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Il Consiglio d’Europa, attraverso il proprio sito, rende noto di aver adottato una serie di linee guida sull’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) nel processo elettorale “volte a garantire l’integrità del processo e a rafforzare così la fiducia dei cittadini nella democrazia”.

Elaborate dal Comitato europeo per la democrazia e la governance (CDDG), le linee guida propongono una serie di requisiti e tutele da introdurre nella legislazione e nelle pratiche degli Stati membri del Consiglio d’Europa relativamente all’utilizzo di ICT nelle varie fasi del processo elettorale.
Le linee guida coprono l’utilizzo di soluzioni ICT da parte o per conto delle autorità elettorali pertinenti, in ogni fase del processo elettorale, ad eccezione del voto e dello scrutinio elettronici che sono coperti dalla Raccomandazione (2017)5 sulle norme relative al voto elettronico.

“Le linee guida, secondo il Consiglio d’Europa, adottano un approccio per la sicurezza sin dalla progettazione e incoraggiano le autorità competenti a trovare un equilibrio tra requisiti quali la fruibilità, l’accessibilità, la trasparenza, la segretezza o la privacy. Elezioni e referendum liberi ed equi sono tra i pilastri della democrazia. L’integrità del processo elettorale è fondamentale per mantenere la fiducia pubblica nella legittimità delle istituzioni democratiche”. Tweet
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Nella Risoluzione del Parlamento europeo sulla promozione della parità tra donne e uomini in materia di istruzione e occupazione nel campo della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (STEM) pubblicata dalla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C67 dell’8 febbraio si ritiene che, “alla luce del notevole divario retributivo di genere nell’UE, delle maggiori probabilità per le donne di ottenere lavori a basso reddito, a tempo parziale e altrimenti precari, della crescente domanda di professionisti in ambito STEM e dell’importanza delle professioni STEM per il futuro dell’economia europea, sia fondamentale incrementare la percentuale di donne nel settore STEM per realizzare i diritti e le potenzialità delle donne e per costruire una società e un’economia più sostenibili e inclusive per mezzo dell’innovazione scientifica, digitale e tecnologica; sottolinea che un alto livello di competenze in ambito STEM è fondamentale per il processo di innovazione nei settori avanzati delle TIC, ad esempio l’IA e la cibersicurezza, e si rivelerà sempre più importante per la competitività dell’UE nei mercati globali; sottolinea pertanto che il pieno potenziale delle competenze, delle conoscenze e delle qualifiche delle donne in tali ambiti può contribuire a rilanciare l’economia europea e a sostenere gli obiettivi definiti in varie politiche dell’UE, in particolare nel Green Deal europeo e nell’agenda digitale.

La Risoluzione quindi pone l’accento sugli stereotipi di genere, sullo scoraggiamento culturale e la mancanza di consapevolezza e di promozione di modelli di ruolo femminili che “ostacolano e incidono negativamente sulle opportunità delle ragazze e delle donne negli studi e nelle carriere in ambito STEM e nell’imprenditoria digitale e rischiano di comportare discriminazione e minori opportunità per le donne nel mercato del lavoro”.

Il documento parlamentare poi invita la Commissione europea e gli Stati membri a tenere in speciale considerazione la situazione delle donne e delle ragazze provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati, come le donne e le ragazze con disabilità o che vivono nelle regioni ultraperiferiche o nelle zone rurali, le donne in condizioni di povertà, le madri sole, le studentesse in situazioni precarie, le migranti e le rom, e a garantire il loro pieno accesso all’istruzione digitale e alle professioni STEM e la loro piena inclusione in tali ambiti al fine di prevenire un ampliamento del divario digitale.

La Risoluzione, tra l’altro, sottolinea che un’istruzione digitale di alta qualità, inclusiva e non discriminatoria deve svolgere un ruolo sostanziale nell’aumentare la presenza delle ragazze e delle donne nei settori legati alle TIC e alle discipline STEM e nell’eliminare il divario digitale di genere; sottolinea che l’istruzione digitale deve dare luogo a una migliore inclusione digitale e alfabetizzazione digitale e assicurare la partecipazione paritaria delle ragazze e delle donne all’era digitale; sottolinea l’importanza di garantire l’integrazione della dimensione di genere nell’istruzione nei campi STEM a tutti i livelli, compresa l’istruzione extracurricolare, informale e non formale, come anche per il personale docente; chiede pertanto strategie specifiche adeguate all’età; incoraggia gli Stati membri a promuovere l’insegnamento delle scienze informatiche nei programmi di studio nazionali e invita gli istituti di istruzione a integrare le materie della robotica, della codificazione, delle TIC e della programmazione in una fase precoce dell’istruzione prescolastica e primaria, al fine di incoraggiare le ragazze e le studentesse ad accedere alla matematica, alla programmazione, alle lezioni su materie TIC e materie scientifiche a scuola.

