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La Commissione europea informa di aver adottato una nuova comunicazione sul rafforzamento dello spazio amministrativo europeo (ComPAct), che propone azioni concrete per aiutare le pubbliche amministrazioni a soddisfare le esigenze dei cittadini e delle imprese in tutta Europa.

ComPAct è la prima serie completa di azioni della Commissione volta a sostenere la modernizzazione delle amministrazioni nazionali e a rafforzare la loro collaborazione transnazionale in modo che possano affrontare insieme le sfide comuni.

Amministrazioni pubbliche nazionali, regionali e locali efficienti sono fondamentali per realizzare sul campo le priorità nazionali e dell’UE, per attuare politiche e riforme a vantaggio sia delle persone che delle imprese e per incanalare gli investimenti strategici verso le transizioni verde e digitale. Sono un importante fattore abilitante per una maggiore competitività in tutta l’UE.

Una migliore attuazione delle politiche nazionali e dell’UE e prestazioni amministrative più efficaci risponderanno alle aspettative degli europei di meno burocrazia e maggiore trasparenza e potrebbero far risparmiare ai cittadini e alle imprese dell’UE miliardi di euro all’anno.

La comunicazione riconosce inoltre le pressioni cui sono sottoposte le pubbliche amministrazioni causate da shock esterni, dalle difficoltà di reclutare e attrarre talenti e di sviluppare competenze su temi sempre più complessi, come le transizioni verde e digitale. La realizzazione di un’agenda politica così impegnativa si basa su amministrazioni pubbliche resilienti e adattabili a tutti i livelli negli Stati membri.

Comunicazione sul rafforzamento dello spazio amministrativo europeo (ComPAct)

ComPAct – Domande e risposte

Eurobarometro : comprendere il punto di vista degli europei sulle esigenze di riforma

Strumento di sostegno tecnico (STI)

Direzione generale per il sostegno alle riforme strutturali

Politica della Pubblica Amministrazione e della Governance
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La Commissione europea in un comunicato stampa informa di aver presentato il 1 settembre una serie di iniziative per rispondere alle esigenze delle piccole e medie imprese (PMI) europee nell’attuale contesto economico. Rappresentando il 99% delle imprese europee, le PMI sono motori essenziali delle transizioni verde e digitale dell’Europa, ma continuano ad affrontare imprevedibilità e volatilità a causa di una serie di crisi negli ultimi anni.

La comunicazione sugli aiuti per le PMI propone nuove misure che forniranno aiuti a breve termine, stimoleranno la competitività a lungo termine delle PMI e rafforzeranno l’equità nel contesto imprenditoriale in tutto il mercato unico. Nell’ambito di queste misure, la Commissione ha pubblicato anche nuove proposte di regolamento sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali e di direttiva che istituisce un sistema fiscale delle sedi centrali per le PMI. Ulteriori iniziative mirano a potenziare ulteriormente l’accesso delle PMI ai finanziamenti, a migliorare il contesto imprenditoriale e a sostenere la crescita delle PMI a media capitalizzazione affinché possano sfruttare appieno il loro potenziale economico.

Domande e risposte sul pacchetto di agevolazioni per le PMI

Scheda informativa sul pacchetto di aiuti per le PMI

Domande e risposte sulla regolamentazione dei ritardi di pagamento

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Dopo il pagamento del 31 marzo di 6 miliardi di euro alla Spagna, la Commissione europea rende noto in un comunicato stampa di aver erogato oltre 150 miliardi di euro agli Stati membri nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF).

