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Il sito della rappresentanza italiana della Commissione europea informa che la Commissione ha pubblicato il 29 settembre la terza serie di inviti a presentare proposte per il programma Europa digitale, del valore di 200 milioni di €, nell’ambito dei programmi di lavoro 2021-2022Questi inviti fanno seguito alla prima e alla seconda serie di bandi pubblicati rispettivamente nel novembre 2021 e nel febbraio 2022.

I bandi sono aperti alle imprese, alle pubbliche amministrazioni e ad altri soggetti degli Stati membri dell’UE, dei paesi EFTA/SEE e dei paesi associati.

Il finanziamento prevede un investimento di 170 milioni di € in spazi di dati e nello sviluppo di una piattaforma di intelligenza artificiale che garantirà alle imprese e alle pubbliche amministrazioni un facile accesso a strumenti di intelligenza artificiale affidabili realizzati in Europa. Il denaro verrà investito anche in infrastrutture cloud-to-edge e in programmi di istruzione specializzata nel settore delle tecnologie digitali avanzate.

Il termine per questi bandi è il 24 gennaio 2023.

È aperto anche un nuovo invito a presentare proposte per i poli europei dell’innovazione digitale, che stanzia ulteriori 30 milioni di €. I poli, situati in tutta Europa, sosterranno le imprese private, comprese le PMI e le start-up, e il settore pubblico nella trasformazione digitale. Il termine per questo bando è il 16 novembre 2022.

Maggiori informazioni sulle domande di sovvenzione per questi inviti a presentare proposte sono disponibili qui. La Commissione inoltre informa che ulteriori bandi nell’ambito del programma di lavoro 2021-2022 saranno pubblicati nelle prossime settimane.
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La Commissione europea ha approvato il regime italiano da 700 milioni di € a sostegno delle imprese nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina.
Il regime è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato, adottato dalla Commissione il 23 marzo 2022 e modificato il 20 luglio 2022, che si fonda sull’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), che riconosce che l’economia dell’UE sta subendo gravi perturbazioni.

L’Italia ha notificato alla Commissione un regime da 700 milioni di € a sostegno delle imprese nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina.

La misura sarà accessibile alle piccole e medie imprese (“PMI”) e a quelle con meno di 1500 dipendenti (imprese a media capitalizzazione) attive in tutti i settori colpiti dall’attuale crisi geopolitica e dalle sanzioni e controsanzioni adottate in tale contesto.

Sono tuttavia escluse le imprese che operano nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli, della pesca, dell’acquacoltura, del settore bancario e finanziario, nonché le società commerciali e di intermediazione commerciale.

La misura è analoga ad altri regimi italiani a sostegno dei settori agricolo, forestale, della pesca e dell’acquacoltura, come quello approvato dalla Commissione il 18 maggio 2022.

Nell’ambito del regime i beneficiari ammissibili avranno diritto a ricevere aiuti di importo limitato sotto forma di sovvenzioni dirette.

Il regime sarà accessibile alle imprese con un fatturato estero medio complessivo, negli anni 2019, 2020 e 2021, pari ad almeno il 10% del fatturato medio totale degli stessi anni.

Per essere ammissibili, le società devono inoltre rifornirsi per determinate parti dell’insieme delle loro forniture dall’Ucraina, dalla Russia o dalla Bielorussia e prevedere, per l’esercizio finanziario 2022, i) un aumento del costo unitario medio delle forniture; o ii) una riduzione dei quantitativi di forniture provenienti dagli stessi paesi di almeno il 20 % rispetto alla media registrata nel 2019, 2020 e 2021.

La Commissione ha constatato che il regime italiano è in linea con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi. In particolare, gli aiuti: non supereranno 500 000 € per impresa; saranno concessi entro il 31 dicembre 2022.

La Commissione ha concluso che il regime italiano è necessario, adeguato e proporzionato per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro in linea con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE e con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo.

