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Il 100º sondaggio Eurobarometro standard pubblicato nei giorni scorsi mostra che sette cittadini dell’UE su 10 (70%) considerano l’Unione europea un luogo di stabilità in un mondo in difficoltà. Quest’opinione è espressa dalla maggioranza degli intervistati in tutti gli Stati membri. Inoltre, più di sei cittadini su dieci (61%) sono ottimisti sul futuro dell’UE.

Lo rende noto un comunicato della Commissione europea.

Il livello di fiducia nell’UE rimane stabile, attestandosi al 47%. Tale livello è pari al 39% per i parlamenti nazionali e al 36% per i governi nazionali. Il 44% degli europei ha un’immagine dell’UE positiva, il 38% un’immagine neutra e il 18% un’immagine negativa.

Di fronte all’immagine della bandiera europea, l’85% degli intervistati dichiara che si tratta di un buon simbolo per l’Europa e l’80% concorda con l’affermazione che essa simboleggi qualcosa di positivo.

Il 28% degli europei ritiene che da un lato l’immigrazione e dall’altro la guerra in Ucraina siano due tra le questioni più importanti che l’UE si trova ad affrontare. Di seguito, la situazione internazionale (24%) e poi “l’aumento dei prezzi/dell’inflazione/del costo della vita” (20%, in quarta posizione, mentre era la preoccupazione principale in primavera).

Di fronte alla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, oltre otto intervistati su dieci concordano sul fatto che l’UE dovrebbe investire massicciamente nelle energie rinnovabili (83%) e ridurre quanto prima la sua dipendenza dalle fonti energetiche russe (81%).

Oltre due terzi dei cittadini dell’UE (69%) sono favorevoli a una politica estera comune degli Stati membri e condividono l’opinione che l’UE disponga di poteri e strumenti sufficienti per difendere gli interessi economici dell’Europa nell’economia globale.

Oltre tre quarti degli europei (77%) sono favorevoli a una politica di difesa e sicurezza comune degli Stati membri dell’UE. Condividono tale parere più di sei intervistati su dieci in ciascuno Stato membro.

Quasi sette intervistati su dieci (69%) si esprimono a favore di una politica europea comune in materia di migrazione mentre il 68% appoggia un sistema europeo comune di asilo. Allo stesso tempo, tre quarti degli intervistati (75%) si dichiarano favorevoli al rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE con più guardie di frontiera e guardie costiere europee.

La maggior parte degli intervistati si dice soddisfatta della risposta dell’UE all’invasione russa dell’Ucraina (57%). Il 54% degli europei esprime identica soddisfazione per quanto riguarda la risposta del proprio governo nazionale.

Il sostegno per una serie di azioni intraprese in risposta all’invasione russa dell’Ucraina rimane molto elevato. Quasi nove intervistati su dieci (89%) si esprimono positivamente sulla fornitura di sostegno umanitario alle persone colpite dalla guerra e più di otto su dieci (84%) vedono con favore l’accoglienza nell’UE delle persone in fuga dalla guerra. Il 72% è a favore della fornitura di sostegno finanziario all’Ucraina. La stessa percentuale (72%) appoggia le sanzioni economiche nei confronti del governo, delle imprese e dei singoli cittadini della Russia. Circa sei su dieci approvano la concessione all’Ucraina dello status di paese candidato all’adesione all’UE (61%) e il finanziamento dell’UE per l’acquisto e la fornitura di attrezzature militari all’Ucraina (60%).

Il sostegno alla moneta unica rimane a livelli storici sia nella zona euro (79%) che nell’UE nel complesso (71%). La maggioranza degli europei (53%), inoltre, ritiene che NextGenerationEU, il piano per la ripresa dell’UE dotato di oltre 800 miliardi di EUR, possa costituire una risposta efficace alle attuali sfide economiche.

Le opinioni sull’economia europea sono rimaste stabili dalla primavera del 2023: il 45 % degli intervistati esprime un giudizio positivo e il 44 % la giudica negativa. Si nota una prevalenza di opinioni negative sulla situazione dell’economia nel paese del rispondente: solo il 35% degli intervistati esprime un giudizio positivo mentre il 62% la considera negativa.

