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il Consiglio dell’Unione europea ha approvato il 20 febbraio la forma definitiva di una direttiva volta a rafforzare il ruolo degli organismi per la parità in tutta l’UE nella lotta alla discriminazione basata sul sesso, sulla razza o sull’origine etnica, sulla religione o sulle convinzioni personali, sulla disabilità, sull’età o sull’orientamento sessuale. Ora verrà chiesto al Parlamento europeo di dare il suo consenso.

Organismi per la parità sono stati istituiti in tutta l’UE per promuovere la parità di trattamento, combattere la discriminazione e offrire assistenza alle vittime. Migliora l’efficacia degli organismi per la parità e ne garantisce l’indipendenza stabilendo norme minime per il loro funzionamento.

La presente direttiva rafforzerà in modo significativo il ruolo degli organismi per la parità come protettori dei diritti dei cittadini europei, dei valori dell’UE e dei principi antidiscriminazione sanciti dai trattati. L’accordo odierno rappresenta un passo importante verso un’Unione dell’uguaglianza.

Gli organismi per la parità dovrebbero disporre di personale e risorse sufficienti. I loro compiti, secondo la direttiva, dovrebbero includere la raccolta di dati sull’uguaglianza e attività di sensibilizzazione, compresa l’esistenza di organismi per l’uguaglianza e dei loro servizi. Gli organismi per la parità possono anche emettere pareri e decisioni, condurre indagini e assistere le vittime di discriminazione, anche dinanzi ai tribunali.

Il testo della direttiva concordato sarà ora inviato al Parlamento europeo, insieme alla richiesta di dare la sua approvazione. Entrambe le direttive dovrebbero essere adottate nel maggio 2024. Gli Stati membri avranno due anni per adattare la propria legislazione nazionale.

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La Commissione europea rende noto di aver accolto con favore l’accordo politico raggiunto nei giorni scorsi tra il Parlamento europeo e il Consiglio su norme più rigorose per gli organismi per la parità, in particolare a proposito della loro indipendenza, delle loro risorse e dei loro poteri, in modo da poter combattere più efficacemente la discriminazione in Europa.

Gli organismi per la parità sono istituzioni pubbliche che forniscono assistenza alle vittime di discriminazione e pubblicano relazioni e raccomandazioni. Fanno parte del sistema istituzionale di bilanciamento dei poteri in una democrazia sana. Rafforzare gli organismi per la parità significa salvaguardare l’uguaglianza e garantire la non discriminazione delle persone nella vita quotidiana.

Una volta adottata, la nuova normativa introdurrà norme vincolanti a livello dell’UE per affrontare le notevoli disparità attualmente esistenti tra gli organismi per la parità negli Stati membri. Introdurrà garanzie per la loro indipendenza, requisiti relativi a risorse umane, tecniche e finanziarie sufficienti, e per un accesso gratuito e semplice ai loro servizi per tutte le vittime di discriminazione. Gli organismi per la parità saranno inoltre dotati di forti poteri di indagine e di agire in giudizio, e le autorità pubbliche avranno l’obbligo di consultare e prendere in considerazione le loro raccomandazioni. Maggiori informazioni sugli organismi per la parità sono disponibili qui.
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I ministri dell’Occupazione e degli affari sociali dell’UE hanno concordato il 12 giugno la loro posizione su due proposte che rafforzeranno l’indipendenza e il funzionamento degli organismi per la parità nell’UE, contribuendo a prevenire la discriminazione e a proteggere meglio le vittime.

Gli organismi per la parità svolgono un ruolo fondamentale nella protezione dei cittadini dell’UE dalla discriminazione. I due orientamenti generali concordati oggi dal Consiglio sono importanti per garantire che gli organismi nazionali per la parità dispongano dei poteri, delle risorse e dell’indipendenza per combattere efficacemente la discriminazione.

Attualmente tutti gli Stati membri dell’UE sono tenuti a istituire organismi nazionali al fine di combattere la discriminazione fondata su motivi quali l’origine razziale o etnica e il genere, ma il mandato e le competenze di tali organismi variano da uno Stato membro all’altro.

Le nuove norme stabiliranno requisiti minimi comuni a livello dell’UE per gli organismi per la parità in una serie di ambiti chiave che comprendono:

competenze rafforzate per consentire agli organismi per la parità di combattere la discriminazione per motivi di religione o convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale nel settore dell’occupazione e la discriminazione fondata sul genere nel settore della sicurezza sociale

l’obbligo giuridico di indipendenza degli organismi per la parità

risorse umane, tecniche e finanziarie sufficienti

l’obbligo per le istituzioni pubbliche di consultare gli organismi per la parità su questioni relative alla discriminazione e alla parità di trattamento

maggiori poteri di svolgere indagini e di risoluzione delle controversie nei casi di discriminazione

Uno degli orientamenti generali concordati sarà negoziato nel quadro della procedura legislativa ordinaria e conferisce alla prossima presidenza spagnola del Consiglio il mandato di avviare i negoziati con il Parlamento europeo al fine di raggiungere un accordo provvisorio. Per quanto riguarda la proposta negoziata secondo la procedura legislativa speciale, il Parlamento europeo sarà invitato a dare la sua approvazione.

Gli organismi per la parità sono istituzioni pubbliche che proteggono e forniscono assistenza alle vittime di discriminazione. La legislazione dell’UE sulla parità stabilisce che tutti gli Stati membri devono istituire organismi nazionali per la parità incaricati di trattare i casi di discriminazione fondata sul sesso e sull’origine razziale o etnica.

Ai sensi dell’attuale legislazione sugli organismi per la parità, gli Stati membri dispongono di un ampio margine di discrezionalità, il che comporta differenze significative all’interno dell’UE in termini di competenze, indipendenza, risorse, accessibilità ed efficacia di tali organismi.

Il 7 dicembre 2022 la Commissione ha pubblicato due proposte per rafforzare gli organismi per la parità:

una proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulle norme riguardanti gli organismi per la parità nel settore della parità di trattamento e delle pari opportunità tra donne e uomini in materia di occupazione e impiego, avente come base giuridica l’articolo 157 TFUE (procedura legislativa ordinaria)

una proposta di direttiva del Consiglio sulle norme riguardanti gli organismi per la parità in materia di parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica, parità di trattamento in materia di occupazione e impiego tra le persone indipendentemente dalla religione o dalle convinzioni personali, dalla disabilità, dall’età o dall’orientamento sessuale, parità di trattamento tra le donne e gli uomini in materia di sicurezza sociale e per quanto riguarda l’accesso a beni e servizi e la loro fornitura, avente come base giuridica l’articolo 19, paragrafo 1, TFUE (procedura di approvazione)

Poiché la legislazione in corso di revisione si basa su due procedure legislative differenti, è stato necessario pubblicare due proposte della Commissione, anche se il loro contenuto è sostanzialmente identico.

Proposta di direttiva sulle norme riguardanti gli organismi per la parità (articolo 19 TFUE) – Orientamento generale

Proposta di direttiva sulle norme riguardanti gli organismi per la parità (articolo 157 TFUE) – Orientamento generale
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