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I superinquinanti climatici – tra cui metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi e ozono troposferico – sono responsabili di oltre la metà del riscaldamento odierno. Nell’ambito del Global Meater Pledge, lanciato dall’UE e dagli Stati Uniti, più di 150 paesi stanno ora attuando l’ obiettivo collettivo di ridurre le emissioni globali di metano di origine antropica di almeno il 30% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2020. Questa iniziativa globale contribuirà a mantenere a portata di mano l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento a 1,5 gradi Celsius.

In una dichiarazione, la presidente von der Leyen ha presentato la prima legge dell’UE per ridurre le emissioni di metano nel settore energetico, con standard leader a livello mondiale per misurare, rilevare e arrestare le emissioni nell’UE e nel mondo. Durante il vertice, l’UE e i suoi Stati membri hanno annunciato 175 milioni di euro a sostegno del Manthrop Finance Sprint per promuovere la riduzione del metano. Questi fondi contribuiranno a catalizzare gli sforzi del governo, dell’industria e della filantropia per ridurre le emissioni di metano nel settore energetico, anche consentendo la rivoluzione dei dati sul metano con l’uso di nuovi satelliti.

La presidente von der Leyen ha inoltre annunciato che la Commissione europea svilupperà una tabella di marcia per l’ implementazione globale del programma “You Collect, We Buy” entro la COP29. Questo schema incentiva le aziende a catturare e commercializzare il gas che altrimenti andrebbe sprecato attraverso il venting e il flaring, rafforzando così l’azione per il clima e la sicurezza energetica. L’ UE e l’Algeria guideranno insieme questo programma.

Impegno globale sul metano

Emissioni di metano

Comunicato stampa sull’accordo sulla prima legge europea per ridurre le emissioni di metano
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Pochi giorni dopo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – una delle più partecipate di sempre in Italia a seguito del femminicidio di Giulia Cecchettinleader locali dell’UE e membri del Parlamento europeo hanno sottolineato l’urgenza di combattere la violenza di genere.

Nella recente sessione plenaria del Comitato europeo delle regioni (CdR), rappresentati di città e regioni hanno adottato un parere in cui esortano a concentrarsi sulla lotta contro le cause profonde di tale violenza – quali la disuguaglianza di genere e le strutture culturali o sociali deleterie – e sollecitano a investire maggiormente nella prevenzione, nell’istruzione e nella sensibilizzazione. Relatrice del parere è Donatella Porzi, consigliera regionale dell’Umbria e vicepresidente della commissione regionale sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere.

La violenza contro le donne di ogni età continua in gran parte a non essere denunciata, a causa dell’impunità dei responsabili e del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la circondano.

Oltre a grandi sofferenze individuali, si stima che la violenza contro le donne (compresa la violenza domestica) costi ogni anno nell’UE fino a 289 miliardi di euro in spese sanitarie e sociali derivanti in primo luogo dall’impatto fisico ed emotivo (56%) e poi dai costi della giustizia penale (21%) e dalla perdita di produzione economica (14%), nonché da altri costi come quelli dell’aiuto all’alloggio e della protezione dei minori (fonte: Istituto europeo per l’uguaglianza di genere [EIGE], 2021).

Nel parere sul tema Fermare la violenza di genere – Le città e le regioni in prima linea, elaborato da Donatella Porzi, i membri del CdR evidenziano il ruolo degli enti locali e regionali nella prevenzione della violenza di genere e nella protezione, nell’assistenza e nel sostegno alle vittime, in quanto prestatori dei servizi sociali e sanitari e della consulenza legale necessari. I leader locali e regionali sottolineano inoltre l’urgenza di affrontare le cause profonde della violenza, quali la disuguaglianza, le costruzioni culturali limitanti e gli stereotipi di genere, come anche di lavorare maggiormente nel campo dell’istruzione e della sensibilizzazione in materia.

Nel parere il CdR chiede altresì di adottare un approccio incentrato sulle vittime e di sensibilizzare le prime persone cui esse si rivolgono. Ricorda inoltre che, poiché soltanto un terzo circa delle vittime di violenza di genere sporge denuncia, dovrebbero essere istituiti sistemi di segnalazione accessibili – ad esempio linee di assistenza telefonica – per facilitare e incoraggiare le denunce, e dovrebbero essere rese di facile accesso informazioni in più lingue sui diritti, i passi da intraprendere e la protezione e il sostegno disponibili.

