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Nel 2020 lo strumento SURE della Commissione, da quasi 100 miliardi di euro, concepito per proteggere i posti di lavoro e i redditi colpiti dalla pandemia di COVID-19, ha sostenuto circa 31,5 milioni di lavoratori dipendenti e autonomi e oltre 2,5 milioni di imprese. Lo rende noto la Commissione europea in un comunicato stampa. SURE ha incoraggiato efficacemente gli Stati membri a istituire regimi di riduzione dell’orario lavorativo ampi e ambiziosi e misure simili a livello nazionale, che hanno consentito alle imprese di mantenere dipendenti e competenze e hanno sostenuto i lavoratori autonomi.

La relazione semestrale finale sull’attuazione e l’impatto dello strumento SURE presentata il 2 giugno mostra che è stato fondamentale sia per mitigare l’impatto della pandemia nel 2020 sia per facilitare la rapida ripresa economica nel 2021, che è stata più rapida rispetto alle crisi precedenti. SURE – lo strumento europeo di sostegno temporaneo per mitigare i rischi di disoccupazione in caso di emergenza – è terminato il 31 dicembre 2022.

Complessivamente, è stato erogato un totale di 98,4 miliardi di EUR di assistenza finanziaria SURE a 19 Stati membri (ossia Belgio, Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Croazia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Cechia), vicino alla dotazione massima SURE di 100 miliardi di EUR. Ciò includeva un’ulteriore assistenza finanziaria “integrativa” di 5 miliardi di EUR che è stata concessa a otto Stati membri nell’autunno 2022. Nei primi mesi del 2023 è proseguito un attento monitoraggio per garantire l’assorbimento di tutta l’assistenza finanziaria SURE, che è ora confermata.

Per finanziare lo strumento, la Commissione ha emesso obbligazioni sociali per conto dell’UE, diventando il più grande emittente di obbligazioni sociali al mondo.

Quinta relazione semestrale sull’attuazione di SURE

Sito Web SURE

Scheda informativa su SURE

Regolamento SURE
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 476 del 15 dicembre pubblica l’avviso della Relazione speciale della Corte dei conti europea «Sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE)».

La pandemia di COVID-19, scrive la Corte, ha avuto ripercussioni economiche che hanno messo in pericolo milioni di posti di lavoro. In tale contesto, l’UE ha istituito uno strumento temporaneo, denominato SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency, ossia “strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza”).

Tale strumento ha permesso di fornire agli Stati membri oltre 100 miliardi di euro sotto forma di prestiti a condizioni favorevoli, per l’estensione o la creazione di nuovi regimi per il mantenimento dei posti di lavoro esistenti.

La Corte conclude che la Commissione, tenendo conto del contesto di emergenza, ha reagito rapidamente alla sfida. Benché alcuni elementi indichino che milioni di persone hanno beneficiato di un finanziamento a titolo di SURE, l’assenza di dati completi a livello di Stati membri limita la capacità della Commissione di valutare il numero di posti di lavoro mantenuti. La Corte raccomanda alla Commissione di valutare l’esperienza di SURE al fine di trarne insegnamenti utili per le crisi future.

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Secondo l’ultima indagine Eurobarometro della Commissione europea il sostegno pubblico all’euro rimane molto forte. L’indagine rileva che il 77% degli intervistati ritiene che avere l’euro sia positivo per l’UE e il 69% ritiene che lo sia per il proprio paese. Lo rende noto il sito della Rappresentanza italiana della Commissione europea.

I risultati mostrano inoltre un elevato sostegno al ddispositivo per la ripresa e la resilienza, lo strumento al centro di NextGenerationEU. Il 75% degli intervistati è favorevole all’idea di un piano di ripresa che assista tutti gli Stati membri, a condizione di realizzare investimenti e riforme verdi, digitali e sociali.