Creato come strumento per far capire gli europei agli altri europei, l’Eurobarometro è fondamentale per comprendere meglio l’evoluzione dell’opinione pubblica in Europa. L’Eurobarometro standard, giunto alla sua centesima edizione, è un sondaggio transnazionale condotto due volte l’anno mediante interviste dirette, concepito per valutare e confrontare le tendenze dell’opinione pubblica negli Stati membri dell’UE.

Il 100º sondaggio Eurobarometro standard (autunno 2023) è stato condotto tra il 23 ottobre e il 15 novembre 2023 nei 27 Stati membri dell’UE. 26 471 cittadini dell’UE sono stati intervistati di persona.


Indagine Eurobarometro standard 100
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Nel 2022, a 141.060 cittadini extracomunitari è stato rifiutato l’ingresso nel territorio dell’UE mentre 1,08 milioni sono stati trovati illegalmente presenti in uno dei paesi dell’UE. Il numero di cittadini extracomunitari cui è stato imposto un ordine di uscita da uno Stato membro dell’UE è stato di 422.400. A seguito di un ordine di espatrio, 96.795 cittadini extracomunitari sono stati rimpatriati in un altro Paese (inclusi altri Paesi dell’UE) e di questi, 77 530 sono stati rimpatriati al di fuori dell’UE.

Queste informazioni provengono dai dati sull’applicazione della legislazione sull’immigrazione pubblicati oggi sul sito di Eurostat, l’ufficio statistiche dell’Unione europea. Nel 2022, a circa 141 060 cittadini di paesi terzi è stato rifiutato l’ingresso nell’UE a una delle sue frontiere esterne, con un aumento dell’1% rispetto ai 139 000 dell’anno precedente.

Il maggior numero di respingimenti è stato segnalato dalla Polonia (23 330), seguita da Ungheria (15 780), Croazia (11 800) e Irlanda (9 240).

I cittadini ucraini hanno rappresentato il maggior numero di rifiuti nell’UE (28 890, -43% rispetto al 2021). In particolare, i motivi principali per rifiutare l’ingresso agli ucraini sono stati: “persone hanno già soggiornato 3 mesi in un periodo di 6 mesi” (27% del totale dei rifiuti di ucraini nell’UE), “nessun visto o permesso di soggiorno valido” (21% ) e «scopo e condizioni del soggiorno non giustificati» (20%). I successivi numeri più alti sono stati registrati per i cittadini dell’Albania (15 630) e della Russia (10 860).

Nel 2022, circa 1,08 milioni di cittadini extracomunitari risultano essere illegalmente presenti nell’UE, con un aumento del 59% rispetto al 2021 (679.730).

L’Ungheria ha segnalato il maggior numero di cittadini extracomunitari trovati illegalmente presenti nell’UE (222 520), seguita dalla Germania (198 310) e dall’Italia (138 420).

I siriani rappresentano il maggior numero di persone illegalmente presenti nell’UE (175 960). I successivi numeri più alti sono stati registrati per i cittadini dell’Afghanistan (119.520) e del Marocco (60.215).

Nel 2022 sono stati costretti a lasciare il territorio dei paesi dell’UE circa 422.400 cittadini extracomunitari, con un aumento del 23% rispetto all’anno precedente (342.100).

Tra i paesi dell’UE, la Francia ha registrato il maggior numero di cittadini extracomunitari costretti a lasciare il proprio territorio (135.650), seguita da Croazia (40.525) e Grecia (33.500).

Il numero più elevato di persone a cui è stato ordinato di lasciare il territorio di uno Stato membro è stato osservato tra gli algerini (33 535), i marocchini (30 510) e i pakistani (25 280). Nel 2022, circa 96 795 cittadini di paesi terzi sono rientrati in un altro paese a seguito di un ordine di lasciare il territorio di uno specifico paese dell’UE.

La Francia ha segnalato il maggior numero di cittadini extracomunitari rimpatriati (14 240), seguita da Germania (13 130) e Svezia (10 490).

Gli albanesi (9 950) sono in cima alla lista dei cittadini extracomunitari rimpatriati in un altro paese, seguiti dai georgiani (8 040) e dai siriani (5 590).

Articolo Eurostat sull’applicazione delle statistiche sulla legislazione sull’immigrazione

Articolo Eurostat sull’applicazione della metodologia statistica della legislazione sull’immigrazione

Sezione Eurostat dedicata alle statistiche sulla migrazione gestita

Database Eurostat sulle statistiche di migrazione gestita
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