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Gli Stati membri del Consiglio d’Europa sono sempre più confrontati a disastri naturali e rischi climatici, e gli enti locali e regionali sono in prima linea a rispondere. Per fare ciò nel modo più efficace e al tempo stesso democratico, sarà fondamentale che gli enti locali e regionali sviluppino una cultura della gestione del rischio, promuovano la solidarietà territoriale e inducano transizioni economiche, ecologiche e sociali che portino a una maggiore resilienza, rileva un rapporto di Jean -Paul Bastin e Christian Debève presentato alla 46a sessione del Congresso il 28 marzo.

Sulla base di studi di casi condotti in Belgio, Spagna e Turchia, il rapporto conclude che sarà necessario uno sforzo concertato, che combini azioni a breve e lungo termine in un approccio sistemico e globale per risolvere i problemi più urgenti e prepararsi per affrontare le sfide imminenti.

I correlatori hanno sottolineato l’importanza della partecipazione dei cittadini e di una comunicazione trasparente in ogni momento durante il ciclo di gestione della crisi, nonché della creazione di adeguati meccanismi di finanziamento, dello scambio regolare di buone pratiche e dati, dell’offerta di programmi di formazione a professionisti e volontari e del coinvolgimento dei giovani persone in tutte le fasi del processo – prevenzione, soccorso, formazione, studi accademici, ecc.

Sostenendo il dibattito e raccontando delle gravi inondazioni che hanno colpito il suo territorio solo lo scorso dicembre e gennaio, la ministra dell’Interno e dello Sport della Bassa Sassonia in Germania, Daniela Behrens, ha sottolineato l’importanza della solidarietà e della cooperazione transfrontaliera europea in materia di protezione dalle catastrofi, sostenendosi a vicenda con materiali e competenze.

Il dibattito è stato accompagnato da una mostra fotografica dal titolo “Resilienza locale e regionale ai disastri naturali e ai rischi climatici – una mostra stimolante per i decisori locali e regionali”, che ha presentato le immagini scattate nel contesto dei casi di studio.

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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 476 del 15 dicembre pubblica l’avviso della Relazione speciale della Corte dei conti europea «Sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE)».

La pandemia di COVID-19, scrive la Corte, ha avuto ripercussioni economiche che hanno messo in pericolo milioni di posti di lavoro. In tale contesto, l’UE ha istituito uno strumento temporaneo, denominato SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency, ossia “strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza”).

Tale strumento ha permesso di fornire agli Stati membri oltre 100 miliardi di euro sotto forma di prestiti a condizioni favorevoli, per l’estensione o la creazione di nuovi regimi per il mantenimento dei posti di lavoro esistenti.

La Corte conclude che la Commissione, tenendo conto del contesto di emergenza, ha reagito rapidamente alla sfida. Benché alcuni elementi indichino che milioni di persone hanno beneficiato di un finanziamento a titolo di SURE, l’assenza di dati completi a livello di Stati membri limita la capacità della Commissione di valutare il numero di posti di lavoro mantenuti. La Corte raccomanda alla Commissione di valutare l’esperienza di SURE al fine di trarne insegnamenti utili per le crisi future.

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