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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea serie L del 2 aprile ha pubblicato la La Decisione del Consiglio dell’Unione europea che invita gli Stati membri a ratificare la Convenzione sulla violenza e sulle molestie, 2019 (Convenzione 190) dell’Organizzazione internazionale del lavoro.

Gli Stati membri sono invitati a ratificare, per le parti che riguardano specificamente il miglioramento dell’ambiente di lavoro per proteggere la sicurezza e la salute dei lavoratori e la parità tra uomini e donne in materia di occupazione e impiego in conformità dell’articolo 153, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, la Convenzione sulla violenza e sulle molestie, 2019, dell’Organizzazione internazionale del lavoro.

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L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) ha presentato il 24 ottobre le conclusioni dell’indice sull’uguaglianza di genere. Quest’anno l’indice mostra i migliori progressi complessivi in materia di parità di genere nell’UE dalla sua creazione dieci anni fa. Su un massimo di 100 punti il punteggio dell’UE è in media di 70,2, contro il 68,6 nel 2022. La disparità tra gli Stati membri è significativa: alcuni osservano notevoli miglioramenti, altri registrano una stagnazione o addirittura una perdita di punti nel loro punteggio. La percentuale di donne nei consigli di amministrazione delle società è salita al 33 %, valore corrispondente alla percentuale di donne nei parlamenti nazionali.

Helena Dalli, Commissaria per l’Uguaglianza, ha dichiarato: “Nonostante le molteplici crisi che hanno messo a dura prova l’emancipazione e responsabilizzazione delle donne, i dati presentati oggi dimostrano che abbiamo mantenuto la rotta per attuare la nostra strategia a favore della parità di genere. Affinché le donne e le ragazze possano realizzarsi, occupare posti di rilievo ed essere libere, non dobbiamo perdere di vista le sfide ancora irrisolte. È fondamentale sostenere la proposta legislativa della Commissione per combattere la violenza contro le donne.”

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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C75 del 8 febbraio pubblica il Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Migliorare la parità nell’UE».

Il CESE, pur riconoscendo che gli sviluppi tecnologici consentono a numerosi cittadini di accedere più facilmente ai loro diritti, ritiene tuttavia che essi generino di fatto nuove discriminazioni nell’accesso ai diritti e ai servizi e, quindi, nuove necessità di intervento a difesa del principio della parità di trattamento.

La trasformazione digitale dei servizi pubblici e dell’accesso a beni e servizi (in particolare i servizi di prima necessità) hanno portato a cambiamenti profondi nelle relazioni con l’utente, abolendo certo le barriere fisiche, ma creando anche nuove barriere digitali. Tale trasformazione impedisce ad alcuni cittadini l’accesso a diritti e servizi, soprattutto nel caso delle persone in condizioni più precarie, vulnerabili o con disabilità, come pure di gran parte degli anziani sul territorio europeo .

Di fronte a queste criticità occorre elaborare e attuare nuove politiche pubbliche di inclusione digitale e introdurre, per gli operatori pubblici e privati, obblighi positivi nei confronti degli utenti, ivi compreso un accesso facile e gratuito

SCARICA IL PARERE DEL CESE COMPLETO E IN ITALIANO (PDF)
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Entro luglio 2026, tutte le grandi società quotate nell’UE dovranno adottare delle misure per incrementare la presenza delle donne alla loro guida.

Il 22 novembre, a dieci anni dalla presentazione della proposta, il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva sulla nuova legislazione conosciuta come direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione (Women on Boards).
L’obiettivo è quello di introdurre procedure di assunzione trasparenti nelle società in modo che, entro la fine di giugno 2026, il 40% dei posti di amministratore senza incarichi esecutivi e il 33% di tutti i posti di amministratore siano occupati dal sesso sottorappresentato.

Il merito rimarrà il criterio principale durante le procedure di selezione, che, secondo la nuova normativa, dovranno essere trasparenti. Le società quotate dovranno fornire annualmente informazioni sulla rappresentazione di genere nei loro C.d.A. alle autorità competenti e, se gli obiettivi non sono stati raggiunti, dovranno spiegare come intendono ottenerli. Tali informazioni saranno pubblicate sui siti delle società così da essere facilmente accessibili.

Le piccole e medie imprese con meno di 250 dipendenti sono escluse dall’ambito di applicazione della direttiva.

I Paesi UE devono mettere in atto delle misure sanzionatorie effettive, dissuasive e proporzionate, come ad esempio multe, per quelle aziende che non seguiranno procedure di nomina aperte e trasparenti. Gli organi giudiziari dovranno avere il potere di sciogliere i consigli di amministrazione selezionati dalle società qualora dovessero violare i principi della direttiva.

Con l’approvazione formale dell’accordo da parte di Parlamento e Consiglio, la direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Gli Stati membri dovranno recepire la normativa entro due anni.

La Commissione europea ha presentato la sua proposta nel 2012 e il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione negoziale nel 2013. Il testo è stato bloccato dal Consiglio per quasi dieci anni, finché i ministri dell’occupazione e degli affari sociali hanno definito la loro posizione nel marzo 2022. I negoziatori di Parlamento e Consiglio hanno poi raggiunto un accordo lo scorso giugno.

