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La Commissione europea rende noto di aver approvato nei giorni scorsi, ai sensi delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, un regime italiano da 125 milioni di € a sostegno dell’acquisto di nuovo materiale rotabile per il trasporto delle merci: il regime, che fa parte del piano nazionale italiano per gli investimenti complementari che integrerà il piano italiano per la ripresa e la resilienzacon risorse nazionali, mira a modernizzare il parco rotabile utilizzato per il trasporto delle merci, promuovendo così una maggiore sicurezza ed efficienza, il risparmio energetico e una riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

Nell’ambito del regime, l’aiuto assumerà la forma di una sovvenzione diretta per l’acquisto di nuovi carri merci e locomotive. L’importo dell’aiuto per beneficiario coprirà fino al 30 % del costo di acquisto, a condizione che lo stesso numero e lo stesso tipo di vecchi veicoli siano rottamati. Qualora le locomotive nuove non sostituiscano quelle vecchie, l’importo dell’aiuto coprirà fino al 20 % dei costi di acquisto. Inoltre, i beneficiari riceveranno fino a 1 milioni di € per veicolo nuovo acquistato nell’ambito del regime. Il regime, che durerà fino al 31 dicembre 2025, sarà aperto alle imprese ferroviarie e alle società di leasing del materiale rotabile utilizzato sul territorio italiano.
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Il Parlamento europeo nei giorni scorsi ha approvato, in via definitiva, le norme che fissano nuovi obiettivi di risparmio energetico per il 2030, nell’ambito del Green Deal europeo.

La nuova legge, già concordata dai negoziatori di Parlamento europeo e Consiglio dell’UE, prevede una riduzione del consumo di energia primaria e finale. Secondo questa rifusione della direttiva UE sull’efficienza energetica (EED), i Paesi UE dovranno garantire, collettivamente, una riduzione del consumo energetico di almeno l’11,7 % entro il 2030 (rispetto alle proiezioni dello scenario di riferimento fissato al 2020).

Per raggiungere l’obiettivo, la normativa prevede l’1,5% di risparmio energetico annuo medio da ora al 2030. Fino al 2025 si dovrà risparmiare l’1,3% ogni anno, percentuale che verrà progressivamente aumentata arrivando al 1,9% entro la fine del 2030.

Gli obiettivi di risparmio dovranno essere raggiunti attraverso misure locali, regionali e nazionali, in diversi settori, ad esempio la pubblica amministrazione, gli edifici, le imprese, i centri dati, ecc. I deputati hanno insistito sul fatto che la riduzione riguarderà in particolare il settore pubblico, che dovrà ridurre il consumo finale di energia dell’1,9% ogni anno.

Gli Stati membri dovrebbero inoltre garantire che almeno il 3% degli edifici pubblici sia ristrutturato ogni anno per trasformarli in edifici a energia quasi zero o a emissioni zero. La direttiva stabilisce anche nuovi requisiti per sistemi di teleriscaldamento efficienti. Un meccanismo di monitoraggio e di applicazione sarà creato per garantire l’applicazione delle norme.

Il testo dovrà ora essere formalmente approvato anche dal Consiglio dei ministri UE prima che possa entrare in vigore.

Il 14 luglio 2021 la Commissione europea ha adottato il pacchetto di misure “Pronti per il 55 %” (Fit for 55”, in inglese), che adegua la legislazione vigente in materia di clima ed energia per conseguire il nuovo obiettivo dell’UE di una riduzione minima del 55 % delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030. Il pacchetto comprende appunto la rifusione della direttiva sull’efficienza energetica (EED), allineando le sue disposizioni al nuovo obiettivo. Un altro elemento del pacchetto è la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili (RED II). Nell’ambito della direttiva RED II, attualmente in vigore, l’UE è tenuta a garantire che almeno il 32% del suo consumo energetico provenga da fonti energetiche rinnovabili entro il 2030.
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La Commissione europea ha annunciato il 20 luglio i finalisti per i premi Capitale verde europea e Foglia verde europea. Questi premi rappresentano un riconoscimento per i notevoli sforzi compiuti dalle città per migliorare il loro ambiente di vita a favore dei cittadini e stimolare ulteriori attività trasformative verso una transizione verde. I tre finalisti del premio Capitale verde europea 2025 sono le città di Graz (Austria), Guimarães (Portogallo) e Vilnius (Lituania).

