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La sezione Relazioni esterne del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha tenuto recentemente un dibattito durante la riunione della sezione dedicata alla situazione delle donne in America latina. Lo rende noto il sito del CESE che in proposito scrive: “la pandemia di COVID-19 ha esacerbato le disuguaglianze esistenti peggiorando la situazione delle donne nella regione”. I partecipanti al dibattito hanno chiesto riforme legislative al sistema sociale e occupazionale per eliminare le disuguaglianze di genere.

Hanno anche segnalato il ruolo della società civile nell’emancipazione delle donne. La discussione tematica ha concluso la serie di eventi del CESE, che fanno seguito all’iniziativa della Settimana dell’uguaglianza di genere del Parlamento europeo avviata nell’ottobre 2022.

La situazione in America Latina, informa il CESE, è complicata poiché la regione deve affrontare le conseguenze della pandemia di COVID-19 che ha causato ulteriori disuguaglianze economiche, sociali, strutturali e di genere.

Rimane ancora la regione più pericolosa per le ragazze e le donne poiché un numero elevato di decessi è causato dalla violenza di genere. 400.000 ragazze e donne hanno perso la vita semplicemente per il fatto di essere donne, ha affermato Maria Noel Vaeza , direttrice regionale di UN Women per le Americhe e i Caraibi.

Haydee Castillo Flores, un difensore dei diritti umani del Nicaragua, costretto all’esilio e prigioniero politico nell’ottobre 2018, ha evidenziato il ruolo degli attivisti per i diritti umani e delle organizzazioni della società civile, mentre l’America centrale sta assistendo a un ritorno alle dittature.

Come si chiama un regime che ha arbitrariamente chiuso migliaia di organizzazioni della società civile, lasciando le università senza alcuna autonomia e tenendo 256 prigionieri politici, 25 dei quali sono donne, tutte sottoposte a trattamenti crudeli e disumani?

Le Nazioni Unite hanno riconosciuto il Nicaragua come il luogo più pericoloso al mondo per gli attivisti per i diritti umani, con 7200 attacchi effettuati contro i difensori dei diritti umani e le loro famiglie dal 2018.

I partecipanti hanno convenuto che costruire ponti con l’Europa è importante per proteggere i diritti delle donne e trovare modi migliori per riconoscere il contributo della società civile.

Quando si parla di occupazione, il 56% delle donne prima della pandemia aveva una forma di lavoro informale, ora ne soffre di più perché ha un carico di lavoro domestico più elevato e svolge lavoro di cura non retribuito. Per superare il divario di genere, i partecipanti hanno sottolineato che è necessario il coinvolgimento attivo delle donne nelle organizzazioni e nei forum della società civile in quanto queste piattaforme civili hanno il potere di mobilitare la legislazione e apportare modifiche al sistema di assistenza sociale e all’occupazione. Inoltre, gli uomini devono condividere la responsabilità quando si tratta del lavoro non retribuito che le donne devono affrontare.

Liliana Paniagua, Coordinatrice di Redes Chaco Argentina, ha evidenziato il lavoro sullo sviluppo sostenibile e tutte le questioni sociali con un focus sulla disuguaglianza di genere svolto da più di 300 organizzazioni della società civile. Il nostro obiettivo è rendere questa regione equa e inclusiva. Al momento, abbiamo due principali movimenti all’ordine del giorno, l’ambientalista e il movimento per l’uguaglianza di genere. Non possiamo essere una società armonizzata senza dare pari opportunità alle donne , ha sottolineato Paniagua.

A conclusione dell’evento, la presidente del gruppo per l’uguaglianza del CESE Maria Nikolopoulou ha ricordato che i problemi che le donne hanno dovuto affrontare erano comuni, sia per quanto riguarda l’impatto del COVID-19 sulle donne e i loro diritti riproduttivi, sia per quanto riguarda le donne che muoiono ai confini dell’America Latina o dell’Europa..

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La Gazzetta ufficiale C32 del 27 gennaio pubblica la Risoluzione del Parlamento europeo (PE) sull’attuazione e la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS).