I risultati mostrano anche un forte sostegno a SURE, lo strumento da 100 miliardi che mira a proteggere i posti di lavoro e i redditi colpiti dalla pandemia di COVID-19. La stragrande maggioranza degli intervistati (80%) ritiene che in tale contesto sia stato opportuno concedere prestiti dell’UE agli Stati membri che volessero preservare i rispettivi livelli di occupazione.

L’indagine ha inoltre analizzato il punto di vista dei cittadini su alcune questioni relative alle monete e alle banconote in euro, rilevando che il 64% degli intervistati è favorevole all’abolizione delle monete in euro da 1 e 2 centesimi; il livello di consenso è elevato e stabile, con maggioranze assolute in tutti i paesi della zona euro.

Tra il 3 e l’11 ottobre 2022 l’indagine Eurobarometro ha coinvolto circa 17 800 intervistati provenienti dai 19 Stati membri della zona euro al fine di misurare la percezione pubblica del sostegno finanziario fornito dall’UE agli Stati membri per superare la crisi COVID-19. I risultati completi sono disponibili qui.
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La Commissione rende noto in un comunicato stampa di aver pubblicato il 26n settembre la sua quarta relazione semestrale sull’attuazione e l’impatto di SURE, lo strumento da 100 miliardi di euro progettato per proteggere i posti di lavoro e i redditi colpiti dalla pandemia di COVID-19.

Il rapporto, scrive Bruxelles, conferma ed estende i risultati delle tre precedenti relazioni semestrali, vale a dire che SURE è riuscita ad attutire l’impatto della pandemia e sostenere la ripresa nel 2021. Le misure nazionali per il mercato del lavoro sostenute da SURE hanno efficacemente protetto circa 1,5 milioni di persone dalla disoccupazione nel 2020. La protezione dell’occupazione è stata fondamentale per facilitare la rapida ripresa economica nel 2021, che è stata più rapida rispetto alle crisi precedenti. SURE ha contribuito a consentire ciò finanziando schemi per consentire alle imprese di trattenere dipendenti e competenze e per aiutare i lavoratori autonomi a essere pronti a riprendere immediatamente le proprie attività, nonché rafforzando la fiducia in tutta l’UE.

Un totale di 93,3 miliardi di euro di assistenza finanziaria a 19 Stati membri è stato proposto dalla Commissione e concesso dal Consiglio entro la data limite della relazione (fine agosto), precisa il comunicato. Finora sono stati erogati quasi 92 miliardi di euro. SURE può ancora fornire ulteriori 6,2 miliardi di euro di assistenza finanziaria agli Stati membri (compresa la recente decisione sulla Bulgaria dopo la data limite). È probabile che questo importo diminuisca notevolmente entro la fine del 2022, poiché la Commissione ha recentemente proposto un sostegno supplementare per Croazia e Lituania e diversi altri Stati membri hanno espresso interesse a ricevere assistenza finanziaria aggiuntiva. SURE è disponibile fino al 31 dicembre 2022.

SURE ha sostenuto circa 31,5 milioni di persone e 2,5 milioni di imprese nel 2020. Ciò rappresenta quasi un terzo dell’occupazione totale e delle imprese nei 19 Stati membri beneficiari. Le PMI sono state i principali beneficiari del sostegno SURE. I settori più sostenuti sono stati alloggi e servizi di ristorazione, commercio all’ingrosso e al dettaglio e manifatturiero. SURE ha continuato a proteggere l’occupazione nel 2021, in particolare nella prima metà dell’anno, quando la pandemia ha continuato a devastare, supportando circa 9 milioni di persone e oltre 800.000 aziende.

Quasi tutta la spesa pubblica totale pianificata nell’ambito di SURE è stata completata. La metà è stata destinata a regimi di riduzione dell’orario di lavoro, mentre un terzo è stato destinato a misure per i lavoratori autonomi. Gli Stati membri hanno risparmiato circa 8,5 miliardi di euro in pagamenti di interessi utilizzando SURE, grazie all’elevato rating creditizio dell’UE.

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