Il premio Capitale verde riconosce e premia gli sforzi compiuti a livello locale per migliorare l’ambiente e, di conseguenza, l’economia e la qualità della vita nelle città con più di 100 000 abitanti. Il premio viene assegnato ogni anno a una città all’avanguardia sulla strada verso una vita urbana rispettosa dell’ambiente. Due sono invece le città preselezionate come finaliste per il premio Foglia verde europea, che riconosce gli sforzi sostenibili delle piccole città (da 20 000 a 99 999 abitanti): Treviso (Italia) e Viladecans (Spagna).

I finalisti annunciati sono stati scelti sulla base di 7 indicatori ambientaliper i premi Capitale verde e Foglia verde. In ottobre la giuria esaminerà la visione e la governance ambientali generali delle città finaliste, nonché la strategia di comunicazione in caso di vincita. Le città e i comuni vincitori saranno annunciati il 5 ottobre 2023 in occasione della cerimonia di premiazione della capitale verde di quest’anno, Tallinn. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web “Capitale verde europea
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Secondo una nuova indagine Eurobarometro pubblicata il 20 luglio, la grande maggioranza degli europei (93 %) ritiene che i cambiamenti climatici rappresentino un grave problema su scala mondiale. Più della metà (58 %) crede che la transizione verso un’economia verde andrebbe accelerata, soprattutto alla luce delle impennate dei prezzi dell’energia e delle preoccupazioni per gli approvvigionamenti del gas originate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Dal punto di vista economico, il 73 % degli europei concorda sul fatto che i costi dei danni causati dai cambiamenti climatici siano molto superiori agli investimenti necessari per la transizione verde. Tre quarti degli intervistati (75 %) pensano che la lotta ai cambiamenti climatici favorirà l’innovazione.

Quasi nove europei su dieci (88 %) concordano sulla necessità di ridurre al minimo le emissioni di gas a effetto serra e di compensare allo stesso tempo le emissioni residue per far sì che l’UE raggiunga la neutralità climatica entro il 2050. Quasi nove europei su dieci (87 %) credono che sia importante che l’UE fissi obiettivi ambiziosi per aumentare il ricorso alle energie rinnovabili e una percentuale analoga (85%) ritiene altrettanto cruciale che l’UE intervenga per migliorare l’efficienza energetica, ad esempio incoraggiando i cittadini a isolare le abitazioni, installare pannelli solari o acquistare automobili elettriche. Sette intervistati su dieci (70 %) credono che ridurre le importazioni di combustibili fossili possa aumentare la sicurezza energetica e avvantaggiare economicamente l’UE.

La grande maggioranza dei cittadini dell’UE (93 %) s’impegna già individualmente in favore del clima e opta per scelte sostenibili nella vita di tutti i giorni. Tuttavia, quando è stato chiesto loro chi debba farsi carico della lotta ai cambiamenti climatici, i cittadini hanno evidenziato la necessità di altre riforme che accompagnino l’azione individuale, segnalando anche la responsabilità dei governi nazionali (56 %), dell’UE (56 %), delle imprese e dell’industria (53 %).

I cittadini europei percepiscono inoltre i cambiamenti climatici come una minaccia anche nella vita quotidiana. In media, oltre un terzo degli europei si sente personalmente esposto ai rischi e alle minacce ambientali, una preoccupazione che in 7 Stati membri è condivisa da più della metà dei cittadini, soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale, ma anche in Polonia e Ungheria. L’84 % degli europei concorda sul fatto che gli interventi per combattere i cambiamenti climatici e risolvere le questioni ambientali dovrebbero essere una priorità anche per migliorare la salute pubblica, mentre il 63 % degli intervistati ritiene che prepararsi agli effetti dei cambiamenti climatici possa avere conseguenze positive per i cittadini dell’UE.

