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Il 17 gennaio sarà annunciato il vincitore del Premio Raoul Wallenberg 2024 del Consiglio d’Europa. Nel corso di una cerimonia presso il Consiglio d’Europa, la Segretaria generale Marija Pečinović Burić premierà il vincitore per gli straordinari risultati umanitari. Interverranno il Segretario Generale Roderick Liddell, Presidente della giuria, il vincitore nonché Ambasciatore Robert Rydberg, Incaricato d’affari ad interim, Rappresentanza permanente della Svezia, e l’Ambasciatore Harry Rusz, Rappresentante permanente dell’Ungheria presso il Consiglio d’Europa.

Il 17 gennaio ricorre l’anniversario dell’arresto di Raoul Wallenberg a Budapest nel 1945. Il diplomatico svedese Raoul Wallenberg ha usato il suo status per salvare decine di migliaia di ebrei dall’Olocausto. Le sue azioni dimostrano che il coraggio e l’abilità di una persona possono davvero fare la differenza, ispirando tutti noi a parlare e agire contro la persecuzione e la xenofobia.

Dal 2014, su iniziativa del governo svedese e del Parlamento ungherese, il Consiglio d’Europa ha istituito il Premio Raoul Wallenberg per mantenere viva la memoria delle sue imprese. Il Premio, del valore di 10.000 euro, viene assegnato ogni due anni in riconoscimento di straordinari risultati umanitari ottenuti da un singolo individuo, un gruppo di individui o un’organizzazione.
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Il Presidente del Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa Marc Cools (nella foto) è intervenuto il 30 novembre al Summit dei sindaci europei contro l’antisemitismo.

Il Summit ha riunito sindaci e funzionari locali di tutta Europa a Dortmund (Germania). I leader locali hanno discusso di come costruire la coesione sociale, rafforzare la vita ebraica a livello locale e stabilire la comprensione tra cittadini di diversi contesti culturali e religiosi nelle città europee.

Il Presidente è intervenuto al Vertice, sottolineando il ruolo del Congresso nel promuovere la coesione sociale, la tolleranza e i valori democratici nelle città e nelle regioni di tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa. Spiegando che la vita nelle città e nelle regioni europee è sempre più influenzata dagli eventi internazionali, il Presidente ha anche sottolineato che gli enti locali sono i primi a risentirne: “siamo noi, le nostre forze di polizia, i nostri assistenti sociali e i nostri insegnanti che si occupano di situazioni di vita reale che risultano dalla polarizzazione del discorso politico e dall’incitamento all’odio”.

Il Presidente ha messo in guardia da un aumento inaccettabile della violenza antisemita, nonché dell’odio xenofobo e ha sottolineato la responsabilità comune delle autorità locali nel costruire comunità forti e resilienti senza odio e intolleranza.

In quanto ponte tra le comunità locali e i governi, siamo in una posizione privilegiata per combattere i pregiudizi e promuovere il dialogo e un senso di fiducia tra i diversi gruppi che compongono le nostre città”, ha concluso, sottolineando che tale fiducia è essenziale per rafforzare democrazia e può essere raggiunta solo quando tutti i gruppi si sentono liberi e sicuri di partecipare alla vita pubblica.
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