Infine, i leader locali e regionali dell’UE richiamano l’attenzione anche sulla necessità di proteggere le donne e i minori migranti e rifugiati, in quanto persone particolarmente esposte ad abusi, violazioni dei diritti e varie forme di violenza.

Come buona pratica, la relatrice Porzi raccomanda di creare un “percorso speciale” come quello messo in atto, per esempio, nella regione Toscana e in quella di Bruxelles Capitale, che indirizzi le vittime dei reati in questione in un percorso dedicato verso l’assistenza medica di emergenza, l’alloggio e i servizi sociali, garantendo loro un seguito sensibile alla dimensione di genere e assicurando il collegamento tra i servizi sanitari e sociali e le autorità giudiziarie e di polizia.

Per fermare la violenza di genere è necessario un approccio che affronti il problema in ogni suo aspetto e quindi includa azioni preventive di diverso tipo: misure immediate, ad esempio per ripensare la progettazione urbana e i trasporti, ma anche iniziative volte a coinvolgere gli uomini e a contrastare gli standard maschili distruttivi e gli stereotipi sessuali e di genere attraverso l’istruzione e la sensibilizzazione.

Il parere del CdR riconosce i progressi compiuti dopo l’adozione, nel 2020, della strategia dell’UE per la parità di genere, nonché l’importanza dell’adesione dell’UE alla convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne, meglio nota come convenzione di Istanbulù, e invita la Commissione europea e gli Stati membri ad attuare il bilancio di genere in quanto strumento concreto per migliorare tale parità.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con l’obiettivo di sensibilizzare ogni parte del mondo al fatto che le donne sono vittime di stupri, violenze domestiche e altre forme di violenza.

Nei suoi orientamenti politici, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha sottolineato la necessità di prevenire e combattere la violenza contro le donne, indicando nella prevenzione e nel contrasto di tale fenomeno una priorità per la Commissione europea. Nella comunicazione Un’Unione dell’uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025, la Commissione ha annunciato una serie di misure a livello di Unione europea per combattere la violenza di genere e attuare a questo scopo politiche coordinate e a vasto raggio. Il piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali ribadisce tale impegno.

Per maggiori informazioni

​Proposta di direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica
Lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica – Briefing

Actions combating gender-based violence, research and campaigns, statistics on gender-based violence [Azioni volte a combattere la violenza di genere, ricerche e campagne, statistiche sulla violenza di genere]

The legislative frameworks for victims of gender-based violence (including children) in the 27 Member States [I quadri legislativi per le vittime della violenza di genere (compresi i minori) nei 27 Stati membri] – Studio

Convenzione di Istanbul

Testo del parere
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La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è intervenuta il 28 novembre alla conferenza internazionale su un’alleanza globale contro il traffico di esseri umani, pronunciando il seguente discorso:

Siamo qui oggi perché tutti abbiamo ascoltato le loro storie. Abbiamo ascoltato le storie dei sopravvissuti. Giovani uomini, ammassati nel retro dei camion attraverso il deserto, senza cibo, senza aria e solo con poche bottiglie di acqua sporca. Giovani donne, maltrattate più e più volte lungo il percorso. Abbiamo ascoltato le storie delle vittime dei trafficanti di migranti. Abbiamo sentito storie di trafficanti che si sono arricchiti grazie alle loro vittime. E ci sono tante altre storie che non conosceremo mai perché finite in tragedia nella sabbia del deserto o in fondo al mare. Oggi ci riuniamo qui a Bruxelles da diversi continenti e da diversi background. Ma sia che rappresentiamo paesi di origine, di transito o di destinazione dei migranti, condividiamo tutti lo stesso desiderio. Siamo qui per combattere questo business criminale, per fermare questa sofferenza indicibile. Siamo qui per costruire un’Alleanza Globale contro il traffico di esseri umani.

Sappiamo tutti quanto possa essere difficile questo lavoro. Ma il progresso è possibile. E laddove siamo riusciti a unire le forze, in Europa, con paesi vicini e lontani e con organizzazioni internazionali, si stanno già verificando progressi. A settembre sono stata sull’isola di Lampedusa, una delle porte tra Europa e Africa. Ho visto le imbarcazioni inadatte alla navigazione fornite dai trafficanti, che causano la morte di così tante persone innocenti. Ho visto la terribile situazione dei migranti sopravvissuti al pericoloso viaggio. Ho visto l’incredibile solidarietà della popolazione locale, così come la loroesaurimento dell’ennesima crisi.

