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E’ aperta la candidatura per il “Premio Capitali europee dell’inclusione e della diversità“. Lanciato dalla Commissione europea nel 2021, questo premio è aperto a tutte le autorità locali dell’UE che stanno costruendo in modo più equo società promuovendo la diversità e l’inclusione in termini di: sesso, origine razziale o etnica, religione o credo, disabilità, età, identità LGBTIQ.

Sono previste due categorie di premi:

Enti locali con meno di 50.000 abitanti
Enti locali con più di 50.000 abitanti

Verrà inoltre assegnato un premio speciale per le iniziative sull’uguaglianza LGBTIQ.​

La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il 15.02.2023. Per ulteriori informazioni, visitare il sito web del Premio
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Il Parlamento europeo ha adottato il 24 novembre una risoluzione sulla situazione dei diritti umani nel contesto della Coppa del mondo FIFA in Qatar. Il PE sottolinea che il Qatar ha vinto la procedura di gara della Coppa del mondo FIFA in un contesto di accuse credibili di corruzione e concussione, e deplora la morte e gli infortuni di migliaia di lavoratori migranti, principalmente nel settore delle costruzioni, che hanno aiutato il paese a prepararsi per il torneo.

Nel descrivere la corruzione all’interno della FIFA come “dilagante, sistemica e profondamente radicata”, il PE deplora la mancanza di trasparenza e la chiara mancanza di una valutazione responsabile dei rischi che ha caratterizzato la scelta del Qatar come paese ospitante della Coppa del mondo FIFA nel 2010, sottolineando come la FIFA abbia seriamente danneggiato l’immagine e l’integrità del calcio mondiale.

Il Parlamento esorta i Paesi UE, in particolare quelli con grandi leghe nazionali di calcio, come la Germania, la Francia, l’Italia e la Spagna, a esercitare pressioni sulla UEFA e sulla FIFA affinché quest’ultima si impegni a realizzare riforme fondamentali. Tra queste, l’introduzione di procedure democratiche e trasparenti per l’assegnazione dei mondiali di calcio e la rigorosa applicazione dei diritti umani e dei criteri di sostenibilità per i paesi ospitanti.

Per proteggere atleti e tifosi e porre fine alla pratica del cosiddetto “sportswashing”, gli eventi sportivi internazionali non dovrebbero essere assegnati ai paesi che violano i diritti fondamentali e umani e dove la violenza di genere è sistematica.

Secondo le stime, in Qatar vi sono più di due milioni di cittadini stranieri che costituiscono circa il 94% della forza lavoro del paese. I deputati europei hanno accolto con favore il fatto che, secondo l’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) il governo del Qatar abbia rimborsato 320 milioni di dollari alle vittime di abusi salariali attraverso il Fondo di sostegno e assicurazione ai lavoratori.

Tuttavia, deplorano l’esclusione di milioni di lavoratori e delle loro famiglie dalla sua applicazione e chiedono di ampliare il fondo in modo da includere tutte le vittime dall’inizio dei lavori correlati alla Coppa del mondo FIFA del 2022, compresi tutti i casi di morte e le altre violazioni dei diritti umani. Chiedono inoltre alla FIFA di contribuire a un programma di risarcimento completo per le famiglie dei lavoratori, come indennizzo per le condizioni di lavoro subite.

Riconoscendo l’importante contributo dei lavoratori migranti all’economia del Qatar e alla Coppa del Mondo FIFA 2022, il Parlamento europeo ha esortato le autorità del Qatar a condurre un’indagine esaustiva sulle loro morti. Sostiene inoltre gli sforzi del Qatar tesi a migliorare le condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori, come evidenziato dalla comunità internazionale, ma chiede la piena attuazione delle riforme adottate.

L’Assemblea di Strasburgo ha deplorato anche gli abusi perpetrati dalle autorità del Paese nei confronti della comunità LGBTQ+, incluso l’uso di leggi nazionali che consentono la custodia cautelare delle persone LGBTQ+ senza capi d’imputazione o processo fino a sei mesi. Nella risoluzione, si esorta il Qatar a rafforzare le misure volte a garantire la parità di genere, anche abolendo quel che resta del sistema di tutela delle donne, e a intensificare gli sforzi per conseguire un’equa rappresentanza delle donne nel mercato del lavoro formale.
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Andrew Boff, relatore del Congresso dei Poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa sulle questioni LGBTI, ha partecipato alla prima riunione della Piattaforma parlamentare PACE per i diritti delle persone LGBTI in Europa il 20 giugno 2022 a Strasburgo.

“Come sindaci, consiglieri comunali e rappresentanti regionali, possiamo garantire la sicurezza e il rispetto dei cittadini LGBTI sul campo”, ha affermato, sottolineando l’importante e proficua collaborazione tra PACE e Congresso per proteggere i diritti delle persone LGBTI.

“Le autorità locali e regionali sono nella posizione migliore per capire perché c’è un sentimento anti-LGBTI nelle nostre città e proporre soluzioni”. ha proseguito, sottolineando l’importanza delle città e delle regioni nella lotta all’odio contro le persone LGBTI. “Con alcuni governi nazionali che si sono allontanati sui diritti delle persone LGBTI, le città e le regioni sono la prima linea di difesa per la protezione dei diritti LGBTI e spesso vanno oltre gli standard nazionali per farlo”.

Il Congresso dei poteri locali e regionali si occupa di questioni LGBTI dal 2007, compresa la libertà di riunione e di espressione. Nel giugno 2021, il Congresso ha adottato il rapporto “Protecting LGBTI people in the context of rising hate speech and anti-LGBTI discriminazione: the role of local and regional authority” .

