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Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 214 del 16 giugno pubblica Diritti umani e democrazia nel mondo e politica dell’Unione europea in materia — relazione annuale 2022: Risoluzione del Parlamento europeo del 18 gennaio 2023 sui diritti umani e la democrazia nel mondo e sulla politica dell’Unione europea in materia — relazione annuale 2022

Il Parlamento europeo (PE) ribadisce l’universalità e l’indivisibilità dei diritti umani nonché la dignità intrinseca di ciascun essere umano; sottolinea, a tale proposito, il suo forte impegno ad affrontare le sfide riguardanti i diritti umani nell’UE e in tutto il mondo e ribadisce il dovere dell’UE e dei suoi Stati membri di puntare a svolgere un ruolo guida a livello mondiale nella promozione e nella tutela dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della democrazia, conformemente ai valori fondanti dell’Unione. Il PE insiste sul fatto che la tutela dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della dignità di ciascun essere umano deve essere il fondamento della politica esterna dell’Unione; incoraggia vivamente l’Unione, a tal fine, ad adoperarsi in maniera ambiziosa e costante al fine di rendere la tutela dei diritti umani un elemento centrale di tutte le politiche dell’UE in modo razionalizzato e di rafforzare la coerenza tra le politiche interne ed esterne dell’Unione in tale settore.

L’Assemblea di Strasburgo ricorda inoltre che il piano d’azione dell’UE per i diritti umani e la democrazia 2020-2024 dovrebbe essere utilizzato come tabella di marcia per la realizzazione delle priorità dell’UE in materia di diritti umani ed essere pertanto al centro di tutte le politiche esterne dell’Unione; sottolinea l’importanza che gli Stati membri assumano la titolarità del piano d’azione dell’UE e riferiscano pubblicamente in merito alle loro azioni nell’ambito dello stesso; incoraggia i parlamenti nazionali e regionali, le istituzioni nazionali per i diritti umani e le organizzazioni della società civile a dialogare con le autorità a livello di Stati membri per quanto riguarda i loro contributi alla realizzazione della politica esterna dell’UE in materia di diritti umani; chiede al Consiglio di coinvolgere il Parlamento nella revisione e nell’aggiornamento futuri di tutti gli orientamenti dell’UE in materia di diritti umani e che sia garantita una maggiore trasparenza nella loro attuazione.

Il PE esprime profonda preoccupazione per le gravi minacce che gravano sui diritti umani e la democrazia in tutto il mondo, osservando che le democrazie continuano a diminuire mentre aumentano i regimi autoritari, e per il fatto che nell’ultimo anno quasi il 75 % della popolazione mondiale ha visto peggiorare la situazione dei diritti umani nel proprio paese; sottolinea con preoccupazione le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario che si verificano in un numero crescente di luoghi nel mondo, nonché la diffusa impunità per tali violazioni.

Il Parlamento di Strasburgo tra l’altro deplora il fatto che, malgrado la necessità di concentrarsi sulle risposte alle minacce rappresentate dai cambiamenti climatici e sulla ripresa dalle ripercussioni negative della pandemia di COVID-19 attraverso la solidarietà mondiale, alcuni leader autoritari, oltre ad aver gestito in modo inadeguato le risorse globali e post-pandemia, abbiano intensificato la loro repressione nei confronti dell’opposizione politica, del dissenso, dei difensori dei diritti umani, delle organizzazioni della società civile, comprese le organizzazioni di tipo partecipativo e quelle di ispirazione confessionale e religiosa, e dei media indipendenti, nonché alimentato e ampliato conflitti interni e internazionali esistenti e ne abbiano scatenati di nuovi, con conseguenze devastanti per i diritti umani; deplora i diversi casi in cui i leader autoritari hanno utilizzato le conseguenze della pandemia quali pretesti per giustificare l’inasprimento delle loro politiche repressive.

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In una risoluzione approvata nei giorni scorsi, il Parlamento europeo (PE) ha delineato le riforme necessarie per frenare l’abuso di spyware.

Con l’uso illecito dei software di sorveglianza, “la democrazia stessa è in gioco”. È quanto sostengono i deputati sulla base di un’indagine di un anno della commissione speciale sull’uso di Pegasus e di spyware di sorveglianza equivalenti. Nella risoluzione, il PE chiede indagini credibili, modifiche legislative e una migliore applicazione delle norme esistenti per contrastare gli abusi.