Da allora siamo riusciti a migliorare la situazione, lavorando duramente su un piano in dieci punti. Abbiamo unito le forze con l’Italia, le agenzie delle Nazioni Unite e la Tunisia. La gestione della crisi è importante ma non sufficiente. Dobbiamo costruire una risposta sistemica che metta fuori gioco i trafficanti di migranti e prevenga la perdita di vite umane. Questa è la logica alla base dei partenariati operativi anti-traffico che abbiamo instaurato in questi anni. In primo luogo, con i nostri amici dei Balcani occidentali, che non sono solo vicini ma futuri membri della nostra Unione. E poi con alcuni paesi chiave attorno ai nostri confini. Ad esempio, con il Marocco e la Tunisia. Ma c’è spazio anche per una cooperazione globale molto più ampia.

Le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di migranti sono di natura internazionale. Operano oltre frontiera, lungo tutte le rotte che portano dai paesi di origine alla destinazione finale dei migranti. Dobbiamo affrontare ogni anello di queste catene criminali. Il loro business è molto spesso diversificato e la metà delle reti del traffico di migranti sono coinvolte anche nel traffico di droga, armi da fuoco ed esseri umani. Non solo sfruttano la sofferenza umana, ma rappresentano anche una minaccia alla sicurezza più ampia. Questo è il motivo per cui vogliamo istituire nuovi partenariati bilaterali e task force operative, concentrandoci su tutte le rotte in cui avviene questo traffico criminale.

Ma abbiamo bisogno anche di un’Alleanza Globale, con una governance comune e obiettivi condivisi. Dovrebbe essere globale non solo in senso geografico ma anche nella sua portata. Concentrandosi sulla prevenzione, sulla risposta e sulle alternative legali alle rotte mortali del contrabbando. Ed è questo lo spirito che ci ha spinto nell’organizzare questo Convegno.

Il primo binario su cui lavoreremo è prevenire e dissuadere le persone dall’affidare la propria vita ai trafficanti. Il modo migliore per evitare violenze e morti lungo il percorso è evitare che avvenga il viaggio pericoloso. Ciò comporta la cooperazione sulla gestione delle frontiere e sulla condivisione dell’intelligence. Ma anche strumenti “soft” come le campagne di informazione e una nuova attenzione al cosiddetto contrabbando digitale. La maggior parte degli attraversamenti irregolari oggi sono pubblicizzati sui social media, organizzati su app di messaggistica e pagati tramite trasferimento di denaro digitale. E questo può essere affrontato solo a livello internazionale, lavorando con le società Internet. Quindi, insieme possiamo impedire alle persone di mettere la propria vita nelle mani di criminali spietati.

In secondo luogo, dobbiamo essere duri e uniti nella nostra risposta al crimine del traffico di esseri umani. Dobbiamo tutti mettere in atto la legislazione giusta. Dobbiamo far sì che le nostre forze dell’ordine e le procure lavorino insieme. Dobbiamo sequestrare i beni utilizzati dai criminali. Dobbiamo chiudere le catene di approvvigionamento internazionali e i flussi finanziari dei gruppi criminali. E possiamo farlo solo insieme. Abbiamo tutti qualcosa da imparare e qualcosa da condividere.

Qui in Europa stiamo lavorando proprio adesso per aggiornare la nostra legislazione anti-contrabbando, che ha 20 anni. Aggiorneremo la definizione del reato di traffico di migranti, inaspriremo le nostre sanzioni ed estenderemo la nostra portata giurisdizionale. Vogliamo anche migliorare la cooperazione tra gli Stati membri e le nostre agenzie con un Centro unico europeo contro il traffico di migranti per coordinare le attività e condividere informazioni in Europol. Istituiremo task force operative, anche con i paesi partner, ed Europol dispiegherà personale per rafforzare la capacità degli Stati membri sul campo. Le reti del contrabbando sono in continua evoluzione. E lo stesso vale per la nostra risposta.

Mentre aggiorniamo la nostra legislazione per prevenire e rispondere al traffico di migranti, vogliamo anche intensificare la nostra cooperazione con i partner internazionali. E qui l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine ha un ruolo centrale da svolgere. Siete i custodi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, entrata in vigore 20 anni fa a Palermo. Oggi vogliamo sostenervi ancora di più, sia per accompagnare i firmatari con assistenza legale e tecnica, sia per coinvolgere più paesi. Insieme possiamo assicurarci di avere tutti gli strumenti giusti per perseguire queste reti criminali.