LA RISOLUZIONE COMPLETA (PDF) IN ITALIANO
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In questi giorni (11-13 febbraio) il quarto gruppo di cittadini europei della Conferenza sul futuro dell’Europa si sta riunendo a Maastricht per discutere e formulare le proprie raccomandazioni.

L’ Istituto Europeo di Pubblica Amministrazione di Maastricht e lo Studio Europa Maastricht stanno ospitando la sessione finale di questo Panel, a cui parteciperanno circa 200 relatori. Si sono incontrati già due volte nel 2021 per discutere di questioni relative a “L’UE nel mondo/migrazione”: a Strasburgo in ottobre e online a novembre.
Durante il loro primo incontro, i relatori hanno stabilito cinque filoni di lavoro: fiducia in se stessi e stabilità; l’UE come partner internazionale; un’UE forte in un mondo pacifico; la migrazione dal punto di vista umano; responsabilità e solidarietà in tutta l’UE.

Nel corso di questo incontro è prevista la finalizzazione delle loro raccomandazioni, che saranno poi discusse nella riunione plenaria della Conferenza dell’11-12 marzo. Puoi trovare tutte le informazioni rilevanti, incluso l’ultimo rapporto sul lavoro del Panel, sulla pagina web dedicata di Panel 4 . La bozza dell’ordine del giorno è disponibile qui .

Come seguire la sessione del Panel Gli incontri principali saranno trasmessi in live streaming sulla piattaforma digitale multilingue della conferenza, nonché sul Centro multimediale del Parlamento (venerdì e domenica), dove saranno disponibili anche le versioni registrate.
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L’ ottava relazione sulla coesione pubblicata in questi giorni dalla Commissione europea “mostra che la politica di coesione ha contribuito a ridurre le disparità territoriali e sociali tra le regioni dell’UE. Grazie al finanziamento della coesione, il PIL pro capite delle regioni meno sviluppate dovrebbe aumentare fino al 5% entro il 2023. Gli stessi investimenti hanno anche sostenuto una riduzione del 3,5% del divario tra il PIL pro capite del 10% delle regioni meno sviluppate e il 10% delle regioni più sviluppate”. Lo rende noto un comunicato stampa della Commissione. La relazione mostra inoltre, continua il comunicato che, grazie alla sua flessibilità, “la politica di coesione ha fornito il sostegno necessario e molto rapido agli Stati membri, alle autorità regionali e locali nel mezzo dei rallentamenti economici e della peggiore crisi degli ultimi tempi”.

I nuovi programmi della politica di coesione 2021-2027 continueranno a investire nelle regioni e nelle persone, in stretto coordinamento con la potenza di fuoco finanziaria del pacchetto NextGenerationEU.

La Commissione europea quindi elenca gli ulteriori risultati principali:
La politica di coesione è diventata una fonte di investimento più importante . Il finanziamento della coesione è cresciuto dall’equivalente del 34% al 52% dell’investimento pubblico totale dal periodo di programmazione 2007-2013 al periodo di programmazione 2014-2020.

Dal 2001, le regioni meno sviluppate dell’Europa orientale stanno recuperando terreno rispetto al resto dell’UE . Allo stesso tempo, tuttavia, molte regioni a reddito medio e meno sviluppate, in particolare nell’UE meridionale e sudoccidentale, hanno sofferto di una stagnazione o di un declino economico.

La convergenza tra gli Stati membri è accelerata , ma sono aumentate le disparità regionali interne all’interno degli Stati membri in rapida crescita.

L’occupazione è in crescita , ma le disparità regionali restano maggiori rispetto a prima del 2008.

Il numero di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale è diminuito di 17 milioni tra il 2012 e il 2019.

Il divario di innovazione regionale in Europa è cresciuto, a causa della mancanza di investimenti in R&S e delle debolezze negli ecosistemi di innovazione delle regioni meno sviluppate.

La popolazione dell’UE sta invecchiando e comincerà a ridursi negli anni a venire. Nel 2020, il 34% della popolazione dell’UE viveva in una regione in diminuzione. Si prevede che raggiungerà il 51% nel 2040.

APPROFONDIMENTI

LA SEZIONE DEL NOSTRO SITO DEDICATA ALLA POLITICA DI COESIONE

Comunicazione sull’ottava relazione sulla coesione: la coesione in Europa verso il 2050

L’8° Rapporto sulla coesione (tutti i documenti e le mappe)

Domande e risposte sull’ottavo rapporto sulla coesione

Scheda informativa sull’ottava relazione sulla coesione

Piattaforma di dati aperti sulla coesione dell’UE
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