Si tratta di un’importante pietra miliare nell’attuazione del RRF, lo strumento chiave al centro del piano di ripresa NextGenerationEU per l’Europa da 800 miliardi di euro, scrive la Commissione. In poco più di due anni di esistenza, la RRF ha promosso riforme e investimenti trasformativi in ​​tutti gli Stati membri dell’UE, “accelerando le transizioni verde e digitale e aumentando la resilienza complessiva dell’Unione”. Mentre l’attuazione dell’RRF procede a pieno ritmo, la Commissione europea ha lanciato una mappa interattiva online che mostra i progetti sostenuti dall’RRF e attuati sul campo dagli Stati membri. La mappa contribuirà ad aumentare ulteriormente la trasparenza sul funzionamento della RRF e sul suo impatto tangibile per i cittadini, le imprese e la società civile dell’UE.
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La Commissione europea ha adottato il 9 marzo una revisione del programma di lavoro annuale di Erasmus+ 2023. Il bilancio complessivo del programma per quest’anno è stato riveduto al rialzo ed è ora fissato a un totale di 4,43 miliardi di €, ossia la dotazione finanziaria annuale più elevata mai raggiunta dal programma Erasmus+.

Lo rende noto un comunicato stampa della Commissioner europea.

L’aumento del bilancio rafforzerà complessivamente le priorità di Erasmus+ per quanto riguarda l’inclusione, la cittadinanza attiva e la partecipazione democratica, nonché le transizioni verde e digitale nell’UE e a livello internazionale.

Il programma di lavoro riveduto prevede un anticipo di 100 milioni di € a titolo del bilancio 2027 di Erasmus+ per sostenere, da un lato, progetti che promuovano le attività didattiche e agevolino l’integrazione delle persone in fuga dalla guerra in Ucraina nei loro nuovi ambienti di apprendimento e, dall’altro, attività a sostegno delle organizzazioni, dei discenti e del personale in Ucraina. I fondi anticipati rafforzeranno le attività messe in atto a favore degli ucraini in fuga dalla guerra attraverso un sostegno supplementare alle organizzazioni beneficiarie di Erasmus+. Le attività finanziate possono comprendere corsi di integrazione linguistica e culturale, strumenti di apprendimento delle lingue, destinati agli educatori o ai discenti, borse di studio o sostegno finanziario generale in tutti i settori Erasmus+ per discenti ed educatori.

La dimensione internazionale di Erasmus+ è stata in particolare rafforzata con un aumento del bilancio di 31 milioni di €, che servirà a rafforzare i progetti di mobilità e lo sviluppo di capacità nell’istruzione superiore a sostegno di progetti di cooperazione internazionale. Nel 2023 questa azione sosterrà anche un progetto di riforma strutturale volto alla creazione di un ambiente digitale per l’istruzione aperta, che offrirebbe un’istruzione e una formazione di qualità agli studenti iscritti a istituti di istruzione superiore ucraini, a quelli che fuggono dall’Ucraina o agli studenti sfollati interni. Offrirebbe inoltre opportunità di istruzione alla comunità ucraina all’estero in generale sulla base della cooperazione tra università ucraine ed altre università europee.

Sempre nel 2023, dando seguito all’Anno europeo dei giovani 2022, il programma Erasmus+ continua a garantire che le voci dei giovani siano ascoltate nell’UE e nel resto del mondo, in particolare attraverso un aumento delle attività per la gioventù finanziate attraverso Erasmus+. Al tempo stesso, le attività sostenute dal programma continuano a concorrere all’impegno dell’UE a favore del miglioramento delle competenze e della riqualificazione, fornendo così un prezioso contributo all’Anno europeo delle competenze 2023.

Sulla base di inviti aperti a presentare domande relative a progetti, qualsiasi organismo pubblico o privato attivo nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport può richiedere finanziamenti, con l’aiuto delle Agenzie nazionali Erasmus+ basate in tutti gli Stati membri dell’UE e nei paesi terzi associati al programma e dell’Agenzia esecutiva europea per l’istruzione e la cultura.

Nell’ambito dell’invito generale a presentare proposte per Erasmus+ sono previste varie tornate di candidature. La prossima, incentrata sui partenariati di cooperazione, con un’ulteriore priorità per i discenti, gli educatori e il personale in arrivo dall’Ucraina, inizierà il 22 marzo 2023.

