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Consiglio d’Europa: “governi devono combattere corruzione ambientale”

In occasione della Giornata internazionale contro la corruzione, celebrata ogni anno il 9 dicembre, il Presidente del Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa (GRECO), Marin Mrčela, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“I crimini ambientali, spinti in genere dagli enormi vantaggi finanziari illegali che i trasgressori possono ottenere, dipendono spesso da pratiche corrotte, tra cui la corruzione e l’influenza indebita nei confronti di funzionari pubblici di alto livello, politici e forze dell’ordine. Anche la corruzione del settore privato in questo ambito rappresenta un problema.

I reati in questione riguardano la silvicoltura illegale, la pesca illegale, il commercio illegale di fauna selvatica, l’estrazione mineraria illegale, lo scarico illegale e il trasporto illegale di rifiuti pericolosi, oltre ad altre attività illecite. Questi causano danni irreparabili alle risorse naturali, al diritto dei cittadini a un ambiente sano e ai diritti delle generazioni future.

La corruzione permette di commettere crimini ambientali. Gli Stati dovrebbero migliorare la trasparenza dei loro processi decisionali e legislativi in aree quali l’uso delle risorse ambientali, i processi di rilascio di permessi e concessioni, le certificazioni e l’applicazione delle norme e le ispezioni ambientali. I diritti di inquinamento e il loro commercio devono essere regolamentati in modo rigoroso e le autorità devono essere attente a possibili abusi di tali diritti. Anche le misure di prevenzione della corruzione sono essenziali nell’ambito della transizione verde, in cui vengono investite ingenti somme di denaro.

Le raccomandazioni che il GRECO rivolge ai suoi Stati membri sono pienamente applicabili alla corruzione legata all’ambiente, tra cui l’adeguata regolamentazione delle attività di lobbying, degli appalti pubblici e delle procedure di autorizzazione e la loro effettiva attuazione, nonché la protezione degli informatori. Anche la trasparenza del processo legislativo, compreso il rispetto dei requisiti di consultazione e partecipazione pubblica e il rispetto del diritto all’informazione pubblica, è essenziale per prevenire gli abusi.

La convenzione sulla protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale, attualmente in fase di elaborazione da parte del Consiglio d’Europa, dovrebbe consentire agli Stati di affinare i propri strumenti per perseguire i trasgressori, contrastare l’impunità per questi reati e proteggere meglio le risorse ambientali.

Gli Stati dovrebbero agire con determinazione per rendere la lotta alla corruzione ambientale una priorità politica. Le pratiche di corruzione nel settore ambientale hanno come risultato finale il degrado delle risorse naturali del mondo, un’eredità che le nostre giovani e future generazioni non dovrebbero ereditare”.

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