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Il Green Deal europeo è un pacchetto di iniziative strategiche dell’UE per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, diventando così il primo continente a impatto climatico zero.

Mentre ci muoviamo tra le complessità dell’implementazione del Green Deal europeo e di altre politiche verdi, è ormai evidente che il ruolo degli enti locali è fondamentale nel portare avanti iniziative e politiche sostenibili.

In questo quadro, il CCRE/CEMR è attivamente impegnato nella stesura di un rapporto che esamina specificamente le sfide incontrate dagli enti locali nell’attuazione delle politiche in materia di clima, energia, ambiente, mobilità ed economia circolare.

Attraverso un sondaggio anonimo rivolto a tutti i livelli delle autorità locali e regionali in Europa, il CCRE/CEMR desidera raccogliere informazioni inedite sull’applicazione in corso del Green Deal o di altre azioni sulle politiche verdi.

Il CCRE/CEMR vuole cogliere l’opportunità di ascoltare in modo diretto le esperienze, le migliori pratiche e le prospettive in qualità di rappresentanti locali o regionali.

Per rispondere al questionario completo occorrono solo 15 minuti (è disponibile un’opzione di traduzione automatica scegliendo la lingua preferita nel menu a tendina in alto a destra della pagina).

C’E’ TEMPO FINO AL 29 MARZO PER PARTECIPARE AL SONDAGGIO.
Link per compilare il sondaggio:
https://sprw.io/stt-vZKZjMfv7aEAJpLEN6C3xu

I DATI SARANNO UTILIZZATI SOLO DAL CCRE/CEMR, ELABORATI IN CONFORMITÀ CON LA DICHIARAZIONE SULLA PRIVACY DEL CCRE/CEMR NEL RISPETTO DEL GDPR E NON SARANNO TRASMESSI A NESSUN ALTRO. IL CCRE/CEMR RICHIEDE I DATI SOLO PER DARE SEGUITO A INTERVISTE/SPECIFICI CASI DI STUDIO CON COLORO CHE HANNO DATO IL LORO ESPLICITO CONSENSO. Per qualsiasi domanda relativa allo studio, alla politica CCRE/CEMR sulla privacy/al rispetto del GDPR nella raccolta e presentazione dei dati o altro, si prega di scrivere a greendeal@ccre-cemr.org.

Il CCRE/CEM ringrazia in anticipo per il contributo a questo sforzo collettivo ed informa che Il rapporto finale sarà pubblicato nell’autunno del 2024.
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Presso l’aula Fanfani della facoltà di Economia, a Roma, si è aperto stamane l’incontro di studi “PICCOLI COMUNI, GRANDI OBIETTIVI – AICCRE e Università per lo sviluppo delle Aree Interne italiane nell’Europa del futuro”.

Il programma ha previsto i saluti di Giovanni Di Bartolomeo, preside della Facoltà di Economia, di Donatella Strangio, direttrice del dipartimento di Metodi e Modelli per il territorio, l’Economia e la Finanza e di . Il dibattito ha visto gli interventi di Giuliano Resce, professore di Economia Politica dell’Università del Molise, Silvio Lanciotti, membro Ufficio di Presidenza AICCRE, Alessandra De Rose, professoressa di Demografia della Sapienza Università di Roma, Mauro Robba, presidente Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio (Lombardia), Roberta Gemmiti, professoressa di Geografia Economia della Sapienza Università di Roma e Pasquale Sorrentino, vicesindaco di San Giovanni a Piro (Salerno).



“L’intesa con l’Università è stato uno dei primi atti che ho fatto da Presidente. Il compito che mi è stato assegnato dai nostri associati (Soci, Sindaci, presidenti di Regione e di provincia) è stato quello di ricentrare il ruolo dei nostri enti rispetto ai temi europei” Così ha esordito nel suo intervento di saluto Milena Bertani, Presidente AICCRE (al centro nella foto).
C’è stato quindi un cambiamento radicale rispetto al passato, “dove si era dediti ad elaborare progetti sui gemellaggi di città piuttosto che trattare i temi della governance ed entrare, invece, nel merito di quelle che sono le opportunità che oggi l’Europa ha offerto ai suo stati membri a cominciare dal PNNR”.