Infine, dobbiamo offrire alternative più legali alle persone che vogliono cercare fortuna all’estero. Questo è un interesse che condividiamo tutti. In Europa, la carenza di manodopera e di competenze ha raggiunto livelli record. In altri continenti ci sono milioni di persone che cercano di lavorare e imparare. E dobbiamo gestire tutto ciò in modo sicuro, umano e reciprocamente vantaggioso. Con iniziative di abbinamento tra posti di lavoro, come l’EU Talent Pool, recentemente proposto dalla Commissione. Con percorsi circolari, dove le persone si muovono, si formano e riportano a casa le loro nuove competenze. Vogliamo che le persone viaggino e seguano i propri sogni. Ma questa mobilità deve essere gestita dalla legge, non dai trafficanti. Questo è il motivo per cui stiamo creando partenariati per i talenti con Tunisia, Marocco, Egitto, Bangladesh e Pakistan. E possiamo garantire maggiori opportunità alle persone di venire in Europa legalmente.

Ciò va parallelamente al rafforzamento della cooperazione in materia di rimpatrio dei migranti irregolari. Questi due devono andare di pari passo. Quanto migliori saremo nel campo dell’immigrazione legale, tanto più convincenti potremo essere nel prevenire l’immigrazione irregolare.

La maggior parte dei paesi sono allo stesso tempo paesi di origine, transito e destinazione dei migranti. Siamo tutti diversi, ma in questo siamo tutti insieme. E tutti possiamo imparare gli uni dagli altri. Quindi questa Conferenza non sarà un evento isolato. Istituiremo gruppi di esperti a livello tecnico e porteremo avanti i lavori sui tre filoni della conferenza. Ci riuniremo di nuovo tra un anno e faremo il punto. È l’inizio di un percorso comune. Ed è per questo che proponiamo di concordare un appello all’azione, aperto a tutti coloro che vogliono unirsi a noi in questa missione. È un appello rivolto a tutti noi: istituzioni e agenzie dell’UE, governi e autorità nazionali, organizzazioni internazionali e piattaforme online. Dobbiamo unire le nostre forze se vogliamo essere efficaci. Con l’Alleanza Globale possiamo dare inizio ad una nuova era di cooperazione e offrire migliori possibilità a milioni di persone.

Nella storia umana, le persone si sono sempre spostate. Ma mai prima d’ora il business del contrabbando è stato così redditizio e così mortale. La mobilità umana è un fatto della vita. Il traffico di migranti non dovrebbe esserlo. Può essere sconfitto. È una questione di volontà politica. E possiamo riuscirci solo insieme.
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Il Consiglio delle Regioni e dei Comuni d’Europa (CEMR) ha invitato le sue associazioni aderenti presso la Segreteria in Square de Meeus, a Bruxelles, a seguire il discorso sullo stato dell’Unione (SOTEU).

In una nota pubblicata sul proprio sito, il CEMR evidenzia che nel suo discorso sullo stato dell’Unione 2023, la Presidente della Commissione europea, Von der Leyen, ha evidenziato le principali questioni che dovrebbero influenzare le elezioni del 2024, aprendo il suo discorso con un appello alle generazioni più giovani, incoraggiandole implicitamente a difendere la natura unica dell’Unione europea. Democrazia, in particolare con una guerra in corso sul suolo europeo. Ha posto un accento significativo sui risultati del suo mandato dal 2019, come il Green Deal europeo, la competitività, l’intelligenza artificiale, la transizione digitale, l’allargamento, l’inflazione e l’uguaglianza di genere.

Pur elogiando tutti gli impegni e i risultati raggiunti finora, non è stato menzionato il ruolo strategico che i governi locali e regionali svolgono nell’attuazione con successo di queste iniziative
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I governi locali e regionali hanno un ruolo determinante nell’influenzare la vita quotidiana dei cittadini europei, scrive il CEMR. Il Presidente ha fatto riferimento all'”Europa delle regioni”, ma le regioni europee necessitano di maggiore attenzione e investimenti, soprattutto nell’istruzione, nell’integrazione delle minoranze, nella politica di coesione e nella sicurezza sociale.

