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la Commissione europea ha adottato nei giorni scorsi una metodologia standardizzata per misurare la presenza di microplastiche nell’acqua e un atto delegato per garantire il riutilizzo sicuro delle acque reflue trattate per l’irrigazione agricola. Queste due nuove misure, secondo Bruxelles, contribuiranno a rafforzare la resilienza idrica e a migliorare la qualità e la quantità di acqua in tutta l’UE.
br> Questa metodologia armonizzata e standardizzata aiuterà gli Stati membri a raccogliere informazioni sulla presenza di microplastiche nella propria catena di approvvigionamento idrico. Ciò renderà il confronto e l’interpretazione dei risultati ottenuti più facili rispetto alla situazione attuale in cui gli Stati membri utilizzano metodi differenti.
br> La normativa sul riutilizzo delle acque chiarisce la procedura che le autorità nazionali dovranno seguire per gestire in modo proattivo i rischi connessi all’uso delle acque reflue per l’irrigazione. Si tratta in particolare di individuare tali rischi.
br> Queste nuove norme relative alle acque si aggiungono a un avviso pubblicato all’inizio di questa settimana per aiutare gli Stati membri a definire il “buono stato ecologico” degli oceani. Ciò aiuterà in particolare gli Stati membri a sostenere gli attori economici nell’uso sostenibile del mare, evitando al contempo danni significativi o irreversibili alla vita o agli habitat marini.

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Nella sua ultima sessione plenaria, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha adottato una posizione ferma a favore della creazione di un migliore contesto imprenditoriale per le PMI europee: la legislazione dell’UE deve “pensare anzitutto in piccolo” e ridurre gli oneri burocratici inutili.

La competitività deve essere una priorità per l’Europa e pertanto l’Unione deve concentrarsi sulle piccole e medie imprese (PMI), sostenendole con strategie e misure specifiche.

Il parere del CESE adottato in questa sessione plenaria dà il suo pieno sostegno al pacchetto di aiuti per le PMI proposto dalla Commissione europea, ma sottolinea che le misure devono essere concrete e proporzionate.
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Il 13 marzo, i deputati europei hanno dato il via libera definitivo alle nuove norme UE per ridurre le emissioni di autovetture, furgoni, autobus, camion e rimorchi.

Il Parlamento europeo ha adottato l’accordo raggiunto con il Consiglio UE sul regolamento Euro 7 (omologazione e vigilanza del mercato dei veicoli a motore). I veicoli dovranno rispettare gli standard più a lungo, garantendo livelli di emissioni più bassi per tutto il loro ciclo di vita.

Per le autovetture e i furgoni, saranno mantenute le attuali condizioni di prova Euro 6 e i limiti delle emissioni di gas di scarico. Per gli autobus e gli autocarri saranno applicati limiti più rigorosi per le emissioni di gas di scarico misurate in laboratorio e in condizioni di guida reali, pur mantenendo le attuali condizioni di prova Euro VI.

Per la prima volta, le norme dell’UE includeranno i limiti delle emissioni di particelle di freno (PM10) per le automobili e i furgoni e i requisiti minimi di prestazione per la durata delle batterie nelle auto elettriche e ibride.

Per ciascun veicolo sarà messo a disposizione un passaporto che conterrà informazioni sulle sue prestazioni ambientali al momento dell’immatricolazione (come limiti di emissione di inquinanti, emissioni di CO2, consumo di carburante ed energia elettrica, autonomia elettrica, durata della batteria). Gli utenti dei veicoli avranno inoltre accesso a informazioni aggiornate sul consumo di carburante, sulla salute delle batterie, sulle emissioni inquinanti e su altre informazioni pertinenti generate dai sistemi di bordo e dai monitor.

Il Consiglio UE deve approvare formalmente l’accordo prima che il regolamento possa entrare in vigore.