Creato oltre 35 anni fa, Erasmus+ è uno dei programmi più emblematici dell’UE e finora vi hanno partecipato più di 13 milioni di persone. Con una dotazione complessiva disponibile per Erasmus+ dal 2021 al 2027 pari a 26,2 miliardi di €, integrati da circa 2,2 miliardi di € provenienti dagli strumenti esterni dell’UE, il programma è destinato a sostenere un numero ancora maggiore di partecipanti e di idee in Europa e nel resto del mondo.

Nel suo complesso il programma Erasmus+ è incentrato su quattro priorità fondamentali: inclusione e diversità, trasformazione digitale, ambiente e lotta ai cambiamenti climatici e partecipazione alla vita democratica. Le organizzazioni e i partecipanti con minori opportunità sono al centro di Erasmus+. Il programma continua pertanto a sostenere i meccanismi di inclusione dei partecipanti e le risorse dedicate per eliminare eventuali ostacoli alla loro partecipazione.


Per ulteriori informazioni

Programma di lavoro annuale 2023

Invito a presentare proposte Erasmus+ 2023

Guida al programma Erasmus+ 2023

Scheda informativa sul nuovo programma Erasmus+ 2021-2027
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La Commissione europea ha adottato il 21 febbraio una comunicazione in occasione del secondo anniversario della creazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), lo strumento chiave al centro del piano per la ripresa NextGenerationEU da 800 miliardi di EUR per l’Europa.

Lo rende noto un comunicato stampa della Commissione europea.
La comunicazione fa il punto sui risultati concreti conseguiti finora grazie alla doppia spinta senza precedenti della RRF a favore di riforme e investimenti verdi e digitali negli Stati membri. Descrive inoltre ulteriori misure per sostenere la continua attuazione di successo dei piani nazionali di ripresa e resilienza. Gli allegati alla comunicazione chiariscono alcuni aspetti tecnici del modo in cui la Commissione valuta i progressi degli Stati membri.

Dalla sua creazione, scrive la Commissione, due anni fa, l’RRF ha avuto un “impatto trasformativo sulle economie degli Stati membri, ad esempio promuovendo le riforme dei sistemi di giustizia civile e penale in Italia, le riforme del mercato del lavoro in Spagna, il miglioramento degli alloggi a prezzi accessibili in Lettonia, la promozione degli investimenti in offshore rinnovabili in Grecia e consentendo la digitalizzazione di scuole e imprese in Portogallo.

Questi cambiamenti sono resi possibili dal design unico della RRF, che combina i piani nazionali per le riforme e gli investimenti con priorità e finanziamenti comuni. Esaminando i piani per la ripresa e la resilienza degli Stati membri, vediamo che circa 203 miliardi di EUR della dotazione totale contribuiscono a misure volte a ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Circa 131 miliardi di EUR contribuiscono a misure per trasformare digitalmente l’Europa economie e società.
Circa 138 miliardi di euro sono stati dedicati alla spesa sociale e alle politiche per la prossima generazione.

Il disegno del RRF sta guidando un “circolo virtuoso di cambiamento”, sottolinea Bruxelles, in cui le riforme proposte dagli Stati membri gettano le basi per i successivi investimenti previsti nei loro piani di ripresa e resilienza, nonché quelli guidati da altri fondi UE, fondi nazionali e, soprattutto, il settore privato. A medio termine, la Commissione stima che gli investimenti finanziati da NextGenerationEU potrebbero aumentare il PIL dell’UE di circa l’1,5% nel 2024 e stimolare ulteriormente la creazione di posti di lavoro.

La RRF è stata istituita nel contesto della crisi COVID-19 per sostenere la ripresa economica e sociale degli Stati membri. È stata una risposta vitale alla recessione economica indotta dalla pandemia. Ha realizzato riforme e investimenti, accelerato le transizioni verde e digitale e aumentato la resilienza complessiva dell’Unione. L’ attuazione della RRF avviene ora in un contesto molto diverso, segnato dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, dall’elevata inflazione e dalla crisi energetica.

