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Sullo sfondo delle crescenti indicazioni di possibili “pseudo-referendum” nei territori ucraini attualmente occupati dalla Russia, il presidente del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, Leendert Verbeek, ha esortato le autorità russe ad astenersi da tali piani.

Nell’ambito delle elezioni regionali previste per l’11 settembre nella Federazione Russa, secondo l’analisi delle ONG internazionali, potrebbero essere organizzati cosiddetti “referendum” nelle aree ucraine attualmente occupate da Mosca, in particolare Kherson e Zaporizhzhia oltre che a Donetsk e oblast di Luhansk.

“Ciò significherebbe che il presidente Putin avrebbe continuato la sua politica imperialista, che ha portato in Europa una guerra che non si era mai vista su questa scala dopo il 1945. Pertanto esorto le autorità russe ad astenersi da tali piani”, ha affermato il presidente del Congresso Leendert Verbeek.

Il Congresso si è sempre espresso a voce alta e chiara a favore della preservazione dell’integrità territoriale dei paesi membri del Consiglio d’Europa, secondo il Presidente del Congresso. “La Russia non è più membro del Consiglio d’Europa. Ma l’Ucraina lo è – e siamo uniti dietro questo paese e la sua gente e faremo tutto il necessario per continuare a sostenere l’Ucraina e aiutare i suoi enti locali e regionali”, ha chiarito Verbeek.

Una raccomandazione sullo svolgimento di referendum a livello locale, adottata dal Congresso nel 2021, contiene indicazioni chiare su come organizzare i referendum a livello locale e regionale e cosa dovrebbe essere evitato. “Se la Russia utilizza il referendum, di per sé un prezioso strumento democratico, per intensificare ulteriormente la sua politica aggressiva nei confronti dell’Ucraina, Stato membro del Consiglio d’Europa, si tratta di un abuso di questo strumento e di un ulteriore tentativo di distruggere la democrazia e il governo Pertanto, se la Russia si attiene ai piani per tali referendum fittizi nei territori ucraini, i risultati saranno nulli per noi”, ha concluso il presidente del Congresso Leendert Verbeek.
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In un dibattito con la Ministra francese Klinkert e la Presidente della Commissione europea Von der Leyen, il Parlamento europeo ha affermato il 4 maggio che l’unità dell’Unione europea è cruciale ora e per la ricostruzione futura dell’Ucraina.

Il Parlamento ha discusso le conseguenze sociali ed economiche per l’Unione della guerra russa in Ucraina. I deputati hanno sostenuto il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia e le proposte per aiutare la ripresa dell’Ucraina, entrambi illustrati dalla Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen.

I deputati europei hanno sottolineato la necessità di sostenere i cittadini e le imprese dell’Unione europea colpite dalla guerra e chiesto unità tra i Paesi dell’Unione. Hanno poi chiesto sostegno per i paesi che sono maggiormente colpiti dagli effetti della guerra, a causa della loro dipendenza dal gas e dal petrolio russo o perché ospitano un gran numero di rifugiati ucraini.

La Ministra francese delegata all’integrazione, Brigitte Klinkert, e la Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, hanno aperto il dibattito. Per rivedere le loro dichiarazioni, cliccare qui.

Nel corso del dibattito, la maggior parte dei deputati intervenuti ha sottolineato la necessità di sconfiggere Putin, sottolineando che il modo migliore per farlo è quello di ridurre al minimo i costi sostenuti dall’UE. Ciò consentirebbe di mantenere l’unità tra gli Stati membri, attenuare gli effetti su famiglie e imprese, oltre a permettere all’UE di contribuire più efficacemente alla ricostruzione post-bellica dell’Ucraina.

I parlamentari europei hanno infine sottolineato la difficile situazione di coloro che nell’Unione devono scegliere tra il comprare cibo o il riscaldare le loro case e chiesto alla Commissione di considerare, caso per caso, se sia il caso di andare avanti con una nuova legislazione che potrebbe aggiungere ulteriori oneri sulle imprese già in difficoltà.

Per rivedere il primo turno di interventi dei deputati, cliccare qui. Per rivedere il dibattito integrale, cliccare qui.
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