentuati e aggravati dall’utilizzo del web e dei social media. La cooperazione internazionale è considerata essenziale in questo campo, per istituire un processo di monitoraggio delle attività fraudolente a livello nazionale e transnazionale e di scambio di informazioni.
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Il 12 settembre 2022 il Centro dell’OCSE per l’imprenditorialità, le PMI, le regioni e le città e la Direzione generale per la politica regionale e urbana della Commissione europea organizzano un incontro sulle transizioni industriali regionali verso la neutralità climatica.

Lo annuncia il sito della DG Politica Regionale della Commissione europea.

Nella transizione verso un’economia climaticamente neutra entro il 2050, alcune industrie manifatturiere dovranno intraprendere trasformazioni particolarmente profonde. Queste trasformazioni, precisa la DG Regio, avranno importanti implicazioni per la produzione, gli investimenti e le infrastrutture per fornire l’accesso all’energia, alle materie prime e ai trasporti a queste industrie in condizioni climaticamente neutre.

Queste attività manifatturiere sono concentrate a livello regionale e l’accesso a infrastrutture “neutre dal punto di vista climatico” sarà diverso da una regione all’altra. Le trasformazioni avranno quindi implicazioni per lo sviluppo regionale e l’occupazione. Possono modificare i requisiti di abilità, ridistribuire i lavori tra sedi e attività. Sebbene le trasformazioni portino sia opportunità che sfide, la perdita di posti di lavoro potrebbe non verificarsi laddove si presentino opportunità.

Il workshop si svolge nel contesto di un progetto finanziato dall’UE con l’obiettivo di aiutare la Direzione generale per la politica regionale e urbana della Commissione europea a dare forma al sostegno per le regioni ad alta intensità di carbonio nell’ambito del Just Transition Fund.

Il personale dell’OCSE, informa la DG, presenterà il proprio lavoro sulle transizioni industriali regionali verso la neutralità climatica. I responsabili politici e gli esperti discuteranno gli aspetti chiave della transizione verso emissioni nette zero entro il 2050 per lo sviluppo regionale e le politiche necessarie per realizzare una transizione equilibrata e giusta a livello regionale. I partecipanti possono indirizzare domande e commenti ai relatori e partecipare alla discussione. L’evento prevede sessioni plenarie e parallele. All’evento sono associati i gruppi di lavoro della piattaforma Just Transition per le regioni ad alta intensità di carbonio.

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Il sito dell’UCLG (United Cities and Local Governments) informa della pubblicazione della sesta edizione del rapporto della Global Taskforce all’HLPF 2022, Verso la localizzazione degli SDG.

Negli ultimi due anni, i governi locali e regionali si sono posizionati come risposta in prima linea alle crisi complesse e interconnesse che le nostre società stanno affrontando. Il ruolo svolto dagli enti locali nel garantire l’accesso universale ai servizi pubblici locali si è rivelato semplicemente essenziale per affrontare l’attuale crisi e per sostenere una giusta ripresa, scrive il sito dell’UCLG

Questo rapporto “fornisce tra l’altro la comprensione più aggiornata e completa degli sforzi che gli enti locali e regionali hanno intrapreso per promuovere la qualità e l’istruzione permanente per tutti (SDG 4), l’uguaglianza di genere (SDG 5), la vita sott’acqua (SDG 14), la vita sulla terra (SDG 15), e le partnership per gli SDGs (SDG 17)”.

IL RAPPORTO IN INGLESE (PDF)
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