I deputati europei chiedono all’Ungheria e alla Polonia di rispettare le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo e di ripristinare l’indipendenza della magistratura e gli organi di controllo. I due paesi dovrebbero anche subordinare l’uso di spyware a un’autorizzazione indipendente e specifica da parte dell’autorità giudiziaria, avviare indagini credibili sui casi di abuso e garantire che i cittadini abbiano accesso a mezzi di ricorso significativi.

Il Parlamento europeo chiede al governo greco di “ripristinare e potenziare urgentemente le garanzie istituzionali e giuridiche”, abrogare le licenze di esportazione che sono in contrasto con la normativa UE sul controllo delle esportazioni e rispettare l’indipendenza dell’Autorità ellenica per la sicurezza e la riservatezza delle comunicazioni.

Cipro, che secondo i deputati è diventata un polo di esportazione per spyware, dovrebbe invece abrogare tutte le licenze di esportazione non in linea con la normativa UE. Infine, le autorità spagnole dovrebbero garantire un’indagine “completa, equa ed efficace”, in particolare nei 47 casi in cui non è chiaro chi abbia autorizzato l’uso di spyware, e assicurare alle persone interessate di poter disporre di mezzi di ricorso reali.


Il PE auspica l’introduzione di norme UE sull’uso di spyware da parte delle autorità di contrasto, che dovrebbero poter ricorrere a questa misura solo in casi eccezionali, per uno scopo predefinito e per un periodo di tempo limitato. Secondo i deputati, andrebbero salvaguardati i dati protetti dal segreto professionale tra avvocato e cliente o quelli che riguardano politici, medici o mezzi d’informazione, a meno che non vi siano prove del coinvolgimento in attività criminali. Il Parlamento propone anche di obbligare le autorità a informare le persone prese di mira da tali software, ma anche chi non è stato direttamente sorvegliato ma i cui dati sono stati consultati nell’ambito della sorveglianza di qualcun altro. Allo stesso modo, si chiede di rendere obbligatoria una supervisione indipendente al termine di una sorveglianza e di introdurre una definizione giuridica comune che stabilisca quando è possibile invocare la sicurezza nazionale come giustificazione per l’uso di tali software.

Per contribuire a far emergere i casi di sorveglianza illecita, i deputati propongono di creare un laboratorio dell’UE per le tecnologie. Si tratterebbe di un istituto di ricerca indipendente, incaricato di indagare sulla sorveglianza e fornire supporto tecnologico in ambiti come il controllo dei dispositivi e la ricerca forense.

Secondo i deputati europei, vi sono “forti indizi” che i governi di Marocco e Ruanda hanno spiato cittadini di alto profilo dell’UE, compresi alcuni capi di Stato. In generale, il Parlamento chiede un’indagine approfondita sulle licenze di esportazione di spyware, un’applicazione più rigorosa delle norme UE sul controllo delle esportazioni, una strategia congiunta UE-USA per gli spyware, colloqui con Israele e altri paesi terzi sulle norme per la commercializzazione e l’esportazione di spyware e la garanzia che gli aiuti allo sviluppo dell’UE non finanzino l’acquisizione e l’uso di spyware.
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La Gazzetta ufficiale ddll’Unione europea C 177 del 17 maggio pubblica la Risoluzione del Parlamento europeo sul piano d’azione per promuovere il trasporto ferroviario transfrontaliero e su lunga di distanza di passeggeri .

La Risoluzione sottolinea che la piena attuazione dell’ERTMS (piano di implementazione del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario), attraverso la realizzazione degli obiettivi della proposta legislativa rivista per il regolamento TEN-T, contribuirà a creare uno spazio ferroviario europeo unico digitale, garantendo l’aumento della capacità della rete e l’ulteriore sviluppo di servizi di trasporto ferroviario sicuri, veloci ed efficienti per i collegamenti a lunga distanza e transfrontalieri.

Il Parlamento europeo evidenzia che la promozione del trasporto ferroviario a lunga distanza deve essere accompagnata da un’integrazione nelle diverse reti ferroviarie interregionali, regionali, urbane e periurbane, nonché con altri modi di trasporto e con la TEN-T, migliorando così la mobilità da porta a porta; sottolinea che ciò sarà fondamentale per rendere i servizi di trasporto ferroviario e multimodale di passeggeri più attraenti.

Nel documento si sottolinea l’importanza di accelerare la costruzione di nuove linee ferroviarie e di promuovere ulteriormente il completamento dei progetti infrastrutturali, compresi i ponti che collegano le isole alla terraferma, al fine di chiudere i collegamenti attualmente esistenti e migliorare l’integrazione delle isole con le autostrade del mare.

