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La Gazzetta ufficiale serie C del 23 aprile ha pubblicato il Parere del Comitato economico e sociale europeo (CESE) sul tema «Rafforzare il dialogo civile e la democrazia partecipativa nell’UE: la strada da seguire».

Al fine di salvaguardare, rafforzare e promuovere la democrazia nell’UE, scrive il >CESE, e quale strumento per avvicinare il processo decisionale dell’UE ai cittadini, il CESE accoglie con favore la richiesta della presidenza belga del Consiglio dell’UE di elaborare un parere sul tema Rafforzare il dialogo civile e la democrazia partecipativa nell’UE: la strada da seguire. L’argomento da trattare è assai vasto e ingloba temi quali l’attivismo, il volontariato, l’adesione a movimenti e altre forme di partecipazione attiva civica diretta, con una funzione di complemento a quella svolta dalla democrazia rappresentativa. Pertanto, il presente parere verte principalmente su una valutazione di quali potrebbero essere gli elementi da includere in un quadro più favorevole alla promozione della partecipazione diretta dei cittadini e del dialogo con e attraverso i cosiddetti corpi intermedi, sia a livello dell’UE che dei singoli Stati membri.

IL PARERE COMPLETO DEL CESE IN ITALIANO (PDF)
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IlComitato economico e sociale europeo (CESE) definisce opportune e necessarie le proposte della Commissione volte a rafforzare il dialogo sociale negli Stati membri e nell’UE, ma chiede ulteriori misure. È necessario agire per migliorare le consultazioni nazionali con le parti sociali, la copertura della contrattazione collettiva nazionale ed europea e l’attuazione degli accordi delle parti sociali.

Nel parere adottato nella sessione plenaria di aprile, il CESE ha analizzato la recente comunicazione della Commissione sul rafforzamento del dialogo sociale e la proposta di raccomandazione del Consiglio sullo stesso tema.

Il CESE ha affermato di essere pienamente in linea con l’opinione della Commissione secondo cui i negoziati e le consultazioni tra i rappresentanti dei governi e le parti sociali – rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro – sono uno strumento fondamentale per definire le politiche nazionali e dell’UE in grado di migliorare le condizioni di vita e di lavoro in tutti gli Stati membri. Tuttavia, ha messo in guardia dal dare per scontato un esito positivo del dialogo sociale.

Secondo il CESE, la Commissione dovrebbe esaminare i modelli nazionali, regionali e settoriali di successo e capire perché hanno avuto successo.

Secondo il CESE, un dialogo sociale efficace deve includere parti sociali rappresentative e legittime, dotate di conoscenze, capacità tecniche e accesso tempestivo alle informazioni. Richiede anche la volontà politica e l’impegno per impegnarsi in essa. È necessario il rispetto dell’autonomia e dei diritti delle parti sociali, come il diritto alla libertà di associazione e alla contrattazione collettiva, nonché un quadro giuridico e istituzionale favorevole.

Il CESE ritiene che una serie di questioni richiedano ulteriori azioni, tra cui il mancato inserimento dei contratti collettivi di settore tra i fattori importanti per migliorare la copertura della contrattazione collettiva a livello nazionale e dell’UE. Sebbene questo punto sia stato sottolineato nella comunicazione, non è presente nella raccomandazione.

Il CESE ha inoltre sottolineato il fatto che in alcuni Stati membri i dialoghi sociali tripartiti sono più una questione di forma che di sostanza. Per contrastare questo problema e garantire che si svolgano consultazioni di qualità con le parti sociali nazionali, il CESE propone di istituire un quadro comune efficace per coinvolgere le parti sociali a livello nazionale.

Inoltre, i risultati delle consultazioni dovrebbero essere collegati ai piani nazionali per le riforme e gli investimenti. Se le parti sociali non sono coinvolte in modo significativo, il CESE raccomanda alla Commissione di intervenire. Il CESE ha inoltre espresso preoccupazione per la mancanza di chiarezza in merito all’attuazione degli accordi tra le parti sociali attraverso le direttive del Consiglio. Senza chiarezza, trasparenza e prevedibilità, l’ampia discrezionalità della Commissione europea in materia rischia di avere l’involontaria conseguenza di scoraggiare le parti sociali dal negoziare questo tipo di accordi, afferma nel parere, invitando nuovamente la Commissione a discutere di questo problema con le parti sociali. Il CESE concorda con l’osservazione formulata nella raccomandazione secondo cui il ruolo specifico delle organizzazioni delle parti sociali dovrebbe essere pienamente riconosciuto e sostenuto nelle strutture e nei processi del dialogo sociale, rilevando che il dialogo civile, che coinvolge una gamma più ampia di parti interessate e temi, è un processo separato. Questa distinzione dovrebbe essere fatta anche nel sostegno allo sviluppo delle capacità delle parti sociali e della società civile.
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