Su queste basi la Commissione ha approvato la misura di aiuto in quanto conforme alle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato.
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Nell’UE, il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni si è attestato al 74,8% nel secondo trimestre del 2022, con un aumento di 0,3 punti percentuali (pp) rispetto al primo trimestre del 2022, informa il 29 settembre Eurostat, l’ufficio statistiche dell’Unione europea.
br> La debolezza del mercato del lavoro, che comprende tutte le persone che hanno un bisogno insoddisfatto di occupazione e di cui una delle componenti principali è la disoccupazione, continua Eurostat, nel secondo trimestre del 2022 ammontava all’11,5% della forza lavoro allargata di età compresa tra 20 e 64 anni, in calo rispetto all’11,9 % nel primo trimestre 2022 (-0,4 pp).

Queste informazioni provengono dai dati sul mercato del lavoro nel secondo trimestre del 2022 pubblicati da Eurostat. Questo articolo presenta solo una manciata di risultati dal più dettagliato articolo Statistics Explained.

Le variazioni del tasso di occupazione tra il primo trimestre del 2022 e il secondo trimestre del 2022 sono variate tra gli Stati membri dell’UE. Gli aumenti più elevati sono stati registrati in Lituania (+1,6 punti percentuali), Lettonia (+0,9 punti percentuali), nonché Irlanda e Slovacchia (entrambi +0,8 punti percentuali).

Mentre l’occupazione è aumentata in 20 Stati membri dell’UE, è rimasta stabile in due (Ungheria e Slovenia) ed è diminuita in Croazia e Belgio (entrambi -0,5 pp), Lussemburgo ( 0,2 pp) e Cipro e Portogallo (entrambi -0,1 pp).

Articolo Eurostat sul mercato del lavoro dell’UE – Statistiche trimestrali

Sezione Eurostat dedicata all’indagine sulle forze di lavoro dell’UE

Articolo Eurostat sull’indagine sulle forze di lavoro dell’UE

Articolo Eurostat sull’indagine sulle forze di lavoro dell’UE – correzione per interruzioni nelle serie temporali

Database Eurostatvsull’indagine sulle forze di lavoro dell’UE

Quaderno di lavoro Education Corner sul mercato del lavoro
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Il Parlamento europeo ha pubblicato on-line una guida interattiva per scoprire tutto quello che c’è da sapere sul lungo percorso dell’istituzione creata nel 1952 e inizialmente conosciuta come Comunità europea del carbone e dell’acciaio.

La guida mostra anche come l’Unione europea si sia allargata negli anni per riunire un continente un tempo diviso.

Scorrendo gli anni si scoprirà – attraverso brevi testi, foto e video – come il Parlamento europeo si è evoluto apportando cambiamenti che hanno migliorato la nostra vita quotidiana.
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C375 del 30 settembre pubblica la Risoluzione del Comitato europeo delle regioni (CdR)— Esito e follow-up della Conferenza sul futuro dell’Europa

Il CdR si rallegra che la Conferenza sul futuro dell’Europa abbia riconosciuto la natura multilivello della democrazia rappresentativa europea e abbia proposto di riformare il CdR conferendogli «un ruolo più incisivo nell’architettura istituzionale, quando sono in gioco questioni che hanno un impatto sui territori». Il CdR ritiene che tale riforma debba ampliare gli ambiti di intervento di rilevanza territoriale per i quali la sua consultazione diviene obbligatoria; ciò comporta la revisione degli articoli 43 (politica agricola comune/pesca), 79 (migrazione) e 114 (clausola di salvaguardia del mercato interno) TFUE, nonché la revisione dell’articolo 13 TUE e degli articoli 294, 300 e 307 TFUE.

