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La Commissione ha adottato il 14 ottobre la sua proposta formale per fare del 2022 l’Anno europeo della gioventù.

Con l’Anno europeo della gioventù, la Commissione intende, in collaborazione con il Parlamento europeo, gli Stati membri, le autorità regionali e locali, le parti interessate e i giovani stessi:
onorare e sostenere la generazione che si è sacrificata di più durante la pandemia, dando loro nuove speranze, forza e fiducia nel futuro evidenziando come le transizioni green e digitale offrano rinnovate prospettive e opportunità;
incoraggiare tutti i giovani, in particolare quelli con minori opportunità, provenienti da contesti svantaggiati, provenienti da aree rurali o remote, o appartenenti a gruppi vulnerabili, a diventare cittadini attivi e attori di cambiamento positivo;
promuovere le opportunità offerte dalle politiche dell’UE ai giovani per sostenere il loro sviluppo personale, sociale e professionale. L’Anno europeo della gioventù andrà di pari passo con l’attuazione di successo di NextGenerationEU nel fornire posti di lavoro di qualità, istruzione e opportunità di formazione;
trarre ispirazione dalle azioni, dalla visione e dalle intuizioni dei giovani per rafforzare e rinvigorire ulteriormente il progetto comune dell’UE, basandosi sulla Conferenza sul futuro dell’Europa.

La Commissione europea sta inoltre pubblicando la sua ultima relazione dell’UE sulla gioventù, che fornisce una panoramica della situazione dei giovani europei in termini di istruzione, formazione, apprendimento, occupazione e partecipazione civica e politica.La relazione, tra l’altro, presenta statistiche molto interessanti.
Nell’UE-28 vivevano circa 86 milioni di giovani (una persona su sei aveva tra i 15 e i 29 anni). Tra il 2010 e il 2019 la percentuale di giovani rispetto alla popolazione totale dell’UE è diminuita di 1,8 punti percentuali (le massime contrazioni si sono registrate nelle regioni baltiche e dell’Europa orientale), confermando una tendenza di lungo periodo alla riduzione delle dimensioni della popolazione giovanile. Al contempo la migrazione dei giovani verso l’Europa e al suo interno ha tuttavia registrato un’accelerazione dagli anni ’90.

Nel 2019 un giovane su tre nell’UE ha riferito di avere trascorso almeno due settimane all’estero per motivi di studio, formazione, lavoro, scambi o volontariato.
Oltre il 40 % dei giovani che, pur avendo preso in considerazione l’ipotesi di andare all’estero a fini di apprendimento o volontariato non lo ha mai fatto, ha dichiarato di non disporre dei mezzi finanziari necessari o ha indicato motivi familiari, personali o lavorativi.

Nel 2019 più di 5 milioni di abitanti di età compresa tra i 15 e i 29 anni nell’UE-28 erano ancora disoccupati (il 6,3 % di tutti i giovani).
Tra il 2015 e il 2019 i tassi di disoccupazione giovanile sono diminuiti in tutti gli Stati membri dell’UE, ma sono sempre rimasti più che doppi rispetto a quelli che hanno interessato la disoccupazione generale. Nel 2020, nel contesto della pandemia, i tassi di disoccupazione giovanile nell’UE-27 sono aumentati passando dall’11,9 % del 2019 al 13,3 %.
Le sfide comprendono connettività, accesso a banda larga e disponibilità di dispositivi digitali. Poiché le apparecchiature digitali e una connessione internet sono diventate indispensabili per l’apprendimento, i costi dell’istruzione associati hanno inasprito le disuguaglianze.

La pandemia di COVID-19, precisa la relazione, ha determinato: l’accelerazione delle tendenze digitali e un forte impatto negativo su istruzione, occupazione e salute mentale.Il passaggio all’apprendimento a distanza ha avuto un effetto sproporzionatamente negativo su chi era già svantaggiato, aumentando la probabilità di abbandono scolastico da parte dei discenti a rischio. Inoltre la COVID-19 sta avendo un impatto senza precedenti sulla salute mentale ed emotiva dei giovani, che rappresentava una preoccupazione già prima della pandemia, come denunciato nei mesi scorsi già dal CEMR e dall’AICCCRE.
Bambini, adolescenti e giovani adulti, scrive la relazione, sono stati estremamente colpiti dalle interruzioni dei legami familiari e sociali e la crisi economica provocata dai confinamenti ha colpito i giovani europei in particolare.

I settori più colpiti dalla crisi sono stati quelli in cui lavora la maggioranza dei giovani europei (ad es. commercio al dettaglio, ospitalità, servizi di ristorazione). È probabile che a risentirne siano in particolare le giovani donne, poiché le lavoratrici in tali settori sono più numerose rispetto ai giovani uomini.