Il PE ribadisce tra l’altro che, per conseguire gli OSS, l’Agenda 2030 richiede un forte livello di legittimità sociale e una vera e propria svolta politica, che si possono ottenere soltanto se gli OSS sono visti come un’opportunità per i cittadini;
sottolinea l’importanza dei media a tale riguardo;
ricorda l’importanza di un impegno strutturato dei portatori di interessi e dei partenariati multipartecipativi in quanto fulcro degli OSS;
esprime profondo rammarico per il fatto che il mandato della piattaforma multipartecipativa non sia stato rinnovato nel 2019 e chiede il suo urgente ripristino o l’istituzione di un nuovo meccanismo di impegno strutturato, con una rappresentanza equilibrata, diversificata e democratica che comprenda le organizzazioni della società civile, le organizzazioni di prossimità, il settore privato (comprese le piccole e medie imprese (PMI) e le organizzazioni guidate dai produttori), i sindacati, le cooperative, il mondo accademico e gli istituti di ricerca, i governi regionali e locali e i gruppi emarginati;
sottolinea il ruolo chiave di ciascuno di questi portatori di interessi, che monitorano da vicino l’attuazione degli SDG da parte dei governi e contribuiscono direttamente allo sviluppo sostenibile;
chiede un impegno e una maggiore consultazione rafforzati con tali gruppi;
sottolinea che la piattaforma multipartecipativa dovrebbe coordinarsi sistematicamente con il gruppo di lavoro sull’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, al fine di garantire un’autentica partecipazione degli Stati membri.

LA RISOLUZIONE INTEGRALE IN ITALIANO (PDF)
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La Commissione europea ha pubblicato il 6 dicembre la sua relazione annuale sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’UE.

La relazione esamina specificamente ciò che gli Stati membri e l’UE stanno facendo per sostenere le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti come le istituzioni nazionali per i diritti umani, gli organismi per la parità e le istituzioni difensive.

Nel complesso, la relazione mostra che mentre il lavoro delle organizzazioni della società civile e dei difensori dei diritti fondamentali è essenziale per l’applicazione pratica della Carta dei diritti fondamentali, occorre compiere ulteriori sforzi in tutta l’UE per sostenerle, anche migliorando l’ambiente in cui operano.

Approfondimenti

Relazione annuale 2022 sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’UE: uno spazio civico fiorente per difendere i diritti fondamentali nell’UE

Relazioni annuali sull’applicazione della Carta

Strategia 2020 per rafforzare l’applicazione della Carta

Pagina web UE della campagna di sensibilizzazione

Programma Cittadini, Uguaglianza, Diritti e Valori
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“Siamo a un bivio quando si tratta della polarizzazione nella nostra società, e le città e le regioni saranno fondamentali per assicurarci di prendere la strada giusta”, ha avvertito Thomas Andersson, presidente della commissione per gli affari correnti del Congresso dei Poetri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa, al 4° forum di dialogo politico europeo, sul tema “Inclusione sociale nelle città: rafforzare i partenariati multilaterali per portare le comunità al dialogo”, svoltosi recentemente a Barcellona.

Intervenendo durante una sessione plenaria su “Città: principali sfide e tendenze per la creazione di comunità integrate: dove dovremmo investire?”, il presidente ha riconosciuto che negli ultimi due decenni si è registrato un netto aumento dell’incitamento all’odio nei confronti di migranti e rifugiati, espressioni di radicalizzazione e terrorismo e movimenti che mettono in discussione i diritti delle donne e delle persone LGBTI. “Abbiamo tutti la responsabilità di agire per una migliore inclusione sociale e integrazione nelle nostre società europee. Ciò richiede una forte cooperazione tra la società civile, le comunità di fede e le autorità locali”, ha sottolineato.

“Il Congresso è impegnato a far parte di questo lavoro verso società più inclusive ed è convinto che le città e le regioni, dotate degli strumenti giusti, siano fondamentali per realizzarlo”, ha concluso Andersson, evidenziando il lavoro esistente del Congresso relativo all’inclusione e alla coesione sociale in particolare il toolkit per il dialogo interreligioso a livello locale, il rapporto sull’accoglienza delle donne e dei bambini rifugiati, adottato durante la sua recente 43a sessione, e il suo rapporto 2020 sulle minacce ai diritti delle persone LGBTI.
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C323 del 26 agosto pubblica la Risoluzione del Comitato economico e sociale europeo (CESE)— «Coinvolgimento della società civile organizzata nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR)— Come migliorarlo?».

Nelle conclusioni, il CESE sottolinea che le osservazioni della società civile organizzata sono state tenute in considerazione nelle versioni definitive dei PNRR. Nel complesso, la società civile organizzata sostiene gli obiettivi verdi, digitali e sociali dei PNRR. In merito al contributo alle transizioni verde e digitale, le opinioni espresse sono positive, anche se l’impatto del PNRR viene ritenuto limitato, eccezion fatta per alcuni casi.

Purtroppo, continua il CESE, è stato spesso rilevato che la dimensione sociale del piano appare relativamente trascurata, nonostante l’importanza che essa riveste ai fini della resilienza. È stato osservato che la transizione richiede maggiori investimenti, soprattutto se si considera la crisi attuale.

