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Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha emesso una nuova Raccomandazione per i 46 Stati membri del Consiglio d’Europa per assicurare la partecipazione, la rappresentazione e l’inclusione concrete dei giovani rom in tutte le sfere della società e nei processi decisionali e per combattere il razzismo strutturale.

Il Comitato dei Ministri raccomanda di includere in modo sistematico ed esplicito le esigenze espresse dai giovani rom in tutte le politiche, tutte le norme e tutti i programmi che hanno un impatto su di loro; di valutare le politiche e le strutture democratiche al fine di riprogettarle per assicurare la partecipazione, la rappresentazione e l’inclusione effettive dei giovani rom; di combattere tutte le forme e manifestazioni di razzismo strutturale contro i Rom e di antiziganismo e il loro impatto sulla partecipazione dei giovani rom; di assicurare il pieno ed effettivo accesso dei giovani rom a tutti i diritti umani e le libertà fondamentali e il relativo godimento; di assicurare a tutti i giovani rom un eccesso libero e non discriminatorio a un’istruzione di qualità, alla formazione e a opportunità di impiego.

Il Comitato dei Ministri raccomanda inoltre di sostenere e rafforzare la capacità delle organizzazioni, dei gruppi e delle iniziative guidati da giovani rom e delle organizzazioni e dei centri giovanili incentrati sui giovani rom in quanto spazi in cui esercitare la cittadinanza, promuovere il lavoro dei giovani e l’istruzione/l’apprendimento informale e favorire la loro identità culturale, la loro lingua e la loro storia.

Tutte le politiche, tutte le misure e tutti i programmi associati a questa raccomandazione devono rispettare la diversità delle comunità rom affrontando, in particolar modo, la discriminazione intersettoriale di cui sono oggetto le ragazze rom, le donne rom, i Rom LGBTI+, i Rom musulmani e i giovani rom che vivono in comunità isolate e rurali.

La società civile, tra cui le organizzazioni e i consigli della gioventù tradizionali, devono essere invitati a contribuire all’attuazione e alla valutazione di questa raccomandazione. L’attuazione della raccomandazione verrà esaminata ogni cinque anni dopo la sua adozione.
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Undici “Ambasciatori dell’istruzione inclusiva” appena nominati, provenienti da Albania, Bulgaria, Repubblica ceca, Ungheria, Portogallo, Romania, Repubblica slovacca e Regno Unito, si stanno riunendo per la prima volta (28 e 29 marzo) per parlare di come promuovere un’istruzione inclusiva di qualità per i Rom e i Viaggianti nei loro rispettivi paesi nei prossimi mesi.Lo rende noto il sito del Consiglio d’Europa.

Gli Ambasciatori, tra cui figurano attivisti per i diritti umani rom e non rom, ex studenti di scuole segregate e speciali, insegnati, dirigenti scolastici e giornalisti, condivideranno storie motivanti sull’istruzione inclusiva per il comune obiettivo di promuovere un’istruzione inclusiva di qualità per tutti i minori.

La riunione che si terrà a Strasburgo aiuterà a elaborare e a realizzare attività di comunicazione sul valore e sul vantaggio dell’istruzione inclusiva e della desegregazione scolastica. Gli Ambasciatori sosterranno inoltre gli insegnanti e le autorità scolastiche pertinenti al fine di migliorare i processi di apprendimento e governance per rispondere alle esigenze di tutti i minori, indipendentemente dalle loro differenze socio-economiche, etniche, linguistiche e di altra natura.

Questo progetto è condotto nel quadro del Progetto congiunto dell’Unione europea e del Consiglio d’Europa, Scuole inclusive: fare la differenza per i bambini rom (INSCHOOL).
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Il Comitato consultivo della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d’Europa ha pubblicato due nuovi pareri.

Uno di essi riguarda l’Italia.

L’Italia dovrebbe prendere tutte le misure necessarie per la protezione dei rom e dei sinti, secondo il parere del Comitato.

Nonostante diverse iniziative parlamentari, non è stato adottato alcun quadro legislativo nazionale specifico per la protezione dei Rom e dei Sinti. Gli sforzi e gli investimenti delle autorità nell’ambito della Strategia Nazionale per l’Inclusione di Rom, Sinti e Caminanti 2012-2020 non hanno sempre portato a miglioramenti significativi delle condizioni di vita, dell’inclusione sociale e dell’accesso ai diritti e ai servizi di queste comunità.