Affrontare l’impatto della pandemia sui bambini e sui giovani è pertanto stata una delle priorità della Commissione fin dall’inizio. Nel corso dell’ultimo anno la Commissione ha adeguato strumenti quali Erasmus+ e il Corpoeuropeo di solidarietà per rispondere a tali sconvolgimenti offrendo soluzioni alternative, specialmente digitali, alle loro attività.Erasmus+ e il Corpo europeo di solidarietà sostengono la mobilità ai fini dell’apprendimento, il volontariato e l’impegno democratico, e offrono ai giovani preziose opportunità di ampliare i propri orizzonti, sviluppare nuove competenze e rafforzare il senso di appartenenza all’UE.

Con una dotazione finanziaria maggiore rispetto al periodo 2014-2020 e l’inclusione di nuove azioni ad hoc, i nuovi programmi per il 2021-2027 sono strumenti efficaci per affrontare molte delle sfide con cui è alle prese la nostra generazione più giovane.

Erasmus+ 2021-2027 è diventato più inclusivo e accessibile, continuando contestualmente a sostenere l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita nonché l’istruzione e la formazione innovative in Europa e non solo.
L’adozione del nuovo piano d’azione per l’istruzione digitale sostiene l’impiego delle tecnologie digitali necessarie per l’istruzione e la formazione e mira a dotare tutti i cittadini di competenze digitali.

È fondamentale anche, secondo la Commissione, rafforzare la partecipazione democratica dei giovani e fornire spazi dedicati ai giovani in tutti i settori della società per mantenere una società civile dinamica in Europa.

La dimensione verde è stata integrata come priorità generale anche nei nuovi programmi Erasmus+ e Corpo europeo di solidarietà. Con una dotazione finanziaria quasi raddoppiata, il nuovo programma Erasmus+ offre nuove e maggiori opportunità di cooperazione e mobilità transnazionale ai fini dell’apprendimento per tutti i settori dell’istruzione e della formazione, introducendo opportunità di mobilità anche per gli alunni delle scuole.
DiscoverEU, una recente iniziativa pilota di successo che dà ai diciottenni l’opportunità di scoprire l’Europa attraverso esperienze di apprendimento all’estero, è stata integrata nel programma Erasmus+.
Il nuovo Corpo europeo di solidarietà, informa Bruxelles, permetterà ai giovani di contribuire ad affrontare le sfide sociali tramite il volontariato o istituendo i propri progetti di solidarietà, compreso il volontariato nel settore dell’aiuto umanitario in tutto il mondo a partire dal 2022.

Il portale europeo per i giovani, che è il portale di riferimento multilingue dello sportello unico per i giovani in Europa, offre un’ampia gamma di informazioni sulla strategia dell’UE per la gioventù. Con l’aiuto della rete di Eurodesk ed Eurodesk Brussels Link, il Portale fornisce fra l’altro informazioni per i giovani sulle opportunità di mobilità e sui progetti di scambio nonché sulle attività di partecipazione democratica in settori strategici quali l’occupazione, i diritti umani o la costruzione della pace.

La strategia per l’inclusione e la diversità dei nuovi programmi Erasmus+ e Corpo europeo di solidarietà fornirà un quadro solido per potenziare le azioni finalizzate al raggiungimento di tale obiettivo e incoraggerà nuove forme di partecipazione, volte a promuovere il coinvolgimento dei giovani provenienti da contesti svantaggiati. Il Fondo sociale europeo Plus accorda particolare attenzione al sostegno dei giovani NEET e di altri giovani svantaggiati o vulnerabili.

La Commissione europea, recita la relazione, “sta anche aumentando gli sforzi per coinvolgere i giovani in iniziative europee fondamentali. I giovani hanno un ruolo attivo da svolgere in seno alla Conferenza sul futuro dell’Europa, che affronta questioni pertinenti quali il cambiamento climatico, un’economia più forte tra cui il futuro dell’occupazione e dei posti di lavoro, politiche in materia di istruzione, formazione e gioventù e la crescente importanza delle tecnologie digitali. I giovani sono invitati a svolgere un ruolo attivo nell’iniziativa per un nuovo Bauhaus europeo, un movimento volto a co-progettare e a co-sviluppare nuovi modi di vivere in armonia con il pianeta”.

Nel suo discorso sullo stato dell’Unione, pronunciato il 15 settembre 2021, la presidente von der Leyen ha annunciato che la Commissione europea proporrà che il 2022 sia l’anno europeo dei giovani, “un anno dedicato a valorizzare i giovani che si sono tanto sacrificati per gli altri”. L’anno europeo punterà a rafforzare gli sforzi dell’Unione, degli Stati membri e delle autorità regionali e locali per rendere omaggio ai giovani, sostenerli e dialogare con loro, in una prospettiva di uscita dalla pandemia, dal momento che “l’Europa ha bisogno di tutti i suoi giovani”.

Leggi la relazione della Commissione sull’attuazione della strategia dell’UE per la gioventù
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