In questo contesto in continua evoluzione, fa notare la Commissione, “la RRF ha dimostrato di essere uno strumento estremamente agile, in grado di affrontare diverse nuove sfide emergenti. Rimane pertanto al centro dei nostri sforzi per affrontare le priorità legate alla sicurezza energetica dell’UE, alla competitività industriale e alla transizione industriale verso un’economia a zero emissioni”.


Nella primavera del 2023, gli Stati membri dovrebbero integrare i loro piani di ripresa e resilienza con capitoli REPowerEU, per fornire una risposta congiunta alla crisi energetica globale. Le riforme e gli investimenti nuovi o potenziati inclusi nei capitoli, finanziati dalla maggiore potenza di fuoco finanziaria dell’RRF fino a 270 miliardi di EUR, consentiranno agli Stati membri di eliminare rapidamente la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili russi e di accelerare la transizione verso un’energia pulita.



Le riforme e gli investimenti guidati da REPowerEU, che incoraggiamo gli Stati membri a presentare il prima possibile, realizzeranno anche le sinergie previste dal piano industriale del Green Deal dell’UE.

Finanzieranno misure che promuovono l’ecologizzazione dell’industria, sostenendo i progetti industriali dell’UE a zero emissioni, incentivando le tecnologie rivoluzionarie di ricerca e innovazione a zero emissioni e assistendo le industrie a fronte di prezzi elevati dell’energia, anche attraverso agevolazioni fiscali.

elevato livello di trasparenza sul funzionamento dello strumento
, precisa Bruxelles, La Commissione si adopera sempre per la massima trasparenza e a tal fine ha istituito il quadro di valutazione della ripresa e della resilienza , che fornisce informazioni in tempo reale sugli esborsi e sui progressi compiuti dagli Stati membri.

Il regolamento REPowerEU aumenta ulteriormente la trasparenza imponendo agli Stati membri di pubblicare informazioni sui 100 maggiori destinatari finali per ciascun piano nazionale. Rafforza inoltre il ruolo delle parti interessate, con particolare attenzione alle autorità locali e regionali e alle parti sociali, in particolare nella fase di preparazione dei capitoli REPowerEU.

La comunicazione presenta anche due strumenti di attuazione per aggiungere prevedibilità e trasparenza al RRF. Descritto negli allegati alla presente comunicazione, la Commissione condivide il proprio quadro per valutare il soddisfacente conseguimento di tappe intermedie e obiettivi durante l’elaborazione delle richieste di pagamento. Sta inoltre pubblicando una metodologia per determinare l’importo da sospendere in caso di raggiungimento parziale da parte di uno Stato membro delle tappe fondamentali e degli obiettivi relativi a una richiesta di pagamento. Questi strumenti si aggiungono agli orientamenti della Commissione sulla revisione dei piani nel contesto di REPowerEU adottati il ​​1° febbraio.

La valutazione intermedia dell’RRF del prossimo anno offrirà un’altra opportunità per fare il punto e valutare i progressi compiuti e gli insegnamenti tratti dall’attuazione dell’RRF.

Approfondimenti della Commissione europea

Strumento per la ripresa e la resilienza

Quadro di valutazione del recupero e della resilienza

Regolamento Recovery and Resilience Facility

Domande e risposte sul Recovery and Resilience Facility

Linee guida su REPowerEU

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La Commissione Europea ha pubblicato il 28 luglio i i risultati del 2022 Digital Economy and Society Index (DESI), che traccia i progressi compiuti negli Stati membri dell’UE nel digitale. Lo rende noto un comunicato stampa della Commissione europea.

Durante la pandemia di Covid, gli Stati membri hanno fatto progressi nei loro sforzi di digitalizzazione, ma continuano a lottare per colmare le lacune nelle competenze digitali, nella trasformazione digitale delle PMI e nell’introduzione di reti 5G avanzate. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza, con circa 127 miliardi di euro dedicati a riforme e investimenti nel settore del digitale, offre un’opportunità senza precedenti per accelerare la trasformazione digitale, che l’UE e i suoi Stati membri non possono permettersi di perdere.