L’AICCRE, ha continuato la Presidente, ha “moltissimi soci che sono comuni piccoli, direi addirittura piccolissimi, comuni che sono ben al disotto dei 3000 abitanti e che rappresentano quasi tutti territori delle aree interne”.

Questi comuni non sanno neanche come si fa a compilare un bando di gemellaggio, “figuriamoci progetti più complessi e faticano a “possedere una prospettiva grande”. Quindi, “il nostro compito è quello di offrire a questi comuni, anche tramite i vostri studi, una visione di carattere più grande, perché oggi se non si comincia a guardare il mondo al di fuori del proprio ambito di appartenenza, è ben difficile che si possa fare una programmazione territoriale a lungo termine”.
Dobbiamo far capire a questi comuni che “la storia è cambiata”, ha continuato la Bertani, non si può avere tutto nello stesso posto, bisogna cercare di dare funzioni e nature diverse nell’ambito di un territorio più vasto, anche gli stessi comuni, e accettare il principio che ci debbano essere dei sacrifici per cui chi non ha certe strutture sarà compensato in altro modo, in modo tale che tutti possano avere una “opportunità per vivere in questi territori”.

“Mi sono sempre chiesta se i soldi che i comuni ricevono sono stati in grado di cambiare la faccia, la storia, l’economia, le prospettive del territorio? Qualche dubbio ce l’ho. C’è un problema, ha evidenziato la Presidente: “si fanno grandi progetti sulla carta, che servono solo a catturare un po di soldi e dire che ci si muove, si fa finta di creare un’alternativa, ma questa alternativa nei fatti non c’è. Ed è ancora più sconcertante se pensiamo che piccoli comuni durante il Covid sono stati presi di mira da chi non voleva più vivere in città. Abbiamo letto fior fior di letteratura in questo senso che diceva che questa sarebbe stata una delle grandi scommesse se, per esempio, si potenziavano i trasporti peer riportare gente nei territori”.


Però questo è un tema che “fa fatica a trovare spazio all’interno di questi comuni in tutta Italia. Allora il nostro compito oggi è chiedere a voi, università, “di studiare questi territori. Ci saranno oggi a questo evento dei nostri rappresentanti che verranno qui e racconteranno che cosa hanno già fatto con la strategia dell’UE interne”. Quali sono stati i cambiamenti reali misurati sul territorio e cosa si aspettano? Noi vorremmo indagare in tutta Italia queste prospettive e “cercare di capire dal vostri risultati come indirizzare le politiche di questi comuni, anche proponendo all’Europa degli atti materiali che possono andare in questo senso. Vi preannuncio che con l’associazione francese abbiamo deciso di lavorare ad un protocollo d’intesa che dovrà esaminare tre aree geografiche, Italia, Francia, su questi temi, il sistema delle Alpi, il sistema insulare marittimo e il sistema delle aree agricole, mettendo anche a confronto già direttamente Italia Francia, si ha una prospettiva di lettura importante sul Mediterrano. E da questa lettura, che condivideremo anche con voi per dare quello spirito di internazionalizzazione, cercheremo poi di capire se si può fare una politica del Mediterraneo su questi temi”, ha concluso la Presidente dell’AICCRE.

L’incontro è stato moderato da Roberta Di Stefano, ricercatrice in Statistica Economica della Sapienza Università di Roma.

Al termine dell’incontro è seguita la firma del protocollo tra AICCRE, Dipartimento MEMOTEF e Università del Molise.

PAGINA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO

L’INTERVENTO AUDIO DI MILENA BERTANI e SILVIO LANCIOTTI (dal minuto 5)
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Mantenendo l’impegno di alleggerire gli oneri amministrativi per gli agricoltori dell’UE, la Commissione europea ha proposto nei giorni scorsi di rivedere alcune disposizioni della politica agricola comune (PAC), con l’obiettivo di apportare semplificazioni pur mantenendo una politica forte, sostenibile e competitiva per l’agricoltura e l’alimentazione dell’UE.