Nel 2021, solo il 30,6% dei membri dei C.d.A. delle maggiori società quotate in borsa nell’UE sono donne, con notevoli differenze tra i Paesi UE (si passa dal 45,3% della Francia all’8,5% di Cipro). Nonostante la rappresentazione nei consigli di amministrazione sia aumentata, nel 2022 meno di una grande società quotata nell’UE su dieci ha una donna presidente o amministratrice delegata.
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Le donne nell’Unione europea continuano a guadagnare meno degli uomini a parità di lavoro, con il divario retributivo medio di genere nell’UE che si attesta al 13%. Ciò significa che per ogni € 1 che guadagna un uomo, una donna guadagnerà € 0,87. Il progresso è costante, ma ancora troppo lento, con una riduzione del divario di 2,8 punti percentuali in 10 anni. Quest’anno, la Giornata europea della parità retributiva cade il 15 novembre.

Lo ricorda la Commissione europea in un comunicato stampa.

Nove europei su dieci – donne e uomini – ritengono inaccettabile che le donne siano pagate meno degli uomini per lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore. La maggioranza dei lavoratori europei è favorevole alla pubblicazione dei salari medi per tipo di lavoro e genere nella propria azienda.

Il divario retributivo di genere è un sintomo di squilibri più strutturali tra uomini e donne nelle rappresentanze economiche, nell’accesso all’istruzione e nelle responsabilità domestiche. Le donne sono ancora sottorappresentate e sottovalutate nelle posizioni decisionali economiche. La grande maggioranza di scienziati, ingegneri e lavoratori tecnici qualificati sono uomini. Le donne sostengono in modo sproporzionato i doveri della casa e dell’assistenza all’infanzia con il 90% della forza lavoro dell’assistenza formale composta da donne e 7,7 milioni di donne senza lavoro a causa delle responsabilità di assistenza.

Nel marzo 2020 la Commissione ha pubblicato la sua strategia per la parità di genere 2020-2025, che definisce le azioni per colmare il divario retributivo di genere. Nel novembre 2020 la Commissione ha adottato il suo piano d’azione 2021-2025 sulla parità di genere e l’emancipazione femminile nell’azione esterna.

La proposta della Commissione sulla trasparenza salariale, adottata il 4 marzo 2021, introduce misure per garantire che donne e uomini nell’UE ricevano pari retribuzione a parità di lavoro.

Nel giugno 2022, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato la proposta della Commissione per migliorare l’ equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società . Diventerà presto legge dell’UE.

La proposta della Commissione su salari minimi adeguati per i lavoratori, adottata il 28 ottobre 2020, sostiene la parità di genere contribuendo a colmare il divario retributivo di genere e a far uscire le donne dalla povertà, poiché in Europa sono più le donne che gli uomini a percepire salari minimi.

La Commissione affronta anche la sottorappresentazione delle donne nel mercato del lavoro migliorando l’equilibrio tra lavoro e vita privata dei genitori e dei prestatori di assistenza che lavorano. La nuova direttiva sulla conciliazione vita-lavoro è entrata in vigore il 2 agosto 2022.

Nel settembre 2022 la Commissione ha presentato la strategia europea per l’assistenza per garantire servizi di assistenza di qualità, convenienti e accessibili in tutta l’Unione europea. La strategia è accompagnata da due raccomandazioni per gli Stati membri sulla revisione degli obiettivi di Barcellona in materia di educazione e cura della prima infanzia e sull‘accesso a un’assistenza a lungo termine di alta qualità a prezzi accessibili.

Per maggiori informazioni

Scheda informativa sulla Giornata europea della parità retributiva

Dati Eurostat per paese sul divario retributivo di genere

Studio Eurostat sui divari retributivi di genere nell’Unione europea<

Pagina web sul divario retributivo di genere
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La Commissione europea chiede il contributo delle parti interessate a un’indagine su un manifesto per l’istruzione e le carriere #STEAM inclusive di genere.

Lo rende noto il portale Giovani della Commissione europea. La Commissione europea ha avviato un’indagine in vista della co-creazione di un “Manifesto per l’istruzione e le carriere STE(A)M inclusive di genere”, in linea con l’ambizione della Strategia europea per le università di rafforzare la partecipazione delle donne e delle ragazze Studi e carriere STEM .

La Commissione conta sulle opinioni e sul coinvolgimento di vari attori dell’istruzione, della ricerca e dell’innovazione orientati alle STEM per il contenuto di questo Manifesto.

L’approccio STEAM si riferisce all’inclusione delle arti, delle scienze sociali e delle discipline umanistiche nell’istruzione o nelle carriere STEM, come approccio all’apprendimento transdisciplinare, inclusivo e orientato al futuro. Sviluppa competenze trasversali, creatività e innovazione che possono rendere gli studi e le carriere STEM più attraenti per le donne.

Per contribuire al sondaggio c’è tempo fino al 18 novembre 2022.

Se si è interessati a partecipare alla co-creazione del manifesto, contatta RTD-GENDERINRESEARCH@ec.europa.eu.

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