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La Commissione europea comunica di aver presentato il 23 novembe una serie di buone pratiche per garantire l’efficacia del regolamento Dublino III , annunciato dalla presidente von der Leyen all’inizio di giugno come parte dell’attuazione della tabella di marcia di Dublino.

Nella sua lettera agli Stati membri, prima del Consiglio europeo del febbraio 2023, scrive Bruxelles, la presidente della Commissione europea von der Leyen si è impegnata alla piena attuazione della tabella di marcia di Dublino, che era stata sviluppata dalla Commissione e approvata dagli Stati membri nel novembre 2022. La tabella di marcia di Dublino stabilisce attuare azioni pratiche volte a ridurre gli incentivi per i movimenti secondari attraverso una migliore cooperazione tra gli Stati membri.

Il 23 novembre, nella ” Tabella di marcia Dublino in azione – Migliorare l’efficacia del regolamento Dublino III: identificare le buone pratiche negli Stati membri “, la Commissione europea comunica inoltre di aver individuato una serie di buone pratiche che hanno avuto un esito positivo sul funzionamento della procedura Dublino. Questi includono:

Presentare al richiedente informazioni dettagliate sul trasferimento, organizzando colloqui pre-partenza o distribuendo brochure mirate per spiegare le ragioni della decisione di trasferimento e cosa aspettarsi una volta trasferito.

Garantire un controllo più attento su ogni trasferimento, ad esempio introducendo un sistema di registrazione di chi entra e chi esce dai centri di accoglienza.

Ciò monitorerà la presenza nei centri di accoglienza e potrà anche contribuire a limitare le fughe.

Ricorrere a misure alternative alla detenzione , ad esempio confiscando i documenti di viaggio o designando appositi funzionari nei centri di accoglienza per verificare regolarmente la presenza fisica delle persone oggetto di trasferimenti.

Migliorare la comunicazione tra gli Stati membri cedenti e quelli responsabili, concludendo accordi bilaterali, designando ufficiali di collegamento, organizzando riunioni bilaterali periodiche e missioni conoscitive.

Aggiornamento dei sistemi informatici esistenti e sviluppo di nuove soluzioni digitali per monitorare tutte le fasi della procedura Dublino.

Il documento presentato oggi comprende anche un Allegato che raccoglie la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in merito all’interpretazione del Regolamento Dublino III, al fine di garantire una più rapida applicazione delle norme Dublino negli Stati membri, attraverso garantire un livello più elevato di armonizzazione nell’interpretazione di tali norme da parte degli Stati membri.

Nell’ultimo anno gli Stati membri, sulla base della tabella di marcia di Dublino, si sono impegnati in varie iniziative con il sostegno della Commissione per aumentare l’efficienza delle procedure Dublino. Per sostenere gli Stati membri nei loro sforzi, nell’aprile 2023, l’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo ha presentato le Raccomandazioni sui trasferimenti Dublino.

Le buone pratiche individuate in questo documento saranno discusse nella prossima riunione del Comitato di Contatto di Dublino il 4 dicembre. La Commissione continuerà a sostenere gli Stati membri nel raggiungimento di tutti gli obiettivi fissati nella tabella di marcia di Dublino. A tal fine, la Commissione aggiornerà regolarmente questo documento e continuerà la valutazione e il monitoraggio dell’attuazione della tabella di marcia di Dublino nell’ambito del comitato di contatto sul regolamento Dublino III.
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La Commissione europea informa di aver deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per non aver dato piena esecuzione a una sentenza della Corte del 10 aprile 2014 sul trattamento delle acque reflue urbane. All’epoca, la Corte ha ritenuto che l’Italia avesse violato i propri obblighi ai sensi della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (direttiva 91/271/CEE del Consiglio) in quanto 41 agglomerati non erano riusciti a garantire che le acque reflue urbane fossero adeguatamente raccolte e trattate.

Nonostante i notevoli progressi compiuti, scrive la Commissione, le acque reflue urbane non sono ancora adeguatamente trattate in cinque agglomerati, uno in Valle d’Aosta e quattro in Sicilia. La mancanza di adeguati sistemi di trattamento delle acque reflue per questi cinque agglomerati comporta rischi significativi per la salute umana, le acque interne e l’ambiente marino nelle aree sensibili dal punto di vista ambientale in cui vengono scaricate le acque reflue non trattate.

Nonostante la lettera di costituzione in mora ai sensi dell’articolo 260, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell’UE inviata dalla Commissione all’Italia il 17 maggio 2018, la conformità non è ancora stata raggiunta nei cinque agglomerati sopra menzionati. Sulla base delle informazioni trasmesse dalle autorità italiane, il pieno rispetto della sentenza del 10 aprile 2014 non sarà raggiunto prima del 2027. L’Italia avrebbe dovuto garantire il rispetto della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane dal 31 dicembre 1998. Questo secondo rinvio alla Corte potrebbe comporterà l’imposizione di sanzioni pecuniarie all’Italia, tenuto conto della gravità dell’infrazione e della sua durata.

La piena attuazione delle norme stabilite nella legislazione dell’UE è essenziale per la protezione della salute umana e dell’ambiente naturale. Il Green Deal europeo stabilisce l’ ambizione di inquinamento zero per l’UE.

La direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane impone agli Stati membri di garantire che gli agglomerati (cittadine, città, insediamenti) raccolgano e trattino adeguatamente le proprie acque reflue urbane. Le acque reflue non trattate possono essere contaminate da batteri nocivi e quindi presentare un rischio per la salute pubblica. Contiene anche sostanze nutritive come azoto e fosforo che possono danneggiare le acque dolci e l’ambiente marino favorendo la crescita eccessiva di alghe che soffocano altre forme di vita, un processo noto come eutrofizzazione.
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