Il CEMR informa di aver accolto con favore l’impegno della Presidente von der Leyen a rivitalizzare il dialogo sociale europeo per rispondere ai cambiamenti profondamente radicati nella tecnologia, nella società e nella demografia. Tuttavia, la politica di coesione doveva trovare un posto nell’indirizzo. Sappiamo che la politica di coesione è fondamentale nel promuovere la convergenza economica e sociale in tutta Europa, evitando al tempo stesso l’ondata di nuove disuguaglianze. Il CEMR ritiene che “dovrebbe rimanere un elemento centrale dell’agenda dell’UE”.

Ciononostante, il CEMR “resta impegnato a lavorare fianco a fianco con la Commissione europea per dare forma a un’Europa più verde e più giusta”. Con la sua impareggiabile capacità di rappresentare un milione di rappresentanti eletti in 40 paesi, il CEMR costituisce un ponte fondamentale tra i governi locali e la Commissione europea. Nello spirito di unità e cooperazione, il CEMR e i suoi membri desiderano partecipare attivamente al dialogo in corso per garantire che le voci dei governi locali siano ascoltate e prese in considerazione nelle politiche e iniziative future dell’UE.
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La Commissione europea ha adottato una proposta per la creazione di un organismo etico interistituzionale, che copra i membri delle istituzioni dell’UE, come annunciato all’inizio del mandato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e in seguito a consultazioni informali con le altre istituzioni. Con l’istituzione dell’Organismo Etico ci saranno, per la prima volta, norme comuni per la condotta etica dei membri e un meccanismo formale per il coordinamento e lo scambio di opinioni sui requisiti etici tra le istituzioni. Grazie a questi cambiamenti, aggiunge la Commissione, i politici dell’UE saranno soggetti a standard comuni, chiari, trasparenti e comprensibili.

Proposta per la creazione di un Organismo etico interistituzionale

Domande e risposte

Scheda informativa

Sito Web: Etica e integrità per i membri della Commissione europea
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Si svolge oggi 9 maggio il festival dell’Anno europeo delle competenze, al quale parteciperà, tra gli altri, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Il festival celebrerà l’Anno europeo delle competenze ponendo le competenze e la formazione al centro della scena. In tutta Europa si terranno discussioni sulle competenze necessarie per le transizioni verde e digitale, nonché su come favorire l’incontro tra le aspirazioni dei cittadini e le occasioni offerte dal mercato del lavoro, attirando talenti e lavorando insieme per acquisire competenze. Si tratta di un elemento centrale delle numerose attività organizzate in tutta Europa per celebrare la Giornata dell’Europa e consentire ai cittadini di scoprire l’UE e farne esperienza.

Il festival sarà collegato ad altri eventi legati alle competenze in molti paesi dell’UE. Presenterà progetti finanziati dall’UE, ad esempio mediante il Fondo sociale europeo Plus, volto alla formazione e allo sviluppo delle competenze. Sono in programma anche interviste con persone provenienti da tutta Europa che hanno migliorato la loro carriera grazie a nuove competenze, e con imprese che hanno investito in corsi di formazione sulle competenze verdi e digitali per i loro dipendenti.

Durante il festival verrà presentato un nuovo partenariato su vasta scala nei settori ad alta intensità energetica nell’ambito del patto per le competenze

Il festival sarà trasmesso in diretta sul canale YouTube della Commissione il 9 maggio, dalle ore 14.00 alle ore 15.30.
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La Commissione europea ha presentato il 26 aprile proposte legislative per attuare la riforma più completa delle regole di governance economica dell’UE dall’indomani della crisi economica e finanziaria. L’obiettivo centrale di queste proposte è rafforzare la sostenibilità del debito pubblico e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva in tutti gli Stati membri attraverso riforme e investimenti.

Le proposte affrontano le carenze del quadro attuale. Tengono conto della necessità di ridurre i livelli del debito pubblico, che sono molto aumentati, si basano sugli insegnamenti tratti dalla risposta politica dell’UE alla crisi della Covid-19 e preparano l’UE alle sfide future sostenendo i progressi verso un’economia verde, digitale, inclusiva e resiliente economica e rendere l’UE più competitiva.

Le nuove norme, scrive la Commissione, faciliteranno le riforme e gli investimenti necessari e contribuiranno a ridurre gli elevati indici del debito pubblico in modo realistico, graduale e duraturo, in linea con il discorso sullo stato dell’Unione del 2022 della presidente della Commissione europea von der Leyen. La riforma semplificherà la governance economica, migliorerà la titolarità nazionale, porrà maggiore enfasi sul medio termine e rafforzerà l’applicazione , all’interno di un quadro comune UE trasparente.