Lo rende noto una comunicazione della
Queste proposte, relative alla condizionalità e ai piani strategici della PAC, mirano a ridurre l’onere relativo ai controlli per gli agricoltori dell’UE e fornire loro una maggiore flessibilità per conformarsi a determinate condizionalità ambientali. Anche le amministrazioni nazionali beneficeranno di una maggiore flessibilità nell’applicazione di determinati standard.

La proposta legislativa è una risposta diretta alle centinaia di richieste ricevute dalle organizzazioni rappresentative degli agricoltori e dagli Stati membri e integra le azioni a breve termine della Commissione già in corso per contribuire a ridurre gli oneri amministrativi per gli agricoltori.

“La proposta trova il giusto equilibrio tra la necessità di mantenere il ruolo della PAC nel sostenere la transizione dell’agricoltura europea verso un’agricoltura più sostenibile, le aspettative degli agricoltori e degli Stati membri e l’obiettivo di raggiungere rapidamente un accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE”, scrive Bruxelles.

Per rispondere a tutte le preoccupazioni espresse nelle ultime settimane, la Commissione europea informa che sta inoltre inviando al Consiglio UE e al Parlamento europeo un documento di riflessione che delinea diverse misure per migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare. Questo elenco di possibili azioni sarà discusso con i ministri dell’Agricoltura nella prossima riunione del Consiglio.

Il pacchetto di sostegno per gli agricoltori dell’UE tiene conto delle ultime conclusioni del Consiglio europeo che ha invitato la Commissione e il Consiglio ad affrontare le sfide cui deve far fronte il settore agricolo dell’UE.

Proposta legislativa

Domande e risposte

La Commissione europea presenta opzioni di semplificazione per ridurre l’onere per gli agricoltori dell’UE

La Commissione europea invita gli agricoltori a partecipare al sondaggio online sulla semplificazione

Agricoltori europei esentati dalle norme sui terreni lasciati a riposo
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Le revisioni subnazionali volontarie (VSR) stanno cambiando positivamente la governance locale per lo sviluppo sostenibile. Lo sottolinea una nota apparsa sul sito dell’UCLG (United Cities and Local Governments). Questo è ciò che le associazioni dei governi locali di tutto il mondo hanno condiviso in un processo partecipativo guidato dall’UCLG con l’obiettivo di accertare l’impatto delle VSR. I principali messaggi e buone pratiche sono stati raccolti e illustrati nel documento “Raccontare la storia: VSR in prima persona. Una nota di approfondimento sugli impatti incrementali dei VSR raccontati dalle associazioni che li hanno prodotti” .

I VSR hanno rafforzato l’interlocuzione locale-nazionale per lo sviluppo sostenibile, portando all’attenzione delle autorità nazionali le sfide e i bisogni sperimentati dai governi locali e dalle loro comunità che richiedono un’azione sia a livello nazionale che dal basso verso l’alto. Di conseguenza, hanno spesso rivitalizzato i processi di decentramento che stavano perdendo terreno e hanno stimolato l’impegno nazionale ad aumentare le risorse finanziarie destinate ai governi locali.

Le VSR hanno anche rappresentato un modo per garantire la prospettiva locale nelle revisioni nazionali volontarie. Guardando all’interno, i VSR hanno rafforzato l’impegno degli enti locali nei confronti dell’Agenda 2030, ad esempio, rappresentando un primo passo per raccogliere dati sistematici sulla localizzazione degli SDG a livello nazionale.

I VSR hanno assicurato un approccio che coinvolge l’intera società dal basso, promuovendo alleanze multistakeholder per un’azione più trasparente e responsabile, attirando alleanze e sostegno internazionali e aumentando la visibilità dei governi locali e delle associazioni.

In sintesi, i VSR sono molto più di uno strumento di reporting: emergono come strumenti e processi cruciali per la ricerca, l’apprendimento e il sostegno. Insieme alle revisioni locali volontarie, sono stati riconosciuti dalle Nazioni Unite come uno strumento essenziale per mostrare i progressi e promuovere lo scambio sull’attuazione locale degli obiettivi di sviluppo sostenibile. La speranza e l’ambizione dell’elettorato è che a questi strumenti politici e di reporting venga assegnato uno status ufficiale all’interno di processi multilaterali come il Forum politico di alto livello.