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La Gazzetta ufficiale dell’unione europea C 177 pubblica la Risoluzione del Parlamento europeo (PE) sul divario digitale: le differenze sociali create dalla digitalizzazione.

Il PE tra l’altro Sottolinea che il quadro normativo dell’UE deve garantire che la digitalizzazione sia antropocentrica e che i diritti fondamentali siano pienamente rispettati nell’economia digitale, in particolare per i lavoratori.

Strasburgo ricorda che la vita democratica e i servizi pubblici online devono essere inclusivi e pienamente accessibili a tutti e che la discriminazione tecnologica è una forma di povertà e di esclusione sociale che priva alcuni cittadini di risorse essenziali per lo sviluppo e la generazione di ricchezza; sottolinea che tutti dovrebbero beneficiare di un ambiente digitale di massima qualità, con servizi e strumenti di facile utilizzo, efficienti e personalizzati, che offrano elevati standard di sicurezza e tutela della vita privata, garantendo al contempo salvaguardie contro qualsiasi potenziale discriminazione nell’accesso ai servizi di base che richiedano l’uso di competenze digitali.

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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 177 del17 maggio ha pubblicato la Risoluzione del Parlamento europeo (PE) su una visione a lungo termine per le zone rurali dell’UE: verso zone rurali più forti, connesse, resilienti e prospere entro il 2040

La Risoluzione tra l’altro sottolinea la diversità storica, geografica, economica e sociale delle zone rurali nell’UE; ricorda che le zone rurali situate vicino ai centri urbani, alle zone costiere, transfrontaliere o montane, nelle regioni ultraperiferiche e nelle zone scarsamente popolate sono confrontate a sfide diverse, che richiedono soluzioni personalizzate e mirate, da attuare in collaborazione con i soggetti interessati a livello locale.

Sottolinea inoltre che le politiche e le azioni a livello dell’Unione, combinate con quelle nazionali, regionali e locali aventi un approccio territoriale, sono fondamentali per garantire la prosperità e il benessere dei cittadini delle zone rurali europee, nonché per affrontare le sfide cui devono far fronte, in particolare il declino demografico e l’invecchiamento della popolazione, un maggiore rischio di povertà ed emarginazione sociale, come pure la mancanza di servizi e strutture di base, ricorda che le zone rurali hanno un PIL pro capite nettamente inferiore alla media dell’UE.

Il PE sottolinea ancora che le zone rurali non hanno accesso a servizi d’interesse generale di elevata qualità, quali servizi idrici, servizi igienico-sanitari, connettività viaria, assistenza sanitaria, cure per l’infanzia e istruzione e formazione di qualità, sono mal collegate, con limitate opzioni di trasporto e mancanza di banda larga ad alta velocità, né hanno accesso ad altri servizi di base quali i servizi postali e bancari, oltre all’insufficiente qualità e disponibilità di alloggi, alle pressioni climatiche e ambientali, al divario di parità di genere e alle limitate opportunità di innovazione e accesso allo sviluppo tecnologico; fa presente che la loro lontananza aggrava sensibilmente le difficoltà nelle zone rurali.

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La Gazzetta ufficiale C132 del 14 aprile ha pubblicato una risoluzione del Parlamento europeo a sostegno delle politiche in materia di accessibilità nel mercato interno dell’UE.

Il Parlamento europeo (PE) accoglie con favore la comunicazione della Commissione dal titolo «Un’Unione dell’uguaglianza: strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030» , che mira a garantire che tutte le persone con disabilità in Europa possano godere dei propri diritti e partecipare alla società e all’economia in condizioni di parità e non siano più soggette a discriminazioni, affrontando i notevoli ostacoli evidenziati nella valutazione della strategia europea sulla disabilità 2010-2020.

Il PE: plaude all’iniziativa della Commissione volta a istituire il Centro «AccessibleEU»; riconosce che il Centro mira a rafforzare la coerenza delle politiche armonizzate in materia di accessibilità, a sostenerne l’attuazione e ad agevolare l’accesso alle conoscenze e alle competenze pertinenti, promuovendo una cultura delle pari opportunità e della piena partecipazione alla società per le persone con disabilità, anche a livello professionale, in uno spazio collaborativo tra le pubbliche amministrazioni, i rappresentanti delle imprese, le organizzazioni della società civile che si occupano di disabilità, gli esperti in materia di accessibilità e gli utenti.