Il Comitato accoglie con favore la proposta della Conferenza sul futuro dell’Europa di modificare le denominazioni delle istituzioni dell’UE per chiarirne, agli occhi dei cittadini, le funzioni e il rispettivo ruolo nel processo decisionale dell’UE; a tal fine, il Comitato propone di modificare la sua denominazione in maniera da rispecchiare meglio le responsabilità politiche e giuridiche dei suoi membri, nonché il suo ruolo di assemblea europea delle regioni e dei comuni.

Il CdR inoltre plaude al riconoscimento che «la sussidiarietà attiva e la governance multilivello sono principi basilari e caratteristiche fondamentali del funzionamento dell’UE e della responsabilità democratica», all’appello per un «utilizzo sistematico di una definizione di sussidiarietà concordata congiuntamente da tutte le istituzioni dell’UE» per precisare il livello — europeo, nazionale, regionale o locale — al quale si devono adottare le decisioni, e alla proposta di estendere il meccanismo di allarme in materia di sussidiarietà «a tutti i parlamenti regionali dell’UE dotati di poteri legislativi». Concorda con la richiesta che i parlamenti nazionali e regionali dotati di poteri legislativi possano in futuro proporre iniziative legislative a livello europeo. Queste proposte dovrebbero contribuire a chiarire che lo scopo della sussidiarietà non è quello di impedire l’azione a livello europeo, bensì quello di individuare il livello di governo che dovrebbe assumere il ruolo guida, tramite poteri formali esclusivi o condivisi, mentre gli altri livelli sosterrebbero gli obiettivi politici.

Il CdR sostiene le proposte della Conferenza sul futuro dell’Europa volte a integrare la democrazia rappresentativa intensificando la partecipazione dei cittadini alla democrazia europea a tutti i livelli. Tale obiettivo dovrebbe essere realizzato istituzionalizzando nuove forme di partecipazione dei cittadini a livello dell’Unione europea attraverso dialoghi con cittadini selezionati in modo casuale in merito a temi specifici. Il CdR rinnova l’invito a istituire un meccanismo permanente e basato sul territorio per il dialogo con i cittadini, sostenuto dagli enti locali e regionali, che garantisca una comunicazione biunivoca tra i cittadini e le istituzioni dell’UE, promuovendo in tal modo una migliore comprensione dell’impatto locale e regionale delle politiche dell’Unione in tutta l’UE; pone in evidenza la necessità di garantire che tale meccanismo raggiunga i cittadini di ogni fascia di età, origine e provenienza; sottolinea inoltre che nelle regioni di confine il dialogo deve essere impostato secondo un orientamento transfrontaliero onde creare un vero e proprio valore aggiunto europeo; ritiene che la razionalizzazione dei meccanismi esistenti di partecipazione dei cittadini richieda la modifica dell’articolo 11 TUE, nonché degli articoli 24 e 227 TFUE.

Il Comitato si impegna tra l’altro a continuare a organizzare dialoghi locali con i cittadini, nonché iniziative strutturate di democrazia partecipativa che potrebbero alimentare il meccanismo permanente.

SCARICA E LEGGI LA RISOLUZIONE COMPLETA IN ITALIANO (PDF)
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Il commissario europeo Jutta Urpilainen ha firmato il 29 settembre 30 milioni di euro, un aumento sostanziale, per la nuova fase del meccanismo dell’UE per i difensori dei diritti umani, alla presenza di organizzazioni della società civile e difensori dei diritti umani, per il periodo 2022–2027. Lo rende noto il servizio stampa della Commissione europea.