Dal 2020, l’UCLG supporta attivamente gli enti locali di tutto il mondo nella produzione di VSR. Quest’anno, l’UCLG ha fatto un passo avanti nei suoi sforzi lanciando la nuova piattaforma d’azione VSR.

Leggi la nota approfondita completa

Le Linee guida dell’UCLG per l’elaborazione delle VSR
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Nel 2023 nell’UE c’erano 5 regioni metropolitane con oltre 5 milioni di persone.

La più grande regione metropolitana dell’UE nel 2023 era Parigi in Francia, con una popolazione di 12,4 milioni di persone, seguita dalle regioni metropolitane spagnole di Madrid e Barcellona con rispettivamente 6,9 ​​e 5,8 milioni di abitanti. Berlino, con una popolazione totale di 5,5 milioni di abitanti, e la regione metropolitana della Ruhrgebiet in Germania (5,1 milioni di residenti), completano la top 5.

Regioni metropolitane più grandi UE, 2023, milioni di abitanti. Negli ultimi 5 anni (dal 2018 al 2023), la crescita demografica più significativa è stata osservata a Madrid (+322.000), Barcellona (+282.000) e Berlino (+222.000).

Tra le prime 10 regioni metropolitane più grandi, Barcellona, ​​Madrid e Amsterdam hanno registrato i tassi di crescita relativa più elevati, con una crescita demografica del 5%. D’altro canto, la regione di Roma Capitale è stata l’unica regione metropolitana che ha registrato un notevole calo demografico rispetto al 2018 (-129.000), mentre la popolazione di Milano è rimasta relativamente stabile (-6.000).

Articolo Eurostat sull’Europa urbano-rurale: sviluppi demografici nelle città

Annuario regionale Eurostat edizione 2023
>Sezione tematica Eurostat sulle regioni e le città

Banca dati Eurostat sulle regioni metropolitane
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Nella plenaria di marzo del Comitato economico e sociale europeo, che si terrà a Bruxelles il 20 e 21 marzo 2024, le elezioni europee del 2024 saranno in prima linea nelle discussioni.

Con dibattiti chiave su argomenti come il futuro del mercato unico, approfondimenti sulle elezioni europee del 2024 attraverso la lente della società civile, discussioni sulla situazione umanitaria a Gaza e elaborazione di una forte agenda strategica sociale per l’Europa.

Sessione plenaria in streaming web
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La Convenzione quadro sull’intelligenza artificiale, i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto è stata completata nei giorni scorsi dal Comitato sull’intelligenza artificiale del Consiglio d’Europa. Il progetto di testo sarà sottoposto al Comitato dei Ministri per l’adozione e sarà aperto alla firma in una fase successiva.

Di seguito, la dichiarazione della Segretaria generale Marija Pejčinović Burić in occasione del completamento della Convenzione:
Questo trattato, primo nel suo genere, assicurerà che la diffusione dell’intelligenza artificiale rispetti le norme giuridiche del Consiglio d’Europa in materia di diritti umani, democrazia e Stato di diritto. Il suo completamento da parte del Comitato sull’intelligenza artificiale (CAI) è un traguardo straordinario e dobbiamo celebrarlo come tale.

La Convenzione stabilisce un quadro giuridico che copre i sistemi di IA in tutto il loro ciclo di vita, dall’inizio alla fine.

Sebbene questo trattato sia stato elaborato dal Consiglio d’Europa con partner internazionali che condividono le stesse idee, sarà uno strumento globale, aperto al mondo. Dopo la sua adozione da parte del Comitato dei Ministri nelle prossime settimane, i paesi di tutto il mondo potranno aderirvi e rispettare gli elevati standard etici che stabilisce.

Il testo raggiunge il giusto equilibrio in ambito normativo proprio grazie al contributo di governi ed esperti, come anche del settore e della società civile. Ringraziamo tutti i partner per il loro contributo e il completamento di questo testo fondamentale. Siamo convinti che, una volta adottato, questo trattato susciterà un consenso generale quanto alla portata del suo impatto.”

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