Il PE inoltre: rileva che è possibile conseguire migliori risultati in termini di accessibilità nella società solo se il Centro segue l’approccio della «progettazione universale»; sottolinea la necessità di garantire che tale approccio globale all’accessibilità sia tenuto in debita considerazione, in particolare per quanto riguarda l’ambiente fisico, i trasporti, l’informazione, la comunicazione, i servizi e il settore degli appalti pubblici e delle gare d’appalto; ritiene che tale approccio implichi anche l’effettiva partecipazione di tutti i portatori di interessi e titolari dei diritti ai loro procedimenti.

L’Assemblea di Strasburgo, tra l’altro, invita la Commissione a garantire risorse adeguate, sia in termini di finanziamenti che di risorse umane, per l’istituzione e il funzionamento del Centro; chiede che gli Stati membri assicurino le risorse necessarie per l’attuazione e l’applicazione delle politiche in materia di accessibilità, anche attraverso i fondi dell’UE; sottolinea che sono indispensabili finanziamenti sufficienti per perseguire politiche pubbliche efficaci in materia di accessibilità, nonché per realizzare progressi in un’ampia gamma di tematiche, quali la sensibilizzazione attraverso le attività di comunicazione, in particolare rivolte alle organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità, nonché il riconoscimento delle disabilità invisibili e l’armonizzazione delle tessere nazionali di disabilità o delle norme in materia di accessibilità.

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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 132 del 14 aprile pubblica pubblica la Risoluzione del Parlamento europeo sull’accesso all’acqua in quanto diritto umano — dimensione esterna

Il documento, tra l’altro: ribadisce il diritto all’acqua potabile sicura e il diritto ai servizi igienico-sanitari quali diritti umani, in quanto entrambi i diritti sono complementari; sottolinea che l’accesso all’acqua potabile pulita è indispensabile per una vita sana e dignitosa ed è essenziale per sviluppare la dignità umana; sottolinea che il diritto all’acqua rappresenta una condizione necessaria fondamentale per il godimento di altri diritti, e che come tale deve essere guidato da una logica di interesse pubblico e beni comuni.

Il Parlamento europeo quindi: rammenta la responsabilità degli Stati di promuovere e proteggere tutti i diritti umani, che sono universali, indivisibili, interdipendenti e correlati e che devono essere promossi e applicati in modo giusto, equo e non discriminatorio.

Strasburgo ribadisce pertanto che gli Stati devono garantire un accesso universale, adeguato e a prezzi abbordabili ad acqua potabile sufficiente, di qualità e sicura e un migliore accesso all’acqua a fini igienico-sanitari; ricorda che il diritto all’acqua implica che i servizi idrici debbano essere accessibili a tutti e che nessuno deve essere privato del proprio diritto ad accedervi.

L’Assemblea di Strasburgo ritiene che il pieno esercizio del diritto all’acqua dipenda dalla conservazione della biodiversità e del clima e chiede pertanto che la gestione dell’acqua, essendo un bisogno primario per piante, animali ed esseri umani, debba rispondere in via prioritaria agli interessi ambientali e sociali, inclusa l’integrazione professionale e il miglioramento del reddito e delle condizioni di sicurezza delle persone in condizioni di povertà.

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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C47 del 7 febbraio pubblica la Risoluzione del Parlamento europeo sulla povertà femminile in Europa.

Il Parlamento europeo rileva tra l’altro che si registra una concentrazione sproporzionata e spesso non volontaria di donne nel lavoro precario, che comprende un numero elevato di contratti di lavoro a tempo parziale e scarsamente retribuito, a tempo determinato e a zero ore; esorta gli Stati membri ad attuare le raccomandazioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro destinate a ridurre la portata del lavoro precario che includono, ad esempio, la limitazione dei casi in cui poter impiegare contratti precari e la riduzione del periodo in cui i lavoratori possono essere assunti con tali contratti.

L’Assemblea di Strasburgo invita gli Stati membri ad adottare politiche attive ed efficaci per prevenire e combattere le molestie sul luogo di lavoro, comprese quelle di natura sessuale e psicologica; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire adeguati meccanismi di finanziamento per programmi e azioni volti a combattere le molestie sul luogo di lavoro, compresi meccanismi che aiutino le donne a denunciare i casi di molestie; invita gli Stati membri e l’UE a ratificare la convenzione n. 190 dell’Organizzazione internazionale del lavoro sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro.

Il Parlamento europeo sottolinea l’importanza di aumentare la consapevolezza circa le conseguenze delle scelte delle donne sul mercato del lavoro e l’importanza della loro indipendenza economica per proteggerle dalla povertà e dall’esclusione sociale.

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