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Il Comitato Europeo delle Regioni (CdR) ha accolto “calorosamente” i commenti del Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, a sostegno del loro ruolo nell’attuazione dell’Unione sanitaria europea. Lo rende noto un comunicato sul sito del CdR. Il commissario Kyriakides ha discusso con i membri del CdR questioni chiave, tra cui i preparativi dell’UE per le future crisi sanitarie e l’accesso dei cittadini alle cure al di fuori del proprio paese di residenza.

Il dibattito su “un’Unione sanitaria per l’Europa e le sue regioni” si è svolto durante la plenaria del CdR il 10 ottobre e ha offerto al CdR l’opportunità di valutare i progressi compiuti nella costruzione dell’Unione sanitaria dell’UE (EHU) dopo la pandemia di Covid-19. Le politiche sanitarie sono determinate dai governi nazionali, ma la pandemia ha messo a nudo le carenze del quadro giuridico esistente. L’EHU, attraverso i suoi atti giuridici, sta conferendo maggiori poteri alle principali agenzie dell’UE e stabilendo norme sulle gravi minacce sanitarie transfrontaliere, sui medicinali.

In 19 dei 27 Stati membri, gli enti locali e regionali hanno la responsabilità primaria della pianificazione, organizzazione e fornitura dei crisi sanitarie./strong>

In tutti i suoi pareri il Comitato delle regioni chiede da tempo un maggiore riconoscimento del ruolo degli enti locali e regionali nella politica sanitaria pubblica e un coinvolgimento più significativo delle città e delle regioni negli sforzi di elaborazione e attuazione delle politiche.

Il Comitato ha inoltre sostenuto il regolamento che rende obbligatorio per gli Stati membri elaborare i propri piani di preparazione e risposta in caso di gravi minacce sanitarie. Il CdR, così come il Parlamento europeo, ha chiesto un maggiore coinvolgimento delle regioni nella progettazione e realizzazione di tali piani per cogliere appieno la dimensione transfrontaliera. Il CdR si aspetta che i governi nazionali includano le autorità regionali nel primo round di questo piano che sarà condiviso con Bruxelles entro la fine del 2023. Il Comitato attende anche il primo rapporto di attuazione da parte della Commissione europea.

Il CdR ritiene che l’Agenzia di preparazione e risposta alle emergenze sanitarie (HERA), uno dei pilastri dell’Unione sanitaria europea inteso a rafforzare la capacità dell’UE di prevenire, individuare e rispondere alle principali minacce sanitarie, dovrebbe collaborare non solo con gli Stati membri ma anche le loro regioni, soprattutto nel contesto transfrontaliero.

La resilienza dovrebbe essere alla base di tutte le politiche, a partire dalla sanità e dalla protezione civile. Il CdR accoglie pertanto con favore il quadro delle vulnerabilità, uno strumento interattivo progettato per aiutare le autorità pubbliche a valutare i propri punti di forza e di debolezza. Il dashboard, richiesto dal CdR, è ora ospitato e ulteriormente sviluppato dal Centro comune di ricerca dell’UE.

Il CdR collabora strettamente con tutta una serie di organizzazioni non governative attive nel campo della sanità pubblica. Dal 2016, il Comitato collabora con l’Ufficio regionale per l’Europa dell’OMS delle Nazioni Unite, collegando le politiche e le pratiche sanitarie locali e regionali con una visione sanitaria globale.

Scheda informativa: “Un’Unione sanitaria europea: affrontare insieme le crisi sanitarie – Il ruolo delle agenzie dell’UE”

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Ordine del giorno della plenaria, pareri ed emendamenti .

Webstreaming : sul sito web del CdR

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La Commissione europea informa in una nota stampa di aver proposto il 26 aprile di rivedere la legislazione farmaceutica dell’UE – la più grande riforma in oltre 20 anni – per renderla più agile, flessibile e adattata alle esigenze dei cittadini e delle imprese in tutta l’UE. La revisione renderà i farmaci più disponibili, accessibili e convenienti. Sosterrà l’innovazione e rafforzerà la competitività e l’attrattiva dell’industria farmaceutica dell’UE, promuovendo nel contempo standard ambientali più elevati. Oltre a questa riforma, la Commissione propone una raccomandazione del Consiglio per intensificare la lotta contro la resistenza antimicrobica (AMR).

Le sfide affrontate da questa riforma sono fondamentali. I medicinali autorizzati nell’UE non raggiungono ancora i pazienti abbastanza rapidamente e non sono ugualmente accessibili in tutti gli Stati membri. Vi sono notevoli lacune nell’affrontare le esigenze mediche insoddisfatte , le malattie rare e la resistenza antimicrobica (AMR). I prezzi elevati per i trattamenti innovativi e la carenza di farmaci rimangono una preoccupazione importante per i pazienti e i sistemi sanitari. Inoltre, per garantire che l’UE rimanga un luogo attraente per gli investimenti e un leader mondiale nello sviluppo di farmaci, deve adattare le sue norme alla trasformazione digitale e alle nuove tecnologie, riducendo la burocrazia e semplificando le procedure. Infine, le nuove norme devono affrontare l’ impatto ambientale della produzione di medicinali in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.

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Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato il 24 ottobre gli elementi costitutivi finali dell’Unione europea della sanità: il regolamento sulle minacce gravi per la salute a carattere transfrontaliero, il regolamento sul mandato esteso del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e il regolamento quadro sulle emergenze per fornire poteri extra all’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA). Lo rende noto un comunicato stampa della Commissione europea.

Queste nuove regole completano l’Unione europea della sanità, costruendo un potente quadro giuridico per migliorare la capacità dell’UE nei settori vitali di prevenzione, preparazione, sorveglianza, valutazione del rischio, allerta precoce e risposta.

Con l’adozione del regolamento sulle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero l’UE avrà:

una solida pianificazione della preparazione e un sistema di sorveglianza più integrato;

una migliore capacità di un’accurata valutazione del rischio e di una risposta mirata;

solidi meccanismi per l’approvvigionamento congiunto di contromisure mediche;

la possibilità di adottare misure comuni a livello dell’UE per affrontare le future minacce sanitarie transfrontaliere.
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