È invece migliorata la consultazione con i rappresentanti e le associazioni. Il Comitato chiede un sostegno continuo all’istruzione nelle lingue minoritarie, un più ampio accesso delle minoranze ai programmi radiofonici e televisivi nelle loro lingue e una maggiore consapevolezza delle loro culture nella società in generale. Il parere si basa sulle informazioni fornite da fonti governative e non governative, inglese e italiano dalle autorità.

Il comitato consultivo è il comitato di esperti indipendenti incaricato di valutare l’attuazione della Convenzione quadro negli Stati membri e di fornire consulenza al Comitato dei ministri. I risultati di questa valutazione consistono in pareri dettagliati specifici per paese adottati a seguito di una procedura di monitoraggio. Questa procedura prevede l’esame dei rapporti statali e di altre fonti di informazione, nonché incontri in loco con interlocutori governativi, rappresentanti delle minoranze nazionali e altri attori pertinenti.

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L’accattonaggio tra i bambini rom, diminuito in numerosi paesi d’Europa all’inizio del decennio, torna a essere più visibile ed è accompagnato da un aumento di discorsi e atteggiamenti anti-Rom e anti-Viaggianti in molti Stati membri, secondo un rapporto del Comitato di esperti del Consiglio d’Europa sulle questioni relative a Rom e Viaggianti.

Gli esperti ritengono tuttavia che le misure socioeconomiche di lotta contro le cause principali dell’accattonaggio e il miglioramento delle condizioni di vita nelle comunità rom dovrebbero avere la priorità rispetto a misure giudiziarie come la criminalizzazione dell’accattonaggio.

Il rapporto indica che, sebbene sia difficile produrre statistiche, la ricerca mostra che l’accattonaggio non ha generalmente motivazioni criminali ma deriva piuttosto da una povertà estrema. I bambini rom potrebbero essere incitati a mendicare dai familiari o da terze parti per ripagare i debiti. La pandemia da COVID-19 ha esacerbato ulteriormente la situazione economica delle comunità rom in tutta Europa.

Il rapporto identifica delle risposte efficaci al problema in alcuni paesi europei. Tali risposte vanno dalle linee di assistenza telefonica nazionali per i minori in pericolo fino a workshop organizzati per migliorare l’impiegabilità e le competenze dei Rom. Il rapporto raccomanda diverse azioni, tra cui:

Sostenere le famiglie rom con programmi socioeconomici, come la mediazione scolastica e sussidi mensili per garantire che i minori vadano a scuola;

Migliorare la protezione dei minori coinvolti, incluso l’accesso all’assistenza legale. Si dovrebbe ricorrere all’allontanamento del bambino dalla sua famiglia sono come ultima soluzione;

Agevolare la partecipazione di esperti di protezione dei minori, mediatori rom e interpreti nei procedimenti.

Gli esperti hanno concluso che, per essere efficaci, le misure volte a eliminare l’accattonaggio dei bambini in Europa devono seguire un approccio differenziato. Ad esempio, il miglioramento delle condizioni di vita e l’accesso alla scuola materna consentono di ridurre questo fenomeno. Con un miglioramento dei livelli di istruzione e dell’accesso all’impiego e ai servizi sociali e sanitari, un numero superiore di Rom può uscire dalla povertà estrema. Questo, a lungo termine, sarà più efficace del semplice ricorso alla criminalizzazione dell’accattonaggio dei minori.

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Il sito del Parlamento europeo (PE) ha pubblicato un articolo su cosa sta facendo l’UE per contrastare la discriminazione nei confronti dei rom.

Con sei milioni di persone che vivono sul suolo europeo, scrive il PE, la popolazione Rom costituisce la più grande minoranza etnica d’Europa. L’indagine del 2019 su Rom e nomadi, prodotta dall’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali(FRA), indica che quasi la metà di questi (45%) che abitano in uno dei sei Stati membri partecipanti, si è sentita discriminata in almeno un ambito della vita.

