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Secondo l’ultima indagine Eurobarometro della Commissione europea il sostegno pubblico all’euro rimane molto forte. L’indagine rileva che il 77% degli intervistati ritiene che avere l’euro sia positivo per l’UE e il 69% ritiene che lo sia per il proprio paese. Lo rende noto il sito della Rappresentanza italiana della Commissione europea.

I risultati mostrano inoltre un elevato sostegno al ddispositivo per la ripresa e la resilienza, lo strumento al centro di NextGenerationEU. Il 75% degli intervistati è favorevole all’idea di un piano di ripresa che assista tutti gli Stati membri, a condizione di realizzare investimenti e riforme verdi, digitali e sociali.

I risultati mostrano anche un forte sostegno a SURE, lo strumento da 100 miliardi che mira a proteggere i posti di lavoro e i redditi colpiti dalla pandemia di COVID-19. La stragrande maggioranza degli intervistati (80%) ritiene che in tale contesto sia stato opportuno concedere prestiti dell’UE agli Stati membri che volessero preservare i rispettivi livelli di occupazione.

L’indagine ha inoltre analizzato il punto di vista dei cittadini su alcune questioni relative alle monete e alle banconote in euro, rilevando che il 64% degli intervistati è favorevole all’abolizione delle monete in euro da 1 e 2 centesimi; il livello di consenso è elevato e stabile, con maggioranze assolute in tutti i paesi della zona euro.

Tra il 3 e l’11 ottobre 2022 l’indagine Eurobarometro ha coinvolto circa 17 800 intervistati provenienti dai 19 Stati membri della zona euro al fine di misurare la percezione pubblica del sostegno finanziario fornito dall’UE agli Stati membri per superare la crisi COVID-19. I risultati completi sono disponibili qui.
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Il Parlamento europeo informa sul proprio sito di voler includere le misure di REPowerEU nei piani nazionali di ripresa per favorire l’indipendenza dai combustibili fossili russi e accelerare la transizione verde.

Secondo il testo, i Paesi UE che presenteranno un piano di ripresa e resilienza (PNRR) modificato dopo l’entrata in vigore di questa proposta saranno obbligati a includere misure per il risparmio energetico, la produzione di energia pulita e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico, come previsto da REPowerEUù.

Il PE ha emendato la proposta originaria della Commissione per meglio indirizzare le misure dei capitoli di REPowerEU mirate a ridurre le vulnerabilità energetiche nell’UE. Le nuove regole coprirebbero le misure adottate dal 1º febbraio 2022.

“Le azioni di RePowerEU inserite nei PNRR dovrebbero dare priorità agli investimenti per affrontare la povertà energetica delle famiglie, delle PMI e delle microimprese vulnerabili”.

Il Parlamento di Strasburgo chiede inoltre che i 20 miliardi di euro proposti dalla Commissione come ulteriori sovvenzioni non provengano dalle quote della Riserva stabilizzatrice del mercato dell’UE ma da un’asta anticipata delle quote di emissione nazionali già previste nel Sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’UE (ETS UE). Inoltre, il Parlamento chiede alla Commissione di trovare altre fonti di denaro per integrare il finanziamento delle azioni di REPowerEU, anche consentendo la flessibilità nell’uso dei fondi non spesi, in particolare quelli residui dal bilancio 2014-2020.

Queste sovvenzioni supplementari verrebbero distribuite ai Paesi membri tenendo conto del loro tasso di dipendenza energetica, dell’aumento dei costi energetici per le famiglie e della quota di combustibili fossili nel consumo interno lordo di energia. Nell’implementazione delle nuove misure, gli Stati membri dovrebbero prendere in considerazione i contributi delle autorità regionali, delle ONG e delle parti sociali.

L’Assemblea di Strasburgo inoltre chiede ai Paesi UE di garantire che almeno il 35% della loro spesa inclusa nei capitoli di REPowerEU dei PNRR sia stanziato per misure che abbiano una dimensione o un effetto multinazionale, anche se attuate da un solo Paese UE, e a meno che la Commissione non conceda una deroga in circostanze specifiche.

Il PE concorda sull’applicazione del principio UE “Do no significant harm” (“non arrecare danni significativi”) a tali misure di REPowerEU, a meno che non siano soddisfatte determinate condizioni e comunque solo per le misure in vigore entro il 31 dicembre 2024.
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C323 del 26 agosto pubblica la Risoluzione del Comitato economico e sociale europeo (CESE)— «Coinvolgimento della società civile organizzata nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR)— Come migliorarlo?».

Nelle conclusioni, il CESE sottolinea che le osservazioni della società civile organizzata sono state tenute in considerazione nelle versioni definitive dei PNRR. Nel complesso, la società civile organizzata sostiene gli obiettivi verdi, digitali e sociali dei PNRR. In merito al contributo alle transizioni verde e digitale, le opinioni espresse sono positive, anche se l’impatto del PNRR viene ritenuto limitato, eccezion fatta per alcuni casi.

Purtroppo, continua il CESE, è stato spesso rilevato che la dimensione sociale del piano appare relativamente trascurata, nonostante l’importanza che essa riveste ai fini della resilienza. È stato osservato che la transizione richiede maggiori investimenti, soprattutto se si considera la crisi attuale.

Nonostante i miglioramenti percepiti in alcuni Stati membri, rimane difficile rispondere con certezza alla domanda se la partecipazione alla fase di attuazione sia migliorata, anche perché l’attuazione dei PNRR ha subito notevoli ritardi in molti Stati membri. Tuttavia, le parti sociali e le organizzazioni della società civile hanno sottolineato che in tale fase il dialogo sociale istituzionale è migliorato.

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