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Ucraina, UE: assicurarsi che Russia paghi per i suoi crimini

La Commissione europea ha presentato il 30 novembre diverse opzioni agli Stati membri per garantire che la Russia sia ritenuta responsabile delle atrocità e dei crimini commessi durante la guerra in Ucraina.

La Commissione propone di creare una nuova struttura per gestire i beni pubblici russi congelati e immobilizzati, investirli e utilizzare i proventi per l’Ucraina. Lo rende noto un comunicato stampa della Commissione. Pur continuando a sostenere il lavoro della Corte penale internazionale, Bruxelles è pronta a collaborare con la comunità internazionale per istituire un tribunale internazionale ad hoc o un tribunale “ibrido” specializzato per indagare e perseguire il crimine di aggressione della Russia.

L’Ucraina e 14 Stati membri hanno già avviato indagini sui crimini internazionali commessi dalla Russia. Sono supportati da Eurojust attraverso squadre investigative comuni.

Tutti gli Stati membri dell’UE, sottolinea la Commissione, sono parti della Corte penale internazionale (CPI) e l’UE sostiene pienamente la CPI nelle sue indagini sui crimini di guerra e sui crimini contro l’umanità. Tuttavia, la Russia non accetta la giurisdizione della Corte penale internazionale. Ciò significa che, allo stato attuale, il crimine di aggressione, che è un crimine commesso dalla più alta leadership politica e militare, non può essere perseguito dalla CPI.

Questo è il motivo per cui la Commissione propone opzioni alternative per garantire che la giustizia sia servita:

Uno speciale tribunale internazionale indipendente basato su un trattato multilaterale o Potrebbe essere istituito un tribunale specializzato integrato in un sistema giudiziario nazionale con giudici internazionali – un tribunale ibrido.

Per entrambe le opzioni sarebbe essenziale un forte sostegno delle Nazioni Unite.

Nel marzo 2022 la Commissione ha istituito la task force “Blocco e sequestro” per garantire il coordinamento a livello di UE delle azioni degli Stati membri. Con il suo aiuto gli Stati membri dell’UE hanno congelato 19 miliardi di euro di beni appartenenti agli oligarchi russi. Circa 300 miliardi di euro delle riserve della Banca centrale russa sono bloccati nell’UE e in altri partner del G7. Per ottenere il massimo da questi fondi e iniziare fin d’ora a ricostruire l’Ucraina, la Commissione propone, tra l’altro:

A breve termine: istituire una struttura per gestire i fondi pubblici congelati, investirli e utilizzare i proventi a favore dell’Ucraina.

A lungo termine: una volta revocate le sanzioni, i beni della Banca centrale dovranno essere restituiti. Questo potrebbe essere legato a un accordo di pace, che risarcisca l’Ucraina per i danni subiti. I beni che dovrebbero essere restituiti potrebbero essere compensati con questa riparazione di guerra.

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