Tra le maggiori difficoltà affrontate compaiono l’accesso limitato all’istruzione di qualità, gli ostacoli all’integrazione nel mercato del lavoro, che amplifica povertà ed esclusione sociale, la mancanza di un’assistenza sanitaria adeguata e condizioni di vita precarie.

Per buona parte della popolazione Rom, l’esclusione e la discriminazione cominciano già dalla giovane età. Secondo il rapporto del 2019 sulle strategie di integrazione dei rom, il 68% di loro abbandona presto gli studi. Inoltre, risulta che solo il 18% dei bambini Rom, è passato a livelli di istruzione superiori e il 63% dei Rom tra i 16 ei 24 anni non lavora, non studia o non riceve una formazione. Solo il 43% dei Rom adulti e il 22% delle donne Rom hanno una qualsivoglia forma di lavoro retribuito.

Molti dei Rom vivono in condizioni socioeconomiche molto povere e marginali e sono vittime di discriminazione, esclusione sociale e segregazione. Secondo l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), l’80% vive ancora al di sotto della soglia di povertà.

Quasi la metà (44%) degli intervistati al rapporto della FRA ha subito molestie motivate dall’odio nei 12 mesi precedenti l’indagine. Più recentemente, i Rom sono stati accusati di aver diffuso il coronavirus nei paesi dell’Europa orientale.

I dati mostrano anche che quasi un quarto dei Rom non dispone dell’assicurazione sanitaria nazionale. Un terzo delle case rom non ha acqua potabile, mentre poco più della metà dispone di servizi igienici o doccie con scaldabagno. Il 78% dei Rom vive in famiglie sovraffollate e il 43% subisce discriminazioni quando cerca di acquistare o affittare una casa.

Nella risoluzione adottata durante la prima sessione plenaria di ottobre 2022, il Parlamento. europeo ha invocato pari opportunità di accesso all’istruzione, al lavoro, all’assistenza sanitaria e all’alloggio per i Rom che vivono negli nell’Unione. I deputati europei hanno anche auspicato l’inclusione dei bambini Rom nei piani nazionali degli Stati membri per porre fine all’esclusione sociale e alla povertà. I paesi dell’UE devono mettere in atto misure per porre fine alla segregazione scolastica e campagne per combattere la discriminazione nelle scuole. Il rapporto incoraggia la strategia di tenere conto della diversità della comunità e di fornire ai Rom un’eguale partecipazione alle politiche pubbliche.

Il Parlamento di Strasburgo ha sottolineato che i Rom devono avere accesso a un alloggio dignitoso. Inoltre, ha esortato la Commissione europea a istituire un meccanismo di allerta precoce per identificare l’uso improprio dei fondi dell’UE destinati a risolvere i problemi attuali. Ha inoltre invitato il Consiglio a concludere i negoziati sulla direttiva antidiscriminazione, bloccata dal 2008.

Il PE ha anche messo in guardia sul fatto che tra i circa 400.000 Rom che vivono in Ucraina, quasi il 10-20% sono apolidi o a rischio di apolidia e hanno chiesto che siano protetti dalle espulsioni illegali e dalla discriminazione nell’accesso ai servizi essenziali.

Che cosa ha fatto l’UE negli ultimi anni per contrastare l’esclusione dei rom?