Inoltre, la Commissione Attualità ha svolto una missione conoscitiva online sulla situazione dei diritti LGBTI a livello locale e regionale in Polonia, le cui conclusioni sono state approvate il 10 febbraio 2021. Il Congresso ha successivamente adottato il rapporto “Il ruolo degli enti locali e regionali rispetto alla situazione e ai diritti delle persone LGBTI in Polonia” nel giugno 2021.

Il lavoro del Congresso a sostegno delle persone LGBTI
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Il perdurare della pandemia di Covid-19, che ha contribuito a emarginare ulteriormente i gruppi vulnerabili, il persistente problema del razzismo all’interno delle forze dell’ordine e l’aumento dei discorsi pubblici ostili nei confronti delle persone LGBTI sono state le tendenze principali riscontrate nel 2021, ha dichiarato la Commissione del Consiglio d’Europa contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) nel suo rapporto annuale.

Il perdurare della pandemia di Covid-19 nel 2021 ha portato a un’accresciuta digitalizzazione dei servizi (in particolare nel settore dell’istruzione, delle cure mediche o di altri servizi, quali il rilascio dei permessi di soggiorno o di lavoro), provocando un’ulteriore emarginazione dei gruppi vulnerabili che non erano in grado di utilizzare le tecnologie digitali. Le persone di origine immigrata sono spesso sovra rappresentate nei settori dei servizi in cui non è possibile lo smart-working o il lavoro da remoto e rischiano quindi di essere maggiormente esposte al virus.

Nel settore dell’istruzione, le varie restrizioni legate al Covid imposte negli istituti scolastici hanno avuto effetti negativi sugli allievi che già dovevano affrontare maggiori difficoltà, quali i bambini migranti e rom: l’insegnamento online è stato spesso per loro difficoltoso, a causa dell’assenza di spazi adeguati, di attrezzature o di collegamento a internet. Se è vero che in alcuni paesi le autorità hanno adottato misure per aiutare gli allievi svantaggiati a recuperare il loro ritardo scolastico, non è stato sempre il caso in tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa.

Il razzismo nell’ambito delle attività delle forze dell’ordine è rimasto un problema in un certo numero di paesi, compreso nel contesto dell’applicazione delle restrizioni legate alla pandemia (coprifuoco, lockdown). Nel suo rapporto, l’ECRI cita in particolare la profilazione razziale durante i controlli di polizia, l’uso di un linguaggio razzista e il ricorso eccessivo alla forza nei confronti di certi individui, i cui effetti non colpiscono soltanto le vittime, ma tendono a stigmatizzare le loro comunità nel loro insieme. Le vittime di tali pratiche si sono sovente sentite insufficientemente sostenute dalle autorità.

La situazione delle persone LGBTI e delle loro comunità resta molto variabile sul continente, e la crisi causata dal Covid-19 ha avuto su di loro ripercussioni negative. I giovani LGBTI che vivevano ancora con i genitori sono stati sovente esposti al disprezzo e alle intimidazioni. Il sostegno psicosociale personale fornito dalle ONG è diventato limitato durante la pandemia. In modo generale, in numerosi Stati si è assistito a una forte retorica politica contro quello che viene percepito come una “ideologia LGBTI” o una “ideologia del genere”, che è stata amplificata nei mass media e nel discorso pubblico generale. Tali atteggiamenti si sono ancora rafforzati con l’adozione di leggi che prendevano specificamente di mira le persone LGBTI e i loro diritti o la diffusione di informazioni sull’omosessualità e l’identità di genere nelle istituzioni o negli ambienti pubblici, quali gli istituti scolastici, o la pubblicità. La condanna di tali attacchi o il contrasto pubblico chiaro e determinato da parte di responsabili politici e funzionari di alto livello sono ancora rari e sporadici.

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Il sito del Consiglio d’Europa informa del Forum IDAHOT+ 2022 che si sta svolgendo a Limassol, Cipro (12 e 13 maggio), in vista della Giornata internazionale contro l’omofobia, che si celebra martedì 17 maggio.

Intervenendo durante il dibattito “La guerra in Ucraina: sfide per i nostri valori comuni europei attraverso le esperienze delle persone LGBTI+”, Triantafillos Loukarelis, Presidente del Comitato direttivo sull’antidiscriminazione, la diversità e l’inclusione (CDADI) del Consiglio d’Europa, ha sottolineato che i valori e i principi dell’Organizzazione sono più importanti che mai durante l’attuale aggressione armata ed è necessario utilizzare appieno gli strumenti per combattere il discorso dell’odio, i reati di odio e la discriminazione basati su qualsiasi motivo, in linea con la posizione del CDADI.

Il Presidente ha dichiarato che l’Unità SOGI valuta regolarmente le esigenze delle organizzazioni LGBTI ucraine e ha offerto sovvenzioni per fornire un rifugio di emergenza in aree sicure, il trasferimento all’estero, accesso gratuito a cure ormonali, nonché assistenza psicologica, legale e di altra natura.

Organizzato congiuntamente da Cipro e Regno Unito, con il sostegno dell’Unità Orientamento sessuale e identità di genere (SOGI) del Consiglio d’Europa, il Forum ha l’obiettivo di rafforzare la cooperazione e la comprensione delle politiche LGBTI+ tra i governi europei, le organizzazioni intergovernative internazionali, la società civile internazionale, le aziende, il mondo accademico e altre parti coinvolte.
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