Nonostante i miglioramenti percepiti in alcuni Stati membri, rimane difficile rispondere con certezza alla domanda se la partecipazione alla fase di attuazione sia migliorata, anche perché l’attuazione dei PNRR ha subito notevoli ritardi in molti Stati membri. Tuttavia, le parti sociali e le organizzazioni della società civile hanno sottolineato che in tale fase il dialogo sociale istituzionale è migliorato.

SCARICA E LEGGI LA RISOLUZIONE COMPLETA IN ITALIANO (PDF)
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C290 del 29 luglio pubblica la Risoluzione del Comitato economico e sociale europeo (CESE) sulla guerra in Ucraina e il suo impatto economico, sociale e ambientale.

Nella risoluzione, tra l’altro, viene rivolto un appello all’UE e ai suoi partner internazionali che condividono gli stessi principi a rimanere uniti, a continuare a dar prova di piena solidarietà nel rispondere a questa guerra ingiustificata e non provocata e a individuare un percorso diplomatico per porre fine alle ostilità; sottolinea la necessità di un’azione diplomatica per un cessate il fuoco immediato e la costruzione di un vero e proprio processo di pace con un ruolo attivo delle istituzioni dell’UE. Tali attori dovrebbero inoltre intensificare la pressione sul regime russo, imponendo tempestivamente ulteriori sanzioni, e utilizzare tutti gli altri strumenti a loro disposizione per porre immediatamente fine all’azione militare della Russia sul territorio ucraino, ottenere il completo ritiro di tutte le forze armate russe, ripristinare la pace, la sicurezza e la stabilità nel vicinato orientale dell’UE e sostenere società che condividono i nostri valori.

Il CESE raccomanda di intensificare le azioni volte a rafforzare la posizione e la sovranità dell’Ucraina, nonché le azioni umanitarie che possono aiutare il popolo ucraino attraverso l’accesso a beni essenziali, in particolare acqua, cibo, medicinali ed elettricità; chiede ai governi di fare tutto quanto in loro potere per garantire l’approvvigionamento alimentare e la sicurezza alimentare fornendo cibo e acqua pulita nelle zone di guerra; esorta la Russia a garantire l’accesso umanitario alla popolazione ucraina; avverte che molti lavoratori non percepiranno il loro stipendio e/o non avranno accesso ai loro risparmi; in questo contesto, chiede misure economiche adeguate volte a prevenire il collasso economico.

Il Comitato invita ad applicare pienamente la direttiva sulla protezione temporanea (attivata per la prima volta dal Consiglio europeo il 4 marzo 2022, su proposta della Commissione) in un quadro di solidarietà e di responsabilità condivisa tra gli Stati membri, garantendo agli aventi diritto l’intera gamma di diritti previsti da detta direttiva, tra cui l’accesso al mercato del lavoro, l’alloggio, l’assistenza sanitaria, l’istruzione e il sostegno sociale, e auspica che vengano adeguatamente affrontate le esigenze dei gruppi vulnerabili, in particolare i minori, le donne, gli anziani e le persone con disabilità; incoraggia i paesi ospitanti ad accogliere favorevolmente la creazione e il rispetto degli stessi corridoi umanitari per tutti i rifugiati in fuga dalla guerra in Ucraina, indipendentemente dalla loro nazionalità.

Il CESE chiede un maggiore sostegno alla società civile ucraina, sia all’interno che all’esterno dell’Ucraina; ritiene che l’UE debba valutare la possibilità di coinvolgere la società civile ucraina in tutte le discussioni relative a questo paese; la società civile ucraina sarà direttamente coinvolta nell’attenuazione dell’impatto della guerra e nella ricostruzione del tessuto socioeconomico del paese; in tale contesto, il CESE chiede di consolidare e rafforzare i regimi di finanziamento esistenti volti a sostenere la società civile in Ucraina.

IL PARERE COMPLETO IN ITALIANO (PDF)
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Il programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI), uno strumento finanziario inteso a promuovere un’occupazione di alta qualità, ha rafforzato il coordinamento delle azioni nei settori dell’occupazione e dell’inclusione, ma la sua corretta attuazione ha incontrato una serie di ostacoli, una relazione di valutazione elaborata dal Comitato economico e sociale europeo (CESE). Lo rende noto un comunicato del CESE.

La relazione afferma che l’attuazione di EaSI era stata in qualche modo ostacolata da procedure amministrative complesse per l’accesso ai finanziamenti o dalla mancanza di informazioni strutturate sul programma che ha portato i beneficiari finali a essere scarsamente informati sulle possibilità offerte dal programma.