Nel 2011 è stato istituito un quadro europeo delle strategie nazionali di inclusione dei Rom per promuovere la parità di trattamento dei Rom e la loro integrazione sociale ed economica nelle società europee. Una raccomandazione del Consiglio nel 2013 ha rafforzato questo quadro e si è concentrata sulla lotta alla discriminazione e sulla riduzione della povertà. Nel 2016 ha introdotto un obbligo di rendicontazione annuale per gli Stati membri. Inoltre, nel 2017, il Parlamento ha approvato una risoluzione in difesa della parità di diritti per i Rom. Tuttavia, poiché il quadro delle strategie nazionali giunge al termine nel 2020, una relazione della Commissione sulla sua valutazione afferma che, sebbene il settore dell’istruzione abbia registrato i maggiori progressi nell’ultimo decennio (con l’abbandono scolastico ridotto del 19%), i progressi complessivi era limitato principalmente perché la strategia non era vincolante. Nell’ottobre 2020 la Commissione ha proposto il nuovo quadro strategico dal 2020 al 2030 per promuovere l’integrazione dei Rom in situazioni di esclusione. Questo quadro è stato rafforzato dalla raccomandazione sull’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione dei Rom adottata dal Consiglio nel marzo 2021. Il Fondo sociale europeo Plus (ESF+ acronimo in inglese) finanzia l’integrazione sociale ed economica delle comunità emarginate, mentre il programma di uguaglianza di diritti e valori ​dei cittadini combatte ogni forma di discriminazione. Durante un dibattito in plenaria nell’aprile 2022, i deputati europei hanno sottolineato le condizioni di vita ancora precarie e la mancanza di opportunità per le comunità rom nell’UE e hanno chiesto maggiori azioni.
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Nel 2015, il Parlamento europeo ha dichiarato il 2 agosto Giornata europea della memoria annuale dell’Olocausto dei Rom per commemorare i 500.000 Rom europei assassinati nell’Europa occupata dai nazisti, che all’epoca rappresentavano almeno un quarto della loro popolazione totale.

Nel 2020, la Commissione Europea ha adottato il Quadro Strategico dell’UE sui Rom, che mira a dare a tutti i Rom l’opportunità di realizzare il loro pieno potenziale. A tal fine, il quadro definisce un approccio globale a tre pilastri: uguaglianza con tutti gli altri membri della società, inclusione sociale ed economica e partecipazione alla vita politica, sociale, economica e culturale.

Giornata europea di commemorazione dell’Olocausto dei Rom sul sito del Consiglio d’Europa
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Ogni anno, in tutto il mondo, l’8 aprile si celebra il Romano Dives, e cioè la Giornata Internazionale dei Rom istituita per celebrare la cultura di questo popolo e per far conoscere a sempre più persone i problemi che incontra nei vari Paesi. La data dell’8 aprile è stata scelta per ricordare il primo congresso mondiale del popolo rom, che si tenne a Londra nel 1971.

“L’8 aprile è sempre una buona occasione per celebrare il popolo rom e il contributo che apporta alle nostre società moderne e diversificate. Tuttavia, è anche un momento per riflettere sulle difficoltà e le sofferenze che vivono molte persone e comunità rom e per rinnovare il nostro impegno ad affrontarne le cause principali”, ha detto il Segretario generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić.

In questa Giornata internazionale dei Rom, “il mio pensiero va in particolare alla comunità rom che soffre, ha aggiunto il Segretario. L’attuale aggressione della Federazione russa in Ucraina sta causando un danno terribile. Il popolo rom fa parte di quei milioni di ucraini che ora sono sfollati e sono diventati rifugiati che cercano sicurezza attraversando i confini. Per alcuni di loro, le barriere linguistiche e la mancanza di documenti ufficiali rendono la fuga ancora più difficile. I paesi europei stanno giustamente accogliendo milioni di ucraini che fuggono dalla guerra. Chiedo a ciascuno di questi paesi di fornire assistenza e sicurezza a chiunque ne abbia bisogno, nell’interesse dei loro diritti umani”.

“La storia, la cultura e l’identità dei Rom sono intrecciate nel tessuto della società europea. Questo ci rende tutti più forti. Insieme, avanziamo e creiamo un continente che sia sicuro, vivace ed inclusivo, in cui i diritti di ogni persona sono garantiti a vantaggio di tutti.”, ha concluso Marija Pejčinović Burić

Anche i Rom che rimangono in Ucraina necessitano di sostegno. La scorsa settimana, il Consiglio d’Europa ha organizzato una consultazione online con le ONG rom che sono ancora attive nel paese. Nonostante le attuali condizioni, 35 rappresentanti si sono riuniti per discutere le sfide che affrontano attualmente i Rom ucraini. Il Consiglio d’Europa è al loro fianco ora, come lo saremo anche quando l’aggressione sarà finita. Il

Il Piano d’azione strategico
per l’inclusione dei Rom e dei Viaggianti (2020-2025) è un’esplicita dichiarazione del costante impegno del Consiglio d’Europa a combattere l’antiziganismo e ad assicurare l’uguaglianza dei Rom in tutto il nostro continente condiviso.
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