Le proposte sono il risultato di un lungo periodo di riflessione e di un ampio processo di consultazione.

Domande e risposte: la Commissione propone nuove regole di governance economica adatte al futuro

Scheda informativa

Proposte legislative per un quadro riformato della governance economica dell’UE
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La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha così commentato la decisione sul decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia.

Da quasi un anno la guerra di aggressione della Russia semina morte e distruzione. Putin non sta solo conducendo una guerra brutale sul campo di battaglia, ma sta anche ferocemente prendendo di mira i civili. L’aggressore deve pagare per questo. Oggi aumentiamo la pressione con un decimo pacchetto di sanzioni.

In primo luogo, proponiamo ulteriori divieti di esportazione per un valore superiore a 11 miliardi di euro, per privare l’economia russa di tecnologia e beni industriali critici. Per ottenere il massimo impatto, ci rivolgiamo a molti beni industriali di cui la Russia ha bisogno e che non può ottenere attraverso il riempimento da parte di paesi terzi. Beni vitali come elettronica, veicoli speciali, parti di macchine, pezzi di ricambio per camion e motori a reazione. E ci rivolgiamo ai beni per il settore delle costruzioni che possono essere indirizzati all’esercito russo, come antenne o gru.

In secondo luogo, limiteremo ulteriormente l’esportazione di beni a duplice uso e di beni tecnologici avanzati. Proponiamo controlli su 47 nuovi componenti elettronici che possono essere utilizzati nei sistemi d’arma russi, inclusi droni, missili, elicotteri. E su specifici materiali di terre rare e termocamere. Con questo, abbiamo bandito tutti i prodotti tecnologici trovati sul campo di battaglia. E faremo in modo che non trovino altri modi per arrivarci. Questo è il motivo per cui, per la prima volta in assoluto, stiamo aggiungendo entità di paesi terzi alle sanzioni sul duplice uso della Russia. Le guardie rivoluzionarie iraniane hanno fornito alla Russia droni Shahed per attaccare le infrastrutture civili in Ucraina. Pertanto, stiamo ora aggiungendo sette entità iraniane al nostro regime a duplice uso. Ora hanno il divieto totale di vendere articoli sensibili alla Russia. E siamo pronti a elencare ulteriori entità iraniane e di altri paesi terzi che forniscono tecnologia sensibile alla Russia. Ciò dovrebbe fungere da forte deterrente per altre società e commercianti internazionali.

Il mio terzo punto riguarda la macchina della propaganda russa. Putin sta anche facendo la guerra nello spazio pubblico, con un esercito di propagandisti e reti di disinformazione. Stanno diffondendo bugie tossiche per polarizzare le nostre società. Quindi proponiamo di elencare i propagandisti di Putin così come altri comandanti militari e politici. L’Alto Rappresentante Borrell le fornirà maggiori informazioni sugli elenchi che proponiamo oggi.

Ora abbiamo in atto le sanzioni più dure mai introdotte dall’Unione europea. E dobbiamo assicurarci che siano rigorosamente applicati. Pertanto, il nostro decimo pacchetto introduce nuove misure per prevenire l’elusione. Questo è il mio quarto punto. Rintracceremo gli oligarchi che cercano di nascondere o vendere i loro beni per sfuggire alle sanzioni. E insieme agli Stati membri istituiremo una panoramica di tutti i beni congelati della banca centrale russa detenuti nell’UE. Dobbiamo sapere dove si trovano e quanto valgono. Ciò è fondamentale in vista del possibile utilizzo di beni pubblici russi per finanziare la ricostruzione in Ucraina.

Infine, stiamo lavorando a stretto contatto con gli Stati membri, gli operatori e i paesi partner per contrastare l’elusione. Il nostro inviato speciale David O’Sullivan si sta rivolgendo ai paesi terzi, per garantire una rigorosa applicazione delle sanzioni e prevenire l’elusione. E la prossima settimana organizzeremo un forum dei coordinatori delle sanzioni, che riunirà i nostri partner internazionali e gli Stati membri, per rafforzare gli sforzi di applicazione. Insieme, stiamo stringendo sempre di più le viti sulla Russia. Invito gli Stati membri ad adottare rapidamente questo nuovo pacchetto di sanzioni. Il nostro obiettivo è avere, insieme ai nostri partner del G7, ulteriori sanzioni significative in vigore entro il 24 febbraio, esattamente un anno dopo che Putin ha lanciato la sua guerra imperiale.
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