Il meccanismo dell’UE per i difensori dei diritti umani è un programma fondamentale dell’UE per sostenere i difensori dei diritti umani in tutto il mondo, una priorità chiave del programma Global Europe per i diritti umani e la democrazia da 1,5 miliardi di euro. Il meccanismo è gestito da ProtectDefenders.eu, un consorzio di 12 ONG per i diritti umani. I fondi aggiuntivi consentiranno a ProtectDefenders.eu di fornire ai difensori dei diritti umani più a rischio un supporto efficiente, strategico e flessibile nell’immediato, medio e lungo termine, tra cui:

Protezione fisica e digitale, supporto legale e medico, monitoraggio dei processi e delle carceri;

Sviluppo delle capacità, advocacy, sensibilizzazione, formazione sulla prevenzione e sicurezza dei rischi, sviluppo di strategie (per contrastare restrizioni, sanzioni, diffamazione o leggi che cercano di criminalizzare il loro lavoro), monitoraggio della situazione e allerta precoce;

Regimi di ricollocazione temporanea nell’UE e a livello regionale o locale;

Maggiore attenzione a donne, giovani, LGBTIQ e difensori dei diritti ambientali.

Nel 2021 il meccanismo dell’UE per i difensori dei diritti umani ha registrato un aumento senza precedenti delle richieste di urgente sostegno protettivo da parte di individui e organizzazioni che affrontano minacce alla sicurezza. ProtectDefenders.eu ha fornito supporto salvavita e assistenza multiforme a quasi 8.700 difensori dei diritti umani più a rischio e organizzazioni di base per i diritti umani – il 23% in più rispetto al 2020 – in 103 paesi, tra cui Bielorussia, Myanmar e Afghanistan.

Dal 2015, il meccanismo dell’UE per i difensori dei diritti umani ha assistito oltre 55.000 difensori dei diritti umani e i loro familiari a rischio in oltre 120 paesi grazie a un finanziamento dell’UE di 35 milioni di euro durante le prime due fasi. Mentre oltre la metà dei beneficiari sono donne e difensori dei diritti umani delle minoranze sessuali, un numero crescente di difensori dei diritti dell’ambiente, della terra e delle popolazioni indigene riceve sostegno.

Nella sua nuova fase, il meccanismo dell’UE per i difensori dei diritti umani incorporerà il Fondo di emergenza dell’UE per i difensori dei diritti umani a rischio. Questo Fondo di emergenza dell’UE, gestito dalla Commissione in stretta collaborazione con il Servizio europeo per l’azione esterna, fornisce sovvenzioni di emergenza fino a 10.000 euro ai difensori dei diritti umani e alle loro famiglie. Dal 2014, il Fondo di emergenza ha sostenuto circa 1.600 difensori dei diritti umani e i loro familiari provenienti da circa 100 paesi.

Per maggiori informazioni

ProtectDefenders.eu – il meccanismo dell’UE per i difensori dei diritti umani

ProtectDefenders.eu Rapporto annuale 2021

Piano d’azione per i diritti umani e la democrazia

Opportunità di finanziamento| Partnership internazionali

Servizio europeo per l’azione esterna – Diritti umani e democrazia
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L’11 ottobre 2022 organizzata a Bolzano la 6a Conferenza sull’energia alpina all’insegna del motto “Energia affidabile, economica e sostenibile nelle Alpi”.

Il convegno è co-organizzato dalle Province Autonome di Bolzano e Trento.

Lo rende noto il sito della DG Politica Regionale della Commissione europea.

Per le sue caratteristiche geografiche, scrive la DG, l’area alpina svolge un ruolo importante nell’approvvigionamento energetico in Europa. Nella macroregione, diversi attori territoriali stanno portando avanti azioni congiunte per promuovere la transizione energetica a livello locale, regionale e transnazionale.

La conferenza riunirà esperti e decisori nel campo della politica energetica per discutere come affrontare la scarsità di energia e l’aumento dei prezzi dell’energia nell’area alpina. Sarà anche l’occasione per presentare le azioni dell’UE intraprese per gestire la scarsità energetica e per rafforzare l’autosufficienza energetica.

Durante il convegno, sarà consegnato il Premio EUSALP Energy alle migliori pratiche alpine che sono riuscite ad attivare i cittadini e coinvolgerli nella transizione energetica attraverso azioni di sensibilizzazione, approcci partecipativi e modelli finanziari innovativi .

Maggiori informazioni Cliccare qui per registrarsi qui
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