La relazione, che presenta l’esito delle consultazioni con la società civile e le autorità pubbliche in cinque paesi dell’UE, ha inoltre rilevato che le parti sociali e le organizzazioni della società civile non ritengono di essere state adeguatamente consultate in merito alla sua attuazione.

La valutazione ex post si riferisce al periodo compreso tra il 2014 e il 2020 e si concentra sulla sua attuazione in Austria, Francia, Ungheria, Italia e Lituania. Agli intervistati è stato chiesto di valutare la coerenza, l’efficacia e l’inclusività di EaSI delle organizzazioni della società civile, soprattutto rispetto ad altre iniziative o programmi nazionali e dell’UE. Lo European Progress Microfinance Facility (EPMF) è stato incluso nella valutazione.

Un’altra raccomandazione emersa riguarda la necessità di migliorare la promozione e la comunicazione sull’accesso ai fondi disponibili, poiché molti potenziali beneficiari non erano a conoscenza delle opportunità di finanziamento o non avevano sufficienti conoscenze su come accedervi. È il caso delle PMI, e in particolare delle PMI sociali.

Anche se gli intervistati ritengono che i progetti EaSI siano di alta qualità e pertinenza, hanno considerato la mancanza di consapevolezza e conoscenza sui diversi assi del programma EaSI come una delle principali lacune, afferma il rapporto, aggiungendo che il programma era principalmente noto solo a tecnici o intermediari e le informazioni non sono pervenute ai beneficiari finali e al pubblico.

Le raccomandazioni richiedevano anche la consultazione strutturata delle organizzazioni della società civile a livello europeo, nazionale e locale in ogni fase dell’attuazione del programma EaSI, compresi gli scambi di buone pratiche ed esperienze transnazionali.

Il 61% degli intervistati ha ritenuto che il programma EaSI avesse raggiunto i suoi obiettivi, i più ottimisti dei quali erano le organizzazioni dei datori di lavoro, con l’83% di loro che credeva che EaSI avesse raggiunto il suo scopo. Il 67% dei rappresentanti della società civile condivide questo punto di vista, mentre il programma ha ottenuto il minimo favore dalle organizzazioni dei lavoratori, di cui solo il 42% ha espresso un parere positivo.

Il programma EaSI (2014-2020) è stato uno strumento di finanziamento concepito per promuovere un elevato livello di occupazione sostenibile e di qualità, garantire una protezione sociale adeguata e dignitosa, combattere l’esclusione sociale e la povertà e migliorare le condizioni di lavoro negli Stati membri e negli altri paesi partecipanti paesi, ovvero l’Associazione europea di libero scambio/Spazio economico europeo (EFTA/SEE), i paesi candidati all’Unione europea e quelli pre-candidati.

I tre assi del programma erano:

– sostenere la modernizzazione delle politiche occupazionali e sociali attraverso l’asse PROGRESS (EPMF). L’EPMF ha consentito agli intermediari finanziari di richiedere prestiti e strumenti di capitale o garanzie per rafforzare il proprio portafoglio di microfinanza;

– mobilità del lavoro attraverso l’asse EURES;

– accesso alla microfinanza e all’imprenditoria sociale con l’asse Microfinanza/Imprenditoria sociale.

Obiettivi trasversali, come l’uguaglianza di genere, la non discriminazione e la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, sono stati promossi su tutti e tre gli assi.
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Il Consiglio d’Europa ha inaugurato un nuovo sito per fornire informazioni necessarie per lavorare al suo fianco. Lo rende noto il servizio stampa del Consiglio d’Europa. “Essendo una grande organizzazione cresciuta nel corso degli anni, a prima vista può sembrare complessa. Ma ci sono molti modi in cui la società civile e le ONG – in particolare le ONG internazionali (INGO) – possono essere coinvolte, dal partenariato vero e proprio, alla fornitura di informazioni a diversi organismi come la Corte europea dei diritti dell’uomo o il Commissario per i diritti umani, all’aiuto alla lavoro degli organismi di monitoraggio mentre svolgono il loro lavoro in diversi paesi. Fornisce inoltre indicazioni sulle risorse disponibili e descrive i modi in cui i difensori dei diritti umani possono chiedere aiuto se sono minacciati”.

Navigando nel nuovo sito, si troveranno tutte le informazioni sulla cooperazione del Consiglio d’Europa con la società civile nei suoi settori chiave di protezione dei diritti umani, costruzione di società democratiche e garanzia del rispetto dello stato di diritto. Unisciti a noi per costruire un’Europa migliore.
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