I risultati mostrano che mentre la maggior parte degli Stati membri sta compiendo progressi nella propria trasformazione digitale, l’adozione di tecnologie digitali chiave da parte delle imprese, come l’intelligenza artificiale (AI) e i big data, rimane bassa. La Commission conclude che è necessario intensificare gli sforzi per garantire la piena diffusione dell’infrastruttura di connettività (in particolare 5G) necessaria per servizi e applicazioni altamente innovativi. Le competenze digitali sono un altro importante settore in cui gli Stati membri devono compiere maggiori progressi.

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Mentre i leader dell’Unione europea si riuniscono a Bruxelles per un vertice straordinario e il Parlamento europeo si prepara a presentare la sua valutazione sull’attuazione dei piani di ripresa post-COVID 19, una nuova consultazione congiunta CdR (Comitato europeo delle regioni)-CEMR lancia l’allarme sulla preoccupante mancanza di coinvolgimento dei territori dell’UE in la governance, l’esecuzione e il monitoraggio dei Piani nazionali di ripresa e resilienza.

Il CdR ed il CEMR hanno collaborato nuovamente per esplorare il coinvolgimento dei governi locali e regionali nell’attuazione del meccanismo di recupero e resilienza (RRF) dell’Unione europea da 724 miliardi di euro, la pietra angolare del piano di ripresa post-COVID per l’Europa.

A un anno di distanza da un precedente studio del CdR-CEMR, sottolinea il CEMR, i risultati della nuova consultazione mirata restano ampiamente scoraggianti: nonostante alcuni miglioramenti, troppo spesso i Piani nazionali per la ripresa e la resilienza (NRRP) sono stati attuati come processi dall’alto verso il basso, su cui apparentemente comuni e regioni avere un impatto minimo o nullo.

Sebbene gli intervistati siano stati ampiamente positivi sulla capacità dei piani di ripresa di sostenere le transizioni verde e digitale, sono stati più ambivalenti riguardo ad altri obiettivi politici, come la coesione territoriale.

Per quanto riguarda l’attuazione dei PNR, solo una piccola parte degli enti locali e regionali ha dichiarato di avere un ruolo adeguato nel monitoraggio o di essere sufficientemente presi in considerazione in base alle proprie competenze. La proprietà dei piani è quindi preoccupantemente bassa, suggeriscono i risultati della consultazione.

In questo contesto, gli intervistati hanno individuato un forte rischio di mancato raggiungimento degli obiettivi e delle pietre miliari dei piani di risanamento. Un rischio di allocazione errata dei fondi è stato evidenziato anche da una quota significativa di partecipanti, mentre l’interazione tra i PNR e altri fondi europei è ancora poco chiara per molti di loro.

“Preoccupa il mancato coinvolgimento delle città e delle regioni nei piani, ma credo che ci sia ancora tempo per correggere la rotta, assicurando che i governi locali e regionali siano riconosciuti – nella pratica, e non solo sulla carta – come partner a pieno titolo l’attuazione dei piani di ripresa. Questo ci consentirà di garantire che la RRF non sia solo un accordo storico, ma anche una storia di successo sul campo”, ha dichiarato Rob Jonkman, consigliere comunale del comune di Opsterland e relatore del CdR sull’attuazione della RRF.

La consultazione congiunta CdR-CEMR ha raccolto le opinioni e le esperienze di 26 organizzazioni che rappresentano una varietà di livelli di governo subnazionale in 19 Stati membri dell’UE: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Cechia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda , Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia e Slovenia. Questi Stati membri costituiscono una varietà di dimensioni, reddito, geografia, organizzazione costituzionale e cultura amministrativa ampiamente rappresentativa dell’UE nel suo insieme. La consultazione mirata si è svolta tra metà gennaio e fine marzo 2022. I risultati sono consultabili qui.

Clicca qui per scaricare i risultati della precedente consultazione congiunta CdR-CEMR (gennaio 2021)
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