Nella Risoluzione del Parlamento europeo sulla promozione della parità tra donne e uomini in materia di istruzione e occupazione nel campo della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (STEM) pubblicata dalla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C67 dell’8 febbraio si ritiene che, “alla luce del notevole divario retributivo di genere nell’UE, delle maggiori probabilità per le donne di ottenere lavori a basso reddito, a tempo parziale e altrimenti precari, della crescente domanda di professionisti in ambito STEM e dell’importanza delle professioni STEM per il futuro dell’economia europea, sia fondamentale incrementare la percentuale di donne nel settore STEM per realizzare i diritti e le potenzialità delle donne e per costruire una società e un’economia più sostenibili e inclusive per mezzo dell’innovazione scientifica, digitale e tecnologica; sottolinea che un alto livello di competenze in ambito STEM è fondamentale per il processo di innovazione nei settori avanzati delle TIC, ad esempio l’IA e la cibersicurezza, e si rivelerà sempre più importante per la competitività dell’UE nei mercati globali; sottolinea pertanto che il pieno potenziale delle competenze, delle conoscenze e delle qualifiche delle donne in tali ambiti può contribuire a rilanciare l’economia europea e a sostenere gli obiettivi definiti in varie politiche dell’UE, in particolare nel Green Deal europeo e nell’agenda digitale“.
La Risoluzione quindi pone l’accento sugli stereotipi di genere, sullo scoraggiamento culturale e la mancanza di consapevolezza e di promozione di modelli di ruolo femminili che “ostacolano e incidono negativamente sulle opportunità delle ragazze e delle donne negli studi e nelle carriere in ambito STEM e nell’imprenditoria digitale e rischiano di comportare discriminazione e minori opportunità per le donne nel mercato del lavoro”.
Il documento parlamentare poi invita la Commissione europea e gli Stati membri a tenere in speciale considerazione la situazione delle donne e delle ragazze provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati, come le donne e le ragazze con disabilità o che vivono nelle regioni ultraperiferiche o nelle zone rurali, le donne in condizioni di povertà, le madri sole, le studentesse in situazioni precarie, le migranti e le rom, e a garantire il loro pieno accesso all’istruzione digitale e alle professioni STEM e la loro piena inclusione in tali ambiti al fine di prevenire un ampliamento del divario digitale.
La Risoluzione, tra l’altro, sottolinea che un’istruzione digitale di alta qualità, inclusiva e non discriminatoria deve svolgere un ruolo sostanziale nell’aumentare la presenza delle ragazze e delle donne nei settori legati alle TIC e alle discipline STEM e nell’eliminare il divario digitale di genere; sottolinea che l’istruzione digitale deve dare luogo a una migliore inclusione digitale e alfabetizzazione digitale e assicurare la partecipazione paritaria delle ragazze e delle donne all’era digitale; sottolinea l’importanza di garantire l’integrazione della dimensione di genere nell’istruzione nei campi STEM a tutti i livelli, compresa l’istruzione extracurricolare, informale e non formale, come anche per il personale docente; chiede pertanto strategie specifiche adeguate all’età; incoraggia gli Stati membri a promuovere l’insegnamento delle scienze informatiche nei programmi di studio nazionali e invita gli istituti di istruzione a integrare le materie della robotica, della codificazione, delle TIC e della programmazione in una fase precoce dell’istruzione prescolastica e primaria, al fine di incoraggiare le ragazze e le studentesse ad accedere alla matematica, alla programmazione, alle lezioni su materie TIC e materie scientifiche a scuola.