Il 10 novembre 2022, la Commissione europea ha proposto norme più rigorose in materia di emissioni di inquinanti atmosferici per i veicoli a combustione, indipendentemente dal carburante utilizzato. Gli attuali limiti di emissione si applicano alle autovetture e ai furgoni (Euro 6) e agli autobus, agli autocarri e agli altri veicoli pesanti (Euro VI). Nell’adottare la presente relazione, il Parlamento europeo risponde alle aspettative dei cittadini di promuovere l’acquisto di veicoli elettrici conformi a buoni standard di durata della batteria, di promuovere la diffusione delle infrastrutture digitali ed elettriche e di ridurre la dipendenza energetica dell’UE da attori stranieri, come indicato nelle proposte 4(3), 4, 6, 18, 2 e 31, paragrafo 3, delle conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa.
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La Commissione Europea informa di aver deciso il 13 marzo di deferire l’Italia (INFR(2017)2181) alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per il mancato rispetto completo degli obblighi di raccolta e trattamento stabiliti dalla Direttiva sul Trattamento delle Acque Reflue Urbane ( Direttiva 91/271/CEE ).

La Direttiva mira a proteggere la salute delle persone e l’ambiente richiedendo che le acque reflue urbane siano raccolte e trattate prima dello scarico nell’ambiente. Le acque reflue non trattate possono mettere a rischio la salute umana e inquinare laghi, fiumi, suolo e acque costiere e sotterranee. Le informazioni ricevute dall’Italia hanno evidenziato un diffuso mancato rispetto della direttiva in un totale di 179 agglomerati italiani.

L’Italia deve ancora garantire che in 36 agglomerati siano presenti sistemi di raccolta delle acque reflue (o sistemi individuali o altri sistemi adeguati in casi giustificati). Per 130 agglomerati, l’Italia non riesce ancora a trattare correttamente le acque reflue raccolte. Per gli agglomerati che scaricano le acque reflue in aree sensibili è necessario un trattamento più rigoroso delle acque reflue.

L’Italia continua a non rispettare tale obbligo in 12 agglomerati. Infine, per 165 agglomerati, l’Italia non riesce a monitorare che gli scarichi idrici soddisfino, nel tempo, le condizioni di qualità richieste.

La Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia nel giugno 2018, seguita da un parere motivato nel luglio 2019. Nonostante alcuni progressi, molti agglomerati continuano a non rispettare gli obblighi della direttiva. La Commissione ritiene che gli sforzi compiuti dalle autorità italiane siano stati finora insufficienti e deferisce pertanto l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
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La Commissione eeuropea rende noto in un comunicato stampa di aver pubblicato l’edizione 2023 della relazione generale sulle attività dell’UE, in linea con il trattato sul funzionamento dell’Unione europea. La relazione illustra i principali risultati conseguiti nel 2023 e mostra come, in un momento di realtà geopolitiche mutevoli, l’UE si sia concentrata sul soddisfacimento delle aspirazioni dei cittadini e sulla risposta alle sfide emerse.

Nel 2023, scrive Bruxelles, “l’UE ha continuato a garantire il proprio risoluto sostegno nei confronti dell’Ucraina, fornendo assistenza essenziale in ambito umanitario, finanziario e militare, continuando ad accogliere milioni di persone in fuga dalla guerra e prendendo la storica decisione di avviare negoziati di adesione con l’Ucraina e la Moldova”. La relazione illustra inoltre le principali misure adottate per ridurre drasticamente la dipendenza dai combustibili fossili russi grazie al piano REPowerEU. Gli attacchi terroristici brutali e indiscriminati perpetrati da Hamas in Israele il 7 ottobre 2023 hanno portato a un drastico deterioramento della situazione umanitaria palestinese nella Striscia di Gaza e hanno aumentato il rischio di escalation nella regione. Pur riconoscendo il diritto di difendersi di Israele ai sensi del diritto internazionale, l’UE ha ribadito l’importanza di garantire continua protezione ai civili, in linea con il diritto internazionale umanitario, ha quadruplicato gli aiuti di emergenza ai palestinesi e ha collaborato con numerosi partner umanitari sul campo.

A livello interno, l’UE ha perseguito le sue priorità fondamentali, continuando a sostenere l’economia grazie al piano per la ripresa NextGenerationEU da 800 miliardi di € e intensificando le azioni volte a rafforzare la propria competitività mediante il potenziamento dell’industria a zero emissioni nette, grazie alla quale è possibile creare posti di lavoro di qualità e conseguire l’obiettivo climatico dell’Unione. L’UE ha inoltre compiuto progressi significativi nell’ambito della transizione digitale, dal regolamento sui chip alla prima normativa globale al mondo sull’intelligenza artificiale.

La relazione è disponibile in tutte le lingue ufficiali dell’UE sia in versione online sia come pubblicazione illustrata.
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