I cittadini si impegnano individualmente e chiedono riforme strutturali La grande maggioranza dei cittadini dell’UE (93 %) s’impegna già individualmente in favore del clima e opta per scelte sostenibili nella vita di tutti i giorni. Tuttavia, quando è stato chiesto loro chi debba farsi carico della lotta ai cambiamenti climatici, i cittadini hanno evidenziato la necessità di altre riforme che accompagnino l’azione individuale, segnalando anche la responsabilità dei governi nazionali (56 %), dell’UE (56 %), delle imprese e dell’industria (53 %).

I cittadini europei percepiscono inoltre i cambiamenti climatici come una minaccia anche nella vita quotidiana. In media, oltre un terzo degli europei si sente personalmente esposto ai rischi e alle minacce ambientali, una preoccupazione che in 7 Stati membri è condivisa da più della metà dei cittadini, soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale, ma anche in Polonia e Ungheria. L’84 % degli europei concorda sul fatto che gli interventi per combattere i cambiamenti climatici e risolvere le questioni ambientali dovrebbero essere una priorità anche per migliorare la salute pubblica, mentre il 63 % degli intervistati ritiene che prepararsi agli effetti dei cambiamenti climatici possa avere conseguenze positive per i cittadini dell’UE.

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La Commissione europea rende noto in un comunicato stampa di aver approvato il 20 luglio, ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato dell’UE, una misura italiana di 89,5 milioni di euro messa a disposizione attraverso la Recovery and Resilience Facility (“RRF”) per sostenere l’espansione dell’impianto di pannelli solari di 3Sun a Catania. La misura contribuirà agli obiettivi strategici dell’UE relativi al Green Deal europeo e rafforzerà l’ autonomia strategica dell’UE .

La misura notificata dall’Italia sarà finanziata dal RRF, a seguito della valutazione positiva da parte della Commissione del piano italiano per la ripresa e la resilienza e della sua adozione da parte del Consiglio. L’aiuto assumerà la forma di una sovvenzione diretta di 89,5 milioni di euro.

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Il sito di Eurostat, l’ufficio statistiche dell’Unione europea rende noto che è stata pubbcata l’ edizione 2023 di Key figures on Europe. Con visualizzazioni intuitive e testo conciso, questa pubblicazione fornisce statistiche e approfondimenti sulla situazione attuale e sui recenti sviluppi nell’UE, sulle persone e sulla società, sull’economia e le imprese, sull’ambiente e sulle risorse naturali. Con questa pubblicazione, si può anche vedere come sta andando l’Italia in diverse aree e come si confronta con altri Stati membri.

Si possono trovare risposte a domande come:

Qual è il divario retributivo di genere nel tuo paese?

Quali beni di consumo sono stati maggiormente colpiti dall’inflazione?

La famiglia media dell’UE spende di più per cibo e bevande analcoliche o per l’alloggio, l’acqua e l’energia?

Quanto dipende il tuo paese dall’energia importata?

Quanti chilogrammi di rifiuti generano i cittadini dell’UE?

Quanta dell’energia utilizzata nel tuo paese proviene da fonti rinnovabili, come eolico, solare e biomasse?

Quanta parte della superficie agricola totale nel tuo paese è utilizzata per l’agricoltura biologica?

Cifre chiave sull’Europa – Edizione 2023
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Il sito del Dipartimento per le politiche europee informa che sono scese a 81 le procedure di infrazione a carico dell’Italia dopo che la Commissione europea ha deciso il 14 luglio di archiviare 3 infrazioni.

Si tratta di due direttive europee che riguardano:

l’accesso ed esercizio delle attività di assicurazione e di riassicurazione

l’uso dei documenti contenenti le informazioni chiave da parte delle società di gestione di organismi d’investimento collettivo in valori mobiliari OICVM e un regolamento UE sull’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive.

La Commissione europea, prosegue il
Le 81 infrazioni a carico del nostro Paese sono state aperte per violazione del diritto dell’Unione (62) o per mancato recepimento di direttive (19). L’ambiente con 14 casi è il settori dove più alta è l’incidenza delle infrazioni, seguono affari economici e finanziari (12) e trasporti (8).
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